Poesie (Palazzeschi)/Ara Mara Amara

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Indice del libro

Ara, Mara e Amara sono i nomi di tre donne anziane. La poesia le presenta in una specie di quadretto dipinto sullo sfondo di un paesaggio collinoso, che si distingue più per la qualità della composizione che per un suo significato univoco. I simboli delle tre vecchie rimandano ad un qualcosa di inquietante e misterioso.

Dati essenziali
Titolo Ara Mara Amara
Anno 1905
Raccolta originale I cavalli bianchi
Metro 10 versi ternari, senari o novenari.

Una dimensione interessante per questa poesia è quella temporale-spaziale, data la mancanza quasi totale di movimento. Le donne non alzan la testa un istante, sottraendosi a quasi ogni dinamica. È nell’osservatore che dobbiamo ricercare un movimento, nell’io poetico che a quanto pare sta avvicinandosi alla scena: infatti, nella prima parte della poesia, il poeta descrive dapprima il grande (visto da lontano) e successivamente il piccolo (visto da vicino). Si noti infatti la progressione dei sostantivi man mano che la lettura va avanti:[1]

  • verso 1: china
  • verso 2: alti cipressi
  • verso 3: piccolo prato
  • verso 4: tre donne
  • verso 5: dadi.

La focalizzazione che viene a stabilirsi dall'avvicinamento dell'io poetico compensa in questa poesia la mancanza di movimento, l’immobilità della scena.

Dal punto di vista metrico, si tratta di un componimento assai originale:

  • I dieci versi (trisillabi, senari, novenari), si succedono abbastanza liberamente. Si riscontra sotto diversi punti di vista una chiara dominanza dell’elemento formale del numero tre con la serie aritmetica 3, 6, 9, 12 ecc. I primi sei versi formano un'unità metrica e logica di 33 sillabe (18+15) esattamente come il blocco successivo, che va dal settimo al decimo verso (18+15 sillabe). Non si tratta di un fenomeno isolato: va detto che la “magia” di questo numero si ritrova anche in numerosi romanzi di Palazzeschi. Questa poesia, comunque, si distingue per un suo gioco di numeri tutto particolare.[2]
  • Questa osservazione sulla forma è confermata dal contenuto, grazie all'elemento formale del dado (legato al numero sei), grazie alle tre vecchie ed ai loro altrettanti nomi che compongono il titolo. Il tre non è qui da interpretare un elemento cristiano, ma una caratteristica dello spirito giocoso che caratterizza la maggior parte delle poesie di Palazzeschi (si noti come la stessa parola è composta di tre lettere e compare in un verso trisillabo).
  • Il verso ternario, senario e novenario danno luogo ad un ritmo statico e cullante, il cui scopo è anche quello di sottolineare la ripetitività:
x\x x\x x\x ...

Si tratta del cosiddetto ritmo dattilico, che ricorda l'andamento di un valzer.

  • Si ritrova spesso l'allitterazione su "n": si pensi ad esempio alle forme del gerundio (si stanno giocando) e numerose altre forme verbali, nonché le negazioni scandite con "n" (non alzan, non cambian, non... un istante). L’allitterazione di "n" sta qui con tutta probabilità ad indicare la monotonia.
  • Il titolo si pronuncia solitamente senza soluzione di continuità: si comprime così il tutto ad un verso senario (A—Ra—Ma—Ra—Ma—Ra...), con ripetizione ostinata delle due sillabe. La monotonia dei suoni del titolo, che potrebbe essere prolungato all’infinito, va a braccetto con le caratteristiche della scena. Del resto il titolo si può leggere in tutte e due le direzioni: ha una struttura speculare a mo' di palindromo. [3]

Ciò conferma la staticità temporale dell'insieme, immerso in un mondo dove non esistono né un prima, né un dopo.

Il trio potrebbe simboleggiare qualcosa di simile alla morte, interpretazione suggerita dalla lettura de La casa di Mara, poesia assai simile a questa. Questa lettura è confortata dal colore nero dei vestiti delle vecchie come si ritrova in diverse poesie. Le tre vecchie potrebbero essere anche identificate alle Parche, tre figure della mitologia greca (responsabili di nascita, vita e morte di ciascun individuo).

Meno nota, ma tutto simile a questa poesia è Oro Doro Odoro Dodoro, che riprende forme e contenuti di Ara Mara Amara trasportandoli nell'universo di figure maschili.

Note[modifica]

  1. Güntert 2000, bibliografia
  2. Strutture numeriche osservate da Güntert (Vedi ad esempio Güntert 2000, bibliografia).
  3. Vedi Palazzeschi, A., Cavalli bianchi, edizione a c. di Adele Dei, Parma, Edizioni Zara, 1992 nonché Adamo, G., Metro e ritmo del primo Palazzeschi, Roma, Salerno editrice, 2003.

Collegamenti esterni, testo[modifica]