Il senso cristiano della vita
In questo libro si svilupperà il tema del senso cristiano della vita, basandosi sul capitolo 25 del Vangelo di Matteo, in cui in termini escatologici (parabola del Giudizio Universale) si evidenzia che scopo ultimo della vita del cristiano è la tutela degli ultimi (chi ha fame,sete, è forestiero, nudo, malato, in carcere ecc.) perché chi fa questo ha diritto alla vita eterna, ma per raggiungere questo obiettivo occorre procurarsi l'"olio" (parabola delle 10 vergini), cioè formarsi spiritualmente attraverso la preghiera, il digiuno, la lettura della Bibbia e/o di ulteriori testi sacri, la Messa ecc. e coltivare le proprie doti naturali (parabola dei talenti). E' chiaro che anche chi contribuisce indirettamente col proprio lavoro, alle ingiustizie sociali che colpiscono gli ultimi, merita la vita eterna. Inoltre chi è impossibilitato a perseguire questi scopi ad esempio per una malattia disabilitante può contribuire a completare nella sua carne ciò che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa come si legge in Colossesi 1,24. Questo tipo di sofferenza si chiama riparatrice, mentre la sofferenza dovuta ai propri peccati si chiama purificatrice.
Nei capitoli 13,14,15 di Giovanni, Gesù dà ai discepoli durante l'ultima cena il comandamento nuovo dell'amore vicendevole, fornendo come esempio pratico di questo amore la lavanda dei piedi. In sostanza l'amore vicendevole tra i credenti in Cristo si deve spingere fino alla cura di ciò che può sembrare riprovevole (il lavare i piedi a qualcuno) . Il comandamento dell'amore per il prossimo come se stessi, contenuto nel libro del Levitico, comunque rimane e Gesù lo spiega nella parabola del buon samaritano.
Scopo quindi del cristiano è vivere in comunione con Dio ed i fratelli e amare il prossimo come se stesso.
Sommario
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