Confessione di fede di Westminster/cfw09/cfw09-4
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4. Quando Dio converte un peccatore e lo trasporta [lo trasferisce, lo fa passare] allo stato di grazia, Egli lo libera [lo esime] dalla sua servitù naturale al peccato (210), e per grazia soltanto [unicamente] lo rende capace [lo mette in grado] di volere e di fare liberamente ciò che è spiritualmente buono (211). Tuttavia, a causa della sua corruzione residua [di ciò che resta in lui di corruzione], il peccatore non vuole né perfettamente né soltanto ciò che è buono [il bene], ma vuole anche ciò che è male (212).
Testo originale
[modifica | modifica sorgente]Inglese | Latino |
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IV. When God converts a sinner, and translates him into the state of grace, he freeth him from his natural bondage under sin, and by his grace alone enables him freely to will and to do that which is spiritually good; yet so as that, by reason of his remaining corruption, he doth not perfectly, nor only, will that which is good, but doth also will that which is evil | IV. Quandocunque Deus convertit ac in statum gratiæ transfert peccatorem, eundem eximit naturali sua sub peccato servitute, solaque gratia sua potentem reddit ad spirituale bonum volendum præstandumque; ita tamen ut propter manentem adhuc in eo corruptionem, bonum nec perfecte velit; neque id tantummodo, verum etiam quandoque malum. |
Riferimenti biblici
[modifica | modifica sorgente]- (210)"Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati" (Colossesi 1:13); "Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato ... Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi" (Giovanni 8:34,36).
- (211) "Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso" (Filippesi 2:3); "...e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia ... Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna" (Romani 6:18,22).
- (212) "Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste" (Galati 5:17); "Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio. Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra" (Romani 7:15‑23).
Commento
[modifica | modifica sorgente]Dio converte il peccatore ponendoci in un rapporto di grazia. Egli ci libera dal nostro naturale asservimento al peccato. A causa soltanto della scelta di Dio di amare immeritatamente il peccatore, Egli ci mette in grado di scegliere e di fare ciò che è spiritualmente buono. La rimanente corruzione spirituale impedisce a tutti di essere perfetti e di fare solo ciò che è buono, così ancora noi scegliamo di fare il male.
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