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Rosanna De Carlo

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Rosanna De Carlo è nata a Ruoti, (Potenza) il 13 luglio 1951 da Luigi e Filomena Errico, famiglia benestante di proprietari terrieri. Risiede a Roma ed è madre di due figli. Ha conseguito il diploma di perito commerciale, nonostante i suoi interessi siano sempre stati cucina, pittura e scrittura. Da piccola era inappetente: mangiava solo uova e latte. Ha iniziato a sviluppare una certa curiosità verso la cucina grazie alla zia siciliana che viveva a Bologna. Dopo la nascita del primo figlio, a diciannove anni, ha iniziato a interessarsi ai sapori della cucina. È stata responsabile della Ragioneria del Comune di Ruoti. Nel 1975 inizia l’attività lavorativa part-time presso una trattoria locale e fino al 1979 ha lavorato come supporto e sviluppo ricette del territorio. Nel 1991-92 pubblica il suo primo libro Memorie pluridirezionali, casa Editrice Il Salice, raccolta poetica che parlano del suo vissuto. Nel 1994 sospende momentaneamente il lavoro presso il Comune per questioni legate alla giustizia. Si dedica ad attività solidali. Il 10 Maggio 1994 inizia a lavorare in un piccolo ristorante, gestito da una cooperativa di cui faceva parte, realizzando anche piccoli banchetti per lauree, pranzi e cene per riunioni importanti con personalità italiane. Lavora presso il Ristorante Blue Night a Baragiano Scalo (Potenza) fino al 1999 in qualità di chef. Durante gli anni 80-90 è stata in Egitto e in Marocco dove ha avuto la possibilità di confrontare la cucina lucana con quella locale. Nel 1997 si reca nello Stato della Pensilvania e nello stesso anno lavora in Germania in qualità di chef per qualche mese presso il Ristorante Taormina. Ha partecipato alla rubrica "Il paese della domenica” e a più di venti gare di cucina, organizzate da Maratona a Tavola, conseguendo il primo posto in ogni gara. Nel 2007 e nel 2008 è stata in Tunisia, Korba e Hammamet. Rosanna De Carlo nel 2007 pubblica il libro “Non di solo (ma soprattutto di) pane”, casa editrice Studio Editoriale Gordini, contenente trenta ricette ruotesi [1], [2]. Sempre nel 2007, sulla rivista La Cucina Italiana Rosanna pubblica una ricetta di un piatto del territorio. Partecipa a varie trasmissioni televisive, da Linea in Diretta della Rai a quelle trasmesse dal canale Stream Verde. A Radio Touring 104” presenta diverse ricette di Reggio Calabria. Partecipa alla sagra del fungo cardoncello nel comune di Baragiano e alla sagra della castagna di San Cipriano Picentino. Prende parte alla gara di cucina riservata alle Lady Chef e consegue il secondo posto dopo il Friuli. Nel 2008 organizza un corso di cucina rivolto a bambini dagli otto ai dodici anni in collaborazione con l’URCL. Nel 2009 realizza una serata, in piena autonomia gestionale, con la partecipazione di bambine dai cinque ai dodici anni per recuperare consensi economici e per realizzare la partecipazione a un viaggio a Lourdes di un suo concittadino. Nello stesso anno Rosanna è stata membro esterno della commissione presso l’Istituto Alberghiero di Stato di Monterusciello (Campania). È stata addetto stampa presso l’ACP. È stata promossa alla terza classe dell’Istituto Alberghiero seguendo corsi pomeridiani. Nel 2010 è stata nominata Discipola di August Escoffier a Sanremo. Partecipa a due campi terremotati in Emilia tramite a un progetto della Protezione Civile, dove era presente anche Ristoworld Italia. Nel 2012 a Rosanna è stato conferito il Cavalierato di Casa Cernetic di Montenegro come Cuochi di Casa Reale Cernetic. È stata docente di cucina per la Cooperativa Fili d’Erba di Potenza, in un corso per adulti portatori di handicap non gravi. Nel 2012 partecipa a un cooking show ad Acqualagna per la sagra del tartufo [3]. Nel 2013-14 è stata insegnante di cucina in Afganistan, a Herat, presso il Campo militare Arena. Al ritorno dall’Afganistan, la De Carlo viene intervistata dal Direttore Responsabile Marcello Proietto di Silvestro che le dedica la copertina e lo speciale all’interno nel Novembre 2014 [4]. È curatrice della pagina gastronomica, da sei anni, del giornale online stampasud. Attualmente è ambasciatrice lucana della Ristoworld e sta recuperando ricette su tutto il territorio regionale, presso famiglie che hanno memoria storica, da destinare alla Biblioteca Nazionale di Potenza. Nel 2019, partecipa all’evento conviviale del 3° corso “Unilabor Etnogastronomia Arberese e Lucana nel mondo” presso il Ristorante-Pizzeria Lago Grande a Monticchio (Potenza). Vince il Premio Basilicata Way of Living 2019 come Lucana dell’anno. Nel 2020 pubblica il suo ultimo libro “Racconti del cuore che fan bene all’anima e Ricette dell’anima che fan bene al cuore” casa editrice Editrice Ermes. È responsabile nazionale delle donne per l’associazione Ristoweb. Riceve il Premio Ofelia da Ristoworld Italy. Partecipa al campionato mondiale di pizza tenutosi a Roma e a Napoli. È stata giurata in vari eventi tra cui il festival della cozza tarantina. Collabora su diversi giornali culinari e continua la sua attività di docente di cucina. I guadagni ricavati dalle sue attività sono sempre stati donati in beneficenza.

Antonella Bruno

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Antonietta Bruno, Maratea 20 giugno 1952 - Potenza 24 settembre 2021, è conosciuta da tutti come Antonella. Ha frequentato l'Istituto statale d'Arte di Potenza, sotto la dirigenza del professore Giuseppe Antonello Leone. Ha conseguito il diploma di Maestro d'arte e ha conosciuto Ferdinando Ginnari, docente di Discipline Geometriche, Architettura, Arredamento, Scenotecnica che in seguito diventa suo marito. Dalla loro unione è nata Francesca. Dopo il diploma, Antonella Bruno diventa docente di Arte della Modellistica, Arredamento e Scenotecnica, presso l’I.S.A. di Potenza.

Nel 2010 l’I.S.A. si è trasformato in Liceo Artistico, Musicale e Coreutico “Walter Gropius” e la professoressa Bruno ha insegnato nel biennio Laboratorio artistico, nel triennio Laboratorio del Design dell'arredo: è stata collaboratrice del Dirigente scolastico Paolo Malinconico. Persona eclettica e multiforme, ha sempre interpretato artisticamente la realtà che la circondava. Nel laboratorio artistico, in particolare, si è dedicata con molta passione alla tecnica del quilling. Le testimonianze del suo lavoro sono patrimonio del Liceo Gropius su molte delle sue pareti e in presidenza. In qualità di docente di Laboratorio di design dell’arredo ha portato avanti un discorso innovativo intercettando quelle che sono le nuove tendenze reinterpretandole in chiave contemporanea: il restyling di pezzi vintage.

Antonella Bruno ha svolto il suo lavoro di insegnante con passione e dedizione, mostrando profonda sensibilità e straordinaria umanità. È sempre stata impegnata in attività sociali e di volontariato, in particolar modo per l'UNICEF. Parallelamente e concordemente con l’attività didattica, ha realizzato allestimenti di spazi per convegni, mostre, manifestazioni, componendo scenografie e opere "Still life", principalmente su richiesta di Enti e Istituzioni pubbliche.

In tantissime manifestazioni organizzate, ad esempio, per la memoria della Shoah e per la giornata contro la violenza sulle donne ha realizzato negli spazi scolastici con i suoi alunni degli allestimenti molto particolari: installazioni temporanee di cui è rimasta soltanto la documentazione fotografica. Manifestazioni importanti sono state celebrate in altri spazi, come ad esempio nel Teatro don Bosco in occasione dei 70 anni dalla Shoah con un’istallazione scenica di grande impatto sul palco del teatro; o l’allestimento con tappeti rossi e mani rosse in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.

Nel 2014, in collaborazione con il CIDI POTENZA, ha realizzato un laboratorio di quilling in occasione dei mercatini di Natale per il Comune di Potenza. In questo progetto la professoressa Bruno, a partire da un testo in prosa, da una fotografia o opera d’arte, ha riproposto quadri con la tecnica quilling.

Nel 2015, in collaborazione con “Libreria Senzanome”, Comune di Potenza e CIDI POTENZA, per “Eventi del natale 2015 FASHION QUILLING” (17 dicembre) Antonella Bruno ha proposto a bambini dagli 8/10 anni in su e ad adulti un laboratorio di realizzazione di decorazioni quilling, anche ispirate alla favola di Pinocchio.

Nel 2017 ha partecipato al WIKIDONNE con la voce del primo direttore dell’Istituto d’Arte., Giuseppe Antonello Leone.

Antonella Bruno è deceduta a Potenza il 24 settembre 2021.

"Dal punto di vista umano è una persona esemplare perché il suo approccio alle persone è con uno stato di empatia. Non si vuole e non si può non volerle bene. È una persona che è ancora molto presente nella scuola. È ancora un modello di riferimento per me, dirigente, per i docenti e per gli alunni che l’hanno conosciuta. La sua assenza oggi testimonia la sua presenza costante perché comunque rimane viva sempre nei nostri cuori.” Questo il ricordo del Dirigente scolastico Paolo Malinconico.

Ester Scardaccione

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Ester Scardaccione (31 Luglio 1948 Bari - 4 ottobre 1997 Potenza) è stata un'avvocata che si è battuta per l’uguaglianza delle donne.

Laureata all’Università degli Studi di Bari il 2 dicembre 1974 con 110 e lode, Ester ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Diritto del lavoro e sindacale. Il 7 aprile 1977, superati gli esami di abilitazione, Ester si è iscritta all’albo degli avvocati.[5]

Protagonista della vita politica della Basilicata degli anni '80 e '90, Scardaccione ha scritto la Carta di Basilicata per il protagonismo delle donne, e si è dedicata anche all'avvio di Telefono Donna, associazione che opera in difesa delle donne vittime di violenza.

L’Associazione Telefono donna nasce nel 1989 da gruppi di donne provenienti dai partiti, dal sindacato, dall'Udi e dal collettivo femminista: è un centro di ascolto per donne vittime di violenza. Svolge attività di consulenza sociale, psicologica e legale e informazione sul territorio. Nel 2000, nell’ambito delle attività di Telefono Donna, nasce la casa per le donne “Ester Scardaccione", che continua e amplia l’attività di sostegno alle donne con la possibilità di accoglienza. Da qualche anno è anche centro antistalking.

È stata la prima donna a ricoprire l’incarico di Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità della Basilicata dal 1995 al 1997.[6]

“Io spero che la Commissione Regionale per le Pari Opportunità sia in grado di affermare, di difendere gli interessi delle donne ovunque essi si manifestino”. Così Ester Scardaccione nel 1995 all’insediamento della CRPO. Seguirà la Carta di Basilicata, assunzione di impegno alla rappresentanza delle donne.[7]

Il 3 Dicembre 1996 la Carta di Basilicata è stata adottata e sottoscritta, alla presenza di Parlamentari Europei e Nazionali, Sindaci e Assessori di diversi Comuni, Presidenti di Comunità Montane, rappresentanti di Associazioni, Presidenti di Comunità Montane, riuniti a Potenza su invito del Presidente del Consiglio Regionale e della Presidente della Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna, in occasione della visita della Signora ministro per le Pari Opportunità, on. Anna Finocchiaro. La Carta di Basilicata ambiva ad essere «un patto che le istituzioni devono apprestarsi a stringere con la rete delle donne che nelle tante ed articolate realtà hanno scelto di caratterizzare il proprio impegno, a partire dalla differenza di genere, per una nuova qualità della vita e per uno sviluppo equo e sostenibile della nostra Regione».[8]

Nel 2006 in sua memoria il Consiglio regionale della Basilicata, attraverso la Commissione regionale per le Pari Opportunità, ha istituito il premio “Ester Scardaccione”. Esso vuole rappresentare un'opportunità per la valorizzazione e il riconoscimento dell'attività e del ruolo delle donne che con il loro impegno e opere siano riuscite a tracciare un segno significativo in tutti gli ambiti sociali, culturali, professionali ed artistici. Conoscere la determinazione e la passione che ispira la vita quotidiana di queste donne può contribuire al diffondersi di buone pratiche. La capacità di mettersi al servizio degli altri, di essere la voce degli "altri", di offrire un attivo contributo personale in situazioni difficili e spesso ignorate, di rappresentare con l'arte e la creatività il proprio impegno civile, sono i temi ed i criteri centrali per la valutazione delle candidature e l'assegnazione del Premio.[9]

“Uno degli aspetti centrali della elaborazione di Ester e tante donne e uomini, a quel tempo, verteva sulla condizione lavorativa prodottasi dopo le modifiche di natura contrattuale e normativa: in particolare l’eliminazione del collocamento pubblico, l’inizio dell’introduzione dei contratti atipici, del lavoro in affitto, del taglio dei salari e delle pensioni...Nei testi prodotti, nelle azioni svolte, anche nel corso di audizioni parlamentari, nei progetti preparati, in tutto il suo lavoro trova particolare spazio la vicenda del caporalato, del lavoro nero e illegale, segnalata non solo per la sua portata di sfruttamento economico ma per la sua azione devastante sulle persone, in particolare le donne. Il lavoro vi era considerato come momento principale di dignità nel percorso di vita." - scrive il 2 ottobre 2017 Pietro Simonetti, del Coordinamento Regionale migranti e rifugiati in una nota con la quale ricorda Ester Scardaccione - “Ci sono voluti venti anni per ottenere una legge che parifica il reato di caporalato a quello di mafia. Fu una intuizione di Ester e di quanti allora si occupavano di questioni così drammatiche e gravi.” [10]

Il 3 Ottobre 2017, il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica, e il Consiglio regionale della Basilicata, con la Commissione regionale per le Pari Opportunità, durante la manifestazione “L’eredità di Ester” (a 20 anni dalla scomparsa), hanno organizzato una manifestazione per ricordare le tante battaglie intraprese, il suo lavoro portato avanti con determinazione per la difesa dei più deboli, le sue qualità umane e professionali. In onore di Ester Scardaccione è stata ristampata la “Carta di Basilicata” e le è stata intitolata la sala dove si riuniscono le componenti della Commissione Pari Opportunità. “L’intitolazione della sala" – ha dichiarato in quell’occasione il presidente Mollica – "rappresenta il doveroso riconoscimento che tributiamo ad una donna che ha saputo scuotere le coscienze della Basilicata, ma l’omaggio più bello che possiamo a lei dedicare è di rendere concreto quanto da lei inseguito nelle tante battaglie sulle pari opportunità. Il nostro impegno è di realizzare quanto è scritto all’interno dello Statuto regionale. Occorre continuare la battaglia con gli appuntamenti che si affacceranno sulla scena politica, a partire dalla nuova legge elettorale, che necessita di un ulteriore slancio di condivisione per verificare se ciò che abbiamo detto e scritto possa trovare accoglimento in maniera pratica e reale. Un altro obbiettivo su cui continuare a lavorare è poi la ripresa del patrocinio gratuito per le donne che hanno subito violenza. Bisogna istituzionalizzarlo e questo sarebbe un ulteriore passo che la Regione andrebbe a fare per far sì che la parità sia un fatto effettivo”.[11]

In occasione dei 25 anni dalla scomparsa dell'avvocata potentina, la Commissione regionale Pari Opportunità, con il supporto di numerose associazioni femminili e del Difensore Civico regionale, ha presentato al Sindaco della Città di Potenza, Mario Guarente, la richiesta di intitolarle un luogo pubblico. L’Amministrazione comunale il 25 febbraio 2023 ha aderito alla richiesta e le ha intitolato un largo pubblico nella zona antistante l'accesso all'impianto degli ascensori in via del Popolo.

“Sosteneva che il fine della Giustizia non era quello di avere ragione sull’avversario ma ricostruire l’equilibrio sociale.”

“Il compito dell’avvocato è garantire l’accertamento dei fatti e la corretta applicazione delle norme di legge.”

“Nei suoi scritti era leggibile, logica, sintetica, misurata... Non ha amato mascherare in modo artificioso la verità... puntava direttamente al cuore delle questioni.”.

Queste sono solo alcune frasi a lei dedicate nello “SPECIALE PARI OPPORTUNITÀ” di “Basilicata Regione Notizie”.[12]

Arisa, pseudonimo di Rosalba Pippa, nasce a Genova il 20 agosto del 1982, ma cresce a Pignola paese in provincia di Potenza; si diploma al Liceo pedagogico di Potenza. Il nome d’arte è l’acronimo dei nomi di tutti i componenti del suo nucleo familiare. All’età di 4 anni partecipa al primo concorso canoro con Fatti mandare dalla mamma di Gianni Morandi. Guardando i filmati su Internet, Arisa studia il labiale delle cantanti e confronta le interpretazioni contenute nei dischi con quelle in concerto. Le sue prime influenze musicali sono Mariah Carey e Céline Dion: ripetendo i loro brani impara a usare il diaframma e gli automatismi per l’emissione del fiato. Prima del suo esordio nel mondo della musica, svolge il lavoro di estetista e cameriera fino a pochi giorni prima di salire sul palco dell’Ariston nel 2009, dove vince il Festival nella categoria nuove proposte con il brano Sincerità, e contemporaneamente il premio della critica Mia Martini. Grazie al successo ricevuto, pubblica con l’etichetta discografica Warner Music Italy l’album Sincerità. L’anno successivo ritorna all’Ariston e nella categoria artisti con il brano Malamoreno, titolo del secondo album, con il quale si classifica al nono posto. Nel 2012 l’Arnoldo Mondadori Editore ha pubblicato il suo primo romanzo Il paradiso non è granché (storia di un motivetto orecchiabile). Nel 2012 partecipa nuovamente alla 62º edizione del festival di Sanremo, arrivando al secondo posto dietro Emma con il brano La notte, che apre la strada al terzo album Amami. Il disco segna una svolta decisiva nella carriera di Arisa, portando nei suoi testi temi più intimi e profondi, come l’amore. La notte viene certificata tre volte disco di platino. Il 26 ottobre del 2012 esce il singolo Meraviglioso amore mio che verrà inserito come colonna sonora del film Pazze di me di Fausto Brizzi. Il 20 novembre del 2013 esce l’album Amami tour che contiene brani dal vivo e cover famose. Nel 2014 vince la 64ª edizione del Festival di Sanremo con il brano Controvento. Il 24 febbraio 2016 è stata annunciata la sua candidatura al Premio Amnesty Italia, in occasione della 20ª edizione del festival Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, per il valore letterario del brano Gaia, scritto da Giuseppe Anastasi e contenuto nell’ultimo album di Arisa. Il 16 giugno 2016 viene pubblicato L’esercito del selfie, singolo di debutto dei produttori discografici Takagi & Ketra che vede la partecipazione vocale del cantante Lorenzo Fragola e di Arisa. La canzone riscuote un immediato successo, affermandosi come uno dei tormentoni della stagione estiva. L’8 febbraio 2019 è stato pubblicato il sesto album Una nuova Rosalba in città, il primo con la Sugar Music. Nello stesso giorno, la precedente etichetta dell’artista, la Warner Music Italy, ha pubblicato la raccolta Controvento – The Best Of, in occasione dei suoi primi dieci anni di carriera. Il 22 febbraio 2019 viene commercializzato il singolo a sfondo benefico C’è da fare del supergruppo Kessisoglu & Friends per Genova, al quale Arisa ha aderito insieme ad altri ventiquattro artisti italiani con lo scopo di raccogliere fondi da destinarsi alla comunità di Genova colpita dalla tragedia del crollo del viadotto Polcevera avvenuto il 14 agosto 2018. Terminato anche il rapporto con la Sugar Music, la cantante ha fondato una propria etichetta discografica indipendente, la Pipshow, con la quale ha esordito pubblicando il singolo Ricominciare ancora. Il 26 novembre Arisa ha pubblicato il settimo album Ero romantica: riguardo alle tematiche affrontate nel disco, la stessa artista ha dichiarato: «Il mio prossimo album conterrà all’interno storie di esseri umani imperfetti, quelli descritti più nei libri che nelle canzoni. Come Psyco, e come Ortica che alla fine si fa giustizia da sola per essere stata abbandonata e disonorata dal suo uomo. Chi mi ama mi segua. Io voglio fare l’artista”. Arisa è diventata famosa per il suo look iconico, diverso da quello delle “solite” star della musica italiana: con il tempo il suo look ha subito diverse variazioni. Arisa gioca spesso con il suo look, diventando bionda, perfino rasandosi capelli, cambiando colore e tanto altro.

Partecipazioni a film

  • Tutta colpa della musica (2011), regia di Ricky Tognazzi: debutto nel mondo del cinema
  • La peggior settimana della mia vita (2011), con Cristiana Capotondi, Alessandro Siani e Fabio De Luigi.

Partecipazioni a talent show

  • 2011, giudice nel talent show X-Factor
  • 2012, viene riconfermata come giudice di X-Factor
  • Ha partecipato alla ventesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi.

Teresa Vezzoso

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Nasce a Matera il 22 luglio 1912 da Giovanni (titolare della drogheria ceduta poi a Pasquale Latorre) e da Maria Adelaide Canitano che, non senza sacrifici, instradano i loro figli allo studio (oltre a Teresa, anche Bartolomeo che diventerà medico e Pierina che diventerà farmacista). Teresa Vezzoso frequenta il Liceo “Duni”, una scuola che ha visto transitare eminenti insegnanti e formato tanti giovani affermatisi in qualsiasi campo; si iscrive alla facoltà di Magistero a Roma e, il 23 giugno 1940, consegue la laurea in Filosofia. Insegna a Matera, al Liceo e all’Istituto Magistrale “Tommaso Stigliani” ma, nel 1947, lascia la sua città e si trasferisce in Toscana insegnando a Massa e Carrara; nel 1948 è docente all’Istituto Magistrale di Roma e, successivamente, a Terni. Partecipa, vincendo, al concorso per la cattedra di Filosofia e Pedagogia e, nel 1949, torna a Matera dove svolge la sua opera educativa insegnando sino alla data del suo pensionamento (10 settembre 1978) all’Istituto Magistrale dove fu riconosciuta come ottima docente per l’integrità e l’energia del carattere, per la nobiltà dei sentimenti, per la viva intelligenza e per la modestia. Teresa Vezzoso era innovativa e ricercava il nuovo rifiutando la monotonia dei normali tempi e ritmi che la vita dettava. Ha uno spirito libero e autonomo innato che palesa sin da bambina (una sera ci furono grandi preoccupazioni in famiglia perché, senza dir nulla, si recò in Cattedrale per assistere a una rappresentazione sacra). Questo suo carattere la porta a entrare in politica (la considerava come un’arte nobile) per dare il proprio contributo di cultura, di pensiero e di cattolica praticante, per rendere un servizio al territorio e agli uomini. Pertanto, dal 1946 al 1952, fa parte del primo consiglio comunale (unica donna) democraticamente eletto e guidato dal Sindaco Giovanni Padula. Dopo questa esperienza, probabilmente non proprio positiva, rinuncia ad altre candidature nonostante i persistenti inviti ricevuti. Teresa Vezzoso, una persona generosa che, non solo con il cuore, è presente tra i meno abbienti con aiuti economici e materiali; molte sono le persone in difficoltà che si rivolgono a lei. La bontà della professoressa Vezzoso è nota e, fra le tante opere di bene, dedica particolari attenzioni al centro di accoglienza istituito presso la Parrocchia di San Pietro Caveoso. Negli ultimi anni della sua esistenza apre le porte della sua casa e del cuore a due ragazze albanesi, una delle quali affetta da un neoplasma che richiede importanti cure e interventi chirurgici a Milano. La giovane purtroppo, dopo speranze e tante sofferenze, non ce la fa provocando immenso dolore all’anziana benefattrice. Teresa Vezzoso, una figura che onora la città di Matera, dopo aver dedicato la propria vita all’insegnamento, alla cultura e ai bisognosi, si spegne il 20 settembre 1996, lasciando sempre viva la traccia della sua operosità.

L’8 marzo 2023 è stato inaugurato un busto in bronzo a lei dedicato. L’opera, realizzata da Raffaele Pentasuglia, è stata collocata all'interno di un parco di ulivi, ubicato in via Carlo Alberto dalla Chiesa, nella zona nord di Matera, intitolato “Teresa Vezzoso”, un’area di 7400 mq di estensione. L’opera è stata svelata davanti ad amici e parenti, mentre lo studioso, giornalista e consigliere comunale Pasquale Doria ha composto la dedica riportata sulla parte in tufo che sorregge il busto. Presenti le Istituzioni locali e il parroco don Donato Dell’Osso, il quale ha benedetto l’opera in bronzo.

"Si tratta della prima opera dedicata a una figura femminile che ha dato lustro a Matera, distinguendosi per impegno culturale e altruismo nel sociale", hanno ricordato nel corso della cerimonia di scoprimento il Sindaco, Domenico Bennardi, e l'Assessore alle Pari opportunità, Tiziana D'Oppido.

Maria Teresa Palazzo

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Maria Palazzo nasce a Colonnella (BA) il 6 novembre 1925, figlia di Giuseppe Palazzo e Margherita Bianco. La giovane Maria rimase nel suo luogo natio sino ai primi anni del 1950 e conseguì ben due lauree: la prima, il 16 novembre 1948, in Farmacia; la seconda, circa due o tre anni dopo, in Scienze naturali. Nel 1954 parte per la Basilicata, si stabilisce provvisoriamente a San Chirico Nuovo dove apre la sua prima farmacia. Vi rimase sino al 1957, quando si trasferisce ad Albano di Lucania per ben 40 anni (sino al 1997) accompagnata dall'amato marito Franco Giacovazzo e già incinta della piccola Franca che sarebbe nata alcuni mesi più tardi. Continuerà qui, dopo anni di dura gavetta e di svariate esperienze lavorative, ad espletare la professione di Farmacista con grande competenza, onestà e diligenza. Maria viene subito accolta ed amata da buona parte degli abitanti del paese e trascorre la sua nuova vita in tranquillità. Tuttavia nessuna vita è immune da sofferenze: l’1 febbraio 1961 la serenità di Maria viene distrutta dall'improvvisa e prematura morte del caro marito Franco, lasciandole una ferita profonda che segnerà per sempre la sua vita. Nonostante il dolore, continuerà con grande sacrificio la sua attività lavorativa e la sua vita famigliare con la piccola Francuccia che all'epoca aveva solo 2 anni, circondata dall'affetto dei suoi cari ma soprattutto supportata dalla cara mamma Margherita, che si trasferirà definitivamente con lei ad Albano lasciando a malincuore il resto della famiglia. Trascorrono altri lunghi anni durante i quali Maria, dopo varie vicissitudini, si trasferisce in una casa tutta sua ed incoraggiata dal caro e defunto Antonino Priolo, entra nel mondo dell'insegnamento, all'epoca compatibile con l'attività di farmacista. Anche in questo ambito riesce a dare il meglio di sé: con passione ed impegno entra in grande empatia con gli alunni della scuola secondaria di primo grado di Albano, insegnando loro matematica e osservazioni scientifiche. Sin da subito si pose l’obbiettivo di aiutare coloro che vivevano nell'ombra, i più deboli ed in poco tempo riuscì a guadagnarsi la stima non solo di colleghi e presidi ma anche dei genitori, i quali si battono fortemente affinché i propri figli abbiano come insegnante "a' Farmacist". Fortunatamente grazie agli impegni, al lavoro e all'affetto della sua famiglia, riuscì faticosamente a rialzarsi e a ricominciare il suo percorso a Potenza, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita assieme alla figlia Franca, alla cara nipote Miriam ed al genero Rosario. Muore il 2 maggio 2013, all'età di 87 anni, lasciando un vuoto incolmabile nelle persone a lei più care.

Riportiamo qui la dedica scritta in occasione della sua scomparsa dalla sua cara nipote Miriam:

Non esistono parole che possano anche solo minimamente descrivere la "piccola, grande, donna" che sei stata. Una figlia, una moglie, una madre, una nonna, una sorella generosa, buona, intelligente, forte e saggia nonostante il tuo tortuoso percorso terreno. Ti abbiamo amata e stimata durante questo lungo cammino chiamato vita e continueremo ad amarti e stimarti per tutta la nostra esistenza ed anche oltre.'

Angela Pergola

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L’ artista poliedrica lucana Angela Pergola, aka Apegraph, vive a Potenza dove lavora come grafica freelance. La sua passione per l’arte nasce quando suo nonno dipingeva ad olio nel suo salotto e lei lo ammirava. Intraprende gli studi nell'ambito artistico frequentando l'Istituto d'arte di Potenza negli anni ‘90; indirizzo architettura e arredo. Si appassiona notevolmente alla pittura e alla tecnica dell'acrilico. Dopo il diploma frequenta l'Università di lingue, ma ben presto abbandona gli studi per dedicarsi interamente all'arte. La sua professione inizia collaborando con negozi di arredamento e studi di progettazione nei quali mette in luce le capacità progettuali e creative. Grazie alla nascita e all'evoluzione dei computer affianca il lavoro di pittrice con quello grafico iniziando a studiare programmi e tecniche specifiche per questo settore. Successivamente si dedica alla grafica pubblicitaria lavorando anche presso aziende e, tra le prime esperienze lavorative, lavora in varie redazioni editoriali. Utilizza tecniche quasi dimenticate al giorno d’oggi come lavorare nella camera oscura o la tecnica del cliché (tecnica fotografica in cui il fotografo incide un'immagine su un pezzo di vetro affumicato sopra la fiamma di una candela. A disegno ultimato, si applica sull'immagine un pezzo di carta fotosensibile e si lascia sotto il sole in modo che l'immagine possa passare dal vetro alla carta.) L’artista decide di rimanere e lavorare in Basilicata sostenendo che le uniche difficoltà riscontrate sono di tipo contrattuale. Aggiunge inoltre che sul territorio lucano si può tranquillamente lavorare nell’ambito della grafica, grazie all’agevolazione offertaci da internet e dal mondo online.

Doriana Laraia

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Nasce il 5 aprile 1957 a Potenza, dove ha abitato fino all’età di 30 anni, ha frequentato le scuole e si è diplomata al Liceo classico Quinto Orazio Flacco, per poi trasferirsi a Roma nel 1987 per lavoro.

Alla fine del liceo, dopo la maturità, si avvicinò alla professione di giornalista, e nel settembre 1975 era già in una redazione del settimanale potentino “Cronache di Potenza”, nella quale ha mosso i suoi primi passi nell’ambiente giornalistico e scritto il suo primo articolo circa gli impianti sportivi del capoluogo lucano.

Questo piccolo settimanale è stato un po’ il suo trampolino di lancio per delle successive collaborazioni con altri quotidiani e con la Rai.

Si iscrisse all’albo dell’Ordine dei giornalisti di Basilicata nella categoria professionisti nel 1977.

La sua prima grande passione, ad oggi ancora presente, è stata lo sport, in particolare l’atletica leggera, disciplina nella quale correva in velocità i 100-200m cosa che le permise di ricevere gratificanti risultati, tra cui l’essere finalista nazionale dei Giochi della Gioventù nei 1000 m, campionessa regionale dei 100m allieve e tre volte partecipante alla Maratona di New York.

Questo suo amore si è riversato, successivamente, anche in ambito lavorativo, spingendola a diventare, dopo la laurea in Giurisprudenza, giornalista sportiva, da oltre 40 anni: ha seguito i mondiali di atletica, le olimpiadi e i campionati mondiali di calcio.

In seguito, nel 1979, fu indetto un concorso nazionale per i Tg3 regionali che le permise di entrare in redazione a Potenza dove ha lavorato per circa 7 anni, per poi continuare la sua carriera a Roma nel 1987, dove divenne vice caporedattore della redazione sportiva del giornale radio di Rai Sport (ruolo che ricoprirà dal 1994 al 2012). Presso il giornale Rai redazione sportiva e anche diversi servizi televisivi come al Tg2, nonostante il suo grande interesse per la radio.(NON E’ CHIARO) Inizia a condurre anche la trasmissione Sportlandia, nel 2001 vince il premio Donna&Sport 2011, segue 4 Olimpiadi (Atlanta 96, Los Angeles 84, Sidney 2000, Atene 2004), 8 Mondiali, numerosi Europei di Atletica leggera e tante edizioni di Coppa Davis e Fed Cup di Tennis. Ricopre la carica di Presidente di Giuria dopo aver vinto il premio giornalistico Giro podistico di Castelbuono. Nel 2010 vince il premio internazionale Fair Play Mecenate insieme ad Antonio Ghirelli, scrittore e direttore del Corriere. È particolarmente legata ai suoi articoli scritti durante i mondiali di atletica e le olimpiadi, poichè ha sempre tentato, attraverso i suoi servizi, di scoprire anche il lato umano dello sport. Infatti nella sua trasmissione radio Sportlandia parlava di sport non solo a livello agonistico ma anche di sport amatoriali, di nicchia, presentando tutti i retroscena di vari personaggi con le loro storie che nessuno conosce. Ha faticato molto per affermarsi nel suo lavoro, poiché nello sport le donne, soprattutto all’inizio ma ancora oggi, erano ritenute incapaci di scrivere e capire di sport. A detta della dottoressa Laraia: “Lo sport è sempre stato appannaggio del mondo maschile, ma oggi per fortuna ci sono tante ragazze che fanno giornalismo sportivo e sono altrettanto brave”.

Secondo Laraia il numero di impianti sportivi nel potentino è sicuramente aumentato rispetto al 1975, ma l’importante non è il costruire nuovi centri ma riempirli di ragazzi, realizzare scuole dotate di palestre dove permettere di far svolgere attività ai giovani, per spronarli a praticare sport. Gli impianti sportivi non vanno assolutamente visti come strutture di serie B, ma vanno di pari passo con tutte le altre materie dell’educazione.