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Sefer כותב ישוע/Capitolo 4

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Mashiach
Mashiach
Mashiach
Mashiach
IV
IV


Fra di loro nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande. Ma io dissi loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve. Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d'Israele.

«Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli». Pietro mi disse: «Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte». E io: «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi».

Poi dissi loro: «Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?» Essi risposero: «Niente». E io continuaia: «Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico che in me dev'essere adempiuto ciò che è scritto: "Egli è stato contato tra i malfattori". Infatti, le cose che si riferiscono a me, stanno per compiersi». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade!» Ma dissi loro: «Basta!»

Poi, uscito, andai, come al solito, al monte degli Ulivi; e anche i discepoli mi seguirono.
Giunto sul luogo, dissi loro: «Pregate di non entrare in tentazione». Mi staccai da loro circa un tiro di sasso e postomi in ginocchio pregavo, dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta».
Allora mi apparve un angelo dal cielo per rafforzarmi. Ed essendo in agonia, pregavo ancor più intensamente; e il mio sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra. E, dopo aver pregato, mi alzai, andai dai discepoli e li trovai addormentati per la tristezza, e dissi loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, affinché non entriate in tentazione».

Mentre parlavo ancora, ecco una folla; e colui che si chiamava Giuda, uno dei dodici, la precedeva, e mi si avvicinò per baciarmi. Ma gli dissi: «Giuda, tradisci il Figlio dell'uomo con un bacio?»

Quelli che erano con me, vedendo ciò che stava per succedere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?» E uno di loro percosse il servo del sommo sacerdote, e gli recise l'orecchio destro. Ma io intervenni e dissi: «Lasciate, basta!» E, toccato l'orecchio di quell'uomo, lo guarii.

Dissi ai capi dei sacerdoti, ai capitani del tempio e agli anziani che erano venuti contro di me: «Siete usciti con spade e bastoni, come contro un brigante! Mentre ero ogni giorno con voi nel tempio, non mi avete mai messo le mani addosso; ma questa è l'ora vostra, questa è la potenza delle tenebre».

Dopo avermi arrestato, mi portarono via e mi condussero nella casa del sommo sacerdote; e Pietro seguiva da lontano.
Essi accesero un fuoco in mezzo al cortile, sedendovi intorno. Pietro si sedette in mezzo a loro. Una serva, vedendo Pietro seduto presso il fuoco, lo guardò fisso e disse: «Anche costui era con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Donna, non lo conosco». E poco dopo, un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di quelli». Ma Pietro rispose: «No, uomo, non lo sono». Trascorsa circa un'ora, un altro insisteva, dicendo: «Certo, anche questi era con lui, poiché è Galileo». Ma Pietro disse: «Uomo, io non so quello che dici». E subito, mentre parlava ancora, il gallo cantò. Ed io, voltatomi, guardai Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detta: «Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, andato fuori, pianse amaramente.

Gli uomini che mi tenevano mi schernivano percotendomi; poi mi bendarono e mi domandavano: «Indovina, profeta! Chi ti ha percosso?» E dicevano molte altre cose contro di me, bestemmiando.

Appena fu giorno, gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e gli scribi si riunirono, e mi condussero nel loro sinedrio, dicendo: «Se tu sei il Mashiach, diccelo». Ma io dissi loro: «Anche se ve lo dicessi, non credereste; e se io vi facessi delle domande, non rispondereste. Ma da ora in avanti il Figlio dell'uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio». E tutti dissero: «Sei tu, dunque, il Figlio di Dio?» Ed io risposi loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? Lo abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

Poi tutta l'assemblea si alzò e mi condussero da Pilato.

E cominciarono ad accusarmi, dicendo: «Abbiamo trovato quest'uomo che sovvertiva la nostra nazione, istigava a non pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Melekh Mashiach». Pilato mi interrogò, dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» Ed io gli rispose: «Tu lo dici».

Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in quest'uomo». Ma essi insistevano, dicendo: «Egli sobilla il popolo insegnando per tutta la Giudea; ha cominciato dalla Galilea ed è giunto fin qui».

Quando Pilato udì questo, domandò se io fossi Galileo. Saputo che ero della giurisdizione di Erode, mi mandò da Erode, che si trovava anch'egli a Gerusalemme in quei giorni.

Quando mi vide, Erode se ne rallegrò molto, perché da lungo tempo desiderava vedermi, avendo sentito parlare di me; e sperava di vedermi fare qualche miracolo. Mi rivolse molte domande, ma non gli risposi nulla. Ora i capi dei sacerdoti e gli scribi stavano là, accusandomi con veemenza. Erode, con i suoi soldati, dopo avermi vilipeso e schernito, mi vestì di un manto splendido, e mi rimandò da Pilato. In quel giorno, Erode e Pilato divennero amici; prima infatti erano stati nemici.

Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, i magistrati e il popolo, disse loro: «Avete fatto comparire davanti a me quest'uomo come sovversivo; ed ecco, dopo averlo esaminato in presenza vostra, non ho trovato in lui nessuna delle colpe di cui l'accusate; e neppure Erode, poiché egli l'ha rimandato da noi; ecco egli non ha fatto nulla che sia degno di morte. Perciò, dopo averlo castigato lo libererò».

Ora egli aveva l'obbligo di liberare loro un carcerato in occasione della festa; ma essi gridarono tutti insieme: «Fa' morire costui e liberaci Barabba!» Barabba era stato messo in prigione a motivo di una sommossa avvenuta in città e di un omicidio. E Pilato parlò loro di nuovo perché desiderava liberare me; ma essi gridavano:
«Crocifiggilo, crocifiggilo!»
Per la terza volta egli disse loro: «Ma che male ha fatto? Io non ho trovato nulla in lui, che meriti la morte. Perciò, dopo averlo castigato, lo libererò». Ma essi insistevano a gran voce, chiedendo che fossi crocifisso; e le loro grida finirono per avere il sopravvento. Pilato decise che fosse fatto quello che domandavano: liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò me alla loro volontà.

Mentre mi portavano via, presero un certo Simone, di Cirene, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce perché me la portasse dietro.

Mi seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per me. Mo io, voltatomi verso di loro, dissi: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli. Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadeteci addosso"; e ai colli: "Copriteci". Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?»

Ora, altri due, malfattori, erano condotti per essere messi a morte insieme a me.

Quando furono giunti al luogo detto «il Teschio», vi crocifissero me e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.

Io dicevo: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Poi divisero le mie vesti, tirandole a sorte.

Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di me, dicendo: «Ha salvato altri, salvi se stesso, se è il Mashiach, l'Eletto di Dio!» Pure i soldati mi schernivano, accostandosi, presentandomi dell'aceto e dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!»

Vi era anche questa iscrizione sopra il mio capo: QUESTO È IL RE DEI GIUDEI.

Uno dei malfattori appesi mi insultava, dicendo: «Non sei tu il Mashiach? Salva te stesso e noi!» Ma l'altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed io gli dissi: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».

Era circa l'ora sesta, e si fecero tenebre su tutto il paese fino all'ora nona; il sole si oscurò. La cortina del tempio si squarciò nel mezzo.

Gridando, dissi: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio». Detto questo, spirai.

Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente, quest'uomo era giusto».
E tutta la folla che assisteva a questo spettacolo, vedute le cose che erano accadute, se ne tornava battendosi il petto. Ma tutti i miei conoscenti e le donne che mi avevano accompagnato dalla Galilea stavano a guardare queste cose da lontano.

C'era un uomo, di nome Giuseppe, che era membro del Consiglio, uomo giusto e buono, il quale non aveva acconsentito alla deliberazione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatea, città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il mio corpo. E, trattomi giù dalla croce, mi avvolse in un lenzuolo e mi mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto. Era il giorno della Preparazione, e stava per cominciare lo Shabbat.

Le donne che erano venute con me dalla Galilea, seguito Giuseppe, guardarono la tomba, e come vi era stato deposto il mio corpo. Poi, tornarono indietro e prepararono aromi e profumi. Durante lo Shabbat si riposarono, secondo il comandamento.

Tuttavia, il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma quando entrarono non trovarono il mio corpo. Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». Esse si ricordarono delle mie parole.

Tornate dal sepolcro, annunciarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Miriam di Magdala, Giovanna, Miriam, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. Quelle parole sembrarono loro un vaneggiare e non prestarono fede alle donne.
Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto.

Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. Mentre discorrevano e discutevano insieme, io stesso mi avvicinai e cominciai a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non mi riconoscevano. Domandai loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed essi si fermarono tutti tristi. Uno dei due, che si chiamava Cleopa, mi rispose: «Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?» Io dissi loro: «Quali?» Essi mi risposero: «Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose. È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora al sepolcro, non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto».

Allora io dissi loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Mashiach soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegai loro in tutte le Scritture le cose che mi riguardavano. Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, io feci come se volessi proseguire. Essi mi trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed io entrai per rimanere con loro. Quando fui a tavola con loro presi il pane, lo benedissi, lo spezzai e lo diedi loro. Allora i loro occhi furono aperti e mi riconobbero; ma io scomparvi alla loro vista. Ed essi dissero l'uno all'altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?» E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come ero stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane.

Ora, mentre essi parlavano di queste cose, io stesso comparvi in mezzo a loro, e dissi: «Pace a voi!» Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. Ed io dissi loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io».

E, detto questo, mostrai loro le mani e i piedi. Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, dissi loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?» Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in loro presenza.

Poi dissi loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Allora aprii loro la mente per capire le Scritture e dissi loro: «Così è scritto, che il Mashiach avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose. Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall'alto. Perché Giovanni battezzò, sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni». Quelli dunque che erano riuniti mi domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?» Risposi loro: «Non spetta a voi sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».

Poi li condussi fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedissi. Mentre li benedicevo, mi staccai da loro e fui portato su nel cielo. Ed essi, adoratomi, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio. Infatti, mentre me ne andavo, avevo inviato due angeli in sembianze umane e vesti bianche che si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».