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Confessione di fede di Westminster/cfw26/cfw26-2

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26:2 I santi sono tenuti, secondo la professione della loro fede, a conservare fra di loro una santa società e comunione nel culto reso a Dio ed a prestare ogni altro servizio spirituale che contribuisca alla reciproca edificazione (505), come pure darsi l'un l'altro sollievo materiale, secondo le loro diverse capacità e necessità. Questa comunione, nella misura in cui Dio ne offre l'opportunità, deve essere estesa a tutti coloro che, in ogni luogo, invocano il nome del Signore Gesù (506).

Testo originale

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Inglese Latino
II. Saints, by profession, are bound to maintain an holy fellowship and communion in the worship of God, and in performing such other spiritual services as tend to their mutual edification; as also in relieving each other in outward things, according to their several abilities and necessities. Which communion, as God offereth opportunity, is to be extended unto all those who, in every place, call upon the name of the Lord Jesus II. Qui sanctos sese profitentur, sanctam illi societatem et communionem inire tenentur et conservare, cum in divino cultu, tum alia officia spiritualia præstando, quæ ad mutuam eorum ædificationem conferre possint; Quin etiam porro sublevando se mutuo in rebus externis, pro ratione cujusque vel facultatum vel indigentiæ. Quæ quidem communio, prout opportunitatem Deus obtulerit, est ad eos omnes, qui ubivis locorum Domini Jesu nomen invocant, extendenda.

Riferimenti biblici

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  • (505) "Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno" (Ebrei 10:24-25); "Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere ... E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore" (Atti 2:42,46); "Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del SIGNORE, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri». Da Sion, infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del SIGNORE" (Isaia 2:3); "Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore" (1 Corinzi 11:20).
  • (506) "Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune" (Atti 2:44); "Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui" (1 Giovanni. 3:17); "Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi" (2 Corinzi 8:9); "I discepoli decisero allora di inviare una sovvenzione, ciascuno secondo le proprie possibilità, ai fratelli che abitavano in Giudea. E così fecero, inviandola agli anziani, per mezzo di Barnaba e di Saulo" (Atti 11:29-30).

I santi, secondo la professione della loro fede, sono tenuti a conservare (mantenere) una santa società e comunione nel culto che a Dio deve essere reso, nonché nell'eserci­zio di altri servizi spirituali che promuovono la loro reciproca edificazio­ne. Devono anche darsi l'un l'altro sollievo materiale (sostegno nelle cose esteriori) a seconda dei diversi bisogni e possibilità. Questa comunione, a seconda che Dio ne offra l'opportu­nità, deve essere estesa a tutti coloro che in ogni luogo invocano il nome del Signore Gesù (501).