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Ecomafie/Agromafie

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Indice del libro
Video riassuntivo sul fenomeno delle agromafie

Con il termine agromafie (da ager che significa terreno coltivato, campo e mafia) vengono indicate le attività illecite che coinvolgono tutto il mondo dell'agricoltura, finanziate col denaro sporco nelle coltivazioni e nel resto della filiera agroalimentare. Negli ultimi decenni in particolare il fenomeno si è espanso fino a coprire ogni singola parte del mondo agricolo, il controllo dell'intera filiera fa sì che gli agricoltori ricevano compensi bassissimi e i prezzi di vendita siano molto elevati.

Oltre 5000 ristoranti sono controllati da associazioni criminali e il 15% delle attività agricole infrange la legge. Questo giro di attività illecite ha portato un aumento del 170% di sequestri di prodotti alimentari, provenienti da filiere produttive gestite dalle mafie. I guadagni provenienti dalle agromafie costituiscono il 10% del bilancio annuo totale delle organizzazioni mafiose: secondo l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura, il business delle agromafie assicura un guadagno di oltre 24 miliardi di euro annui. Una delle modalità di azione più frequenti è quella delle frodi alimentari. Altrettanto frequente è il fenomeno del caporalato.[1]

Frodi alimentari

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Le frodi alimentari si concretizzano nella messa in commercio di alimenti dannosi per la salute pubblica o comunque non conformi alle attuali prescrizioni normative.[2]

In quest'ambito, per alimento s'intende qualsiasi sostanza prodotta per essere ingerita dall'uomo. Sono quindi compresi sia la carne, i latticini e il pesce sia l'acqua, il vino, l'olio e così via.[3]

È possibile praticare un'iniziale distinzione tra:[3]

  • frodi sanitarie, che consistono nella messa in commercio degli alimenti pericolosi o nocivi oppure nel renderli tali, mettendo a rischio la salute pubblica.
  • frodi commerciali, che riguardano non solo gli alimenti, ma anche le loro confezioni ed etichette. Ricomprendono tutte le azioni messe in atto per ottenere ingiusti guadagni truffando il consumatore, per esempio vendendogli una cosa per un'altra.

È possibile inoltre suddividere le frodi alimentari in quattro specifiche attività fraudolente: la sofisticazione, l'alterazione, la contraffazione e poi, l'unica non intenzionale, l'alterazione.

Consumare prodotti che sono stati sottoposti a tali pratiche può anche comportare un rischio per la salute non indifferente.

Sofisticazione

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La sofisticazione consiste nell'introduzione in un alimento di sostanze di norma non presenti con lo scopo di farlo apparire migliore, per esempio rendendolo più gradevole alla vista o occultandone dei difetti.[3]

Il termine non è direttamente presente nel codice penale, ma è stato utilizzato a più riprese nella giurisprudenza e nelle ordinanze ministeriali sull'argomento.[2]

Adulterazione

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L'adulterazione consiste nella deliberata[4] sostituzione degli ingredienti di un alimento così come originariamente previsti con delle sostanze estranee o nella modifica delle loro quantità, senza che ciò si ripercuota sull'aspetto esteriore.[3]

Contraffazione

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La contraffazione consiste nella creazione di un alimento che ne imita un altro, che abbia ingredienti e proprietà distinte, ma una somiglianza tale con l'alimento imitato da sembrare originale.[3]

Un tipico esempio è quello della vendita dell'olio di semi di girasole come olio d'oliva.

L'alterazione è invece un processo naturale consistente nel deterioramento degli alimenti, non dovuto ad un intervento esterno, ma al più ad una non corretta conservazione.[3]

Riconoscere i prodotti contraffatti

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Il consumatore ha la possibilità di rendersi conto di essere davanti un prodotto contraffatto, analizzandone diverse caratteristiche.

Olio d'oliva

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Per riconoscere una bottiglia d'olio originale bisogna procedere con un esame scientifico, non è però sempre necessario recarsi presso un laboratorio. Infatti, anche il consumatore stesso può rendersene conto da piccoli indizi come il prezzo, il colore, l'aspetto e i dettagli dell'etichetta.[5]

Le caratteristiche da prendere in considerazione per riconoscere una bottiglia d'olio contraffatta sono:[5]

  1. etichetta poco dettagliata: il primo elemento da prendere in considerazione per riconoscere un olio contraffatto è la formulazione dell'etichetta. Una sigla importante che un'etichetta dovrebbe possedere è DOP (denominazione di origine protetta). Un altro indizio è la scadenza, poiché l'extravergine mantiene le sue proprietà per circa 18 mesi dal confezionamento;
  2. prezzo troppo conveniente: il costo di 1 litro d'olio extravergine d'oliva è generalmente maggiore o uguale a 3 €, esclusi tasse, ricarichi, costi di etichettatura, imbottigliamento e altre spese aggiuntive. Per comprare una bottiglia di ottimo olio si spendono all'incirca 8€;
  3. colore, profumo e sapore: l'olio extravergine ha un aspetto molto denso e il colore varia dal giallo all'oro perfino al verde smeraldo. Uno contraffatto ha un colore molto tenue e chiaro, emana un profumo caratteristico sprigionando un aroma specifico.

Per riconoscere un vino falso, il consumatore può:[6]

  1. esaminare la carta dell'etichetta: se sottoponendo l'etichetta di un vino prodotto prima degli anni '50 a luce blu questa brilla, ci si trova di fronte ad un vino falso. Infatti, gli agenti di rivestimento che brillano sono di recente utilizzo. A ciò va aggiunto il fenomeno dell'ossidazione della carta, che si verifica su tutta l'etichetta;
  2. prestare attenzione alla qualità della stampa. Le etichette delle bottiglie di vino sono state realizzate con la tecnica della stampa su lastra. Attraverso una lente di ingrandimento possiamo verificare che la tecnica impiegata sia quella, perché presenta un contorno vicino ai caratteri e alle immagini. Le stampanti più usate dai falsari sono quelle a getto di inchiostro, che necessitano però di una carta specifica. Non usandola, l'inchiostro scheggerà la carta, che invecchierà in tempi più brevi;
  3. verificare il colore e il marchio del tappo: quando la bottiglia viene chiusa, il tappo avrà una macchia sulla superficie interna, poiché esse vengono conservate lateralmente. Chi contraffà il vino invece taglia il pezzo di tappo impregnato e molto spesso cambia anche l'anno;
  4. verificare la formazione di sedimento. Nel vino rosso invecchiato si forma del sedimento; è possibile capire che ci si trova davanti a una falsificazione se ciò non avviene oppure se del sedimento è presente, ma non si muove.

Esempi di frode alimentare

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Scandalo del metanolo

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Il 17 marzo 1986 si verificò quello che fu definito lo scandalo del vino al metanolo, un caso di sofisticazione che causò la morte di molte persone e provocò danni permanenti in altre, compresi cecità e danni neurologici. La maggior parte delle vittime risiedeva in Lombardia, Piemonte e Liguria. Esse avevano ingerito del vino a cui erano state aggiunte quantità elevate di metanolo per alzare la gradazione alcolica, senza conoscerne la tossicità per l'organismo. Il metanolo è infatti un composto organico che agisce nel processo di fermentazione dell'uva, ma che in quantità eccessive può portare alla morte. All'epoca dei fatti risultava più economico di altri composti impiegati per compiere lo stesso tipo di sofisticazione, come per esempio lo zucchero.[3]

Produzione dell'olio di oliva

Olio d'oliva

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L'olio extravergine d'oliva è un prodotto molto costoso e pregiato, perciò è oggetto di contraffazione e viene internazionalmente modificato e riprodotto in maniera illecita. È uno dei prodotti più facili da contraffare: può infatti essere miscelato con oli di varie origini, spesso più economici e di scarsa qualità, che consentono di ottenere un prodotto finale molto simile a quello genuino[7]. Una delle tecniche utilizza l'olio lampante, usato come combustibile e nocivo per la salute. Quest'olio viene privato dell'acidità, decolorato, cambiato di colore, mischiato con un po' di olio d'oliva e poi venduto.

L'olio extravergine d'oliva invece non può essere riprodotto artificialmente e per essere definito tale dev'essere lavorato macchinalmente; non può avere un'acidità superiore allo 0.8%. L'olio vergine può tuttavia raggiungere il 2% di acidità.

I casi di contraffazione a danno di vini italiani sono sempre di più ogni anno. Un vino contraffatto è prodotto senza uva o ottenuto con prodotti chimici e dolcificanti per alcool. Quello dei vini contraffatti è un business estremamente redditizio, perché possono essere venduti ed esportati in tutto il mondo con costi di produzione molto contenuti. Solitamente, per ottenere una gradazione più alta i prodotti possono essere anche sofisticati o adulterati con l'aggiunta al mosto di zucchero o alcol metilico[8]. Ciò in Italia è illegale, fatti salvi dei casi straordinari legati alle condizioni climatiche. Altre sostanze che potrebbero venire aggiunte sono l'anidride solforosa, i conservanti e i coloranti, che possono provocare mal di testa in chi le assume. È quindi opportuno sospendere l'assunzione della bevanda in caso di qualunque sintomo o sospetto.

Anche la pasta subisce contraffazioni di vario genere. Spesso la farina di grano duro viene mischiata con altre farine di qualità scarsa. La pasta all'uovo viene invece spesso adulterata: per rendere il suo colore simile a quello dell'uovo vengono aggiunti dei coloranti oppure vengono utilizzate delle uova congelate o in polvere.[8]

Nel 2019 la Coldiretti ha denunciato l'arrivo nel porto di Bari di migliaia di tonnellate di grano di provenienza sconosciuta. L'illecito compiuto in questo caso è la mancata compilazione dell'etichetta, impedendo di capire se il grano fosse italiano o importato dall'estero.

Carne bovina

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Nel 2013 ci fu lo scandalo della carne di cavallo venduta come bovina, denominato Horsemeat, il quale fu seguito da una riduzione delle vendite della carne bovina e quindi danni economici per gli allevatori.[9]

Dei ricercatori dell'Università di Belfast hanno studiato i casi di contraffazione della carne bovina nel periodo tra il 1997 e il 2017 e ne hanno riscontrati circa 413. L'anno in cui ce ne sono stati di più è proprio il 2013[10].

Favo d'api

Un altro alimento molto facile da contraffare è il miele. Allo scopo di aumentare i margini di profitto, viene miscelato il miele genuino con vari sciroppi economici tra cui il glucosio o il saccarosio, con dei dolcificanti, con lo zucchero di barbabietola o con quello di canna.[7]

Nel 2018 la guardia costiera di Taranto concluse una maxi operazione, denominata "passo e chiudo", nella quale furono arrestate una decina di persone. Sono state accusate di furto e ricettazione di pesce contaminato e nocivo e di falsificazione delle etichette alimentari[11].

Polvere di caffé

Il caffè istantaneo (non quello in chicchi) può essere sofisticato o adulterato con l'aggiunta di sostanze estranee come il caramello, l'amido, i semi di soia tostati, il glucosio o l'orzo tostato.

Nel 2017 la Guardia di Finanza di Torino mise sotto sequestro oltre 100mila pacchi di caffè, importati dal Vietnam e dall'Uganda, che stavano per essere rivenduti come caffè del Guatemala, uno dei più pregiati al mondo.[12]

Mozzarelle di bufala

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Le mozzarelle di bufala vengono adulterate usando latte avariato e soda caustica – quest'ultima è necessaria affinché gli esami di laboratorio non rilevino difformità – o anche latte proveniente da bufalini affetti da tubercolosi.[13] Ciò è avvenuto a Caserta, dove sono stati arrestati i cinque proprietari di un caseificio[14]. A volte, nel latte delle mozzarelle di bufala viene aggiunto del caglio congelato proveniente dall'est Europa.

Italian sounding

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Un tipico esempio di Italian sounding: il parmesan, che richiama il parmigiano

L'Italia ha il patrimonio agroalimentare più acclamato al mondo ed è anche il Paese che subisce di più le azioni delle aziende straniere che, come strategia di marketing, sfruttano la risonanza dei nomi italiani più famosi nelle cucine di tutto il mondo come Parmigiano Reggiano, mozzarella o salame Napoli, facendo sì che i consumatori associno erroneamente dei prodotti contraffatti a quelli italiani reali.[15]

Tale fenomeno prende il nome di Italian sounding e chi lo sfrutta usa le denominazioni, i riferimenti geografici, le immagini, le combinazioni di colori e i marchi tipici dell'Italia. Esso è più comune negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in America Latina e in molti altri Paesi, compresi quelli europei. Da un lato, i maggiori danneggiati sono i produttori locali, costretti a ridurre qualità e prezzi, con ingenti perdite economiche. D'altra parte i consumatori ricevono ovviamente prodotti di qualità sempre minore.[15]

Le contraffazioni possono essere perseguite per legge e vengono punite, ma la stessa cosa spesso non si applica ai prodotti oggetto di Italian sounding, un business dal valore di più di 60 milioni di euro[16]. Tra le tipologie di prodotto più gravemente colpite ci sono salumi, marmellate, vini, formaggi, fino all'olio extravergine di oliva, ai sughi e alla pasta. Alcuni esempi sono: il parmigiano regiano che imita il parmigiano reggiano, la salsa di Pomarola venduta in Argentina, la zottarella prodotta in Germania e i sagheroni in Olanda.[15]

Addirittura i due terzi dei prodotti che esteriormente sono riconducibili al made in Italy sono in realtà oggetto di Italian sounding e non provengono dall'Italia.[17]

Il caporalato è una pratica del settore dell'agricoltura che si basa sullo sfruttamento di mano d'opera a basso costo. Spesso i lavoratori vengono reclutati dal "caporale", che nella prima mattina raccoglie la manodopera giornaliera in punti strategici e nascosti della città e la porta nei campi a lavorare in nero, senza riconoscere loro protezioni sia in termini di sicurezza che igienico-sanitari, di riposo e di compenso. Nonostante sia un reato perseguibile per legge, il fenomeno non sembra cessare.[18] Inoltre non riguarda più soltanto il sud Italia, ma l'intero settore agro alimentare italiano: ogni parte della filiera che porta il cibo dai campi alle tavole dei cittadini è contaminato dalla presenza del lavoro grigio o nero. Secondo il Rapporto Agromafie e caporalato sono all'incirca 180.000 i lavoratori soggetti a forme di sfruttamento del lavoro e caporalato. Sempre dal rapporto è possibile evincere che il fenomeno non è sviluppato solo nel sud, ma anzi, dei 260 procedimenti penali analizzati ben 143 non hanno a che fare con il sud Italia.[19] Secondo i dati presentati a Roma durante il forum Attiviamo Lavoro - Le potenzialità del lavoro in somministrazione per il settore dell'agricoltura, il caporalato danneggia il Paese, con un mancato gettito contributivo di più di 600 milioni di euro. Il tasso di irregolarità in agricoltura è inoltre l'unico a essere aumentato, passato dal 18,5% del 2000 al 22,3% del 2013. Al danno economico, si aggiunge il danno subito dai lavoratori coinvolti nel fenomeno. Secondo le statistiche centomila lavoratori soffrono di disagi abitativi e ambientali, il 72% dei lavoratori stranieri impegnati nell'agricoltura ha contratto malattie durante la stagione lavorativa, il 64% non può usare acqua potabile, il 62% non ha accesso ai servizi igienici.[20][21]

Politica agricola comune

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L'Unione Europea promuove la Politica agricola comune (PAC), nell'ambito della quale eroga 25 miliardi di euro in fondi destinati al miglioramento delle condizioni degli agricoltori, delle forniture alimentari e della loro sostenibilità.[22]

Spesso tali fondi cadono nel mirino delle agromafie, come tutti gli altri fondi europei. Le autorità competenti hanno individuato infatti diverse richieste con dichiarazioni parzialmente o totalmente false, attraverso le quali vari soggetti, anche collusi con la mafia, cercavano di accedere ai fondi della PAC pur senza averne diritto.[22]

Situazione legislativa

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Codice penale italiano

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Sono diversi gli articoli del Codice penale che puniscono le frodi alimentari.

Il bene giuridico che, insieme al resto della legislazione italiana in merito, esso si pone di tutelare è:[3]

  • la salute pubblica, quando punisce frodi sanitarie;
  • l'ordine economico[23], quando punisce le frodi commerciali.

Gli articoli di legge che puniscono le frodi sanitarie sono contenuti nel Capo III del Titolo VI Dei delitti contro l'incolumità pubblica. Anche in questo caso è necessario fare una distinzione, quella tra nocività e pericolosità: un alimento è pericoloso quando potrebbe ipoteticamente danneggiare la salute di chi lo consuma, ma se invece può farlo immediatamente e concretamente è nocivo.[3][24]

L'adulterazione e la contraffazione sono punite dall'articolo 440 con pene fino a dieci anni di carcere. L'articolo 444 riguarda invece la distribuzione di alimenti nocivi, ma non contraffatti o adulterati, minacciando fino a tre anni di carcere. A chi viene condannato per questi reati viene inoltre proibito l'esercizio della professione o attività che l'hanno portato a compierli, in base all'articolo 448.

Invece, nel Capo II del Titolo VIII Dei delitti contro l'industria e il commercio è possibile ritrovare i reati relativi alle frodi commerciali.[3]

Con l'articolo 516, appartenente a tale capo, il legislatore punisce chi «pone in vendita o mette altrimenti in commercio come genuine sostanze alimentari non genuine». Si fa dunque riferimento al concetto di genuinità, che dalla giurisprudenza è stato preso in considerazione sotto due differenti aspetti:[25]

  • la genuinità naturale, ovvero l'assenza di frodi alimentari;
  • la genuinità legale o formale, ovvero la rispondenza a tutti i requisiti legali previsti.

In tutti i casi, non c'è necessità che gli alimenti siano effettivamente venduti all'acquirente finale, ma basta che siano offerti al pubblico con la loro messa in commercio.[3]

Legge 30 aprile 1962, n. 283

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Il Testo Unico delle leggi sanitarie prevede altre norme di trasparenza e sicurezza alimentare, nonché tutta una serie di sanzioni a riguardo.[26]

Per esempio, l'articolo 8 stabilisce i requisiti minimi dell'etichetta obbligatoria degli alimenti: il nome del prodotto, la ragione sociale o il marchio dell'impresa, la sua sede, lo stabilimento di produzione, gli ingredienti in ordine decrescente in base al peso o al volume ed il peso o il volume del prodotto. Quello successivo impone di non detenere nei locali nei quali vengono prodotti degli alimenti sostanze non consentite per la loro produzione.

Nel febbraio 2020[27] il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge n. 2427 intitolato Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari, col quale vengono proposte nuove misure di contrasto alle agromafie, ottenute anche con la modifica del codice penale e di questa legge. Tuttavia l'iter legislativo si è fermato nello stesso anno.[28]

Legge 29 ottobre 2016, n. 199

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La legge 29 ottobre 2016, n. 199, rubricata Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo, è molto importante nell'ambito del contrasto del fenomeno del caporalato. Oltre ad aver inasprito le pene, ha modificato la struttura del reato di "Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro" rendendo punibile non solo il reclutatore, ma anche il datore di lavoro. Le principali novità del provvedimento sono:

  • la riformulazione del reato di "Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro": reclusione da 1 a 6 anni e multa da 500 a 1000 euro per ogni lavoratore reclutato, nei confronti di chiunque:
  1. recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro in condizioni degradanti e di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori;
  2. sfrutta i lavoratori, anche mediante l'attività di intermediazione di cui al punto 1, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno;
  • la modifica di ciò che costituisce condizione di sfruttamento, che ora si verifica quando sono presenti una o più delle seguenti condizioni:
  1. ripetuta corresponsione di retribuzioni in modo palesemente differente dai contratti ccollettivi nazionali o territoriali o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro prestato;
  2. ripetuta violazione della legislazione relativa all'orario di lavoro e ai periodi di riposo;
  3. sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
  • l'estensione della responsabilità amministrativa dell'ente per il reato di caporalato: la sanzione pecuniaria prevista va da 400 a 1.000 quote (il valore di una quota varia dai 258 ad un massimo di 1.549 euro)
  • l'adozione di misure cautelari nei confronti dell'azienda in cui è commesso il reato;
  • l'accesso delle vittime del caporalato alle provvidenze del Fondo antitratta;
  • il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità;
  • il graduale riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo.
Logo dell'ICQRF

Le forze dell'ordine e le autorità italiane che hanno l'obiettivo di contrastare le attività delle agromafie, identificando gli alimenti oggetto di frode alimentare, bloccandone la vendita e sanzionando i responsabili sono, oltre alla Guardia di finanza:

  • il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare[29], che esegue materialmente controlli e perquisizioni. Esso opera anche nell'ambito della verifica del corretto impiego dei fondi della Politica agricola comune dell'Unione Europea;
  • l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF)[30], dipartimento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che vigila anche sui marchi protetti dalla legge europea come DOP, IGP e Bio, spesso falsificati nell'ambito delle frodi commerciali.

Inoltre, l'Eurispes, la Coldiretti e l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare pubblicano periodicamente un rapporto congiunto sul fenomeno, nel quale analizzano il fenomeno delle agromafie nelle sue varie declinazioni e propongono eventualmente delle soluzioni.[31]

Agromafie in Europa e nel Mondo

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Barili contenenti il miele sequestrato a Chicago[32]

Il fenomeno delle agromafie si è espanso drasticamente non solo in Italia, ma anche in molti Paesi europei e non europei. Nell'ambito dell'operazione "Opson VIII", organizzata dall'Europol e dall'Interpol in 78 Paesi, sono state arrestate 672 persone. In tutto, sono state sequestrate 16.000 tonnellate di alimenti e 33 milioni di litri di bevande segnalate come potenzialmente pericolose a seguito di 67.000 controlli effettuati in zone industriali, mercati, porti, negozi e aeroporti, per un valore totale di 100 milioni di euro. Come nelle precedenti operazioni, l'alcol non a norma è stato il prodotto più sequestrato, con 33.000 tonnellate in tutto, seguito dai cereali con 3.628 tonnellate.[33]

L'agromafia non sfrutta il caporalato solo in italia: ad esempio un prodotto agroalimentare su cinque che arriva dall'estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori. Questi casi sono stati registrati in diversi Paesi UE ed extra-UE, come il Vietnam, la Germania, la Spagna e il Myanmar.[34]

Un caso eclatante di contraffazione alimentare è avvenuto in Spagna nel maggio del 1981: più di 25.000 persone furono ricoverate con gravi sintomi come nausea, febbre e difficoltà respiratorie. Mille di queste morirono o riscontrarono danni permanenti. La causa è stata l'anilina, una sostanza tossica presente nell'olio di colza, spacciato per olio da cucina nonostante sia destinato alla lubrificazione e non all'uso a scopi alimentari. Dopo la scoperta furono ritirate tutte le bottiglie contraffatte e infatti il numero di persone ammalate calò drasticamente.[35]

Nel giugno 2016 fu sequestrata una grande quantità di miele nella periferia di Chicago. Diverse indagini interne e di frontiera hanno permesso il sequestro di 60 tonnellate di miele falsificato; al momento è la più grande indagine su una frode alimentare mai compiuta negli Stati Uniti. Il miele illegale, che conteneva alcune sostanze contaminate presenti in antibiotici illegali, proveniva dalla Cina e il valore complessivo della merce sequestrata ammontava a centinaia di milioni. Le sanzioni applicate sono arrivate ad eguagliare quelle per il traffico illecito di droga.[32]

Un problema in continua espansione è quello della falsificazione dei marchi DOP e GIP, soprattutto in Francia. Il mercato di tali prodotti ha un valore di 1 miliardo di euro annui e rappresenta il 10,3% del totale. Questo tipo di contraffazione avviene anche nel resto del mondo, specialmente in America, con il fenomeno dell'Italian sounding, che comporta l'abuso del marchio "Made in Italy".[36]

  1. Eurispes e Coldiretti, 3º rapporto sui crimini agroalimentari in Italia.
  2. 2,0 2,1 Massimiliano De Lassaletta, Frode alimentare: distinzione fra “frode sanitaria” e “frode commerciale”, su Filodiritto, 13 marzo 2017.
  3. 3,00 3,01 3,02 3,03 3,04 3,05 3,06 3,07 3,08 3,09 3,10 LE FRODI: concetti di adulterazione, sofisticazione, alterazione, contraffazione, pericolosità, nocività e genuinità. (PDF), su Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, Ministero della Salute.
  4. Non determinano un'adulterazione le modifiche naturali o comunque accidentali, è invece necessario ci sia un intervento umano.
  5. 5,0 5,1 Come riconoscere un olio extravergine contraffatto, su I&P.
  6. Nicola e Enzio Lucca, Come riconoscere i falsari di vino pregiato, su ExpoItalyAdv, 17 ottobre 2018.
  7. 7,0 7,1 Martina Pugno, Scopriamo quali sono i 10 cibi più contraffatti sulle nostre tavole, su Tutto Green, 4 maggio 2017.
  8. 8,0 8,1 La top 5 dei cibi italiani più taroccati, su Buonissimo, ItaliaOnline.
  9. Sara Fantini, Frodi nella filiera della carne bovina: la contraffazione è la maggiore minaccia, su ruminantia.it, 14 maggio 2020.
  10. Leonardo Masnata, Le frodi della carne bovina: un report ventennale spiega quali sono le più comuni, su Il Salvagente, 12 maggio 2020.
  11. Blitz "Passo e chiudo"​: i nomi dei sette arrestati, su Taranto Buonasera, 24 novembre 2018.
  12. Caffè contraffatto, maxi sequestro da 500mila euro, su Affari Italiani, 22 settembre 2017.
  13. Leonardo Masnata, Mozzarella di bufala con latte avariato e soda caustica: sequestrate 3 aziende, su Il Salvagente, 10 febbraio 2017.
  14. Mozzarella di bufala contraffatta, denunciato per frode un caseificio spagnolo, su Alimentando, 20 gennaio 2021.
  15. 15,0 15,1 15,2 Claudia Costa, Italian Sounding food: che cos'è e perché è così importante, su agrifood.tech, 25 marzo 2020.
  16. Italian sounding: un business globale da 60 miliardi di euro, su mark-up.it, 30 aprile 2015.
  17. Eurispes, p. 185
  18. Caporalato, un reato penale, su theitaliantimes.it, 18 giugno 2020.
  19. Rapporto FLAI CGIL caporalato (PDF), su FLAI.
  20. Contrasto al caporalato, su altalex.com.
  21. I numeri del caporalato in Italia, su fieragricola.it.
  22. 22,0 22,1 Eurispes, pp. 365-366
  23. Per ordine economico s'intende l'equilibrio delle attività produttive e del commercio.
  24. Spiegazione dell'art. 444 Codice Penale, su Brocardi.
  25. Art. 516 Codice Penale. Note., su Brocardi.
  26. Modifica degli articoli 242, 243, 247, 250 e 262 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265: Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande., su Normattiva, Presidenza del consiglio dei ministri. URL consultato il 31 maggio 2021.
  27. Enrico Napoletano, Reati agroalimentari e responsabilità degli enti: verso un nuovo modello organizzativo con efficacia esimente?, su Giurisprudenza Penale, 4 giugno 2020.
  28. Disegno di legge: "Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari" (2427), su Camera dei Deputati.
  29. Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, su Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  30. Competenze ICQRF, su ICQRF - Ispettorato centrale repressione frodi, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  31. Eurispes
  32. 32,0 32,1 (EN) Counterfeit cuisine? How food fraud can get into your kitchen, in ABC 7 Chicago, 24 febbraio 2017.
  33. CINQUE MESI DI INDAGINI EUROPEE CONTRO LA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE, su Garantitaly.
  34. Eurispes, Coldiretti, Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, 3° RAPPORTO SUI CRIMINI AGROALIMENTARI - DOCUMENTO DI SINTESI (PDF), su Camere di commercio d'Italia.
  35. François Burgay, Olio contraffatto: il caso della Spagna, su Amo la chimica, 26 maggio 2020.
  36. Falsi Dop e Igp valgono 4,3 miliardi. Contraffazione colpisce soprattutto Francia e Italia, su Il Sole 24 ORE, 29 aprile 2016.

Bibliografia

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  • Eurispes e Coldiretti, 6º rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, Roma, Minerva, 2019, ISBN 9788833241272.

Collegamenti esterni

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