Utente:Xinstalker/sandbox38
Con l'espressione Teologie femministe si indica, negli studi religiosi, quel particolare approccio teologico che intende rivisitare in modo critico l'indagine religiosa, in particolar modo di ambito cristiano, alla luce delle conclusioni proprie di quel movimento culturale, filosofico e di trasformazione sociale che va sotto il nome di femminismo[1].
Storia
[modifica | modifica sorgente]L'emergere di questo approccio teologico si fa risalire[2] ad uno studio della teologa statunitense Valerie Saiving (1921-1992) apparso ad aprile del 1960 sulla prestigiosa rivista accademica "The Journal of Religion", rivista pubblicata dall'University of Chicago, con il titolo The Human Situation: A Feminine View, dove la studiosa preliminarmente osserva:
La domanda teologica sollevata nel 1960 da Valerie Saiving inerisce alla peculiarità dell'esperienza maschile, ad esempio nei campi del "peccato" e dell'"amore", nella elaborazione di una teologia la quale, tuttavia, pretende di risultare unica. La Saiving si domanda quindi se tali argomenti visti da una prospettiva femminile possano acquisire diversi o ulteriori significati.
Negli anni '50 si diffonde nel mondo anglosassone l'importante opera della filosofa francese Simone de Beauvoir, Le Deuxième Sexe (Il secondo sesso), del 1949, la quale argomenta come la rappresentazione dell'universo femminile, sia in ambito letterario che in quello religioso, risulti essenzialmente frutto del punto di vista maschile.
Nel 1963 viene pubblicato, sempre negli Stati Uniti, lo studio di Betty Friedan,The Feminine Mystique (La mistica della femminilità) dove viene descritto il disagio della condizione femminile negli Stati Uniti di quel periodo, condizione che vincolava le donne in stereotipi sociali che frustravano le loro aspirazioni, e come questo disagio iniziava a produrre gruppi di incontro tra le donne con l'obiettivo di raccontarsi in modo diverso.
In Germania la teologa cattolica tedesca Elisabeth Schüssler Fiorenza pubblica, nel 1964, Der vergessene Partner[3] in cui viene esplorata per la prima volta in quel contesto la possibilità per le donne del ministero.
Nel 1968, sull'onda della diffusione negli Stati Uniti dell'opera della de Beauvoir, viene pubblicato lo studio della teologa cattolica statunitense Mary Daly, con il significativo titolo The Church and the Second Sex (La chiesa e il secondo sesso), opera che esplicitamente si rifà anche allo studio di Valerie Saiving e che rappresenta una critica radicale al sessismo presente, anche dal punto di vista teologico, nella Chiesa cattolica.
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Per una disamina storica della nascita della disciplina in ambito cristiano si rimanda a Rosemary Radford Ruether, The emergence of Christian feminist theology, in The Cambridge Companion to Feminist Theology a cura di Susan Frank Parsons, Institute of Theology, Cambridge, Cambridge University Press 2002
- ↑ Cfr. a titolo esemplificativo Elizabeth Green, Teologia femminista, Brescia, Claudiana, 1999, p.9
- ↑ Sull'influenza di questo studio cfr. A. E. Patrick, Feminist Theology in The New Catholic Encyclopedia, vol. 5, pp. 677 e sgg. NY, Gale, 2002.