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Ecomafie
Autore: Classe 2B



Agromafie

Indice del libro
Video riassuntivo sul fenomeno delle agromafie

Con il termine agromafie (da ager che significa terreno coltivato, campo e mafia) vengono indicate le attività illecite che coinvolgono tutto il mondo dell'agricoltura, finanziate col denaro sporco nelle coltivazioni e nel resto della filiera agroalimentare. Negli ultimi decenni in particolare il fenomeno si è espanso fino a coprire ogni singola parte del mondo agricolo, il controllo dell'intera filiera fa sì che gli agricoltori ricevano compensi bassissimi e i prezzi di vendita siano molto elevati.

Oltre 5000 ristoranti sono controllati da associazioni criminali e il 15% delle attività agricole infrange la legge. Questo giro di attività illecite ha portato un aumento del 170% di sequestri di prodotti alimentari, provenienti da filiere produttive gestite dalle mafie. I guadagni provenienti dalle agromafie costituiscono il 10% del bilancio annuo totale delle organizzazioni mafiose: secondo l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura, il business delle agromafie assicura un guadagno di oltre 24 miliardi di euro annui. Una delle modalità di azione più frequenti è quella delle frodi alimentari. Altrettanto frequente è il fenomeno del caporalato.[1]

Frodi alimentari

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Le frodi alimentari si concretizzano nella messa in commercio di alimenti dannosi per la salute pubblica o comunque non conformi alle attuali prescrizioni normative.[2]

In quest'ambito, per alimento s'intende qualsiasi sostanza prodotta per essere ingerita dall'uomo. Sono quindi compresi sia la carne, i latticini e il pesce sia l'acqua, il vino, l'olio e così via.[3]

È possibile praticare un'iniziale distinzione tra:[3]

  • frodi sanitarie, che consistono nella messa in commercio degli alimenti pericolosi o nocivi oppure nel renderli tali, mettendo a rischio la salute pubblica.
  • frodi commerciali, che riguardano non solo gli alimenti, ma anche le loro confezioni ed etichette. Ricomprendono tutte le azioni messe in atto per ottenere ingiusti guadagni truffando il consumatore, per esempio vendendogli una cosa per un'altra.

È possibile inoltre suddividere le frodi alimentari in quattro specifiche attività fraudolente: la sofisticazione, l'alterazione, la contraffazione e poi, l'unica non intenzionale, l'alterazione.

Consumare prodotti che sono stati sottoposti a tali pratiche può anche comportare un rischio per la salute non indifferente.

Sofisticazione

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La sofisticazione consiste nell'introduzione in un alimento di sostanze di norma non presenti con lo scopo di farlo apparire migliore, per esempio rendendolo più gradevole alla vista o occultandone dei difetti.[3]

Il termine non è direttamente presente nel codice penale, ma è stato utilizzato a più riprese nella giurisprudenza e nelle ordinanze ministeriali sull'argomento.[2]

Adulterazione

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L'adulterazione consiste nella deliberata[4] sostituzione degli ingredienti di un alimento così come originariamente previsti con delle sostanze estranee o nella modifica delle loro quantità, senza che ciò si ripercuota sull'aspetto esteriore.[3]

Contraffazione

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La contraffazione consiste nella creazione di un alimento che ne imita un altro, che abbia ingredienti e proprietà distinte, ma una somiglianza tale con l'alimento imitato da sembrare originale.[3]

Un tipico esempio è quello della vendita dell'olio di semi di girasole come olio d'oliva.

L'alterazione è invece un processo naturale consistente nel deterioramento degli alimenti, non dovuto ad un intervento esterno, ma al più ad una non corretta conservazione.[3]

Riconoscere i prodotti contraffatti

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Il consumatore ha la possibilità di rendersi conto di essere davanti un prodotto contraffatto, analizzandone diverse caratteristiche.

Olio d'oliva

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Per riconoscere una bottiglia d'olio originale bisogna procedere con un esame scientifico, non è però sempre necessario recarsi presso un laboratorio. Infatti, anche il consumatore stesso può rendersene conto da piccoli indizi come il prezzo, il colore, l'aspetto e i dettagli dell'etichetta.[5]

Le caratteristiche da prendere in considerazione per riconoscere una bottiglia d'olio contraffatta sono:[5]

  1. etichetta poco dettagliata: il primo elemento da prendere in considerazione per riconoscere un olio contraffatto è la formulazione dell'etichetta. Una sigla importante che un'etichetta dovrebbe possedere è DOP (denominazione di origine protetta). Un altro indizio è la scadenza, poiché l'extravergine mantiene le sue proprietà per circa 18 mesi dal confezionamento;
  2. prezzo troppo conveniente: il costo di 1 litro d'olio extravergine d'oliva è generalmente maggiore o uguale a 3 €, esclusi tasse, ricarichi, costi di etichettatura, imbottigliamento e altre spese aggiuntive. Per comprare una bottiglia di ottimo olio si spendono all'incirca 8€;
  3. colore, profumo e sapore: l'olio extravergine ha un aspetto molto denso e il colore varia dal giallo all'oro perfino al verde smeraldo. Uno contraffatto ha un colore molto tenue e chiaro, emana un profumo caratteristico sprigionando un aroma specifico.

Per riconoscere un vino falso, il consumatore può:[6]

  1. esaminare la carta dell'etichetta: se sottoponendo l'etichetta di un vino prodotto prima degli anni '50 a luce blu questa brilla, ci si trova di fronte ad un vino falso. Infatti, gli agenti di rivestimento che brillano sono di recente utilizzo. A ciò va aggiunto il fenomeno dell'ossidazione della carta, che si verifica su tutta l'etichetta;
  2. prestare attenzione alla qualità della stampa. Le etichette delle bottiglie di vino sono state realizzate con la tecnica della stampa su lastra. Attraverso una lente di ingrandimento possiamo verificare che la tecnica impiegata sia quella, perché presenta un contorno vicino ai caratteri e alle immagini. Le stampanti più usate dai falsari sono quelle a getto di inchiostro, che necessitano però di una carta specifica. Non usandola, l'inchiostro scheggerà la carta, che invecchierà in tempi più brevi;
  3. verificare il colore e il marchio del tappo: quando la bottiglia viene chiusa, il tappo avrà una macchia sulla superficie interna, poiché esse vengono conservate lateralmente. Chi contraffà il vino invece taglia il pezzo di tappo impregnato e molto spesso cambia anche l'anno;
  4. verificare la formazione di sedimento. Nel vino rosso invecchiato si forma del sedimento; è possibile capire che ci si trova davanti a una falsificazione se ciò non avviene oppure se del sedimento è presente, ma non si muove.

Esempi di frode alimentare

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Scandalo del metanolo

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Il 17 marzo 1986 si verificò quello che fu definito lo scandalo del vino al metanolo, un caso di sofisticazione che causò la morte di molte persone e provocò danni permanenti in altre, compresi cecità e danni neurologici. La maggior parte delle vittime risiedeva in Lombardia, Piemonte e Liguria. Esse avevano ingerito del vino a cui erano state aggiunte quantità elevate di metanolo per alzare la gradazione alcolica, senza conoscerne la tossicità per l'organismo. Il metanolo è infatti un composto organico che agisce nel processo di fermentazione dell'uva, ma che in quantità eccessive può portare alla morte. All'epoca dei fatti risultava più economico di altri composti impiegati per compiere lo stesso tipo di sofisticazione, come per esempio lo zucchero.[3]

Produzione dell'olio di oliva

Olio d'oliva

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L'olio extravergine d'oliva è un prodotto molto costoso e pregiato, perciò è oggetto di contraffazione e viene internazionalmente modificato e riprodotto in maniera illecita. È uno dei prodotti più facili da contraffare: può infatti essere miscelato con oli di varie origini, spesso più economici e di scarsa qualità, che consentono di ottenere un prodotto finale molto simile a quello genuino[7]. Una delle tecniche utilizza l'olio lampante, usato come combustibile e nocivo per la salute. Quest'olio viene privato dell'acidità, decolorato, cambiato di colore, mischiato con un po' di olio d'oliva e poi venduto.

L'olio extravergine d'oliva invece non può essere riprodotto artificialmente e per essere definito tale dev'essere lavorato macchinalmente; non può avere un'acidità superiore allo 0.8%. L'olio vergine può tuttavia raggiungere il 2% di acidità.

I casi di contraffazione a danno di vini italiani sono sempre di più ogni anno. Un vino contraffatto è prodotto senza uva o ottenuto con prodotti chimici e dolcificanti per alcool. Quello dei vini contraffatti è un business estremamente redditizio, perché possono essere venduti ed esportati in tutto il mondo con costi di produzione molto contenuti. Solitamente, per ottenere una gradazione più alta i prodotti possono essere anche sofisticati o adulterati con l'aggiunta al mosto di zucchero o alcol metilico[8]. Ciò in Italia è illegale, fatti salvi dei casi straordinari legati alle condizioni climatiche. Altre sostanze che potrebbero venire aggiunte sono l'anidride solforosa, i conservanti e i coloranti, che possono provocare mal di testa in chi le assume. È quindi opportuno sospendere l'assunzione della bevanda in caso di qualunque sintomo o sospetto.

Anche la pasta subisce contraffazioni di vario genere. Spesso la farina di grano duro viene mischiata con altre farine di qualità scarsa. La pasta all'uovo viene invece spesso adulterata: per rendere il suo colore simile a quello dell'uovo vengono aggiunti dei coloranti oppure vengono utilizzate delle uova congelate o in polvere.[8]

Nel 2019 la Coldiretti ha denunciato l'arrivo nel porto di Bari di migliaia di tonnellate di grano di provenienza sconosciuta. L'illecito compiuto in questo caso è la mancata compilazione dell'etichetta, impedendo di capire se il grano fosse italiano o importato dall'estero.

Carne bovina

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Nel 2013 ci fu lo scandalo della carne di cavallo venduta come bovina, denominato Horsemeat, il quale fu seguito da una riduzione delle vendite della carne bovina e quindi danni economici per gli allevatori.[9]

Dei ricercatori dell'Università di Belfast hanno studiato i casi di contraffazione della carne bovina nel periodo tra il 1997 e il 2017 e ne hanno riscontrati circa 413. L'anno in cui ce ne sono stati di più è proprio il 2013[10].

Favo d'api

Un altro alimento molto facile da contraffare è il miele. Allo scopo di aumentare i margini di profitto, viene miscelato il miele genuino con vari sciroppi economici tra cui il glucosio o il saccarosio, con dei dolcificanti, con lo zucchero di barbabietola o con quello di canna.[7]

Nel 2018 la guardia costiera di Taranto concluse una maxi operazione, denominata "passo e chiudo", nella quale furono arrestate una decina di persone. Sono state accusate di furto e ricettazione di pesce contaminato e nocivo e di falsificazione delle etichette alimentari[11].

Polvere di caffé

Il caffè istantaneo (non quello in chicchi) può essere sofisticato o adulterato con l'aggiunta di sostanze estranee come il caramello, l'amido, i semi di soia tostati, il glucosio o l'orzo tostato.

Nel 2017 la Guardia di Finanza di Torino mise sotto sequestro oltre 100mila pacchi di caffè, importati dal Vietnam e dall'Uganda, che stavano per essere rivenduti come caffè del Guatemala, uno dei più pregiati al mondo.[12]

Mozzarelle di bufala

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Le mozzarelle di bufala vengono adulterate usando latte avariato e soda caustica – quest'ultima è necessaria affinché gli esami di laboratorio non rilevino difformità – o anche latte proveniente da bufalini affetti da tubercolosi.[13] Ciò è avvenuto a Caserta, dove sono stati arrestati i cinque proprietari di un caseificio[14]. A volte, nel latte delle mozzarelle di bufala viene aggiunto del caglio congelato proveniente dall'est Europa.

Italian sounding

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Un tipico esempio di Italian sounding: il parmesan, che richiama il parmigiano

L'Italia ha il patrimonio agroalimentare più acclamato al mondo ed è anche il Paese che subisce di più le azioni delle aziende straniere che, come strategia di marketing, sfruttano la risonanza dei nomi italiani più famosi nelle cucine di tutto il mondo come Parmigiano Reggiano, mozzarella o salame Napoli, facendo sì che i consumatori associno erroneamente dei prodotti contraffatti a quelli italiani reali.[15]

Tale fenomeno prende il nome di Italian sounding e chi lo sfrutta usa le denominazioni, i riferimenti geografici, le immagini, le combinazioni di colori e i marchi tipici dell'Italia. Esso è più comune negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in America Latina e in molti altri Paesi, compresi quelli europei. Da un lato, i maggiori danneggiati sono i produttori locali, costretti a ridurre qualità e prezzi, con ingenti perdite economiche. D'altra parte i consumatori ricevono ovviamente prodotti di qualità sempre minore.[15]

Le contraffazioni possono essere perseguite per legge e vengono punite, ma la stessa cosa spesso non si applica ai prodotti oggetto di Italian sounding, un business dal valore di più di 60 milioni di euro[16]. Tra le tipologie di prodotto più gravemente colpite ci sono salumi, marmellate, vini, formaggi, fino all'olio extravergine di oliva, ai sughi e alla pasta. Alcuni esempi sono: il parmigiano regiano che imita il parmigiano reggiano, la salsa di Pomarola venduta in Argentina, la zottarella prodotta in Germania e i sagheroni in Olanda.[15]

Addirittura i due terzi dei prodotti che esteriormente sono riconducibili al made in Italy sono in realtà oggetto di Italian sounding e non provengono dall'Italia.[17]

Il caporalato è una pratica del settore dell'agricoltura che si basa sullo sfruttamento di mano d'opera a basso costo. Spesso i lavoratori vengono reclutati dal "caporale", che nella prima mattina raccoglie la manodopera giornaliera in punti strategici e nascosti della città e la porta nei campi a lavorare in nero, senza riconoscere loro protezioni sia in termini di sicurezza che igienico-sanitari, di riposo e di compenso. Nonostante sia un reato perseguibile per legge, il fenomeno non sembra cessare.[18] Inoltre non riguarda più soltanto il sud Italia, ma l'intero settore agro alimentare italiano: ogni parte della filiera che porta il cibo dai campi alle tavole dei cittadini è contaminato dalla presenza del lavoro grigio o nero. Secondo il Rapporto Agromafie e caporalato sono all'incirca 180.000 i lavoratori soggetti a forme di sfruttamento del lavoro e caporalato. Sempre dal rapporto è possibile evincere che il fenomeno non è sviluppato solo nel sud, ma anzi, dei 260 procedimenti penali analizzati ben 143 non hanno a che fare con il sud Italia.[19] Secondo i dati presentati a Roma durante il forum Attiviamo Lavoro - Le potenzialità del lavoro in somministrazione per il settore dell'agricoltura, il caporalato danneggia il Paese, con un mancato gettito contributivo di più di 600 milioni di euro. Il tasso di irregolarità in agricoltura è inoltre l'unico a essere aumentato, passato dal 18,5% del 2000 al 22,3% del 2013. Al danno economico, si aggiunge il danno subito dai lavoratori coinvolti nel fenomeno. Secondo le statistiche centomila lavoratori soffrono di disagi abitativi e ambientali, il 72% dei lavoratori stranieri impegnati nell'agricoltura ha contratto malattie durante la stagione lavorativa, il 64% non può usare acqua potabile, il 62% non ha accesso ai servizi igienici.[20][21]

Politica agricola comune

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L'Unione Europea promuove la Politica agricola comune (PAC), nell'ambito della quale eroga 25 miliardi di euro in fondi destinati al miglioramento delle condizioni degli agricoltori, delle forniture alimentari e della loro sostenibilità.[22]

Spesso tali fondi cadono nel mirino delle agromafie, come tutti gli altri fondi europei. Le autorità competenti hanno individuato infatti diverse richieste con dichiarazioni parzialmente o totalmente false, attraverso le quali vari soggetti, anche collusi con la mafia, cercavano di accedere ai fondi della PAC pur senza averne diritto.[22]

Situazione legislativa

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Codice penale italiano

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Sono diversi gli articoli del Codice penale che puniscono le frodi alimentari.

Il bene giuridico che, insieme al resto della legislazione italiana in merito, esso si pone di tutelare è:[3]

  • la salute pubblica, quando punisce frodi sanitarie;
  • l'ordine economico[23], quando punisce le frodi commerciali.

Gli articoli di legge che puniscono le frodi sanitarie sono contenuti nel Capo III del Titolo VI Dei delitti contro l'incolumità pubblica. Anche in questo caso è necessario fare una distinzione, quella tra nocività e pericolosità: un alimento è pericoloso quando potrebbe ipoteticamente danneggiare la salute di chi lo consuma, ma se invece può farlo immediatamente e concretamente è nocivo.[3][24]

L'adulterazione e la contraffazione sono punite dall'articolo 440 con pene fino a dieci anni di carcere. L'articolo 444 riguarda invece la distribuzione di alimenti nocivi, ma non contraffatti o adulterati, minacciando fino a tre anni di carcere. A chi viene condannato per questi reati viene inoltre proibito l'esercizio della professione o attività che l'hanno portato a compierli, in base all'articolo 448.

Invece, nel Capo II del Titolo VIII Dei delitti contro l'industria e il commercio è possibile ritrovare i reati relativi alle frodi commerciali.[3]

Con l'articolo 516, appartenente a tale capo, il legislatore punisce chi «pone in vendita o mette altrimenti in commercio come genuine sostanze alimentari non genuine». Si fa dunque riferimento al concetto di genuinità, che dalla giurisprudenza è stato preso in considerazione sotto due differenti aspetti:[25]

  • la genuinità naturale, ovvero l'assenza di frodi alimentari;
  • la genuinità legale o formale, ovvero la rispondenza a tutti i requisiti legali previsti.

In tutti i casi, non c'è necessità che gli alimenti siano effettivamente venduti all'acquirente finale, ma basta che siano offerti al pubblico con la loro messa in commercio.[3]

Legge 30 aprile 1962, n. 283

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Il Testo Unico delle leggi sanitarie prevede altre norme di trasparenza e sicurezza alimentare, nonché tutta una serie di sanzioni a riguardo.[26]

Per esempio, l'articolo 8 stabilisce i requisiti minimi dell'etichetta obbligatoria degli alimenti: il nome del prodotto, la ragione sociale o il marchio dell'impresa, la sua sede, lo stabilimento di produzione, gli ingredienti in ordine decrescente in base al peso o al volume ed il peso o il volume del prodotto. Quello successivo impone di non detenere nei locali nei quali vengono prodotti degli alimenti sostanze non consentite per la loro produzione.

Nel febbraio 2020[27] il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge n. 2427 intitolato Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari, col quale vengono proposte nuove misure di contrasto alle agromafie, ottenute anche con la modifica del codice penale e di questa legge. Tuttavia l'iter legislativo si è fermato nello stesso anno.[28]

Legge 29 ottobre 2016, n. 199

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La legge 29 ottobre 2016, n. 199, rubricata Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo, è molto importante nell'ambito del contrasto del fenomeno del caporalato. Oltre ad aver inasprito le pene, ha modificato la struttura del reato di "Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro" rendendo punibile non solo il reclutatore, ma anche il datore di lavoro. Le principali novità del provvedimento sono:

  • la riformulazione del reato di "Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro": reclusione da 1 a 6 anni e multa da 500 a 1000 euro per ogni lavoratore reclutato, nei confronti di chiunque:
  1. recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro in condizioni degradanti e di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori;
  2. sfrutta i lavoratori, anche mediante l'attività di intermediazione di cui al punto 1, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno;
  • la modifica di ciò che costituisce condizione di sfruttamento, che ora si verifica quando sono presenti una o più delle seguenti condizioni:
  1. ripetuta corresponsione di retribuzioni in modo palesemente differente dai contratti ccollettivi nazionali o territoriali o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro prestato;
  2. ripetuta violazione della legislazione relativa all'orario di lavoro e ai periodi di riposo;
  3. sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
  • l'estensione della responsabilità amministrativa dell'ente per il reato di caporalato: la sanzione pecuniaria prevista va da 400 a 1.000 quote (il valore di una quota varia dai 258 ad un massimo di 1.549 euro)
  • l'adozione di misure cautelari nei confronti dell'azienda in cui è commesso il reato;
  • l'accesso delle vittime del caporalato alle provvidenze del Fondo antitratta;
  • il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità;
  • il graduale riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo.
Logo dell'ICQRF

Le forze dell'ordine e le autorità italiane che hanno l'obiettivo di contrastare le attività delle agromafie, identificando gli alimenti oggetto di frode alimentare, bloccandone la vendita e sanzionando i responsabili sono, oltre alla Guardia di finanza:

  • il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare[29], che esegue materialmente controlli e perquisizioni. Esso opera anche nell'ambito della verifica del corretto impiego dei fondi della Politica agricola comune dell'Unione Europea;
  • l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF)[30], dipartimento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che vigila anche sui marchi protetti dalla legge europea come DOP, IGP e Bio, spesso falsificati nell'ambito delle frodi commerciali.

Inoltre, l'Eurispes, la Coldiretti e l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare pubblicano periodicamente un rapporto congiunto sul fenomeno, nel quale analizzano il fenomeno delle agromafie nelle sue varie declinazioni e propongono eventualmente delle soluzioni.[31]

Agromafie in Europa e nel Mondo

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Barili contenenti il miele sequestrato a Chicago[32]

Il fenomeno delle agromafie si è espanso drasticamente non solo in Italia, ma anche in molti Paesi europei e non europei. Nell'ambito dell'operazione "Opson VIII", organizzata dall'Europol e dall'Interpol in 78 Paesi, sono state arrestate 672 persone. In tutto, sono state sequestrate 16.000 tonnellate di alimenti e 33 milioni di litri di bevande segnalate come potenzialmente pericolose a seguito di 67.000 controlli effettuati in zone industriali, mercati, porti, negozi e aeroporti, per un valore totale di 100 milioni di euro. Come nelle precedenti operazioni, l'alcol non a norma è stato il prodotto più sequestrato, con 33.000 tonnellate in tutto, seguito dai cereali con 3.628 tonnellate.[33]

L'agromafia non sfrutta il caporalato solo in italia: ad esempio un prodotto agroalimentare su cinque che arriva dall'estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori. Questi casi sono stati registrati in diversi Paesi UE ed extra-UE, come il Vietnam, la Germania, la Spagna e il Myanmar.[34]

Un caso eclatante di contraffazione alimentare è avvenuto in Spagna nel maggio del 1981: più di 25.000 persone furono ricoverate con gravi sintomi come nausea, febbre e difficoltà respiratorie. Mille di queste morirono o riscontrarono danni permanenti. La causa è stata l'anilina, una sostanza tossica presente nell'olio di colza, spacciato per olio da cucina nonostante sia destinato alla lubrificazione e non all'uso a scopi alimentari. Dopo la scoperta furono ritirate tutte le bottiglie contraffatte e infatti il numero di persone ammalate calò drasticamente.[35]

Nel giugno 2016 fu sequestrata una grande quantità di miele nella periferia di Chicago. Diverse indagini interne e di frontiera hanno permesso il sequestro di 60 tonnellate di miele falsificato; al momento è la più grande indagine su una frode alimentare mai compiuta negli Stati Uniti. Il miele illegale, che conteneva alcune sostanze contaminate presenti in antibiotici illegali, proveniva dalla Cina e il valore complessivo della merce sequestrata ammontava a centinaia di milioni. Le sanzioni applicate sono arrivate ad eguagliare quelle per il traffico illecito di droga.[32]

Un problema in continua espansione è quello della falsificazione dei marchi DOP e GIP, soprattutto in Francia. Il mercato di tali prodotti ha un valore di 1 miliardo di euro annui e rappresenta il 10,3% del totale. Questo tipo di contraffazione avviene anche nel resto del mondo, specialmente in America, con il fenomeno dell'Italian sounding, che comporta l'abuso del marchio "Made in Italy".[36]

  1. Eurispes e Coldiretti, 3º rapporto sui crimini agroalimentari in Italia.
  2. 2,0 2,1 Massimiliano De Lassaletta, Frode alimentare: distinzione fra “frode sanitaria” e “frode commerciale”, su Filodiritto, 13 marzo 2017.
  3. 3,00 3,01 3,02 3,03 3,04 3,05 3,06 3,07 3,08 3,09 3,10 LE FRODI: concetti di adulterazione, sofisticazione, alterazione, contraffazione, pericolosità, nocività e genuinità. (PDF), su Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, Ministero della Salute.
  4. Non determinano un'adulterazione le modifiche naturali o comunque accidentali, è invece necessario ci sia un intervento umano.
  5. 5,0 5,1 Come riconoscere un olio extravergine contraffatto, su I&P.
  6. Nicola e Enzio Lucca, Come riconoscere i falsari di vino pregiato, su ExpoItalyAdv, 17 ottobre 2018.
  7. 7,0 7,1 Martina Pugno, Scopriamo quali sono i 10 cibi più contraffatti sulle nostre tavole, su Tutto Green, 4 maggio 2017.
  8. 8,0 8,1 La top 5 dei cibi italiani più taroccati, su Buonissimo, ItaliaOnline.
  9. Sara Fantini, Frodi nella filiera della carne bovina: la contraffazione è la maggiore minaccia, su ruminantia.it, 14 maggio 2020.
  10. Leonardo Masnata, Le frodi della carne bovina: un report ventennale spiega quali sono le più comuni, su Il Salvagente, 12 maggio 2020.
  11. Blitz "Passo e chiudo"​: i nomi dei sette arrestati, su Taranto Buonasera, 24 novembre 2018.
  12. Caffè contraffatto, maxi sequestro da 500mila euro, su Affari Italiani, 22 settembre 2017.
  13. Leonardo Masnata, Mozzarella di bufala con latte avariato e soda caustica: sequestrate 3 aziende, su Il Salvagente, 10 febbraio 2017.
  14. Mozzarella di bufala contraffatta, denunciato per frode un caseificio spagnolo, su Alimentando, 20 gennaio 2021.
  15. 15,0 15,1 15,2 Claudia Costa, Italian Sounding food: che cos'è e perché è così importante, su agrifood.tech, 25 marzo 2020.
  16. Italian sounding: un business globale da 60 miliardi di euro, su mark-up.it, 30 aprile 2015.
  17. Eurispes, p. 185
  18. Caporalato, un reato penale, su theitaliantimes.it, 18 giugno 2020.
  19. Rapporto FLAI CGIL caporalato (PDF), su FLAI.
  20. Contrasto al caporalato, su altalex.com.
  21. I numeri del caporalato in Italia, su fieragricola.it.
  22. 22,0 22,1 Eurispes, pp. 365-366
  23. Per ordine economico s'intende l'equilibrio delle attività produttive e del commercio.
  24. Spiegazione dell'art. 444 Codice Penale, su Brocardi.
  25. Art. 516 Codice Penale. Note., su Brocardi.
  26. Modifica degli articoli 242, 243, 247, 250 e 262 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265: Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande., su Normattiva, Presidenza del consiglio dei ministri. URL consultato il 31 maggio 2021.
  27. Enrico Napoletano, Reati agroalimentari e responsabilità degli enti: verso un nuovo modello organizzativo con efficacia esimente?, su Giurisprudenza Penale, 4 giugno 2020.
  28. Disegno di legge: "Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari" (2427), su Camera dei Deputati.
  29. Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, su Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  30. Competenze ICQRF, su ICQRF - Ispettorato centrale repressione frodi, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  31. Eurispes
  32. 32,0 32,1 (EN) Counterfeit cuisine? How food fraud can get into your kitchen, in ABC 7 Chicago, 24 febbraio 2017.
  33. CINQUE MESI DI INDAGINI EUROPEE CONTRO LA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE, su Garantitaly.
  34. Eurispes, Coldiretti, Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, 3° RAPPORTO SUI CRIMINI AGROALIMENTARI - DOCUMENTO DI SINTESI (PDF), su Camere di commercio d'Italia.
  35. François Burgay, Olio contraffatto: il caso della Spagna, su Amo la chimica, 26 maggio 2020.
  36. Falsi Dop e Igp valgono 4,3 miliardi. Contraffazione colpisce soprattutto Francia e Italia, su Il Sole 24 ORE, 29 aprile 2016.

Bibliografia

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  • Eurispes e Coldiretti, 6º rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, Roma, Minerva, 2019, ISBN 9788833241272.

Collegamenti esterni

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Maltrattamento degli animali

Indice del libro

Al giorno d'oggi sentiamo molto spesso parlare di maltrattamento animale, perché gli animali vengono sempre più riconosciuti come parte integrante della famiglia. Ma cos'è e come si riconosce? Si definisce maltrattamento animale qualsiasi modo per sottoporre un animale a condizioni dolorose, non appropriate o non degne; a umiliazione o dolore fisico o psicologico. In sostanza, il maltrattamento sugli animali riguarda l'uccisione, la violenza, i combattimenti clandestini, l'abbandono, la loro commercializzazione, etc. Durante gli anni c'è stato un leggero calo di segnalazioni, non perché i reati non vengano commessi, bensì perché mancano le denunce da parte dei cittadini o degli stessi medici veterinari. Ogni anno in Italia vengono abbandonati in media 80.000 gatti e 50.000 cani i quali rischiano di morire di incidenti, di stenti, o per maltrattamenti. Nel 2017 sono stati aperti circa 26 fascicoli al giorno per reati contro gli animali, circa 9.500 nell'anno, e sono state indagate 5.850 persone.

Cosa posso fare se vedo un animale in difficoltà?

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In caso ti capitasse di vedere un animale in uno degli stati appena citati, raccogli le informazioni essenziali per descrivere quanto sta accadendo; quindi verifica se l'animale: ha catena corta o tale da impedire il movimento, non ha un posto sicuro per essere riparato dalle intemperie, presenta cattive condizioni fisiche o igieniche o segni evidenti di sofferenza causate dall'irregolarità nella somministrazione del cibo e/o di acqua e denuncialo al numero verde 1515 che provvederà al sequestro dell'animale, consegnandolo presso un custode giudiziario come pubblici ufficiali, associazioni ed enti riconosciuti o privati cittadini.

Abbandono degli animali

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Dog kennel in Longyearbyen
Dog kennel in Longyearbyen

Una tipologia di violenza sugli animali è l'abbandono: l'adozione di un animale è una decisione molto importante, che richiede responsabilità e consapevolezza da parte dell'adottante, ma purtroppo accade spesso che l'entusiasmo dell'adozione non corrisponda alla responsabilità della gestione dell'animale. Le zone maggiormente colpite da questo fenomeno sono i Paesi di fascia intermedia, che non possiedono ancora delle misure a tutela degli animali, a differenza dei Paesi economicamente e culturalmente progredite, dove il numero degli animali abbandonati si è molto ridotto, fino a non rappresentare più un'emergenza[1]. Inoltre, l'apice di questo fenomeno viene raggiunto soprattutto nel periodo estivo e si stima che ogni anno in Italia vengano abbandonati in media 80.000 gatti e 50.000 cani e che la percentuale che rischia di morire in incidenti o maltrattamenti sia più dell'80%[2], un fenomeno che gli esperti chiamano “morte affettiva”, ovvero una condanna a morte dell'animale stesso. Adesso, grazie all'art. 727 del codice penale, l'abbandono degli animali è un reato punibile con l'arresto fino a un anno di reclusione o con una multa che va dai €1.000 ai €10.000 o con la possibilità di confisca dell'animale[3]. Un altro aspetto di cui si dovrebbe tener conto sono gli alti costi sociali, in quanto la gestione degli animali abbandonati e la custodia dei canili sono tutte a spese a carico della comunità.

Cosa possiamo fare

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In caso si trovi un animale all'apparenza randagio o abbandonato, la miglior cosa da fare è avvertire, tenendo conto che la scelta di chi avvertire dipende da dove è stato trovato l'animale[4]. Se lo si trova in autostrada, il miglior modo per farlo è segnalarlo telefonicamente la presenza dell'animale, contattando la polizia stradale che si occuperà della salvaguardia dell'animale. Se lo si trova nelle strade urbane, invece, bisogna contattare il Comando della Polizia Municipale o in alternativa ci si può rivolgere ai Carabinieri per la tutela dell'ambiente. Inoltre, per coloro che abbandonano gli animali con l'arrivo delle vacanze estive, si potrebbero creare degli specifici enti che promuovano la protezione degli animali attraverso delle specifiche campagne di sensibilizzazione contro questo fenomeno, come l'adozione consapevole. L'adozione consapevole o responsabile [5], tenuta nei centri di accoglienza, consiste nell'adottare un animale, ma prima è fondamentale iniziare un processo di conoscenza tra l'animale e la famiglia adottante, che verrà monitorata per un certo periodo, così da risolvere eventuali problemi. Per chi non ha la possibilità di tenere animali in casa, esistono le adozioni a distanza, che consistono in un contributo economico per il mantenimento di un esemplare abbandonato. Un terzo modo per aiutare è il supporto al cane libero accudito, oppure cane di quartiere, vale a dire cibare e dare conforto ai cani riconosciuti come parte della società e che vivono liberi per le strade.

Commercio e detenzione di animali esotici

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Capped_Leaf_Monkey

Il commercio di animali esotici consiste nell'acquistare e rivendere gli animali esotici. Per animali esotici si intendono le specie animali che non abitano di propria natura sul territorio nazionale. [6] In tutto il mondo il commercio illegale è cresciuto molto negli ultimi anni perché è considerato un'attività a basso rischio e alto rendimento, infatti è stato stimato un volume d'affari di qualche miliardo di euro all'anno. In particolare, in Europa è stato riconosciuto come una priorità nell'ambito della lotta alla criminalità organizzata. [7] Lo sviluppo di questo fenomeno è favorito dalla povertà degli abitanti locali, poiché in cambio di poco denaro i trafficanti riescono ad ottenere gli esemplari richiesti.

L'habitat perduto

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Gli animali esotici, sottratti dal loro habitat naturale, subiscono, durante il trasporto, vari maltrattamenti compresa la privazione dei beni primari per sopravvivere. A causa di ciò gli animali esotici che giungono a destinazione sono pochi. Purtroppo, il commercio di animali esotici non riguarda solo gli animali vivi, ma anche alcune parti di quelli morti che senza alcun fondamento scientifico vengono utilizzate come rimedi medicali. Rispetto ai suddetti aspetti negativi legati al commercio di animali esotici bisogna anche aggiungere il fatto che spesso tali animali, tenuti o commerciati illegalmente, laddove vengono ritrovati e sequestrati dalle forze dell'ordine, per scarsità di fondi non possono tornare nel loro paese di origine. In tali casi, al fine di fare il possibile per salvarli si cerca di dare loro ospitalità in centri specializzati come i giardini zoologici.[8].

Le multe e i sequestri non saranno mai sufficienti finché c'è qualcuno che sente il bisogno di acquistare animali esotici o mangiare cibo a base di specie protette, alimentando così i mercati illegali. E' necessario un cambiamento culturale per far si che ci sia maggiore rispetto per gli animali e in particolare per le specie esotiche o in via d'estinzione. Finalmente in Italia è stata approvata, su impulso dell'Unione Europea e in particolare del Regolamento Europeo 2016/429, in merito alle malattie animali trasmissibili, la Legge Delega relativa ai divieti, restrizioni a importazioni, detenzione e commercio di animali. Infatti, al fine di contrastare in maniera efficace epidemie e pandemie tutti gli animali esotici non potranno più essere importati e/o detenuti sul territorio italiano.[9] A rendere nota tale notizia è stata la Lav.

Maltrattamento animali da circo

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German_circus_elephant

Quante volte siamo andati al circo per goderci una giornata con i nostri amici o parenti e divertirci guardando umani e animali esibirsi? All'apparenza i circhi possono sembrare dei luoghi in cui regna l'allegria, ma, purtroppo, gli animali provano tutt'altro che felicità.

Per i circensi far ballare un orso, far sì che gli elefanti possano mantenersi sulle zampe posteriori o far saltare felini attraverso dei cerchi infuocati è naturale. Quello che non sappiamo è che per un animale questo non è assolutamente normale e i circencensi usano la violenza per stravolgere l'istinto dell'animale. L'ex circense Liana Orfei sostiene che "la tigre è pericolosa perché, oltre a essere astuta, è vigliacca. La tigre ti attacca a tradimento. Mentre il leone in genere è leale (...). La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente. [...] possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché lo loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po' di pesce ottieni quello che vuoi". Per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte: "... poi ricomincia la storia con la carne finché la belva si rende conto che se va su riceve dieci-dodici pezzettini di carne, sa va giù la picchiano, e allora va su."[10] Questa testimonianza dimostra come gli animali vengono addestrati tramite dei metodi brutali. Però le violenze non si fermano qui: in primo luogo l'animale viene allontanato dalla madre e dal suo ambiente naturale e si ritrova in un luogo sconosciuto, successivamente questi animali vengono tenuti per la maggior parte del tempo in gabbie non adatte alle loro esigenze e sono sempre incatenati. Oltre a questi problemi c'è anche quello riguardante il clima, infatti molti animali non sono abituati a un clima troppo caldo o freddo, e gli spostamenti, che possono essere anche molto lunghi e che quindi causano disagio agli animali.

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Purtroppo questi animali non possono essere liberati in natura, perché non avrebbero probabilità di sopravvivenza avendo vissuto in cattività. Di conseguenza la soluzione migliore è quella di non supportare i circhi con animali, ma di supportare quelli che valorizzano la bravura degli artisti. Un'altra alternativa, nata presso il Circo Roncalli, è quella di usare al posto degli animali ologrammi, che, grazie a dei proiettori collocati attorno alla pista, riescono a farci avere l'impressione di star vedendo esibizioni, realistiche o fantasiose, degli stessi animali che in precedenza venivano sfruttati per divertire il pubblico.[11]

Tutela degli animali in ambito legislativo (in Italia e in Europa)

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Attraverso la legge n.201 del 2010[12],l'Italia ratifica la Convenzione approvata dall'UE riguardante la direttiva che protegge gli animali da compagnia che sono, secondo il ‘'regolamento n.988 del 26 maggio 2003:

  • cani
  • gatti
  • furetti
  • pesci
  • anfibi e rettili
  • invertebrati (esclusi crostacei e api)
  • uccelli
  • roditori
  • conigli domestici

questa convenzione più precisamente:

  • punisce l'abbandono;
  • ribadisce il diritto dell'animale ad essere curato;
  • impone il divieto di intervenire chirurgicamente su un animale
  • specifica la procedura di eutanasia
  • stabilisce il limite di età di 16 anni per adottare un animale

I cinque criteri di benessere

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L'UE tutela inoltre tutti gli animali di fauna selvatica e gli animali utili alla sperimentazione scientifica (esenti per legge dalla sperimentazione dei cosmetici) secondo cinque principali criteri di benessere[13] che sono:

  • la libertà dalla fame e dalla sete;
  • la libertà dai disagi ambientali;
  • la libertà dal dolore;
  • la libertà di manifestare comportamenti caratteristici della specie;
  • la libertà dalla paura e dallo stress.

Sfortunatamente l'UE non detiene ancora una direttiva specifica riguardante il corretto trattamento degli animali da Circo,se non dei provvedimenti che ne garantiscano il corretto spostamento.

La tutela della fauna selvatica

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L'UE gode di diversi provvedimenti utili alla protezione della fauna selvatica. Lo scopo è limitare cattivi fenomeni come la caccia sregolata o il commercio illecito di specie protette e dei prodotti da esse derivati.Questi provvedimenti sono:

  • la tutela di circa 500 specie di uccelli selvatici all'interno della sua natura;
  • la tutela di balene, delfini e foche, che per legge sono esenti da cattura e uccisione;

all'interno delle acque europee (già nel 1986 venne approvata la moratoria sulla caccia commerciale alle balene);

  • le norme che regolano i metodi di cattura-è severamente proibito, per esempio, l'uso di tagliole;
  • il divieto di commercio di prodotti derivati dalle foche;
  • il divieto di ricavare pellicce da cani e gatti;
  • il divieto di commercializzare prodotti derivati da animali selvatici o a rischio di estinzione.

Protezione di animali utili alla sperimentazione scientifica

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In Europa esiste un quadro legislativo che serve per difendere determinate specie di animali dallo stress causato dalla sperimentazione di farmaci, sostanze chimiche o additivi alimentari(gli animali sono per fortuna obbligatoriamente esenti dalla sperimentazione di cosmetici dal 2018).

Questi criteri sono:

  • il replacement: sostituzione regolare degli animali;
  • la reduction: riduzione del numero di animali utilizzati per lo stesso scopo;
  • il refinement: riduzione del dolore causato sull'animale durante l'esperimento.

Lo scopo principale di questi tre fondamentali criteri è quello di evitare che un compito così importante e già propriamente rischioso per ogni animale si trasformi in fonte di sofferenza e stress per lo stesso, in una forma evidente di ecoreato.

In Italia sono presenti quattro leggi che tutelano propriamente la violenza animale. Queste sono:

  • la legge nazionale n.189 del 2004, che tutela gli animali indifferentemente dalla specie a cui appartengono.Vieta inoltre il maltrattamento degli animali, nonché l'impiego degli stessi in combattimenti clandestini e competizioni;
  • l'articolo 544 ter del codice penale, che punisce (con reclusione dai 3 ai 18 mesi o con una sanzione dai 5000 ai 30000 euro) chiunque cagioni una lesione ad un animale o lo sottoponga a lavori insopportabili o a fatiche che non siano conformi al comportamento della sua specie;
  • l'articolo 727 del codice penale, che punisce (con detenzione fino a un anno o con una sanzione dai 1000 ai 10000 euro) chiunque abbandoni animali domestici o li detenga in condizioni incompatibili con la loro natura;
  • la legge n.281 del 14 agosto 1991, che tutela gli animali d'affezione e che, in particolare, ha il compito di prevenire il randagismo. L'Italia riconosce il diritto alla vita dei randagi, vietando la soppressione di essi se non in casi di comprovata pericolosità.

Purtroppo in alcuni paesi permangono ancora al giorno d'oggi delle leggi che regolano la soppressione di animali randagi dopo un periodo di stallo in apposite strutture sanitarie o rifugi.

Partiti e movimenti non governativi che difendono gli animali

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Nel mondo sono presenti diversi partiti (nella legislazione italiana e straniera) e movimenti non governativi che cercano di difendere gli animali e l'ambiente in cui essi vivono. Tra questi possiamo evidenziare i seguenti.

Partito animalista

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Il cui manifesto afferma tali obiettivi:

  • aumentare lo status legale degli animali;
  • estinguere deroghe legali e sovvenzioni per tradizioni culturali o religiose che implicano la crudeltà verso gli animali (corrida e macellazione in dolore);
  • combattere il commercio illecito di animali;
  • attuare un vero e proprio Divieto di caccia, vietando anche l'importazione di trofei dalla fauna selvatica;
  • Terminare il trasporto a lunga distanza di animali vivi all'interno e all'esterno dell'UE.

Il WWF (World Wide fund for nature)

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WWF_Big_Ballon_2013

E' un'associazione non governativa che nasce nel 1961 in Svizzera[14], al fine di impedire il cambiamento climatico e di tutelare alcuni animali in via d'estinzione. Il logo di questa associazione è proprio contraddistinto da un panda. I loro principali obiettivi sono:

  • ridurre le minacce per le specie a livello locale;
  • convincere le istituzioni a promuovere interventi concreti di conservazione delle specie e degli ambienti in cui esse vivono;
  • incoraggiare le comunità a preservare le specie.

La LAV (Lega anti vivisezione)

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La LAV (o lega anti vivisezione)[15] viene fondata nel 1977,ed è tutt'oggi riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano come un'organizzazione di utilità sociale.

Il loro principale obiettivo è fermare qualsiasi forma di sfruttamento e sofferenza animale,promuovendo un cambiamento culturale che educhi il singolo cittadino ad un corretto rapporto con gli altri animali.

  1. https://clinicalaveterinaria.it/it/abbandono-degli-animali/
  2. https://www.lav.it/aree-di-intervento/animali-familiari/abbandono-animali
  3. https://www.naturaltrainer.com/it/it/articolo-727-codice-penale/
  4. https://www.purina-friskies.it/magazine/consigli-adozione/prevenzione-abbandono-animali
  5. https://www.buoncanile.it/adozioni/adozione-consapevole/
  6. https://www.to.camcom.it/commercio-al-dettaglio-di-animali-esotici
  7. https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/03/09/news/papagalli_tartarughe_e_perfino_tigri_che_fine_fanno_gli_animali_sequestrati_dai_bracconieri-290985029/#:~:text=Ma%20una%20volta%20sequestrati%2C%20che,comandante%20del%20Raggruppamento%20Carabinieri%20biodiversit%C3%A0
  8. https://forestlife.it/il-traffico-illegale-di-animali-esotici-e-in-continua-crescita/
  9. https://www.lav.it/news/esotici-stop-commercio
  10. https://www.agireora.org/circhi/
  11. https://www.corriere.it/animali/19_giugno_04/primo-circo-che-usa-ologrammi-posto-animali-b299eb46-86ba-11e9-aa8a-b6cfaffcadf0.shtml
  12. https://www.unicusano.it/blog/didattica/master/diritti-degli-animali/
  13. https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20200624STO81911/benessere-e-tutela-degli-animali-le-norme-ue-video
  14. https://www.wwf.it/campania/sos_ambiente/contatta_lo_sportello/maltrattamento_animali/#:~:text=La%20legge%20nazionale%20n.,indifferentemente%20dalla%20specie%20cui%20appartengono.
  15. https://www.lav.it/chi-siamo/scopri-chi-siamo


Incendi boschivi

Indice del libro

Incendi: cosa fare?

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Di fronte ad un incendio, di qualsiasi natura, è opportuno e necessario sapere come comportarsi, è per questo consigliato seguire una serie di passaggi e fasi, oltre a comportamenti adeguati.

Ipotizzando di aver appena scoperto un piccolo o medio incendio è necessario mantenere la calma e agire con la massima razionalità, proprio scelte avventate o metodi improvvisati e inefficaci di estinzione del fuoco sono la causa della moltiplicazione esponenziale dei danni prodotti dall'incendio. Lo stesso ragionamento e quindi lo stesso comportamento sono considerati opportuni da mantenere dinanzi ad un incendio scoppiato tra gli alberi, in un bosco, in una piccola foresta. Sempre ricordando, che in Italia, boschi e foreste non possono mai bruciare per autocombustione, per ragioni legate all'esposizione al Sole differente rispetto ai Paesi situati lungo la zona equatoriale, deduciamo come in caso di incendio la più plausibile delle ragioni sia l'intervento dell'uomo che talvolta anche involontariamente causa questi disastri.

Un incendio non divampa mai in pochi secondi, le fiamme richiedono tempo perché possano espandersi; partendo generalmente dal basso, dall'erba sul terreno, le lingue di fuoco si arrampicano come serpenti roventi prima sulle piante più basse per poi arrivare sulle chiome più alte degli alberi risalendo i tronchi più robusti. Sfruttando a nostro vantaggio la schematicità con la quale un incendio cresce, possiamo renderci conto dell'importanza che ha l'intervento repentino sul fuoco ancora debole; infatti, sono numerose le catastrofi evitate ed estinte sul nascere anche con semplici gesti come pochi getti d'acqua su quella che poteva essere l'origine di un danno irreparabile.

Se i consigli precedenti non dovessero bastare, forse perché ci si è accorti dell'incendio troppo tardi o in mancanza di una fonte d'acqua adeguata allo spegnimento delle fiamme è utile seguire questi passaggi, fondamentali specialmente nel caso in cui si fosse certi che l'origine del fuoco sia dolosa:

  • ricordare sempre di posizionarsi in senso opposto alla direzione del vento per evitare d'essere circondati dalle fiamme;
  • chiamare i soccorsi al più presto, ricordando che il 115 è il numero veloce per i vigili del fuoco, è consigliabile contattare anche il 118 per interventi rapidi in caso di necessità e ovviamente rivolgersi alla polizia o alla finanza per denunciare il reato;
  • attendere l'arrivo dei soccorsi non tentando di controllare il fuoco da soli;
  • se ci si dovesse trovare all'interno di un'abitazione sarebbe sconsigliato uscirne se non si è sicuri che la via di fuga sia libera.

Dal punto di vista scientifico

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In questi ultimi tempi gli scienziati stanno sviluppando nuove conoscenze e nuovi mezzi che possano rivelarsi tecnicamente efficaci davanti ad un incendio. Gli studi più recenti indicano come i cambiamenti climatici influiscano nettamente negli sviluppi dei mega-fires, però, con i progressi compiuti dagli studiosi, sono stati acquisiti mezzi in grado di fornire molteplici informazioni sulla pianificazione territoriale, così da ottimizzare le strategie anche con il problema dei cambiamenti climatici. Essi si dividono in 2 gruppi:

  • incendi dolosi, ovvero gli incendi causati volontariamente dalle persone per fare danno;
  • incendi colposi, ovvero gli incendi causati involontariamente, come una sigaretta buttata in un posto infiammabile, o anche dei fuocherelli che con lo scopo di bruciare le sterpaglie, si sono propagati in tutto il territorio.

Possiamo affermare che il clima è molto importante per lo sviluppo di un incendio, in quanto, soprattutto in estate, il calore elevato e le scarse precipitazioni rendono le piante più secche, così da far propagare il fuoco più velocemente; inoltre, un altro fattore che influisce nello sviluppo dell'incendio è il vento. In Italia sono state effettuate diverse simulazioni per valutare come i cambiamenti climatici influiscono in un incendio, e Michele Salis, Responsabile dell'ufficio stampa Ordine Ingegneri Cagliar, assieme alla sua squadra di ricerca, ha affermato quanto segue: "Sappiamo che nel futuro ci sarà un allungamento della stagione degli incendi per tutto il territorio italiano, questo significa che aumenterà il numero delle giornate in cui la vegetazione, a causa dello smisurato calore e dello stress idrico dovuto a diminuzione di precipitazioni, sarà in condizioni tali da favorire gli incendi".

Inoltre, in questi ultimi tempi, le campagne occupate da contadini si riducono, così che dove prima giacevano pascoli, adesso ci sono boschi e arbusti. Anche le periferie delle città si espandono verso i boschi, il fuoco dal bosco arriva in città, generando, così, non solo problemi per arginare le fiamme, ma anche problemi di protezione civile.

Il pericolo più comune per i boschi è il loro incendio. Gli incendi boschivi sono vecchi quanto i boschi stessi; rappresentano una minaccia per la ricchezza boschiva ma anche per l'intero regime, per la fauna e la flora, mettendo in pericolo, quindi, la biodiversità, l'ecologia e l'ambiente, alterando i cicli dell'acqua, la fertilità del suolo, mettendo in pericolo la vita e il sostentamento delle comunità locali. Soprattutto d'estate, quando non piove da mesi, i boschi sono disseminati di foglie secche che potrebbero prendere fuoco, accese da una minima scintilla. La stragrande maggioranza degli incendi boschivi è causata dagli esseri umani. Le cause correlate all'uomo derivano dall'attività umana e dai metodi di gestione boschiva. Questo genere di incendi può essere causato accidentalmente o intenzionalmente:[1]

  • incendi causati da apertura o rinnovazione del pascolo per mezzo del fuoco
  • incendi causati con l'intento di distruggere per mezzo del fuoco opere forestali non eseguite correttamente o non collaudabili;
  • incendi causati con l'intento di essere inclusi come operai nelle squadre antincendio o nei lavori di ricostruzione;
  • piromania;
  • incendi causati da varie attività di ripulitura di incolti;
  • incendi causati da eliminazione di residui vegetali boschivi e agricoli (per esempio avanzi di potatura);
  • incendi causati da miglioramento del pascolo;
  • incendi causati da bruciatura delle stoppie;
  • incendi causati da attività di ripulitura di scarpate stradali o ferroviarie;
  • incendi causati da attività ricreative o turistiche (ad esempio fuochi di barbecue);
  • incendi causati da lanci di petardi o razzi, brillamento di mine e esplosivi, lancio di mongolfiere di carta;
  • incendi causati dall'uso di apparecchi a motore, a fiamma, elettrici e meccanici;
  • incendi causati da manovre militari o esercitazioni di tiro;
  • incendi causati da bruciatura di rifiuti in discariche abusive;
  • incendi causati da abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi.

Molti incendi boschivi derivano da cause naturali come meteoriti, vulcani o fulmini (quelli freddi che hanno corrente elettrica intensa ma di durata relativamente breve e quelli caldi che hanno corrente con meno voltaggio ma si verificano per un periodo di tempo più lungo) che incendiano gli alberi; l'attrito dei bambù che ondeggiano a causa dell'alta velocità del vento e delle pietre rotolanti che provocano scintille. Le cause di tipo ambientale sono in gran parte legate alle condizioni climatiche come la temperatura, la velocità e la direzione del vento, il livello di umidità nel suolo e nell'atmosfera e la durata nei tempi di siccità: tutto ciò offre circostanze favorevoli per l'inizio di un incendio. Si prevede, purtroppo, che il riscaldamento climatico dovuto all'aumento delle emissioni di gas serra aumenterà drasticamente il rischio di incendi boschivi, molto grandi e dannosi, nei prossimi decenni. Nella classificazione degli incendi ci sono anche incendi di origine ignota, per i quali non è possibile individuare una causa precisa.[2]

Gli incendi possono essere:

  • di superficie, quando bruciano diffondendosi lungo il terreno come lettiera di superficie, coinvolgendo foglie, ramoscelli ed erba secca, vegetazione bassa;
  • di chioma, quando coinvolgono la corona di alberi e arbusti spesso sostenuta da un fuoco di superficie. Quest'ultimo tipo è particolarmente pericoloso, poiché il materiale resinoso, emesso dai tronchi in fiamme, brucia furiosamente;
  • di terra, quando si diffonde al di sotto dello strato della lettiera penetrando alcuni centimetri sotto terra, avanzando con una combustione lenta e duratura.

Affinché un incendio si accenda e bruci, una quantità sufficiente dei tre seguenti elementi deve essere presente in combinazione:

  • combustibile, sotto forma di alberi vivi o morti, vegetazione e altra materia organica;
  • ossigeno nell'aria;
  • calore per accendere e bruciare, derivante da fulmini o fonti umane.

L'uomo, purtroppo, soprattutto a causa della sua negligenza, è uno dei principali responsabili degli incendi boschivi e recuperare un bosco percorso dal fuoco richiede un costo enorme. Pertanto è importante conoscere e adottare comportamenti corretti in situazioni di rischio, al fine di proteggere sé stessi, aiutare gli altri nonché facilitare le operazioni di soccorso. Sono sufficienti pochi, semplici accorgimenti per evitare di mandare a fuoco i boschi.

È da tanto tempo che l'uomo cerca di spiegarsi come funziona la natura, quale origine abbiano alcuni fenomeni atmosferici di particolare entità. La natura è imprevedibile: un giorno può mostrare la sua meravigliosa bellezza, un altro colpire con catastrofi di straordinaria potenza. Poiché uomo e natura sono saldamente interconnessi, a causa dell'uno o dell'altro, disastri si susseguono uno dopo l'altro. È per colpa dell'inquinamento prodotto dall'uomo, che fenomeni sempre più intensi ed estremi si verificano con conseguenze preoccupanti soprattutto nelle previsioni per il futuro. Gli incendi boschivi possono causare diversi danni in base alla loro tipologia: gli incendi di superficie, i più diffusi, distruggono l'erba e si propagano lungo lo strato inferiore dei tronchi degli alberi, senza però colpire gli strati più alti; gli incendi di chioma, anch'essi comuni risultano pericolosi, in quanto le fiamme rischiano di divampare molto rapidamente, propagandosi facilmente al resto del bosco. Questi incendi distruggono le creature esistenti: animali e piante, tra cui ricordiamo i canguri o i koala, specie a rischio estinzione; con l'aumento di questo fenomeno, anche il cambiamento climatico aumenta, e di conseguenza anche il riscaldamento globale. Ciò, non solo causa la distruzione di diversi milioni di ettari e una notevole perdita economica, ma anche la scomparsa di tantissime vite umane. Gli incendi boschivi implicano conseguenze catastrofiche in concomitanza con i vari cambiamenti climatici (soprattutto ondate di calore o siccità) e comportano un aumento costante delle temperature globali, delle precipitazioni, più o meno intense. Un'altra grave conseguenza riguarda il suolo, il quale, senza l'azione benefica dei lombrichi, perderebbe la sua fertilità, trasformando il paesaggio circostante da lussureggiante in un deserto. Inoltre, data la considerevole diffusione degli incendi sui pendii ripidi delle montagne, con la distruzione di alberi e boschi, verrebbe meno la positiva presenza delle radici che impediscono le frane. Se lo strato superiore di foglie e humus brucia, le rocce rotolano giù, fino a scontrarsi. Tra l'altro, lo strato di cenere depositata a causa delle fiamme è impermeabile, e pertanto, anche negli anni successivi all'incendio, la terra sottostante fatica ad assorbire l'acqua piovana che rimane in superficie, originando abbondanti strati di fango.

Per distruggere gli alberi bastano pochissimi minuti, mentre per fargli crescere sono necessari diversi anni. Le foreste rappresentano “i polmoni della terra” e senza, la respirazione sarebbe impossibile per tutti i suoi abitanti. Pertanto, il buon cittadino deve evitare azioni pericolose per il pianeta terra e quindi per lui stesso. [3]


Dal punto di vista legislativo

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Qui potete trovare le leggi principali riferenti gli incendi boschivi da metà del XX secolo sino agli inizi del 2000. Alcune di queste leggi, oltre a riguardare ciò che si può e che si deve fare e ciò che non bisogna fare, mostra le sanzioni a cui si va incontro se si disobbedisce ai divieti imposti da queste leggi. La maggior parte di queste leggi sono state riscritte, modificate e semplificate per facilitarne la comprensione.

Legge 9 ottobre 1967, n. 950

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Le sanzioni relative agli incendi boschivi previste nei regolamenti della polizia forestale sono aumentate da minimo L. 20.000 a massimo L. 200.000.

Legge 21 novembre 2000, n. 353

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  1. Le disposizioni di questa legge hanno il compito di conservare e difendere dagli incendi i boschi, i quali sono un bene insostituibile per la vita.
  2. Per assicurare il funzionamento del comma 1 gli enti competenti svolgono attività di previsione, di prevenzione e di lotta contro gli incendi boschivi con qualsiasi mezzo.
  1. Per incendio boschivo si intende qualsivoglia fuoco con la capacità di espandersi velocemente su aree verdi, strutture presenti all'interno di boschi, coltivazioni e pascoli.
  1. Le regioni approvano il piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
  2. Il piano, sottoposto a revisione annuale, individua:
a) le cause e i fattori predisponenti l'incendio;
b) le aree percorse dal fuoco nell'anno precedente;
c) le aree a rischio di incendio boschivo;
d) i periodi a rischio di incendio boschivo;
e) gli indici di pericolosità;
f) le azioni determinanti anche solo potenzialmente l'innesco di incendio;
g) gli interventi per la previsione e la prevenzione degli incendi boschivi;
h) i mezzi per la lotta attiva contro gli incendi boschivi;
i) la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso e dei tracciati spartifuoco;
j) le operazioni di pulizia e manutenzione del bosco;
k) le esigenze formative e la relativa programmazione;
l) le attività informative;
m) la previsione economico-finanziaria delle attività previste nel piano stesso.
  1. In caso di inosservanza delle regioni, il Ministro delegato per il coordinamento della protezione civile, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato, deve impegnarsi a organizzare le attività di emergenza per lo spegnimento degli incendi boschivi.
  1. L'attività di previsione consiste dell'individuare aree a rischio di incendio e indici di pericolosità.
  2. L'attività di prevenzione consiste nel fare azioni mirate al fine di ridurre i potenziali incendi e interventi finalizzati a diminuire i danni conseguenti. Per realizzare questo obbiettivo sono stati utilizzati mezzi di controllo della vigilanza delle aree a rischio e fare interventi con la finalità di migliorare l'assetto della vegetazione, degli ambienti naturali e forestali.
  3. Le regioni programmano le attività di prevenzione e possono concedere contributi a privati proprietari di aree boschive per operazioni di pulizia e di manutenzione della selvicoltura.
  4. Le regioni provvedono a fornire apposite planimetrie relative alle aree a rischio e del grado di rischio di incendio del territorio.
  5. Le province e i comuni attuano le attività di prevenzione secondo le prerogative stabilite dalle regioni.
  1. Ai fini della crescita di un'effettiva educazione ambientale, lo Stato ne promuove l'integrazione nei programmi didattici delle scuole.
  2. Alle regioni spetta il compito di organizzare corsi di carattere tecnico-pratico per preparare i soggetti alle attività di previsione, prevenzione degli incendi boschivi e lotta attiva e partecipativa ad essi.
  3. Per l'organizzazione dei corsi le regioni possono avvalersi anche del Corpo forestale dello Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  1. Le amministrazioni statali, regionali e gli enti locali promuovono l'informazione della popolazione in merito alle cause di innesco di incendi e alle norme comportamentali da rispettare in situazioni di pericolo.
  1. Gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi comprendono le attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra e aerei.
  2. Il Dipartimento, garantisce le attività aeree di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato, assicurandone l'efficacia operativa e provvedendo al potenziamento di essa.
  3. Le regioni programmano la lotta attiva avvalendosi:
a. delle proprie strutture e dei propri mezzi;
b. aerei di supporto all'attività delle squadre a terra;
c. di risorse, mezzi e personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato;
d. di personale appartenente ad organizzazioni di volontariato dotato di adeguata preparazione professionale e di certificata idoneità fisica qualora impiegato nelle attività di spegnimento del fuoco;
e. di risorse, mezzi e personale delle Forze armate e delle Forze di polizia dello Stato;
f. di mezzi aerei di altre regioni in base ad accordi di programma.
  1. Su richiesta delle regioni interviene il centro operativo, con la lotta aerea secondo procedure prestabilite.
  2. Le regioni coordinano le operazioni a terra anche per rendere efficace l'intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi suddividibili in nuclei operativi speciali e di protezione civile da istituire con decreto del capo. Per questi motivi, le regioni possono avvalersi del Corpo forestale dello Stato tramite i centri operativi antincendi boschivi del Corpo medesimo.
  3. Il personale stagionale utilizzato dalle regioni per attività di prevenzione e reclutato con congruo anticipo rispetto ai periodi di maggiore rischio Le regioni sono autorizzate a stabilire compensi incentivanti in rapporto ai risultati conseguiti in termini di riduzione delle aree percorse dal fuoco.
  1. Il piano regionale prevede un'apposita sezione, definita di intesa con gli enti gestori.
  2. Per i parchi naturali e le riserve naturali dello Stato è predisposto un apposito piano dal Ministro dell'ambiente.
  3. Le attività di previsione e prevenzione sono attuate dagli enti gestori delle aree naturali protette.
  1. Il Ministro delegato per il coordinamento della protezione civile svolge attività di monitoraggio sugli adempimenti previsti dalla presente legge e riferisce al Parlamento sullo stato di attuazione della legge stessa.
  1. È consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia dell'ambiente su area boscata percorsa dal fuoco. E' inoltre vietata per dieci anni:
    • la realizzazione di edifici e di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive;
    • il pascolo e la caccia.
Sono vietate per cinque anni:
  • le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale.
  1. I comuni provvedono a registrare i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio.
  2. Nel caso di trasgressioni al divieto di pascolo si applica una sanzione non inferiore a lire 60.000 e non superiore a lire 120.000 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia si applica una sanzione non inferiore a lire 400.000 e non superiore a lire 800.000.
  3. Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici il giudice dispone la demolizione dell'opera e il ripristino dei luoghi a spese del responsabile.
  4. Nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni determinanti anche solo potenzialmente l'innesco di incendio.
  5. Per le trasgressioni ai divieti si applica la sanzione del pagamento di una somma non inferiore a lire 2.000.000 e non superiore a lire 20.000.000.

Decreto legge 19 aprile 2002, n. 68

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  1. Per le esigenze del Corpo forestale dello Stato connesse all'attività antincendi boschivi di competenza è autorizzata la spesa annua di euro 25.800.000.
  2. Per assicurare l'impiego nel settore della tutela del patrimonio forestale le Amministrazioni competenti stipulano convenzioni ed accordi diretti alla definizione di attività di presidio estivo antincendio.
  1. https://www.sicilyhiking.it/educazione-ambientale/gli-incendi-boschivi-un-danno-soprattutto-per-luomo/
  2. https://www.elicriso.it/it/incendi/cause_incendi/
  3. https://mathoplywood.com/it/quali-sono-le-conseguenze-degli-incendi-boschivi