Confessione di fede di Westminster/cfw23/cfw23-3
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23:3 Non è lecito che il magistrato civile assuma per sé stesso l'amministrazione della Parola e dei Sacramenti o [abbia] il potere delle chiavi del regno dei cieli (463). Tuttavia, egli ha l'autorità ed è suo dovere [gli incombe] di prendere tutte le misure necessarie per preservare unità e tranquillità nella Chiesa, mantenere [custodire] pura ed integra la verità di Dio, sopprimere ogni sorta di bestemmia e di eresie, prevenire e riformare ogni corruzione ed abuso nel Culto e nella disciplina, far si che siano debitamente stabilite, amministrate e rispettate (464) tutte le ordinanze di Dio. Per la migliore realizzazione di tutto questo, egli ha il potere di convocare sinodi, di parteciparvi e far sì che tutto ciò che essi emanano [trattano] corrisponda alla mente di Dio (465).
Testo originale
[modifica | modifica sorgente]Inglese | Latino |
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III. The civil magistrate may not assume to himself the administration of the Word and Sacraments, or the power of the keys of the kingdom of heaven: yet he hath authority, and it is his duty to take order, that unity and peace be preserved in the Church, that the truth of God be kept pure and entire, that all blasphemies and heresies be suppressed, all corruptions and abuses in worship and discipline prevented or reformed, and all the ordinances of God duly settled, administered, and observed. For the better effecting whereof he hath power to call synods, to be present at them, and to provide that whatsoever is transacted in them be according to the mind of God. | III. Magistratui Civili verbi et sacramentorum administrationem, aut clavium regni cœlorum potestatem assumere sibi non est licitum: nihilo tamen minus et jure potest ille, eique incumbit providere ut Ecclesiæ unitas ac tranquillitas conservetur, ut veritas Dei pura et integra custodiatur, ut supprimantur blasphemiæ omnes, hæresesque, ut in cultu ac disciplina omnes corruptelæ ac abusus aut præcaveantur aut reformentur, omnia denique instituta divina, ut rite statuminentur, administrentur, observentur. Quæ omnia quo melius præstare possit, potestatem habet tum Synodos convocandi, tum ut ipsis intersit, prospiciatque, ut quicquid in iis transigatur sit menti divinæ consentaneum. |
Versione americana
[modifica | modifica sorgente]Versione americana che si distingue dall'articolo precedente in quanto stabilisce la separazione fra stato e chiesa.
Inglese | Italiano |
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III. Civil magistrates may not assume to themselves the administration of the Word and Sacraments (2 Chronicles 26:18); or the power of the keys of the kingdom of heaven (Matthew 16:19; 1 Corinthians 4:1-2); or, in the least, interfere in matters of faith (John 18:36; Malachi 2:7; Acts 5:29). Yet as nursing fathers, it is the duty of civil magistrates to protect the Church of our common Lord, without giving the preference to any denomination of Christians above the rest, in such a manner that all ecclesiastical persons whatever shall enjoy the full, free, and unquestioned liberty of discharging every part of their sacred functions, without violence or danger (Isaiah 49:23). And, as Jesus Christ hath appointed a regular government and discipline in his Church, no law of any commonwealth should interfere with, let, or hinder, the due exercise thereof, among the voluntary members of any denomination of Christians, according to their own profession and belief (Psalm 105:15; Acts 1814-16). It is the duty of civil magistrates to protect the person and good name of all their people, in such an effectual manner as that no person be suffered, either upon pretence of religion or infidelity, to offer any indignity, violence, abuse, or injury to any other person whatsoever: and to take order, that all religious and ecclesiastical assemblies be held without molestation or disturbance (2 Samuel 23:3; 1 Timothy 2:1; Romans 13:4). | I magistrati civili non potranno assumere da sé stessi [il compito] di amministrare la Parola ed i Sacramenti (1 Cronache 26:18), o il potere delle chiavi del regno dei cieli (Matteo 16:19; 1 Corinzi 4:1-2), né tanto meno interferire in questioni di fede (Giovanni 18:36; Malachia 2:7; Atti 5:29). In quanto padri tutelari è dovere dei magistrati civili proteggere la Chiesa del nostro comune Signore, senza dare preferenza ad alcuna denominazione di cristiani rispetto alle altre, in tal modo che tutte le persone senza distinzione [che appartengono] alla Chiesa godano di libertà piena, libera e indiscutibile di assolvere ad ogni parte delle loro sacre funzioni, senza violenza o pericolo (Isaia 49:23). Inoltre, in quanto Gesù Cristo ha stabilito nella Sua Chiesa un regolare governo ed una disciplina, nessuna legge dello stato dovrà interferire, controllare o ostacolare il suo debito esercizio, fra i membri volontari di ogni denominazione di cristiani, secondo la loro rispettiva professione [di fede] e credenze (Salmo 105:15; Atti 18:4-16). E' dovere dei magistrati civili proteggere le persone ed il buon nome di tutto il loro popolo, in modo tanto efficace che non si tolleri alcuno, né sotto il pretesto della religione o dell'incredulità, di parlare in modo indegno, usare violenza, perpetrare abusi o ingiuria di qualsiasi altra persona; come pure fare in modo che tutte le assemblee religiose ed ecclesiastiche siano tenute senza essere molestate o disturbate (2 Samuele 23:3; 1 Timoteo 2:1; Romani 13:4). |
Riferimenti biblici
[modifica | modifica sorgente]- (463) "...i quali si opposero al re Uzzia, e gli dissero: «Non spetta a te, Uzzia, di offrire incenso al SIGNORE, ma ai sacerdoti, figli d'Aaronne, che sono consacrati per offrire i profumi! Esci dal santuario, poiché tu hai commesso un'infedeltà! E questo non ti tornerà a gloria davanti a Dio, al SIGNORE»" (2 Cronache 26:18); "Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano ... Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli»" (Matteo 18:17; 16:19); "E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli?" (1 Corinzi 12:28-29); "È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo" (Efesini 4:11-12); "Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. 2 Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele" (1 Corinzi 4:1-2); "E come annunceranno se non sono mandati? Com'è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!»" (Romani 10:15); "Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne" (Ebrei 5:4).
- (464) "I re saranno i tuoi precettori e le loro regine saranno le tue balie; essi si inchineranno davanti a te con la faccia a terra, lambiranno la polvere dei tuoi piedi; tu riconoscerai che io sono il SIGNORE, che coloro che sperano in me non saranno delusi»" (Isaia 49:23); "Per amore della casa del SIGNORE, del nostro Dio, io cercherò il tuo bene" (Salmo 122:9); "Tutto quello che è comandato dal Dio del cielo sia puntualmente fatto per la casa del Dio del cielo. Perché infatti l'ira di Dio dovrebbe riversarsi sopra il regno, sul re e i suoi figli? ... e che mi ha procurato la benevolenza del re, dei suoi consiglieri e di tutti i suoi potenti capi! Io, fortificato dalla mano del SIGNORE, del mio Dio, che era su di me, radunai i capi d'Israele perché partissero con me" (Esdra 7:23‑28); "Chi bestemmia il nome del SIGNORE dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del SIGNORE, sarà messo a morte" (Levitico 24:16); "Quel profeta o quel sognatore sarà messo a morte, perché avrà predicato l'apostasia dal SIGNORE Dio vostro che vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, per spingerti fuori dalla via per la quale il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha ordinato di camminare. Così toglierai il male di mezzo a te ... Se tuo fratello, figlio di tua madre, o tuo figlio o tua figlia o tua moglie, che riposa sul tuo seno, o l'amico, che è come un altro te stesso, vorranno ingannarti in segreto, dicendo: «Andiamo, serviamo altri dèi», quelli che né tu né i tuoi padri avete mai conosciuto" (Deuteronomio 13:5,6); "Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astarte, e fece a pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto; perché fino a quel tempo i figli d'Israele gli avevano offerto incenso; lo chiamò Neustan" (2 Re 18:4); "Davide tenne consiglio con i capi di migliaia e di centinaia, cioè con tutti i capi del popolo, 2 poi disse a tutta l'assemblea d'Israele: «Se vi sembra bene, e se il SIGNORE, il nostro Dio, l'approva, mandiamo dappertutto a dire ai nostri fratelli che sono rimasti in tutte le regioni d'Israele, e così pure ai sacerdoti e ai Leviti nelle loro città e nelle loro campagne, che si uniscano a noi; e riconduciamo qui da noi l'arca del nostro Dio; poiché non ce ne siamo occupati ai tempi di Saul». Tutta l'assemblea rispose che si facesse così poiché la cosa sembrava buona agli occhi di tutto il popolo. Davide dunque radunò tutto Israele, dal Sicor d'Egitto fino all'ingresso di Camat, per ricondurre l'arca di Dio da Chiriat-Iearim. Davide, con tutto Israele, salì verso Baala, cioè verso Chiriat-Iearim, che appartiene a Giuda per trasferire di là l'arca di Dio, davanti alla quale è invocato il nome del SIGNORE, che siede su questa, fra i cherubini. Posero l'arca di Dio sopra un carro nuovo, togliendola dalla casa di Abinadab; Uzza e Aio conducevano il carro. Davide e tutto Israele facevano festa davanti a Dio, a tutta forza, cantando e sonando cetre, saltèri, timpani, cembali e trombe. Quando furono giunti all'aia di Chidon, Uzza stese la mano per reggere l'arca, perché i buoi la facevano inclinare" (1 Cronache 13:1‑9); "Giosia fece sparire tutte le abominazioni da tutti i paesi che appartenevano ai figli d'Israele, e impose a tutti quelli che si trovavano in Israele, di servire il SIGNORE, loro Dio. Durante tutto il tempo della vita di Giosia essi non cessarono di seguire il SIGNORE, Dio dei loro padre ... e si accordarono in un patto a cercare il SIGNORE, Dio dei loro padri, con tutto il loro cuore e con tutta l'anima loro; 13 e chiunque non cercasse il SIGNORE, Dio d'Israele, doveva essere messo a morte, grande o piccolo che fosse, uomo o donna" (2 Cronache 34:33; 15:12-13). Leggere 2 Re 24:1‑26.
- (465) "Giosafat, tornato che fu a Gerusalemme, stabilì anche qui dei Leviti, dei sacerdoti e dei capi delle case patriarcali d'Israele per amministrare la giustizia del SIGNORE in caso di controversie ... l sommo sacerdote Amaria vi sarà preposto per tutti gli affari che concernono il SIGNORE; e Zebadia, figlio d'Ismaele, capo della casa di Giuda, per tutti gli affari che concernono il re; e avete a vostra disposizione dei Leviti, come ufficiali. Fatevi coraggio, mettetevi all'opera, e il SIGNORE sia con chi è buono»" "Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere. Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta" (Matteo 2:4-5).