Protestando in musica/Capitolo 3

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Bob Dylan, in concerto al Rotterdam De Kuip 23 giugno 1978

Esercizio di potere[modifica]

SOME STUFF I'VE WRITTEN
SOME STUFF I'VE DISCOVERED,
SOME STUFF I STOLE.
—Bob Dylan, Chronicles

Questo Capitolo analizzerà il modo in cui la classe operaia di una società che aveva abbracciato la cultura popolare mediante la musica di protesta sfidò la tradizionale classe d’élite, esercitando così il potere. Studierà la situazione del tempo, lo status e la condizione della popolazione della classe operaia e come la musica di protesta abbia contribuito alle loro proteste contro chi deteneva il potere e come questo, a sua volta, li abbia resi partecipi della struttura di potere della società. Per questo si rifletterà anche sul concetto di potere e conoscenza di Michel Foucault e sulla diffusione del potere basata su alcune strutture di classe marxiste all'interno della società.

Quando si esamina la storia della musica di protesta e l'emergere della sua popolarità, nonché il suo ruolo nella società, le guerre e altre questioni che causano malcontento tra le masse – portando alla creazione di alcuni antagonisti che trasformano la loro empatia, rabbia ed emozioni in canzoni e musica – possono essere considerate l'attributo principale. Ciò è particolarmente vero nel caso di Bob Dylan e delle sue canzoni di protesta.

Dylan e la sua musica entrarono in scena in America nel momento in cui il paese era "convulsed by the battle for civil rights and the palpable threat of nuclear war". Era il periodo in cui "young Americans, losing faith in the wisdom of their elders, hungered for someone who could voice their inchoate discontent... and 1963 America saw the birth of a myth that will never be quashed — that of Dylan the protest-singing prophet" (Lynsky 52). Tra gli anni 1962 e 1963, con l'uscita dei suoi primi due album, Dylan divenne una delle figure più importanti tra i musicisti di protesta. Fu durante questo periodo che furono scritte la maggior parte delle sue famose canzoni politiche e protestatarie o riguardanti le varie questioni di protesta dell'epoca — canzoni che lo fissarono nell'immaginario popolare. Coma ho già citato dalla sua autobiografia Chronicles: Volume One, Dylan ricorda e rabbrividisce per le etichette che gli vengono lanciate "Prophet, Messiah, Saviour..." (28) e ammette quanto fosse turbato dal fatto che le persone lo riconoscessero come qualcuno che poteva rappresentarli e qualcuno che poteva essere la loro voce: "People are recognising me, they're stopping me on the street and asking me what I meant in ‘Blowin’ in the Wind’, and what's the true meaning in my other songs. They're drivin' me flaky. Gotta get outta here" (42). Tuttavia non fu possibile uscirne. La gente cominciava a cercare e trovare risposte in lui e nelle sue canzoni: "Protest music was one thing before Bob Dylan came upon it, and quite another thing afterwards" (Lynskey 54).

Per studiare la situazione del periodo e la condizione delle persone, la differenza nel paradigma del potere all'interno della società – tra la classe operaia e coloro che detengono il potere – è necessario esaminare la teoria di Foucault sulla struttura del potere nella società. Gli anni '60, il periodo che vide un'enorme crescita delle invenzioni, della musica, della televisione, dell'intrattenimento e dell'arte in tutte le sue forme, fu anche sconvolto da morti dovute al razzismo, da guerre e dall'assassinio di leader politici, da minacce di ulteriori guerre e attacchi nucleari proposti da alcuni dei leader politici, che incarnavano ed esercitavano il potere ultimo nella società. Come risultato di queste azioni, le masse rappresentanti il gruppo inferiore, coloro che tradizionalmente non erano tenuti a incarnare il potere e spesso etichettati come la classe operaia della società, furono maggiormente colpite. Ciò causò una distinzione tra i due poli, portando i primi a manipolare il loro controllo sul popolo e i secondi a resistere e opporsi. In un tale ambiente, il potere diventa un fattore importante e tradizionalmente collocato all'interno dello stato o del governo, e questo studio tenterà di rivelare come fluttua tale potere.

Il potere, la sua presenza e la sua manipolazione sono incarnati principalmente dal governo. Il controllo può avvenire attraverso il reclutamento di soldati per combattere in guerra e questo reclutamento non sempre avviene attraverso il relativo consenso. In uno scenario del genere si può dire che il controllo è estremo e può essere esaminato e confrontato in relazione a quanto aveva detto Foucault nel suo libro Discipline and Punish: "The carceral texture of society assures both the real capture of the body and its perpetual observation" (Foucault 1995:29 - n.b.: cito sempre dai suoi testi (EN) ). Qui, nel libro di Foucault, vediamo l’esempio di una città la cui vitalità è stata messa a dura prova da un disastro naturale, una pestilenza, e questa situazione che potrebbe potenzialmente provocare caos e disordine, offre al governo la possibilità di assumere il potere e il controllo totali della sua popolazione, mentre allo stesso tempo agisce o si traveste da protettore. L'America, il governo e i suoi leader politici, che devono adoperarsi al miglioramento e protezione dei cittadini, non erano all'altezza di ciò che ci si aspettava da loro poiché sotto il loro governo e la loro guida, le persone si sentivano insicure, afflitte e minacciate. Il controllo esterno viene effettuato sotto forma di reclutamento dei cittadini per entrare in guerre in cui la loro sicurezza e benessere non sono garantiti, mentre all'interno il governo osserva e manipola i propri cittadini che quindi non sono liberi e vengono traumatizzati dalla paura e dagli effetti delle guerre stesse.

Progetto del Panopticon, 1791

Foucault ha anche introdotto quelle che definisce "tecnologie di punizione" e all'interno di queste tecnologie ci sono due rappresentazioni della punizione: la Punizione Monarchica che si riferisce alle punizioni pubbliche e di tortura presenti durante il XVIII secolo, in cui "the dysfunction of power was related to a central excess... which identified the right to punish with the personal power of the sovereign" (Foucault 1995:80). L'altra è la Punizione Disciplinare che si riferisce alla punizione o all'incarcerazione dei criminali ed è "isomorphic with obligation itself" (180). Per collegare questi concetti alla società contemporanea, Foucault prende in prestito un adattamento del concetto di Panopticon di Jeremy Bentham per dimostrare l'impatto che la sorveglianza, il controllo e l'osservazione costanti hanno non solo sugli individui in istituzioni come il carcere, ma anche sulla società nel suo complesso. Il Panopticon è un edificio anulare con varie celle, con una torre al centro da cui si può vedere ogni cella in cui è tenuto un prigioniero, ma il prigioniero non può identificare da dove venga monitorato. Il Panopticon denota l'idea che "Visibility is a trap" (200). Ogni detenuto è sorvegliato ma non può vedere né comunicare né con le guardie né con gli altri detenuti, e quindi "he is the object of information, never a subject in communication... and this invisibility is a guarantee of order... which implies the functioning of power from a higher authority, ensuring that power should be visible and unverifiable (200-201). In modo molto simile, il governo degli Stati Uniti esercitava il suo controllo sulle persone e tali persone erano consapevoli di essere sotto il suo controllo, ma lasciate impotenti al punto da non avere la voce per parlare a favore dei propri diritti, desideri e opinioni contro le ingiustizie sociali come le guerre e i trattamenti iniqui come la discriminazione razziale e la supremazia bianca. In un tale ambiente, la struttura di potere della società viene messa in discussione.

Foucault esamina inoltre la struttura del potere all'interno di una società. Se si prende nuovamente il Panopticon come esempio, si può suggerire che Foucault abbia delineato le modalità imperative affinché gli individui vengano imprigionati non solo fisicamente ma anche interiormente, e monitorati dal proprio senso di costrizione e controllo. Descrive quattro pratiche che includono l'istituzione di una gerarchia di potere, la segregazione, l'addestramento e la sorveglianza militare. Queste pratiche possono essere esaminate in relazione alla società americana contemporanea esaminando il funzionamento governativo del paese. Sebbene la società contemporanea abbia eliminato la sovranità in termini di regalità e governatori, una linea invisibile è ancora tracciata tra il popolo – tra la classe operaia e i funzionari governativi, tra i proletariati e i capitalisti. Ciò può essere visto come una forma di gerarchia di classe. La segregazione di cui parla Foucault è evidente anche in questa struttura di classe. In terzo luogo, anche la pratica dell'addestramento è parte integrante del governo dello Stato sotto forma di reclutamento di cittadini come soldati che combattono nelle guerre. Tale pratica può essere analizzata alla luce di quanto affermato da Foucault: "...the great confinement on the one hand, the correct training on the other" (223). La quarta pratica segnalata da Foucault, ovvero la sorveglianza militare, è quella in cui i cittadini sono sotto l'osservazione del governo o in cui vi è un trattamento ingiusto, dove i neri vengono trattati ingiustamente e persino uccisi, e dove gli assassini sono protetti dalla legge. In una situazione del genere, la persona di colore è soggetta a una paura costante ed è priva di uguaglianza e libertà personale, il che può essere correlato all'affermazione di Foucault: "Each individual is fixed in his place. And if he moves, he does so at the risk of his life, contagion or punishment" (195). Pertanto, a causa del controllo da parte di tale struttura di potere, si verifica una perdita di individualità e di libertà di espressione. Ciò si traduce nella perdita di qualsiasi azione che porti alla perdita della capacità o della volontà di lottare contro chi detiene il potere, proprio come afferma Foucault: "He who is subjected to a field of visibility and who knows it, assumes responsibility for the constraints of power... becomes the principle of his own subjection" (207). Tale affermazione risulta significativa nel modo in cui i cittadini ritengono che il potere sia nelle mani del governo e quindi sono incapaci di combatterlo. Per un certo periodo, prima che nascessero movimenti e proteste, si può dire che il senso di sé e di potere delle persone fosse stato diminuito al punto da diventare complici della loro sottomissione.

Foucault fornisce anche una forma di disciplina introdotta e prevalente durante il XVII e XVIII secolo in Europa per mostrare come un corpo possa essere "docile" a soddisfare la motivazione, l'ordine o la regolamentazione del potere controllante. Secondo questa idea, "The classical age discovered the body as object and target of power. It is easy enough to find signs of the attention then paid to the body — to the body that is manipulated, shaped, trained, which obeys, responds, becomes skilful and increases its forces" (136). Per Foucault questo metodo è diverso dalla schiavitù "which was based on a relation of appropriation of bodies... instead, here, there is a scale of control... working it ‘retail’, individually, of exercising upon it a subtle coercion". C’è inoltre "object of control: it was not or was no longer the signifying elements of behaviour or the language of the body, but the economy, the efficiency of movements, their internal organization... There is also the modality which is an uninterrupted, constant coercion... exercised according to a codification" (137). In questa docilità-utilità, "the ‘disciples’ became general formulas of domination. This disciple does not merely produce subjected and practised bodies, ‘docile’ bodies, but also dissociates power from the body and becomes an ‘aptitude’, a ‘capacity’" (137-138). Ciò significa che l'energia prodotta dal corpo è disciplinata, sviluppata, controllata e invertita. Diventa potere di assoggettamento e, con la concezione di Foucault, il corpo docile viene reso più intelligibile e utile. In modo simile, il governo spesso educa o manipola le persone per invertire il loro punto di vista e le loro posizioni. Reclutandoli come soldati per combattere in guerra senza il loro consenso, insegnano ai cittadini a riconoscere i loro corpi come proprietà della nazione, un corpo unico che non è più un corpo liberato ma un corpo represso. In questo modo, il controllo che il governo o l'autorità esercita sul corpo dei cittadini incarna la teoria di Foucault del potere disciplinare e del corpo docile. Il reclutamento di giovani nell'esercito è significativo perché è la loro giovane età e, spesso, la mancanza di esperienza e conoscenza che li rende più docili. Il governo è manipolativo perché attira questi soldati in guerra con la promessa di un buon nome e di medaglie, impiegando apparentemente la metafora di "eroe", che è una forma sottile e manipolativa di controllo e coercizione. Ciò si riflette chiaramente nelle canzoni di protesta di Bob Dylan, come "Masters of War" (1963), che rivelano le pratiche corrotte dei governanti e il coinvolgimento nelle guerre. Il loro controllo sui soldati, i "docile bodies", è evidente e secondo Dylan:

« You that build the death planes...
You lie and deceive
You fasten all the triggers
For the others to fire...
Then you sit back and watch
When the death count gets higher. »
(Bob Dylan, Lyrics 1962- 1985, 81)

Il governo condiziona e influenza astutamente, esercitando una forma di controllo e di coercizione affinché questi corpi "docili" vadano in guerra. Ciò è evidente anche nella canzone di Dylan, "John Brown" (1962), in cui John Brown va in guerra e sua madre, un altro "docile body", viene controllata dal governo inducendola a credere che suo figlio sia un eroe nella sua uniforme e quando tornerà con le sue medaglie. Tuttavia, non riesce nemmeno a riconoscerlo al suo ritorno, a causa dei danni fisici e mentali che la guerra gli ha causato. (69)

Karl Marx

Il marxismo, una teoria scientifica delle società umane proposta da Karl Marx e successivamente, fino ad oggi, modellata dai marxisti, ha un ruolo significativo nella trasformazione delle società umane. La critica marxista fa parte di un corpo più ampio di analisi teorica che mira a comprendere ideologie come le idee e i valori con cui l'uomo sperimenta la società, e la letteratura marxista tenta di evidenziarlo attraverso le strutture di classe e le differenze economiche all'interno di una società. Nella teoria marxista, il concetto di classe pone un peso maggiore sui suoi fondamenti teorici e i marxisti sostengono che la classe o la base economica fosse al centro di una teoria generale della storia, a cui spesso si riferiscono come "materialismo storico". Ciò venne affermato inizialmente ne Die deutsche Ideologie dagli stessi Marx ed Engels, i quali affermano: "The production of ideas, concepts and consciousness is first of all directly interwoven with the material intercourse of man, the language of real life" (Eagleton, 4). Questo materialismo mette quindi in luce il concetto di "lotta di classe" e la differenza tra capitalisti e proletariati. Questa lotta che esiste in una società – e il modo in cui la classe capitalista possiede i mezzi di produzione, acquistando la forza-lavoro della classe proletaria a scopo di lucro – è evidenziata e focalizzata dalla teoria marxista. Da uno studio marxista di alcune società, questa nozione di lotta di classe e le sue differenze, può essere vista come pertinente al funzionamento di determinate strutture sociali.

Tale studio situa la struttura di potere tra la classe operaia della popolazione che abbraccia e rappresenta la cultura popolare, e quella della classe tradizionalmente ritenuta detentrice del potere, la classe nella forma di governo, dei politici. In questo caso, se la classe operaia sono i proletariati, allora il governo è il capitalista. Un fattore determinante e ricorrente nella società americana è "the American Dream", che è un ethos nazionale mirante a raggiungere determinati ideali come libertà, democrazia, diritti, opportunità e successo tramite il duro lavoro. Spesso, questo sogno americano è diventato il perseguimento della prosperità materiale e forse si è rivelato al di là della portata della classe operaia. Può anche essere considerato come il perseguimento di una vita semplice e appagante con meno attenzione all'acquisizione materiale e finanziaria. In ogni caso, suggerisce una vita migliore. Questo Sogno Americano si è rivelato particolarmente significativo e controverso nel campo delle classi all'interno di una società. Secondo Lawrence Samuel nel suo libro The American Dream: A Cultural History, "Part and parcel of the framework of class is the notion of upward mobility, the idea that one can, through hardwork... climb the ladder of success and reach a higher social and economic position. For many in both the working class and the middle class, upward mobility has served as the heart and soul of the American Dream" (7). Tuttavia questo sogno si è spesso rivelato vano e questa "upward mobility has become even a greater myth than the Dream itself, causing to create a wider gap between the classes. The manipulation of it can also be seen in which the government has employed it as a tool of propaganda... a powerful ideological weapon of persuasion" (7). In un simile scenario, il sogno diventa ironicamente un incubo per le persone. Durante la Grande Depressione e gli anni della guerra, questo sogno sembrava essere l'unica speranza per le persone disperate — la speranza di conservare la propria esistenza economica, sociale e individuale. Allo stesso tempo, a causa del funzionamento ingiusto della società e del governo, questo sogno venne più che spesso sminuito. Tale risultato è in contrasto con ciò che inizialmente si pensava fosse il sogno. Lawrence Samuel cita James Truslow Adams, che nel suo libro del 1931, The Epic of America, definì la sua idea del sogno americano:

« The dream is a vision of a better, deeper, richer life for every individual, regardless of the position in society which he or she may occupy by the accident of birth. It has been a dream of a chance to rise in the economic scale, but quite as much, or more than that, of a chance to develop our capabilities to the full, unhampered by unjust restrictions of caste or culture. With this has gone the hope of bettering the physical conditions of living, of lessening the toil and anxieties of daily life. »
(James Truslow Adams, 13)

Questa idea è la vera essenza del sogno. Tuttavia, Adams sostiene che questo concetto ha perso la sua nozione e il suo scopo e "its guiding philosophy forgotten in the wild pursuit of money... ‘The dream of a richer, better, fuller human life for all citizens instead of for a small class had been turned by our leaders and ourselves’" (13-14). Ciò dimostra che gli ideali e la morale del sogno erano stati ostacolati, e invece di garantire pari opportunità, aveva spesso portato alla creazione di un divario più ampio tra ricchi e poveri, privilegiati e non privilegiati, potenti e impotenti. Questo fallimento dell'idea del sogno può essere collegato all'idea marxista della lotta di classe, in cui i ricchi diventavano più ricchi e i poveri diventavano più poveri. L'America, dagli anni '20 alla Grande Depressione del 1929 e fino ad oggi, ha vissuto un grande cambiamento economico e sociale, provocando alcune lotte di classe che hanno plasmato le vite americane. Ciò può essere analizzato alla luce del marxismo visto nella Prefazione a Zur Kritik der politischen Ökonomie (1859), che afferma "In the social production of their life, men enter into a definite relations that are indispensable and independent of their will... The mode of production of material life conditions the social, political and intellectual life process in general. It is not the consciousness of men that determines their being but on the contrary, their social being that determines their consciousness" (Eagleton, 4). Pertanto, le persone sono influenzate dalla loro economia e dai cambiamenti che a loro volta influenzano la loro coscienza e il loro essere sociale, la loro posizione e le loro relazioni con gli altri all'interno della società. Ciò è evidente nella società americana degli anni Sessanta, sulla quale si colloca in particolare il presente studio. Bob Dylan, con la sua capacità di mettere per iscritto ciò che lo circondava, catturava chiaramente la situazione prevalente dell'epoca nelle sue canzoni. Nella sua canzone "Blowin’ in the Wind", mette in evidenza i conflitti dell'epoca e si chiede quando le persone avrebbero finalmente avuto la libertà, chiedendo: "How many years can some people exist before they're allowed to be free?" e si chiede per quanto tempo l'autorità trascurerà la difficile situazione della gente: "How many times must a man turn his head, pretending he just doesn't see?" (Bob Dylan: Lyrics 1962-1985, 77) Individua inoltre i responsabili delle guerre e delle morti dovute alla discriminazione razziale, definendoli "masters of war" (81-82).

Martin Luther King nel 1964

Gli anni '60 o Swinging Sixties, soprattutto in America, vanno di pari passo con quella che è conosciuta come controcultura. La Seconda guerra mondiale era finita, il paese era relativamente prospero, ma vedeva l’ascesa di manifestanti e movimenti contro la politica e il governo prevalenti del paese. Il decennio vide l'attentato mortale a John F. Kennedy, la guerra del Vietnam era ancora in corso e c'erano minacce di una guerra nucleare, Martin Luther King venne assassinato. Allo stesso tempo, ci fu un'enorme crescita di invenzioni, economia, tecnologia e arte in tutte le forme — poi ci fu lo sbarco del primo uomo sulla Luna. Gli Stati Uniti, sede della Statua della Libertà, (La Libertà che illumina il mondo) che ne raffigura l'indipendenza, è un'icona di libertà e opportunità e un punto di riferimento per molti immigrati. Significativamente, ospita molti gruppi razziali, etnici, culturali e religiosi e, per i suoi cittadini e per il mondo, rappresenta libertà, opportunità e speranza. "The U.S government was democratic and designed to protect the people's right to life, liberty, and the pursuit of happiness" ("Home Front Turmoil: The 1960s"). Tuttavia, la governance all'interno del paese spesso contraddice questa teoria. Ad esempio, la gente aveva perso la fede in questa idea di libertà a causa della guerra del Vietnam in corso e delle minacce di una guerra nucleare con i sovietici. Anche i principi di uguaglianza e opportunità non erano del tutto garantiti poiché i neri non erano trattati del tutto equamente. Manifestazioni contro le guerre e le rivolte per le disuguaglianze che gli afroamericani dovevano affrontare, scoppiarono in tutto il paese. I principi democratici degli USA e il suo impegno per l'uguaglianza, la giustizia e la libertà, furono messi fortemente in discussione a causa di questi avvenimenti e sembrava che il sistema americano avesse miseramente fallito. Dylan portò alla luce questi problemi nelle sue canzoni di protesta. L'incapacità dell'establishment di proteggere i suoi cittadini e, invece, la sua tendenza a discriminare e manipolare, sono viste in canzoni come "The Death of Emmet Till" dove la supremazia bianca viene evidenziata attraverso l'omicidio di un giovane ragazzo nero e dove gli assassini bianchi vengono ritenuti non colpevoli.

In questo conflitto interno, gli impotenti contro i potenti, la classe operaia contro la classe alta, i giovani contro le generazioni più anziane e il concetto di lotta per il potere all'interno di una società vengono messi in prospettiva. Michel Foucault ha in particolare sottolineato che "Where there is power, there is resistance" (1990:95). Per lui "These points of resistance are present everywhere in the power network... resistances that are possible, necessary, improbable... by definition, they can only exist in the strategic field of power relations" (95-96). Pertanto, il potere, in qualsiasi forma, afferma l'esistenza della resistenza e viceversa. La prima forma di potere, in questo contesto, è il potere esercitato dal governo, nella forma dei suoi leader e politici, e per indicare o esemplificare l'affermazione di Foucault, questo potere incontra la resistenza del popolo.

Sketch di Theodore Roszak negli anni '60

Gli americani, traumatizzati dalla guerra e dalle ingiustizie sociali, si stancarono della governance del paese. Il mondo stava crescendo in tecnologia e per la prima volta la guerra del Vietnam veniva trasmessa in televisione e il pubblico facilmente informato delle relative tragedie. Il governo degli Stati Uniti, per aumentare le sue truppe in guerra, reclutò tutti i cittadini diciottenni che non frequentavano scuola o università, facendoli entrare nell'esercito. Pertanto, molti dovettero andare in guerra senza il loro consenso e questo sconvolse tremendamente l'opinione pubblica. Allo stesso tempo, il razzismo era una questione prevalente nella società. La gente, soprattutto i giovani, iniziò a manifestare la propria rabbia e frustrazione nei confronti del governo attraverso le proteste. Le richieste di pace e pari opportunità erano la loro principale propaganda. Ciò che accadeva in America era contraddittorio con gli ideali del paese, e la sua devozione alla democrazia e alla giustizia fu quindi messa in discussione poiché era evidente che il razzismo e la violenza erano ancora condonati. Pertanto, il potere prevalente fu contrastato, sfidato e attaccato dal popolo. Il gruppo di classe "inferiore" della società diventa ora un partecipante alla struttura del potere. Ciò indica la posizione secondo cui "No longer is power considered a unitary, constant force that emanates a particular social class or institution; rather, it is seen as a complicated, more tenuous fabric of hegemonic forms" (Constable 12). Il potere, convenzionalmente ritenuto esistere in modo autonomo nelle mani del governo, viene ora fratturato da alcuni atti di resistenza, facendo sì che i due "coexist and constantly reassert themselves against each other" (13). In questo contesto, la resistenza che veniva opposta attraverso le proteste e gli sconvolgimenti sociali diede via e, allo stesso tempo, fu pienamente sostenuta e rafforzata dal movimento controculturale dell'epoca. Di solito intesa come una cultura creata al di fuori della cultura tradizionale, è un prodotto di quelli che Theodore Roszak chiamava "the technocracy's children,... the creation either of youth who are profoundly, even fanatically, alienated from the parental generation, or of those who address themselves to the young" (Roszak 1). La cultura o dominazione esistente viene messa in discussione da questa controcultura, solitamente abbracciata dai giovani, e Roszak solleva anche la questione del perché debbano essere loro: "Why should it be the young who rise most noticeably in protest against the expansion of the technocracies?" (22) A questo, Roszak sostiene che non esiste una risposta giusta, ma che "the young stand forth so prominently because they act against a background of nearly pathological passivity on the part of the older generation" (22). Sono quindi i giovani che protestano, che sfidano l'autorità esistente e si muovono al di fuori della cultura dominante per creare una controcultura a causa del loro dissenso verso ciò che è stato praticato e seguito dai loro genitori e dalla generazione più anziana. La musica e i testi di Dylan si rivelarono utili per la generazione più giovane che voleva allontanarsi dagli ideali e dalle convinzioni della vecchia generazione poiché non si dimostravano più adeguati alle esigenze del tempo.

Bob Dylan e Allen Ginsberg, 1974

I movimenti controculturali sono stati evidenti in alcune parti del mondo, Italia compresa. Tuttavia, uno dei primi e più importanti potrebbe essere il movimento controculturale degli Stati Uniti degli anni ’60, innescato dal Movimento per i diritti civili, dalle proteste contro la guerra del Vietnam, dalle minacce di guerre nucleari e dalla richiesta generale di diritti umani, di uguaglianza e pace. Poiché il movimento, come sottolineato, è creato dalle generazioni più giovani, spesso iniziò nei campus universitari da studenti e anche fuori dai campus si unirono giovani ribelli. E dato che questa controcultura è strettamente legata alla cultura giovanile, lo stile di vita, le norme, le abitudini e le credenze adottate dai giovani giocano un ruolo significativo nella sua creazione. Uno degli elementi principali adottati dalla cultura giovanile è la musica e diventò quindi una caratteristica importante del movimento della controcultura. La musica e i testi divennero un'arma di protesta e il ruolo dei musicisti in essi fu pertanto estremamente significativo — il ruolo di Bob Dylan è forse una delle testimonianze più importanti in questo contesto. Secondo Peter Doggett nel suo libro There’s a Riot Going On (2007), "No one signified the ambiguous relationship between music and revolution more accurately than Bob Dylan and regarded him as a beacon of radicalism by the counter-culture" (6). Le sue canzoni proclamano ciò che i giovani volevano dire, sfidano il governo con l'amara verità, contribuiscono alla controcultura dell'epoca, allontanandosi dalla cultura tradizionale esistente, diventando uno strumento per provocare e sfidare chi e cosa tradizionalmente si credeva fosse al potere. I "corpi docili", creando questa controcultura, abbracciandola e usandola come arma per difendersi ora resistono attivamente e consapevolmente al dominio e non sono più completamente docili. Anche se non sono diventati attori completamente paritari nel campo del potere, resistendo ad esso e agendo di conseguenza, sono diventati partecipanti attivi e spesso il potere viene mantenuto da loro nella struttura all'interno della società.

Per approfondire, vedi Serie delle interpretazioni, Serie dei sentimenti e Serie letteratura moderna.