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La poesia didascalica è un genere letterario che - in forma di poema o di più brevi componimenti metrici (capitoli, epistole) - si propone di impartire un ammaestramento scientifico, religioso, morale, dottrinale, etc.

Il più antico esempio è costituito dal breve poema Le opere e i giorni di Esiodo, risalente all'VIII sec. a.C. contenente una serie di consigli per le opere agricole delle singole stagioni. Nel poema esiodeo il poeta impartisce agli uomini consigli pratici per l'attività fondamentale in una comunità agricola.

La poesia didascalica è diffusa nella Letteratura greca negli Antidoti di Nicandro (II sec. a.C.) e nel secolo precedente nell'opera di Arato di Soli "I fenomeni" ed è stata ripresa dalla Letteratura latina (con il capolavoro De rerum natura di Lucrezio). Rientrano nel genere didascalico anche le "Georgiche" di Virgilio, composte intorno al 30 a.C.

La poesia didascalica è presente anche in maniera copiosa nella Letteratura italiana fino da Bonvesin de la Riva, Brunetto Latini e Dante Alighieri.

Il filone georgico-didascalico[modifica]

Sulla scia della più famosa opera didascalica (le Georgiche) in epoche diverse fiorì un filone di poesie dedicate all'ammbiente agreste, con un vario atteggiarsi dei due aspetti principali: quello poetico e quello agronomico. Se, stilando le Template:TestoCitato, Template:AutoreCitato pretende un posto nella storia della letteratura agraria [1], il titolo che vanta appare tanto più fondato per la fecondità dell' eredità del suo poema rustico: le composizioni in versi di soggetto rurale scriveranno un capitolo tanto nella storia della letteratura italiana quanto in quella delle scienze agrarie. Alla composizione di poemi sull'annata agraria, sull'allevamento dei bachi da seta, sulla cura dei boschi, sulla coltura del riso o delle fragole si dedicano, tra il Cinquecento e l'Ottocento, letterati che non vantano, forse, nella storia della cultura italiana, ruoli di primo piano, ma che sarebbe improprio relegare a ranghi di terz'ordine. A giudicare dal numero delle edizioni, e dall'impegno che gli dedicano biografi e critici, il primo dei poemi rurali composti in italiano, Template:TestoCitato di Template:AutoreCitato, è stato, per generazioni successive di uomini di lettere, opera di rilievo inferiore solo alla Template:TestoCitato, al Template:TestoCitato, all'Template:TestoCitato, alla Template:TestoCitato [2].

L’autore che pretende il posto successivo ad Alamanni, Template:AutoreCitato, autore del Template:TestoCitato, non è figura di importanza insignificante sulla scena culturale del Cinquecento. I letterati che legano il proprio nome alle composizioni georgiche più significative della stagione settecentesca del poema agreste, Template:AutoreCitato, Betti e Giorgetti, Spolverini e Lorenzi, non sono figure trascurabili della cultura dell'Età dei lumi[3].,quando la poesia didascalica di soggetto rustico conosce la codificazione della propria poetica a opera di uno dei maggiori letterati del tempo, Template:AutoreCitato, che nella prefazione all'ottava edizione del Riso di Spolverini, pubblicata a Padova nel 1810, svolge il dotto esame dell'equilibrio che nel poema didascalico deve sussistere tra piacevolezza poetica e penetrazione agronomica: un tema che se non muove la nostra passione, non fu meno attraente per la sensibilità dell'età dell' Arcadia [4]. Iniziata all'alba del Cinquecento, dopo la lunga interruzione seicentesca la stagione del poema georgico vive le ore del maggiore fulgore a metà del Settecento, quando vedono la luce, in un pugno di lustri, una dozzina di composizioni, conosce, quindi, un rapido meriggio, che dovrebbe considerarsi definitivo tramonto se non fosse interrotto, tardivamente, dall'ultima creatura della schiera rurale. Creatura tardiva, Cerere della Romagna toscana, la composizione stampata, nel 1888, a Rocca San Casciano dall' editore Cappelli, pretende di chiudere l'età del poema georgico ricalcandone le origini: il suo autore, Template:AutoreCitato, la stila in esametri dattilici, il verso delle Georgiche, di cui propone la traduzione, nella pagina a fronte, in ottave.



Uno dei primi esempi è quello posto da Columella che il decimo libro del suo De agri cultura - dedicato alla coltivazione degli orti - lo scrive in esametri.

Con il Rinascimento abbiamo Luigi Tansillo[5] con il suo Podere , *Le Api di Giovanni Rucellai e il Della coltivazione di Luigi Alamanni.

Il vero trionfo lo si ha con il settecento con:

Collegato al genere è la Feroniade di Vincenzo Monti che esalta l'inizio dei lavori di bonifica delle Paludi pontine.

Questo genere si esaurisce convenzionalmente con il Romanticismo.

Bibliografia[modifica]

  • A. Torresini Per la storia del poema georgico in Italia nel secolo XVII Montepulciano 1902
  • L.M. Zini Della poesia didascalica a Verona nel Settecento 1907
  1. - Sul valore poetico e agronomico delle Georgiche, A. Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol. I, Edagricole, Bologna 1984, pp. 39-45.
  2. - Sull' opera di Template:AutoreCitato, A. Saltini, Storia delle scienze agrarie, vol. I, cit., pp. 233-256. A sottolineare il prestigio goduto dal poema nel corso dei secoli si può ricordare che presso la biblioteca vicentina La Vigna ne sono raccolte 30 edizioni, 5 cinquecentesche, (2 stampate all'estero), 12 settecentesche, (l stampata all'estero), 12 ottocentesche (l stampata all'estero), fino all'ultima del 1903. Spiega e rievoca la fortuna dell'opera in Italia G. Naro, Luigi Alamanni e La coltivazione. Saggio biografico-critico, Tipografia del Tamburo,Siracusa 1897, enuclea quella in Francia Henri Hauvette, Un exilé fllorentin à la cour de France au XV1e siècle. Luigi Alamanni (1495-1556).Sa vie et son oeuvre, Hachette, Paris 1903. Conferma e motiva il ridimensionamento dei titoli del poema da parte della critica moderna E. Bonora, Il classicismo dal Bembo al Guarini, in E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, vol. IV, Il Cinquecento, Garzanti, Milano 1966, pp. 282-287.
  3. - Sulla stagione settecentesca della poesia didascalica georgica, W.Binni, La letteratura del secondo Settecento fra illuminismo, neoclassicismo e preromanticismo, in E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, vol. VI, Il Settecento, Garzanti, Milano 1968, pp. 522-525, e A. Saltini, Storia delle scienze agrarie, voi II, Edagricole, Bologna 1987, pp. 95-138
  4. - Sulla codificazione di Template:AutoreCitato, che risolve il problema proclamando la preminenza degli imperativi estetici su quelli didascalici, ivi, pp. 97-99.
  5. Il Tansillo era diventato celebre per una sua opera giovanile Il vendemmiatore dove il tema georgico era diventato un pretesto per una serie di doppi sensi. L'opera fu poi posta all'Indice, per il suo carattere ritenuto troppo lascivo in epoca di Controriforma