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Italia/Economia

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Indice del libro
Borsa valori in Piazza Affari a Milano

Membro del G8 gruppo di paesi industrializzati, ha la sesta più grande economia del mondo nel 2004, dietro gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania, il Regno Unito e la Francia. Secondo l'OSCE, nel 2004 l'Italia era il sesto più grande esportatore del mondo di merci fabbricate. Dal 2005 è la settima economia mondiale dopo Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina, Regno Unito, Francia (dati ufficiali della Banca mondiale).

L' economia italiana è prevalentemente formata da piccole e piccolissime imprese: le poche grandi imprese sono gestite quasi sempre dalle famiglie dei fondatori o da gruppi stranieri, e il modello di public company non ha mai attecchito. Anche in campo finanziario, nonostante una tendenza alla concentrazione, le banche hanno dimensioni modeste rispetto ai grandi gruppi europei. V'è inoltre una forte differenza tra il nord, con un forte sviluppo industriale e una preponderanza di aziende private, e il sud, che ha tassi di disoccupazione più alti con punte del 20% e uno sviluppo molto minore; l'agricoltura ha un peso maggiore, e l'industria è spesso statale. Va comunque detto che negli ultimi anni il confine fra centro-nord benestante e sud meno benestante tende a camminare verso sud. Alcune aree tra cui Isernia o Caserta stanno intensificando la piccola imprenditoria privata, incentivata dal basso livello dei prezzi e del lavoro locali, mentre al nord permane un alto livello dei prezzi. Una pesante palla al piede per la nazione sta nell'altissimo livello di evasione fiscale, che fa tra l'altro figurare molte aree più povere di quel che realmente siano.

La maggior parte delle materie prime e il 75% dell'energia deve essere importato, dato che l'Italia non dispone di ricchi giacimenti di materie prime.

Durante lo scorso decennio, l'Italia ha perseguito una politica fiscale stretta per fare fronte alle richieste dell'Unione Economica e Monetaria europea ed ha tratto beneficio dai tassi più bassi di inflazione e di interesse. L'Italia ha aderito all'euro nel 1999 sostituendo la lira a partire dal 2002.

L'Italia soffre negli ultimi tempi di una situazione economica che non nasconde preoccupazioni,con livelli di deficit/pil superiori al 107% ed un Prodotto Interno Lordo,che, pur avendo risentito della spinta data dalla vittoria ai Mondiali di calcio 2006, si mantiene in una fascia che non supera l'1,8% e che per il 2007 è previsto in ulteriore diminuzione (1,4%).