Utente:Xinstalker/sandbox11
Nell'autunno del 1924 la studentessa diciottenne Hannah Arendt giunge da Königsberg a Marburgo con l'intenzione di seguire le lezioni di un giovane filosofo trentacinquenne, Martin Heidegger , la cui fama di "ribelle" alla tradizionale cultura accademica inizia a essere ormai nota in tutta la Germania . Il seminario è quindi quello invernale del 1924 raccolto nel volume Platon: Sophistes [1]. Hans-Georg Gadamer la ricorda in quegli anni come molto bella e appariscente e sempre vestita di verde[2]. Heidegger la nota durante le lezioni e, in una successiva lettera del 4 maggio del 1950, ricorderà come sia stato colpito dal suo sguardo [3]. Nel mese di novembre (1924) la Arendt chiede il primo appuntamento al professor Heidegger nell'orario di ricevimento degli studenti, ma già il 10 febbraio 1925, Heidegger le invia una prima lettera dal seguente tenore:
Nella lettera del successivo 21 febbraio il tono si fa viepiù confidenziale e passionale, si rivolge ad Hannah con il "tu", firmandosi "Tuo M.":
La relazione, clandestina[4], va avanti per mesi con tutte le difficoltà e il tormento che questo comporta. Conserviamo, tuttavia, una lettera interessante di Heidegger, datata 10 gennaio 1926, la quale deve essere stata preceduta da lettere della Arendt in cui la futura filosofa si lamentava di essere stata dimenticata. È il periodo in cui Heidegger sta redigendo il suo capolavoro, Essere e tempo, questa la replica del filosofo tedesco:
Tuttavia, alla fine del semestre invernale 1925/1926, la Arendt lascia Marburgo per trasferirsi ad Heidelberg [5] e quindi laurearsi lì con Jaspers sul tema dell'amore in Agostino. Vi furono ancora sporadici contatti che testimoniano il perdurare di questa tormentata storia d'amore. Così la Arendt a Heidegger nella lettera datata 22 aprile 1928:
La lettera della Arendt si chiude con i versi del 43° sonetto dei Sonnets from the Portuguese di Elizabeth Barrett Browning :
Il 26 settembre 1929 Hannah Arendt e un altro allievo di Heidegger, Günther Stern (meglio noto il nome di Günther Anders ), si sposano a Nowawes (nei pressi di Berlino ).
Nell'inverno del 1932/1933 Hannah Arendt scrive una lettera a Heidegger chiedendogli se fossero vere alcune dicerie su sue presunte condotte "antisemite", non conserviamo il testo della lettera della Arendt, ma conserviamo la risposta di Heidegger:
Ciò nonostante, il regime nazista ormai al potere e l'imminente varo del decreto di emergenza del 28 febbraio 1933 che sospenderà i diritti civili, costringe il marito della Arendt, Günther Anders, a fuggire a Parigi. Nel marzo dello stesso anno la Arendt viene arrestata con sua madre, ma, dopo pochi giorni, rilasciata. Decide però di lasciare in segreto la Germania e di raggiungere, via Praga, il marito a Parigi.
L'adesione al regime nazista da parte di Heidegger e il conflitto mondiale interromperanno qualsivoglia rapporto tra i due amanti.
Alla termine del conflitto la Arendt riprende i contatti con Karl Jaspers, il quale come è noto, aveva sposato nel 1910 Gertrud Mayer, ebrea, e per questo essendosi rifiutato di divorziare o di emigrare, aveva vissuto il periodo nazista isolato nella sua abitazione.
La Arendt affronta così l'"argomento" Heidegger in una lettera inviata a Jaspers nel 1949[7]:
Nel novembre 1949 la Arendt rientra in Germania con un incarico ufficiale della "Commission on Europea Jewish Cultural Reconstruction" allo scopo di recuperare i beni della comunità ebraica tedesca espropriati dai nazisti[8] decidendo di fare visita ai coniugi Karl e Gertrud Jaspers. In quella circostanza Jaspers mostrò alla Arendt la sua corrispondenza con Heidegger, mentre la Arendt confidò a Jaspers la sua storia d'amore giovanile con il filosofo.
L'incontro con Heidegger avviene il 7 febbraio del 1950, nella lobby di un albergo di Friburgo. La Arendt ha avvertito Heidegger della sua presenza con un biglietto su cui aveva vergato le sole parole e senza firma, «Sono qui». Lui si reca immediatamente al suo albergo con l'intenzione di lasciare una lettera dal contenuto piuttosto formale, ma, giunto lì, non si trattiene e per mezzo del fattorino a cui ha consegnato la lettera comunica la sua presenza all'ex allieva. La Arendt non si cura della lettera che mette in tasca e raggiunge Heidegger. Non è dato di sapere cosa i due si siano detti, ma è probabile che gli argomenti vertessero sull'adesione al nazismo da parte di lui, quindi della vicenda del Rettorato, il suo successivo allontanamento dal regime, le vicende inerenti ad Husserl e a Jaspers, del di lei divorzio da Stern, degli anni dell'esilio. Di certo lei scriverà al secondo marito [9]: «per la prima volta in vita nostra abbiamo parlato davvero»[10], mentre all'amica Hilde Fränkel confiderà: «Non si è affatto reso conto che è una storia di venticinque anni fa e che sono diciassette anni che non mi vede».
Il giorno dopo ci sarà un nuovo incontro, questa volta a tre, con la presenza della moglie di Heidegger, Elfride, incontro che il filosofo tedesco aveva tanto auspicato. L'incontro non fu sereno ma nella lettera che la Arendt scrive alla moglie di Heidegger, Elfride, emergono circostanza importanti riguardanti la Arendt e l'incontro stesso che aveva come punto centrale la figura di Heidegger, amato da ambedue le donne, ma che deve essere sfociato anche in una polemica che avrebbe riguardato i temi degli ebrei e dei tedeschi. Ma la Arendt confida ad Elfride, in una lettera datata 10 febbraio 1950, che «quando lasciai Marburgo, ero assolutamente decisa a non amare mai più un uomo; e poi mi sono sposata, giusto per sposarmi, con un uomo che non amavo. Siccome mi consideravo assolutamente superiore alle cose, credevo di poter disporre di tutto, proprio perché non mi aspettavo niente per me stessa. Tutto questo è cambiato soltanto quando ho conosciuto il mio attuale marito.»[11].
Il 19 maggio del 1952 Hannah Arendt fa nuovamente visita ai coniugi Heidegger, ma il rapporto con la signora Elfride non migliora a tal punto che nella lettera al marito Heinrich Blücher gli confiderà che fu costretta a una scenata.
Nel 1960 la Arendt pubblica in Germania una delle sue opere migliori Vita activa oder vom tätingen Leben (editore Kohlhammer di Stoccarda), che due anni prima era stata pubblica negli Stati Uniti (Chicago) con il titolo The Human Condition. Una copia verrà fatta spedire dalla Arendt a Heidegger, nella lettera datata 28 ottobre 1960 scrive:
Nel lascito della Arendt è conservata una minuta scritta a penna che si desume la filosofa non abbia spedito a Heidegger[12] in cui si legge la dedica del libro:
Franco Volpi, filosofo e specialista di Heidegger, così chiosa: «Fu l'ultimo gesto di una passione durata una vita intera.»[13].
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ In GA 19; La traduzione in lingua italiana di questo volume è di Alfonso Cariolato, Enrico Fongaro e Nicola Curcio, ed è stata pubblicata con il titolo Il "Sofista" di Platone dalla Adelphi di Milano nel 2013
- ↑ Cfr. Gadamer Einzug in Marburg in Günther Neske, Erinnerung an Martin Heidegger, Pfullingen: Neske, 1977, p.111.
- ↑ La corrispondenza Heidegger-Arendt è stata raccolta in Briefe 1925 bis 1975 Und andere Zeugnisse e pubblicata nel 1978 dalla casa editrice Vittorio Klostermann di Francoforte; la traduzione italiana di Massimo Bonola è stata pubblicata dalla Edizioni di Comunità di Torino nel 2001 con il titolo Hannah Arendt Martin Heidegger, lettere 1925-1975. La lettera in questione (n.60) è a p.98 dell'edizione tedesca e a p. 71 dell'edizione italiana.
- ↑ La Arendt riceveva in gran segreto Heidegger nella sua residenza, una piccola mansarda vicino all'università, era Heidegger ad avvertirla della sua disponibilità per mezzo di segnali cifrati; su questo cfr. Rüdiger Safranski, Heidegger e il suo tempo (Ein Meister aus Deutschland. Heidegger und seine Zeit, 1994); traduzione di Nicola Curcio, ed. italiana a cura di Massimo Bonola, Longanesi, Milano 1996 e TEA, Milano, 2001, p. 170.
- ↑ La Arendt non comunicherà il suo nuovo indirizzo ad Heidegger, ma il filosofo lo conoscerà per mezzo di Hans Jonas, quindi la corrispondenza tra i due riprenderà.
- ↑ Si tratta dell'archeologo Paul Jacobsthal (1880-1957) e del filologo classico Paul Friedländer (1882-1968), ambedue ebrei, con cui Heidegger in passato aveva studiato i classici greci.
- ↑ La corrispondenza Arendt-Jaspers è edita in Lotte Kohler and Hans Saner, (curatori), Hannah Arendt / Karl Jaspers Correspondence: 1926–1969 New York, Harcourt Brace Jovanovich, 1992; una traduzione parziale in lingua italiana è, nella traduzione di Alessandro Dal Lago, in Carteggio, 1926-1969, Milano, Feltrinelli, 1969
- ↑ Nello stesso periodo Gershom Scholem svolgeva il medesimo compito in Cecoslovacchia.
- ↑ La Arnendt dopo essersi separata da Anders nel 1937, sposerà Heinrich Blücher il 16 gennaio 1940
- ↑ Hannah Arendt a Heinrich Blücher, lettera dell'8 febbraio 1950, in Hannah Arendt/Heinrich Blücher, Briefe 1936–1968. München, 1999, p. 207.
- ↑ Hannah Arendt Martin Heidegger, lettere 1925-1975, p. 55
- ↑ Cfr. pp. 237-8
- ↑ Franco Volpi, Guida a Heidegger, Bari, Laterza, 2012, p. 21
Bibliografia
[modifica | modifica sorgente]- La corrispondenza Heidegger-Arendt è stata raccolta in Briefe 1925 bis 1975 Und andere Zeugnisse e pubblicata nel 1978 dalla casa editrice Vittorio Klostermann di Francoforte; la traduzione italiana di Massimo Bonola è stata pubblicata dalla Edizioni di Comunità di Torino nel 2001 con il titolo Hannah Arendt Martin Heidegger, lettere 1925-1975. Il testo è stato riedito in lingua italiana nel 2007 per la Einaudi di Torino.
- Antonia Grunenberg. Hannah Arendt e Martin Heidegger. Storia di un amore (Hannah Arendt und Martin Heidegger, Geschichte einer Liebe, 2006). Milano, Longanesi, 2009.
- Elżbieta Ettinger. Hannah Arendt e Martin Heidegger. Una grande storia d'amore (Hannah Arendt, Martin Heidegger : eine Geschichte, 1995). Milano, Garzanti, 1996, 2000.