Utente:Veronicagallina/Sandbox

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LA MALARIA[modifica]

La malaria è la più diffusa parassitosi* umana e la seconda malattia infettiva al mondo dopo la tubercolosi.

Diffusa soprattutto nelle zone calde e tropicali ma può verificarsi, molto di rado, anche nelle zone a clima temperato. Essendo la parassitosi più diffusa è ancora oggi una delle principali cause di morte nel mondo (l’OMS stima più di 200 milioni di contagi nel solo 2017 e quasi mezzo milione di morti nello stesso anno), anche se ormai praticamente assente nei Paesi occidentali.

Infezione[modifica]

L’agente infettivo di questa malattia è un protista veicolato dalle femmine di zanzara (del genere Anopheles); esistono diverse specie di questa zanzara che possono portare al contagio, ad esempio:

La zanzara del genere Anopheles
  • Plasmodium falciparum,(la più temibile, in grado di causare infezioni molto gravi, che devono essere curate tempestivamente)
  • Plasmodium vivax,
  • Plasmodium ovale
  • Plasmodium malariae.

da queste diverse zanzare, si sviluppano quindi 4 tipologie di infezione differenti, la più rischiosa è quella presente nell'Africa sub-sahariana.

Ciclo vitale[modifica]

Quando una zanzara punge una persona infetta, insieme al sangue vengono prelevati anche i microscopici parassiti responsabili della malattia, circa una settimana dopo, durante il pasto successivo dell'insetto, questi parassiti vengono mescolati alla saliva della zanzara, che viene iniettata durante la puntura. Una volta entrato nel corpo umano, il parassita si moltiplica nel fegato e poi infetta i globuli rossi del sangue.

Ciclo vitale del parassita all'interno del corpo umano

La malaria non può essere trasmessa direttamente tra le persone, nemmeno per via sessuale, quindi è ovvio che non può essere trasmessa attraverso contatti occasionali (es: abbracci, strette di mano), come accade in altre malattie.

La malaria può invece essere trasmessa anche attraverso:

  • trasfusioni di sangue
  • trapianto di organi,
  • uso condiviso di aghi o siringhe contaminati da sangue.

Esiste anche una tipologia chiamata malaria congenita e il contagio può  avvenire da madre a figlio prima o durante il parto

Sintomi[modifica]

I sintomi compaiono solitamente tra i 7 e i 15 giorni dopo l’infezione e consistono in:

  • febbre (spesso oltre i 40° per 2-7 ore, a volte anche senza la sensazione di calore), ed è il sintomo chiave.
  • mal di testa
  • brividi ( durante i quali, la febbre aumenta)
  • crisi di vomito
  • diarrea
  • dolori muscolari (soprattutto mal di schiena e mal di pancia),
  • ingrossamento anomalo della milza(splenomegalia),
  • ingrossamento del fegato(epatomegalia),
  • tachicardia e delirio in conseguenza della febbre alta,
  • se la malaria arriva a colpire il cervello, possono comparire  convulsioni e perdita della conoscenza
  • se la malaria colpisce i reni la quantità di urina prodotta potrebbe essere insolitamente scarsa.

Cure[modifica]

Se non trattata, la malaria può essere mortale, in quanto distrugge le cellule del sangue che portano l’ossigeno agli organi vitali. Se diagnosticata in tempo invece, è facilmente curabile con terapie combinate a base di artemisinina (molecola estratta dalla pianta cinese Artemisia annua). In alcuni casi se la malattia non si sviluppa in forma grave, sembra andare incontro a risoluzione spontanea anche senza un trattamento specifico, salvo ricomparire sotto forma di nuovi episodi intermittenti febbrili che possono durare anche per 3-4 mesi.

Molecola di artemisinina

Se non viene curata in tempo ci può essere un  alto rischio di complicazioni permanenti sotto forma di:

  • infezioni croniche,
  • deficit neurologici e cognitivi,
  • disturbi del comportamento
  • epilessia.

Prevenzione[modifica]

Per evitare l’infezione possono essere usati repellenti, zanzariere e abiti appropriati. Inoltre alle persone che viaggiano nei paesi più a rischio, come Africa, Asia e America meridionale, viene consigliata una profilassi (cura preventiva) antimalarica, tuttavia in alcune zone sono necessarie delle combinazioni di farmaci.

Molti laboratori stanno studiando tecniche per fermare la diffusione del patogeno, agendo sulla riproduzione delle zanzare e sullo sviluppo di nuovi farmaci.

Zone più a rischio di contagio

*Qualsiasi malattia, o anche disturbo, attribuibile alla presenza di parassiti.

Fonti[modifica]