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Utente:Paoladigregorio2005

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Transazione energetica

La transizione energetica consiste nel passaggio da un mix di fonti energetiche non rinnovabili a uno basato sulle energie rinnovabili, considerate più efficienti e meno inquinanti.

Una transizione energetica di successo, che riduca a zero le emissioni nette di carbonio entro la metà del secolo, garantirebbe benefici significativi all'ambiente, all'economia e alla qualità della vita delle persone in tutto il mondo, per le generazioni a venire.

L'evoluzione delle tecnologie rinnovabili creerà posti di lavoro "green" completamente nuovi, che compenseranno abbondantemente quelli persi nei settori tradizionali dei combustibili fossili. Questo è ciò che emerge dal World Energy Outlook 2021 dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, secondo le cui stime entro il 2030 si potrebbero creare 13 milioni di nuovi posti di lavoro.

La transizione energetica, dopo un investimento iniziale, può ridurre le bollette e i costi industriali, liberando così capitali da investire in altri settori, come modelli di business e di sviluppo sostenibili.

Gli investimenti in progetti sostenibili e l'applicazione di modelli di economia circolare nell'ambito della transizione energetica possono essere uno strumento di equità sociale e un modo per ristabilire equilibrio tra parti del mondo che si trovano in fasi diverse di sviluppo. La transizione energetica è un'opportunità unica per affrontare la povertà energetica, in cui le persone non sono in grado di garantire un adeguato riscaldamento delle proprie abitazioni o un'adeguata fornitura di energia per gli usi domestici.

TRANSAZIONE ENERGETICA PER LE AUTOVETTURE

L’Unione europea sta mettendo nero su bianco gli obiettivi della transizione energetica nell’automotive. Dal 2035 non si produrranno più i motori endotermici. Il divieto diventerà definitivo dopo il voto favorevole anche del Consiglio Europeo, che comprende i capi di governo degli Stati membri della Ue.

Si tratta senz’altro di una sfida complessa – sono 70 mila i posti di lavoro a rischio – ma anche di una grande opportunità per l’Italia e l’Europa. Quindi, anche se dal 2035 non verranno più vendute macchine dal motore convenzionale, si può stimare che fino almeno al 2050 esse continueranno a circolare.

Un tema importante e che preoccupa molti è la questione dei consumi di energia. Come infatti valutiamo le prestazioni di una macchina normale analizzando quanti km facciamo con un litro di benzina, possiamo anche cercare di capire quanti km facciamo con un Kwh di elettricità e analizzare i relativi costi.

Oggi in media riusciamo a fare tra i 6 e gli 8 km per Kwh di carburante, a seconda della percorrenza. Ovviamente il settore delle auto elettriche è ancora tutto da analizzare perché è ancora relativamente bassa la diffusione di quest’ultime non ci permette di avere una solida base di dati di partenza.

La seconda questione riguarda l’alimentazione delle auto elettriche, ovvero, cosa andrà a sostituire la classica pompa di benzina? Chi ha a disposizione un box privato potrà installare la propria colonnina di ricarica nel suo spazio privato. L’alternativa sarebbe quella di cercare colonnine di ricarica pubbliche, che sicuramente si sono molto diffuse nel nostro paese, ma non nelle stesse quantità e agli stessi ritmi degli altri paesi europei. Rischia qui di esserci un problema di “discriminazione”, difatti,bisognerebbe anche offrire alle persone la possibilità di approvvigionarsi di energia nel modo più comodo ed economico possibile.

L’altro tema sono i costi. Ad oggi sono sicuramente più convenienti i motori tradizionali in termini di costi.

Non solo i costi della vettura, ma anche i costi dell’alimentazione. Ad oggi per fare 10.000/12.000 chilometri l’anno, che sono più o meno quanto una autovettura percorre mediamente annualmente, servirebbero circa 2000 kW, più o meno ciò che produce un pannello fotovoltaico.

Diciamo che la strategia di lungo termine presentata dal governo suggerisce di tagliare drasticamente il parco auto e di arrivare ad una quota pari a circa 24 milioni di auto, che sono poco più di una per famiglia. Sicuramente gli aspetti positivi riguardano il fatto che non ci sarebbero emissioni atmosferiche di gas di scarto della combustione, pericolosi per la salute umana e che quella energia potrebbe essere prodotta a partire da energia rinnovabile.

Per esperienza persona avendo un’autovettura hybrid o definito anche “elettrificato”, i pro sono:

Rispetto dell’ambiente.
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Acquistare un’auto che ospita al suo interno due motori è una scelta ecologica.Le vetture con questo tipo di tecnologia sprigionano minori quantitativi di agenti inquinanti come CO₂ e Pm10. E ciò avviene soprattutto in ambito urbano, laddove ce n’è maggiore bisogno. Nel traffico o, più in generale, in condizioni di bassa velocità un veicolo ibrido ricorre all’unità elettrica, anziché al propulsore endotermico per muoversi in fase di accelerazione e di decelerazione.Con il risultato, appunto, di viaggiare a zero emissioni.

Risparmio nei costi di gestione.
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L’aiuto rappresentato dalle batterie elettriche ha effetti positivi sui consumi.Quando una vettura viaggia in modalità ibrida – ossia sfruttando sia il motore termico che quello elettrico – impiegherà meno carburante rispetto a un’auto a benzina o diesel per coprire la stessa distanza.

Agevolazioni fiscali.

Trattandosi di vetture dalle emissioni contenute e con un basso impatto ambientale, le auto con motori ibridi sono interessate da agevolazioni di natura fiscale e amministrativa.