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Iliade/Proemio

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Indice del libro

Con il proemio, ossia con la premessa, l'introduzione al racconto vero e proprio, ha inizio l'Iliade. Il Proemio è costituito da un'invocazione e da una protasi. Nell'invocazione il poeta si rivolge a Calliope, Musa della poesia epica, affinché ispiri il suo canto. Nella protasi (o enunciazione dell'argomento) il poeta espone in modo breve e rapido l'argomento che si propone di cantare, cioè l'ira di Achille e le conseguenze che ne derivarono per Achei (suoi stessi compagni d'arme) e Troiani.

Il Proemio nella versione di Vincenzo Monti

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Quello che segue è il Proemio dell'Iliade realizzato da Vincenzo Monti. Nonostante non si basi sulla versione originale, greca, del poema, bensì riformuli traduzioni dal latino, è la forma più nota in italiano[1].

Cantami, o Diva[2], del Pelìde[3] Achille
l'ira funesta[4] che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi[5],
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò[6] (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa[7]), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atrìde e il divo Achille[8].|

Vincenzo Monti, Iliade, I, 1-9; traduzione

  1. DIVULGARE OMERO, di Luigi Battezzato, Treccani Scuola, 20 novembre 2007
  2. Cantami, o Diva: "Ispirami a cantare, o Dea". Si tratta di Calliope, la Musa della poesia epica.
  3. Pelìde: è Achille, figlio di Peleo.
  4. funesta: apportatrice di dolori e di morte.
  5. molte...eroi: trascinò (talvolse) nell'oltretomba (Orco) molte anime (alme) nobili (generose) di eroi morti prematuramente (anzi tempo).
  6. e di...abbandonò: e abbandonò i loro corpi (salme) perché diventassero pasto orribile di cani e uccelli (augelli). Questo fatto per gli antichi era molto grave. Essi infatti ritenevano che l'anima di un corpo rimasto privo di sepoltura avrebbe errato senza pace.
  7. così...s'adempìa: la suprema volontà si compiva.
  8. quando...Achille: da quando all'inizio (primamente) una lite accanita (aspra contesa) divise (disgiunse) Agamennone figlio di Atrèo (Atrìde), il re dei valorosi guerrieri Achei, e il divino (divo) Achille. Egli è detto "divino" perché figlio della ninfa Teti.
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