Teatro delle donne: attrici, registe, compagnie femminili/Coreografe

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Indice del libro


Pina Bauch[modifica]

Pina bausch a Wiesenland show

Philippine Bausch detta Pina[1] (Solingen 1940 – Wuppertal 2009) è stata una ballerina e coreografa tedesca che ha contribuito in modo significativo alla danza neoespressionista conosciuta come Tanztheater.

Biografia[modifica]

Nata il 27 luglio 1940 a Solingen in una famiglia di pubblicani[2] e innamorata dalla danza già in tenera età, si è iscritta dapprima a corsi di danza classica per bambini e nel 1955 ha iniziato lo studio della danza in maniera professionale presso la Folkwang-Hochschule di Essen[3] (guidata da Kurt Jooss, un pioniere del movimento tedesco Ausdruckstanz ("danza espressiva" o "espressionismo"[4]) degli anni '20 e '30), diplomandosi nel 1959.

Carriera[modifica]

Arrivata a New York nel 1961 con una borsa di studio per la Juilliard School of Music, ha lavorato come ballerina al New American Ballet e al Metropolitan Opera House Ballet. È tornata ad Essen nel 1962 su richiesta di Jooss per ricoprire il ruolo di solista al Folkwang Dance Studio, appena fondato. Lì, oltre a Jooss[4], ha lavorato con Jean Cébron, Lucas Hoving, Antony Tudor, Hans Züllig. Alla fine degli anni '60 si è fatta notare con le sue prime coreografie, vincendo il primo premio al concorso coreografico di Colonia con Im Wind der Zeit ("Nel vento del tempo").

Nel 1973 ha fondato il Tanztheater Wuppertal e ne ha assunto la direzione, dando vita a un nuovo filone della danza contemporanea: il Tanztheater (teatro danza)[5], un preciso genere artistico che si differenziava dal balletto e dalla danza moderna per l'inclusione nello spettacolo di elementi recitativi, come l'uso della parola e del gesto teatrale[1].

È morta di tumore nel 2009 a Wuppertal.

Coreografie (selezione)[modifica]

  • Iphigenie auf Tauris (1974)[6]
  • Orpheus und Eurydike (1975)
  • Le Sacre du Printemps (1975)
  • Blaubart (Barbablù, 1976)[7]
  • Kontakthof (Luogo d'incontro, 1978)
  • Café Muller (1978)
  • Le Sacre Du Printemps (Sagra della Primavera, 1988)
  • Palermo, Palermo (1989)
  • Sweet Mambo (2008)

Premi e riconoscimenti[modifica]

  • New York Bessie Award (1984)[8]
  • Premio tedesco per la danza (1995)
  • Theatertreffen di Berlino (1997)
  • Praemium Imperiale in Giappone (1999)
  • Premio Europa per il Teatro
  • Laurea honoris causa in arti performative dall'Università di Bologna (1999)
  • Prix Nijinsky a Montecarlo (2005)
  • Maschera d'oro a Mosca (2005)
  • Leone d'oro della Biennale di Venezia (2007)
  • Premio Kyoto (2007)
  • Premio Goethe della città di Francoforte (2008

Onorificenze[modifica]

  • Grande Croce al merito (1997)
  • Commendatore dell'Ordine delle arti e delle lettere (1991)
  • Cavaliere della Legione d'onore (2003)

Editta Braun[modifica]

Editta Braun nel 2008

Editta Braun (nata a Vöcklabruck il 25 maggio 1958) è una coreografa, ballerina e insegnante di danza austriaca, pioniera della danza contemporanea nel suo paese. Nata a nell'Alta Austria, ha studiato danza classica e pianoforte, oltre ad allenarsi in ginnastica. Si è appassionata alla danza contemporanea nel 1982, in seguito allo spettacolo "1980" di Pina Bausch a Vienna, proseguendo successivamente con Wim Vandekeybus in un progetto di danza avviato da Szene Salzburg, imparandoo a mettere insieme ginnastica artistica e danza contemporanea e sportiva.

Nel 1982, insieme a Beda Percht, ha dato vita al Kollektiv Vorgänge che nel 1986 ha vinto il premio coreografico Bagnolet per lo spettacolo Lufus.Anni dopo, nel 1989, ha fondato a Salisburgo la compagnia Editta Braun, con la quale, in una ricerca continua di superamento dei confini corporei, ha prodotto e portato in tournée internazionali vari spettacoli di danza.

A partire dagli anni '80, nelle sue opere si è rafforzata l'impronta politica - già con la scelta dei temi delle commedie Voyage à Napoli, Luvos, vol. 2, Re Artù, Schluss mit kunst - mettendo in discussione il ruolo e il significato della creazione artistica di fronte alla guerra, alla fame, alle crescenti disuguaglianze, alla distruzione ambientale e all'estinzione delle specie. In seguito ha sviluppato una produzione interculturale e fmminista, portando avanti progetti socialmente impegnati che coinvolgevano artisti locali, soprattutto in Africa e Asia e ponendo in contrasto le loro identità storiche, culturali e sociali con le tradizioni dell'Europa centrale - es. India (1998, a Bangalore e Salisburgo), Manifest (2002, in Senegal e a Salisburgo) e Coppercity 1001 (2007-2008 ad Alessandria d'Egitto e Salisburgo) - o mettendo in luce i destini delle donne e scegliendo, negli ultimi tempi, cast esclusivamente femminili.

Premi e riconoscimenti[modifica]

  • Secondo Premio e Premio per la coreografia più innovativa al Concours Chorégraphique International de Bagnolet di Parigi per Lufus, Kollektiv Vorgänge (1986).
  • Medaglia di bronzo al New York Film Festival per Collision, con la regia di Othmar Schmiderer (1986).
  • Migliore regia al Festival Internazionale per il Teatro Sperimentale del Cairo per Nebensonnen (2001)
  • Internationaler Preis für Kunst und Kultur der Stadt Salzburg (2014)[9]
  • Großer Kunstpreis des Landes Salisburgo (2017)[9]
  • Migliore interpretazione d'insieme al Festival Internazionale per il Teatro Sperimentale del Cairo (2022)

Isadora Duncan[modifica]

« Se cerchiamo la vera fonte della danza, se ci rivolgiamo alla natura, allora troviamo che la danza del futuro è la danza del passato, la danza dell’eternità, che è stata e che sempre sarà. »
(Isadora Duncan[10])

Angela Isadora Duncan (San Francisco 1877 - Nizza 1927) è stata una ballerina e insegnante di danza statunitense, considerata la madre della danza contemporanea[10]. Con il suo nuovo stile di interpretazione, libero dalle regole accademiche e dagli artifici della danza tradizionale, ha influenzato lo stesso balletto classico e i balletti russi di Djagilev.

Biografia[modifica]

Isadora Duncan nel 1912

Nata in una famiglia numerosa, figlia dell'irlandese Mary Isadora Gray e del banchiere scozzese Joseph Charles Duncan, ha avuto due fratelli, Augustin e Raymond, e una sorella Elizabeth, anche lei ballerina. Subito dopo la nascita di Isadora, in seguito ad alcune operazioni finanziarie illegali del padre che hanno portato la famiglia in rovina, la madre ha chiesto il divorziò; ritrovatasi in povertà e dopo la morte di uno dei fatelli, la famiglia si è trasferita a Oakland, in California. Mentre la madre lavorava come sarta e insegnante di pianoforte, dopo aver frequentato la scuola dai sei ai dieci anni, abbandonandola perché troppo costrittiva, Isadora ha cercato di racimolare qualche soldo insegnando danza ai bambini del posto insieme ai fratelli[10].

Ha sposato l'attore e regista Gordon Craig (con il quale ha avuto la figlia Deidre) e l'industriale e mecenate Paris Singer dal quale ha avuto il figlio Patrick. Entrambi i figli, Deidre all'età di 7 anni, Patrick di 3 anni, sono morti annegati insieme alla tata in seguito ad un assurdo incidente, quando la vettura sulla quale viaggiavano, incustodita dal conducente sceso per verificare un guasto e lasciata senza il freno a mano, era finita nella Senna[11]. Dopo questa tragedia e la successiva morte, appena nato, di un altro figlio avuto l'anno dopo da un incontro fugace con un giovane artista italiano, Isadora ha cominciato a bere e la sua vita è diventata sempre più sregolata. Nel 1922 ha sposato in terze nozze il poeta russo Sergej Esenin conosciuto durante la sua esperienza sovietica dal quale si è separata dopo quindici mesi di inferno[11].

Studi fotografici originali di Isadora Duncan realizzati a New York (1915-18)

È morta la sera del 14 settembre 1927, strangolata da una sciarpa che si era impigliata nei raggi di una ruota della sua Bugatti sulla quale era appena salita per recarsi con un amico al ristorante sulla Promenade des Anglais a Nizza[12].

Carriera[modifica]

Isadora Duncan nel 1904

Nel 1896, dopo gli studi di danza classica, Duncan è entrata nella compagnia teatrale di Augustin Daly di New York, rimanendo delusa dall'ambiente e dalla sua spiccata gerarchia. Infelice e con il sentimento di non ewssre apprezzata, soprattutto nella sua visione naturale della danza, si è trasferita spesso per lavoro alla ricerca di nuove ispirazioni. Nel 1900 si è stabilita con la famiglia dapprima a Londra e successivamente a Parigi, dove ha iniziato a danzare su brani di musica classica in serate private per benestanti[10]. Nel 1902, Duncan ha accettato l'invito di Loie Fuller, un attrice dell'epoca, di partecipare in un suo tour che ha portato Isadora in tutta Europa. Nel frattempo si è dedicata alla creazione di nuove opere utilizzando la sua tecnica innovativa, che enfatizzava il movimento naturale in contrasto con la rigidità del balletto tradizionale. Nonostante le reazioni contrastanti della critica, Duncan è divenatata popolare per lo stile che la distingueva e che ha ispirato molti artisti dopo di lei (ne sono stati influenzati lo stesso balletto classico e i balletti russi di Djagilev)[10].

Nemica delle situazioni conformiste e commerciali (tournée, contratti, esibizioni pubbliche), perché sentiva che la distraevano dalla sua vera missione, Duncan desiderava solo creare bellezza e ispirare i giovani. Per proseguire la sua missione, Isadora ha decise di trasmettere la sua arte aprendo delle scuole di danza e insegnando la sua filosofia a sei donne (Anna, Erika, Gretel, Irma, Lisa e Theresa), chiamate le "Isadorables"[11], che ha adottato legalmente. Insieme alla sorella di Isadora, Elizabeth, tra varie vicissitudini (tra le quali lo scoppio della seconda guerra mondiale), le "Isadorables" hanno portato avanti la tecnica di Isadora Duncan nel mondo[10].

Tecnica[modifica]

Duncan ha dato il suo contributo al distacco dalla danza rigida e accademica. Seguendo un insegnamento improntato ai principi di François Delsarte, celebre teorico francese vissuto nell'Ottocento, riguardanti l'armonia del corpo e del movimento, Isadora Duncan ha liberato la danza dai rigori accademici[12]. Per lei la danza aveva radici nella danza sacra, traeva ispirazione dai movimenti naturali delle arti classiche greche. Danzava a piedi nudi e con una tunica bianca, usava quei concetti arrivati con la modern contemporary dance del Novecento, come l'uso del busto, le torsioni e l'oscillazione delle spalle, l'uso sapiente del peso del corpo in relazione al pavimento, i movimenti fluidi e connessi tra loro. Quello che contraddistingueva la danza di Isadora Duncan era la gioia di vivere, i movimenti naturali, la capacità di rendere ogni movimento apparentemente semplice ed innovativo.

Simone Forti[modifica]

Simone Forti nel 2004

Simone Forti (nata a Firenze il 25 marzo 1935) è una ballerina e coreografa statunitense che con le sue innovazioni nella danza postmoderna (inclusi Dance Constructions del 1961 e il contributo al primo movimento Fluxus), hanno influenzato molti ballerini e artisti di rilievo.[13]

Biografia[modifica]

Nata in una famiglia di industriali ebrei emigrati negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali, si è diplomata in psicologia e sociologia al Reed College di Los Angeles. Sposata con Robert Morris, scultore statunitense tra i principali esponenti del minimalismo, nel 1956 si è stabilita con il marito a San Francisco, iniziando lo studio della danza frequentando i Dancers' Workshop[14].

Carriera[modifica]

Gli innovativi laboratori di Anna Halprin a San Francisco le hanno fatto apprendere un nuovo modo di ballare e di costruire la coreografia, aperta all'improvvisazione e finalmente liberata dagli elementi non essenziali. Quattro anni dopo, a New York, Forti incontra Robert Dunn, che la introduce alla lezione di John Cage sulla libertà espressiva[14].

Martha Graham[modifica]

Martha Graham nel 1948

Martha Graham (Pittsburgh 1893 - New York 1991) è stata una danzatrice e coreografa moderna statunitense. Insieme a Hanya Holm, Charles Weidman e Doris Humphrey, era conosciuta come una dei "Big Four", fondatori della danza moderna americana.

Biografia[modifica]

Dopo aver scelto la danza come professione nel 1911, dal 1913 al 1920 Graham ha studiato danza e teatro, entrando a far parte, nel 1916, della compagnia Denishawn. Con la compagnia - proprietà di Ruth St. Denis e Ted Shawn, una delle prime scuole americane a fornire una preparazione professionale senza l'utilizzo della tecnica accademica[15] - Graham si è esibita in Xochtil (1920) e cimentandosi anche nell'insegnamento. Nel 1923 Graham ha proseguito la carriera in The Greenwich Village Follies a Broadway, una compagnia specializzata nel genere vaudeville.

Graham ha sposato il ballerino Hawkins che faceva parte della sua compagnia nel 1948, ma il matrimonio è durato poco. Hanno continuato a lavorare insieme ancora per un po', ma poi le loro strade si sono divise.

Carriera[modifica]

Nel 1923 Graham ha lasciato la Denishawn School seguita dal Louis Horst, pianista e compositore alla direzione musicale della Denishawn, tornando a Rochester (New York), dove ha insegnato alla "Eastman School of Rochester". Il suo debutto è avvenuto a New York il 18 aprile 1926 con diverse sue coreografie su composizioni di Scriabin, Debussy, Ravel e Horst. Nel 1926 Graham ha presentato il suo primo recital al 48th Street Theatre di New York con tre allieve dell'Eastman School e nel 1929 ha debuttato al Booth Theater di New York con la sua compagnia composta di sole donne, la Martha Graham Dance Group. Nel 1927 ha aperto la Martha Graham School of Contemporary Dance, portando in scena coreografie legate a tematiche sociali (come Immigrant e Revolt) o di ispirazione orientale. Con Heretic del 1929, frutto della maturazione artistica, si è ha manifestato la sua originale concezione della danza[16].

In sessantacinque anni di carriera Graham ha realizzato 180 coreografie per la sua compagnia, a iniziare dal primo recital del 1926 con diciotto danze e finendo con The Eyes of the Goddess, iniziato nel 1991 e rimasto incompiuto.

Graham ha sempre fatto scelte di una grande libertà politica: come nel 1930 quando ha rifiutato di esibirsi nei posti dove era in vigore la segregazione razziale, nel 1936 quando ha respinto l'invito di Hitler alle Olimpiadi di Berlino, quando ha ricordato la guerra di Spagna nel suo Immediate Tragedy nel 1937 e quando ha lanciato un messaggio di pace per il Vietnam in Cortege of Eagles nel 1967.

Tecnica[modifica]

La tecnica di Martha Graham si è focalizzata sullo studio della zona del bacino, considerato il punto di partenza del movimento. Tutto parte della considerazione che il bacino è il centro del nostro corpo, poiché a livello anatomico svolge le azioni di flessione ed estensione, di inclinazione laterale, di circonduzione e rotazione[17].

La danza di Graham ha preso ispirazione dalla dalla mitologia greca, dalle cerimonie religiose dei Nativi d'America e pittura moderna. Se la prima generazione di danzatori moderni americani (Maud Allan, Ruth St. Danis, Isadora Duncan e Ted Shawn), nel lavoro di rinnovamento della danza hanno focalizzando i loro sforzi nell'individuazione dell'impulso spirituale alla base del movimento, Martha Graham e gli altri esponenti della seconda generazione della modern dance (Hanya Holm, Doris Humphrey e Charles Weidman) al contrario, si sono concentrati sull'impulso fisiologico, sulle motivazioni interiori del corpo e sulla creazione di un nuovo lessico espressivo mirato non a "creare" ma a "riscoprire" quello che il corpo poteva fare in modo naturale[18]. Attraverso dei movimenti fluidi e contratti che rompevano la rigorosità della tradizione accademica, finalmente il corpo poteva esprimersi liberamente, spezzando sia i vincoli di una società fondata sulla verbalità che sulla scrupolosità del balletto classico che costringeva i ballerini ad adattarsi a posture e schemi rigidi. Il metodo Graham, molto criticato inizialmente, solo successivamente ha ottenuto il meritato riconoscimento della sua geniale creatività.

Coreografie[modifica]

  • Heretic (1929)[18]
  • Primitive mysteries (1931)[19]
  • Immediate Tragedy (1937)
  • Letter to the world (1940)
  • Appalachian spring (1944)
  • Errand into the maze (1947)
  • Seraphic Dialogue (1955 )
  • Clytemnestra (1958)
  • Phaedra (1962)
  • Cortege of Eagles (1967)
  • Archaic hours (1969)
  • Acts of light (1981)
  • Persephone (1987)
  • Night chant (1989)
  • Maple leaf rag (1990)

Premi e riconoscimenti[modifica]

  • Medaglia presidenziale della libertà (with Distinction) ricevuta dal Presidente Gerald Ford, la prima danzatrice a riceverla (1976)[16]
  • Legion d'onore dal governo francese (1984)
  • È stata celebrata con un gran galá al Lincoln Center a New York (1984)
  • In occasione del 117° anniversario dalla nascita, Google le ha dedicato un doodle animato (11 maggio 2011=.

Anna Halprin[modifica]

Anna Halprin nel 2010

Anna Halprin, all'anagrafe Hannah Dorothy Schuman (Winnetka, 13 luglio 1920 - 24 maggio 2021, Kentfield) è stata una coreografa e danzatrice statunitense, pioniera della danza postmoderna[20].

Biografia[modifica]

È nata a Winnetka, nell'Illinois, in una famiglia di origine ebraica. Iscritta ad una scuola di danza già all'età di quattro anni, a quindici ha iniziato a studiare la tecnica di Ruth St. Denis e Isadora Duncan[20]. Dopo il diploma alla New Trier High School, nel 1940 ha sposato Lawrence Halprin, architetto paesaggista con il quale negli anni '50 ha elaborato metodologie creative (RSVP Cycles e Take Part Process) che hanno alla base l'idea di score e di partitura coreografica applicabile alla danza.

Dal 1940 al 1944 ha frequentato l'Università del Wisconsin e studiato danza con Margaret H'Doubler, pioniera della danza educativa che ha influenzato il suo pensiero artistico e l'ha indirizzata verso l'improvvisazione e lo studio anatomico del movimento[20]. Dopo la laurea, Halprin si è trasferita con il marito a New York, continuando lo studio della danza moderna con Hanya Holm e Martha Graham[21]. Alla Graduate School of Design di Harvard incontra l'architetto e designer Walter Gropius, fondatore del movimento Bauhaus.

È morta il 24 maggio 2021 a Kentfield, in California, alla vigilia dei 101 anni.

Carriera[modifica]

A New York Halprin si è esibita in molti spettacoli, vincendo l'audizione per il musical Sing Out Sweet Land a Broadway. Alla fine degli anni Quaranta, Anna e Lawrence Halprin hanno lasciato New York e si sono trasferiti a San Francisco dove, nel 1948, Anna ha aperto uno scuola di danza sperimentale insieme all'architetto e designer Welland Lathrop, la Halprin-Lathrop Studio. Lo studio ha messo in scena, tra le altre, Daughter of the Voice al Veteran's Memorial Auditorium, Emek al Curran Theater, The Prophetess al Marines Memorial Theatre[21]. Dopo una stagione di danza passata all'ANTA Theatre di New York, è nato in lei il desiderio di andare oltre il concetto di danza come schema di movimenti basato sulla musica e superare le convenzioni teatrali. Capendo di non sentirsi più legata al movimento della danza moderna, nel 1955 si è separata da Lathrop e ha lasciato lo studio.

Una tappa che ha rivoluzionato il percorso didattico di Halprin è stato il dance deck (progettato insieme al marito tra il 1951 e il 1954 che da vita nel 1955 al San Francisco Dancers' Workshop), una piattaforma di legno posizionata in sospensione tra gli alberi ai piedi dei Monti Tamalpais e pensata come elemento del paesaggio stesso. Chiunque era invitato a danzare e improvvisare sul dance deck, l'obiettivo era di offrire a gruppi multidisciplinari di artisti un luogo libero per praticare la loro arte in sintonia con l'ambiente[22]. Passano da qui, tra gli altri, Trisha Brown, John Cage, Merce Cunningham, Simone Forti, Terry Riley.

Nel 1965 Halprin ha fondato la prima compagnia multietnica e dopo la diagnosi di cancro del 1972, ha tenuto degli workshop per i malati terminali, dove la danza assumeva un potere rigenerativo e terapeutico. Nel 1978, insieme alla figlia, ha fondato il Tamalpa Institute, centro di terapia riabilitativa affiancata da tecniche somatiche, danza e elaborazione del proprio vissuto attraverso immagini e disegni. Al Cancer Support and Education Center invece, attraverso una serie di esercizi di consapevolezza del corpo, ha guidato le persone malate di cancro nella creazione di nuove energia per la loro lotta contro la malattia[20].

Hanya Holm[modifica]

Hanya Holm (all'anagrafe Johanna Eckert, 3 marzo 1893 – 3 novembre 1992, New York) è stata una ballerina, coreografa e insegnante di danza. Insieme a Martha Graham, Charles Weidman e Doris Humphrey era conosciuta come una dei "Big Four"[23]. Appassionata sin da bambina di musica e teatro, ha mosso i primi passi al Conservatorio di Hoch[24] ed in seguito ha studiando con Emile Jaques-Dalcroze, presso l'Istituto Dalcroze di ritmo applicato di Francoforte.

Tecnica[modifica]

Qui studia teoria, analisi, composizione e improvvisazione musicale al pianoforte, apprende la plastique animeé, la traduzione dei brani musicali in movimenti corporei, approfondendo gli esercizi corporei fondati sul ritmo e sperimentando un nuovo metodo d'insegnamento fondato sulla coordinazione tra gesto e suono, che porta il corpo a diventare uno strumento espressivo della musica[25]. Impara a muoversi improvvisando a partire da stati interiori, che fanno crescere in lei il desiderio di danzare. Continuando poi la sua carriera presso la Wigman School di Dresda; dapprima componente della compagnia di Mary Wigman, co-direttrice dal 1929, successivamente Holm ha introdotto i metodi d'avanguardia di Wigman negli Stati Uniti[26] aprendo a settembre 1931 una filiale Wigman a New York, che in seguito assumerà il nome Hanya Holm Studio (1936-1967), per allontanare qualsiasi legame con la Germania durante l'ascesa del nazismo e l'entrate in vigore delle leggi antisemite[27]. Dal 1941 al 1984 insegnò al Colorado College, formando alcuni di quelli che diventeranno coreografi di spicco come Alwin Nikolais e Murray Louis[28].

Broadway[modifica]

Holm ha messo in scena a Broadway le coreografie di più di una dozzina di musical, tra i quali Kiss Me, Kate (1948), Out of This World (1950), My Fair Lady (1956) e Camelot (1960). Holm ha avuto inoltre un ruolo determinante nel promuovere la trasposizione grafica dei movimenti dei balletti (la notazione della danza), essendo la prima coreografa a proteggere il copyright di una coreografia, presentando una partitura scritta con il sistema Labanotation (notazione Laban) del suo Kiss Me, Kate nel 1952[29]. Premiata nel 1976 con l'Heritage Award per i suoi contributi all'insegnamento della danza dalla National Dance Association, nel 1988 è stata inserita nel National Museum of Dance and Hall of Fame.

Coreografie (selezione)[modifica]

  • Trend (1937)
  • Dance Of Work and Play (1938)
  • Dance Sonata (1938)
  • Tragic Exodus (1939)[30]
  • They Too Are Exiles (1939)
  • Ballet Ballad (1948)
  • Kiss Me, Kate (1948)
  • Out of This World (1950)
  • My Darlin' Aida (1952)
  • The Golden Apple (1954)
  • My Fair Lady (1956)
  • Camelot (1960)
  • Pinocchio (adattamento televisivo, 1960)
  • Anya (1965)

Mathilde Monnier[modifica]

Mathilde Monnier in La ribot 2 (2007)

Mathilde Monnier (nata a Mulhouse il 2 aprile 1959) è un coreografa francese di danza contemporanea. Per 20 anni alla direzione del Centro coreografico nazionale di Montpellier, dalla fine del 2013 è capo del Centro nazionale della danza parigino. Nel 2005 la regista Claire Denis le ha dedicato il documentario Vers Mathilde[31]. Ha lavorato con Seydou Boro e Salia Sanou in Burkina Faso, nel 1993 ha messo in scena Pour Antigone, con la partecipazione di ballerini africani e occidentali. Nelle sue opere ha trattato il rapporto con il corpo e questioni sociali, dall'autismo (in L'Atelier en pièces) o il disordine interiore e spingenosi fino allo studio della follia (in Déroutes e Publique).

Partecipando al Festival d'Avignone, Mathilde Monnier ha presentato Extasis (nel 1986) , Ainsi de suite (nel 1992), L’Atelier en pièc

Teatro (selezione)[modifica]

  • La (1983)
  • Pudique acide (1984)
  • Cru (1985)
  • Royal Stewart (1985)
  • Extasis (1983)
  • Je ne vois pas la femme cachée dans la forêt (1988)
  • Chinoiserie (1991, con Louis Sclavis)
  • Pour Antigone (1993)
  • L'Atelier en pièces (1996)
  • Allitérations (2002, con Jean-Luc Nancy)
  • Déroutes (2002, con Erikm)
  • Publique
  • Pièces (2004)
  • Frère et Sœur (2005)
  • La Place du singe (2005, con Christine Angot)
  • 2008 vallée (2006, con Philippe Katerine)
  • Gustavia (2008, con Maria Ribot)
  • Pavlova 3'23" (2010)
  • Records (2021)

Film[modifica]

  • Vers Mathilde, regia di Claire Denis (2005)
  • Vingt et une nuits avec Pattie, regia di Arnaud Larrieu e Jean-Marie Larrieu (2015)
  • Tralala, regia di Arnaud Larrieu e Jean-Marie Larrieu (2021)

Premi e riconoscimenti[modifica]

  • Premio del Ministero della Cultura per Cru (1986)[32]

Sayoko Onishi[modifica]

« La sensibilità dell'interprete giapponese. Lineamenti sottili, muscoli cesellati, un'interpretazione rotonda, avvolta nella nuvola bianca del Butoh, e il volto stregato, dal grande carisma. La danzatrice scruta le ombre, in un'opera intima dalle mille sfaccettature, istintivo, sensuale ed estetico. »
(Ermanno Romanelli su Danza e Danza (28 dicembre 2014)[33])

Sayoko Onishi è una coreografa e insegnante di danza giapponese.

Biografia[modifica]

Nata in Giappone, a Hokkaido, nel 1986 ha iniziato a studiare il Butō con Ipei Yamada nella compagnia HoppohButohHa e successivamente con il maestro Butō Hironobu Oikawa dal quale ha acquisito stile e appreso la coreografia.

Carriera[modifica]

Dal 1990 si trasferisce in Europa, dando vita all'inizio della sua carriera che, pur mantenendo le radici del Butō, unisce elementi occidentali e orientali, tradizione e contemporaneo. Nel 2005, in collaborazione con la Fondazione Butō Giappone presieduta dal maestro Yoshito Ohno, ha inaugurato l'Accademia Internazionale di Butō[34]. Solista in prestigiosi teatri internazionali in Europa, China e Giappone, si è esibita con Giancarlo Giannini nello spettacolo "Il dolce canto degli dei" e con Giorgio Albertazzi in "Ager Sanguinis Federico II Stupor Mundi".

Nel 2006 la sua performance con i Nuclearte in occasione del Premio Persefone è stata trasmessa il 2 Marzo da Rai 2. Lo stesso anno vince il primo premio nella Die Platze contemporary dance competition di Tokyo[34].

Dal 2009 collabora stabilmente a Nancy (Francia) con la società francese "Man'ok & Cie" per il progetto Move Art Two (MA2). Sayoko Onishi è anche insegnante di "Tai Chi" e "Qi Qong" (discipline studiate all'università in Cina) e docente a contratto di "Nuovo Butoh" presso l'Università di Palermo[35].

Bari Rolfe[modifica]

« Dal mio punto di vista, non c'è stata persona che ha fatto più di lei per la ricerca sull'arte »
(Cary Trivanovich (direttore dell'American Academy of Mime)[36])

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Bari Rolfe (Chicago, 20 luglio 1916 – Oakland, 19 ottobre 2002) è stata una coreografa, mima e scrittrice statunitense.

Biografia[modifica]

Soprannominata "la nonna del mimo americano", Rolf è nata in una famiglia ebrea in una comunità di immigrati russi a Chicago, da madre stilista e padre chiropratico[37]. È cresciuta, a detta sua, "ballando per casa", iniziando come ballerina per poi passare al mimo, alla coreografia, alla regia e all'insegnamento. Da bambina ha cominciato a studiare danza classica, incoraggiata in questa sua passione dalla madre. La sua carriera di ballerina - iniziata prima che si diplomasse al liceo - si è fermata però dopo una caduta.

Carriera[modifica]

Ripresasi dall'infortunio, all'età di 20 anni si è trasferita con la sua famiglia nel sud della California, esibendosi con il Pan American Dance Group e il Latin American Youth Project[36]. Insieme al primo dei suoi tre mariti si è trasferita a San Francisco negli anni '50, e dopo aver assistito ad un'esibizione di Marcel Marceau, ha deciso di dedicarsi a quest'arte, trasferrendosi a Parigi nel 1963, per studiare mimo con Jacques Lecoq. Durante i tre anni trascorsi a Parigi, Rolfe e Marceau sono diventati amici e amanti, un rapporto che è continuato per molti anni.

Sebbene non fosse laureata, Bari Rolfe ha insegnato l'arte del mimo in diversi istituti di istruzione superiore (presso l'Università della California UCLA, la Cal State Northridge, l'Università di Washington e il Chabot College di Oakland, dove ha inoltre contribuito a fondare il Conservatorio di mimo). Ha organizzato diversi workshop in Europa e Canada e alla California State University di Sacramento durante il Festival Internazionale di Clowning. Da professionista si è esibita alla Fiera Mondiale di Chicago, nei nightclub e nel vaudeville. Ha scritto libri sulla commedia dell'arte e la rappresentazione mimica e pubblicato diversi articoli in riviste specialistiche di teatro e di mimo.

È morta per complicazioni renali all'età di 86 anni.

Libri[modifica]

  • Behind the Mask (1977)
  • Commedia dell'Arte: A Scene Study Book (1977
  • Movement for Period Plays (1985
  • History and Mystery of Mime (1990
  • Actions Speak Louder (1992
  • Mimes on Miming, An Anthology of Writings on the Art of Mime (1980, curatrice)

Mary Wigman[modifica]

Mary Wigman nel 1946. Foto di Abraham Pisarek

Mary Wigman (nata a Hannover il 13 novembre 1886 - morta a Berlino Ovest il 18 settembre 1973), è stata una ballerina, coreografa e insegnante di danza tedesca. Pioniera della danza moderna, viene considerata la madre dell'espressionismo tedesco.

Biografia[modifica]

Mary Wigman, all'anagrafe Karoline Sophie Marie Wiegmann, si è avvicinata al mondo della danza tardi, all'età di 24 anni, quando è entrata nella scuola di Émile Jaques-Dalcroze a Hellerau. Rimasta lì per due anni, ha preso lezioni di euritmia e si è successivamente diplomata[38].

Dopo Dalcroze, Wigman si è avicinata agli atelier di Rudolf Laban, di cui è stata assistente fino al 1919 e dal quale ha appreso significanti nozioni e personalizzazioni (in particolare l'autonomia della danza dalle altre arti e l'incidenza dello spazio e del tempo sulla qualità del movimento) fondamentali per lo sviluppo di quella che sarà la sua futura impronta creativa e interpretativa. Insieme a lui Wigman ha creato le "comunità di lavoro festivo" - come essi stessi amavano chiamarle - che non si occupavano solo di danza, ma anche di teorie e pratiche elaborate da personalità del mondo accademico svizzero e austriaco (come lo psicoanalista e filosofo Carl Gustav Jung, il sociologo tedesco Ferdinand Tönnies, il teologo e storico delle religioni Rudolf Otto, il pedagogo Martin Luserke, il teosofo Rudolf Steiner[39], così come il movimento Wandervogel, il canto corale e l'amore libero).

Nel periodo 1913-1919, tra Monaco, Roma e Svizzera (Zurigo e Monte Verità, nei pressi di Ascona), Wigman si è dedicata ad una ricerca sperimentale nel tentativo di ridare, alla danza e al mondo, l'incanto perduto[39].

È morta a Berlino nel 1973.

Carriera[modifica]

Il debutto come solista è avvenuto nel 1914 con la prima versione di Hexentanz (danza della strega), assolo che riproporrà in diverse versioni anche successivamente e che diventerà il suo marchio. In quell'assolo, dove danzava interamente da seduta, Wigman aveva il volto coperto da una maschera che sembrando evocare una presenza diabolica, veniva usata con l'intento di cancellare l'individualità dell'interprete ed esaltare l'universalità dell'essere umano.

Nel 1920 Wigman ha aperto una propria scuola a Dresda. Diventata in poco tempo uno dei più importanti centri di danza d'espressione tedesca, ha formato artisti come Dore Hoyer, Harald Kreutzberg e Gret Palucca. Tra i suoi allievi, un ruolo fondamentale l'ha avuto Hanya Holm che, incaricata da Wigman di dirigere la filiale della scuola a New York (la New York Wigman School), ha contribuito a diffondere la danza libera tedesca nel panorama coreico americano. Dopo l'addio alle scene nel 1942, Wigman ha proseguito la sua attività didattica a Lipsia e successivamente a Berlino Ovest, dove ha riaperto la scuola diventata in seguito un punto di riferimento per gli amanti della danza moderna.

Tecnica e stile[modifica]

Mary Wigman-Studio (Berlino, 1959 cca)

Lontana sia dalla finalità ballettistica di raccontare storie, sia da quella tipica della modern dance americana di rappresentazione di tematiche sociali e disagi umani, Wigman ha sostenuto la depersonalizzazione della danza e dell'interprete, che in questo modo si elevava a strumento di una realtà non individuale, ma universale; il corpo come centro del mondo. Il danzatore aveva la missione di svelare il cammino di un'umanità intera e non la soggettività e l'intimità dell'interprete. E le maschere - che annullavano e nascondevano la parte del corpo più riconoscibile, il volto - si prestavano perfettamente.

Nel rapporto con la musica, Mary Wigman ha inasprito la rottura con la tradizione, forzando a tal punto lo svincolamento della danza dal condizionamento musicale da far sì che la musica seguisse le esigenze espressive della danza e non il contrario[39]: i suoi pezzi si caratterizzavano da rare intrusioni di percussioni e i rumori improvvisi ponevano in risalto i movimenti ingabbiati in una tensione sempre crescente. Mary Wigman ha messo a punto un sistema di insegnamento basato sulla respirazione e sui momenti di "tensione" (Anspannung)/ "distensione" (Abspannung), simili al principio base della tecnica di Martha Graham: "contraction/release"[39].

La storica Laure Guilbert l'ha definita l'incarnazione del "modernismo reazionario" nella danza[39].

Lavori (selezione)[modifica]

Solista
  • Hexentax, Danza della Strega, assolo (1914)
  • Lento, assolo (1914)
  • Die bildenden Künste, assolo (1916)
  • Forma Spaziale, assolo (1928)
  • Pastorale, assolo (1929)
  • Volto della notte, assolo (1929), un tributo ai soldati tedeschi morti durante la prima guerra mondiale
  • Canzone del destino, assolo (1935), sull'inevitabilità della vecchiaia e della morte
Gruppo
  • Zweitanz (1914)
  • Dreitanz (1914)
  • Groteske (1914)
Coreografa
  • Quattro danze della notte, solista e gruppo (1916-18)
  • Danze estatiche, assolo (1917)
  • Quattro danze ungheresi, assolo (1919)
  • Canzoni da ballo, assolo (1919)
  • Tanzgruppe, tournée in Europa e negli Stati Uniti
  • Totenmal (1930)
  • Totenklage (Olympisches Festspiel 1936), cerimonia per l'apertura dei Giochi Olimpici di Berlino
Produttrice
  • Carmina Burana (1943)
  • La Sagra della primavera (1957)
  • Orfeo ed Euridice (1947)

Opere[modifica]

  • Mary Wigman, The language of dance, Londra, Macdonald & Evans (1966)
  • Mary Wigman, The Mary Wigman Book, Middletown (Connecticut), Università di Wesleyan (1984)

Note[modifica]

  1. 1,0 1,1 10 anni senza Pina, Danza dance
  2. Pina Bausch, Pina Bausch Archives
  3. DBausch, Pina, Enciclopedia Treccani
  4. 4,0 4,1 Michela De Stefano, Pina Bausch e Kurt Jooss: Biografie, Tanztheater, Coreografie, Opere e Video, Danza contemporanea
  5. Giada Vailati, Pina Bausch, Harpers Bazaar, 10 ottobre 2020
  6. Elena Randi, Il Tanztheater di Pina Bausch, Open edition journals
  7. Pina Bausch: un lutto nel mondo della danza, Chroniques de danse
  8. Bausch, Pina, Biblioteca dei licei musicali e coreutici, 5 gennaio 2019
  9. 9,0 9,1 (DE) Großer Kunstpreis des Landes für Editta Braun, in Salzburger Nachrichten, 9 ottobre 2017.
  10. 10,0 10,1 10,2 10,3 10,4 10,5 Michela De Stefano, Isadora Duncan: Chi è, Tecnica, Libri e Citazioni, Tragedie e Morte, Danza contemporanea
  11. 11,0 11,1 11,2 Arianna Ghilardotti, Isadora Duncan, Enciclopedia delle donne
  12. 12,0 12,1 Duncan, Isadora, Enciclopedia Treccani
  13. Yvonne Rainer (2014). "On Simone Forti". In Sabine Breitwieser. Simone Forti: Thinking with the Body. University of Chicago Press. pp. 70–71. ISBN 978-3-7774-2278-7.
  14. 14,0 14,1 Simone Forti, Fondazione arte CRT Firenze
  15. Graham, Martha, Biblioteca dei licei musicali e coreutici
  16. 16,0 16,1 Martha Graham, Danza dance
  17. Michela De Stefano, Martha Graham: Chi è, Tecnica Graham, Coreografie e Storia, Danza contemporanea
  18. 18,0 18,1 Rossella Grenci, Martha Graham, Enciclopedia delle donne
  19. Graham, Martha], Enciclopedia Treccani
  20. 20,0 20,1 20,2 20,3 Anna Halprin, Una donna al giorno, 8 febbraio 2022
  21. 21,0 21,1 Biography, Anna Halprin Digital Archive
  22. Maria Paola Zedda, Morta la coreografa Anna Halprin. Aveva 100 anni, Art Tribune, 28 maggio 2021
  23. Anna Kisselgoff, Dance View; Bennington nurtured: The Moderns, in The New York Times, 19 settembre 1982.
  24. Hanya Holm, su Fotografia e danza.
  25. Hanya Holm Dalla Modern Dance a Broadway, su Storia della danza.
  26. Hanya Holm. German choreographer, dancer, educator, stage director, and company director, su University of Washington.
  27. Julia Foulkes. Modern Bodies: Dance and American Modernism from Martha Graham to Alvin Ailey. University of North Carolina Press, 2002. ISBN 978-0-8078-5367-2
  28. Holm, Hanya, su Biblioteca digitale Licei musicali e coreutici Roma Tre.
  29. Hanya Holm. American choreographer, su Enciclopedia Britannica.
  30. Hanya Holm in "Tragic Exodus", su New York Public Library.
  31. Vers Mathilde (2005) - IMDb.
  32. (FR) Rosita Boisseau, Panorama de la danse contemporaine. 90 chorégraphes, Parigi, Éditions Textuel, 2006, pp. 392-397..
  33. Sayoko Onishi Press, Butoh
  34. 34,0 34,1 La danza Butoh di Sayoko Onishi, Sicilia-Giappone
  35. Biography, Butoh
  36. 36,0 36,1 Wyatt Buchanan, Bari Rolfe -- grand lady of mime, San Francisco Chronicle, 29 ottobre 2002
  37. Myrna Oliver, Bari Rolfe, 86. Expert on the Art of Mime, LA Times, 3 novembre 2002
  38. Wigman, Mary, Biblioteca dei licei musicali e coreutici
  39. 39,0 39,1 39,2 39,3 39,4 Francesca Camponero, Mary Wigman, la madre dell’espressionismo tedesco, Informa danza, 6 aprile 2020

Bibliografia[modifica]

  • (FR) Mathilde Monnier, Isabelle Waternaux e Dominique Fourcade, MW, éditions P.O.L, 2011.
  • (FR) Mathilde Monnier e François Olislaeger, Mathilde, danser après tout, éditions Denoël, 2013.
  • Mary Wigman - La magnifica "strega", Rai Radio 3
  • Mary Wigman Archiv
  • Mary Wigman, Danza di gruppo e danza corale (introduzione di Eugenia Casini Ropa), «Culture Teatrali», n. 14 (2006) pp. 53-66