Utente:Yulia Mykhasyuk/Sandbox

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Elvira Fantini[modifica]

Elvira Fantini, nata a Limidi di Soliera in provincia di Modena il 1 aprile 1925, è stata una partigiana italiana.

Biografia[modifica]

Case di Limidi distrutte dalla rappresaglia nazista del 1944

Insieme alla famiglia si trasferisce a Santa Croce di Carpi, dove frequenta la quinta elementare, poi aiuta ai genitori mezzadri in campagna. In famiglia sono in 11: due sorelle, entrambe partigiane, 4 cugini, 4 adulti e il nonno. A 21 anni la madre di Elvira partorisce due gemelle che dopo sono morte. Nel ‘43 Elvira e la sua famiglia devono lasciare la casa per il rischio che tedeschi la possono bruciare dopo che hanno bruciato le case di Limidi[1]. Durante l'inverno del ‘43-‘44, che è molto freddo, costruiscono un rifugio sotto al camino.

Elvira si sposa nel ‘48 e nel ‘50, dopo suo marito si ammala e va via per 7 anni e quando torna non può più lavorare, quindi lavora solo lei. La prima figlia nasce il 22 dicembre 1946.[2]

Resistenza[modifica]

Fin da bambina Elvira Fantini è legata alla resistenza grazie ai suoi genitori. Si ricorda ad esempio di quando, nel 1944, sua madre cucinava una grande polenta destinata ai bambini che passavano vicino casa mentre scappavano oppure di quando cercavano scarpe da dare ai partigiani in fuga. Crescendo Elvira comincia a partecipare attivamente alla Resistenza distribuendo volantini e comunicazioni, mentre la sua famiglia crea un rifugio all'interno della loro casa. In seguito diventa responsabile, nella zona nel carpigiano, dei Gruppi di Difesa della Donna, andando da Panzano a Campogalliano, ed opera nella brigata Scarpone con il nome di battaglia di "Stella". Durante i combattimenti Elvira si trova a portare via da sola con un biroccio un partigiano ferito, proprio sotto alla Villa Negra, con un cavallo, mentre successivamente cerca di salvare un altro ragazzo partigiano fuori dall'ospedale, andandolo a prendere con due biciclette.

Dopoguerra[modifica]

Dopo la guerra inizia a partecipare alle lotte mezzadrili e lavora attivamente ad organizzare l'Unione Donne Italiane. Lavorerà poi in seguito come cuoca e consigliera comunale a Carpi nelle liste del PCI.

Bibliografia[modifica]

  • Caterina Liotti (curatrice) Angela Remaggi (curatrice), A guardare le nuvole. Partigiane modenesi tra memoria e narrazione, Carocci (2004), ISBN 9788843029617

Note[modifica]

  1. La Resistenza in pianura
  2. Liotti, Remaggi, pag 108