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Partigiane italiane all'azione

Marta Sola[modifica]

Marta Sola (Colegara di Modena, 4 Novembre 1922) è stata una componente attiva della Resistenza partigiana italiana nella provincia modenese.

Biografia[modifica]

Marta Sola nasce a Colegara di Modena il 4 novembre 1922 da genitori mezzadri. Ha frequentato le scuole elementari fino alla quinta per poi iniziare il suo impiego lavorativo nei panni di domestica e successivamente operaia presso la fabbrica delle Fonderie riunite[1].

'[...] Andavo a Modena a servizio e poi lavorai per un certo periodo alle Fonderie riunite. Erano gli anni che erano cominciati i bombardamenti; suonava l'allarme, scappavo in campagna [...] Ed è stato un periodo veramente la fabbrica.. c'erano dei dirigenti! Avrebbero voluto che si lavorasse ancora di più. [...]'

'Sì, anche in fabbrica si facevano delle discussioni, ed erano pochi quelli che rano più per il fascismo che contro. Quando si chiedeva per esempio meno ore di lavoro, oppure un lavoro, sì, da faticare meno - eravamo giovani, facevamo un lavoro che sarebbe stato un lavoro da uomo, non da donna - subito dicevano 'Ah, ma si capisce, te rossa te... - ci trattavano subito - ma che cosa volete, siamo sotto questo governo, siamo sotto questo regime, e voi che cosa volete?'

Durante l'occupazione tedesca, con il nome di battaglia di Maria, fu staffetta nella brigata Walter Tabacchi e collaborò a nascondere renitenti alla leva e partigiani.

Walter Tabacchi

'Ho avuto paura tante volte, però era una paura che era più debole del coraggio, cioè era più debole del pensare che la nostra lotta era giusta, ecco! Perché avevamo il desiderio di libertà, avevamo il desiderio di poter vivere, veramente! Non avevamo fatto niente di male al mondo: ma perché meritarsi tanto odio, tanto disprezzo.'

Prese parte e partecipò attivamente alle attività organizzate dai Gruppi di Difesa della Donna. Nel dopoguerra scelse di frequentare una scuola di partito e di dedicarsi a tempo pieno alla politica come funzionaria, rivestendo incarichi sia all'UDI nazionale che provinciale.

Decise poi in questo periodo di sposarsi ed ebbe due figlie.

Note[modifica]

  1. ''A guardar le nuvole'', Carocci, 20024, pp. 243-245