Rivelazione e impegno esistenziale/Introduzione
INTRODUZIONE
[modifica | modifica sorgente]Quando parliamo di Testi Sacri, in qualsiasi religione che ne faccia uso, ci troviamo di fronte ad una marea di problematiche. Eccone alcune:
- È giusto dire che qualsiasi versetto in cui ci capita di inciampare, nei nostri testi sacri, debba guidare le nostre azioni? E se mi imbattessi in uno dei versetti della Torah che chiede l'uccisione degli idolatri? Correrei subito fuori per adempiere a quel comando? La risposta, ovviamente, è "Certo che no!", ma ciò mostra semplicemente che anche i credenti devoti apportano determinati principi o atteggiamenti morali al loro testo sacro e capiscono come seguirlo in quella luce.
- C'è quindi bisogno di fare un certo lavoro interpretativo per vedere come un dato versetto/brano scritturale affronti una data situazione. Ci sono scelte su come interpretare un testo sacro, che a volte potrebbe essere letto in modo molto diverso da come uno lo interpreti di primo acchito.
- Questi punti mettono in evidenza il grado in cui i testi sacri o rivelati modellano la vita di un credente solo attraverso un modo particolare di ricevere quel testo (argomento del Capitolo 6 di questo wikilibro) e per molti credenti, in molte religioni, tale modo non consiste molto nel tipo di risposta diretta e personale che a volte si dà. L'ebraismo tradizionale scoraggia effettivamente tali risposte. Gli ebrei, come i cattolici e i musulmani, sottolineano l'importanza di una comunità e di una tradizione nella ricezione dei testi sacri e si esortano a vicenda ad ascoltare la parola di Dio tramite questo tipo di mediazione. Anche in dette tradizioni, può rimanere un ruolo per Dio nel parlarci individualmente attraverso i nostri testi, ma ci viene insegnato a diffidare dal pensare di aver avuto una tale comunicazione e ad adattare tutto ciò che pensiamo di aver imparato in questo modo secondo accettate pratiche comunitarie e tradizionali.
- Tutti questi problemi impallidiscono davanti alla domanda fondamentale del perché una persona ragionevole ai giorni nostri si sognerebbe di supporre che la Torah, o qualsiasi altro insegnamento o testo tradizionale, provenga davvero da Dio. Credo davvero che la Torah sia stata scritta da Mosè su dettatura di Dio e da allora sia giunta fino a noi in una catena ininterrotta? Credo veramente che Dio abbia parlato sul Sinai con tuoni e fuoco? Anche se c'è un Dio – e questo è un grande "se" – l'idea che Dio abbia scritto la Torah sembra palesemente assurda, alla luce di ciò che ora sappiamo sulla sua paternità, per non parlare della fisica e della biologia che ignora o sfida.
Non ho intenzione di difendere l'accuratezza scientifica o storica della Torah; sosterrò infatti che si può supporre che la Torah sia altamente imprecisa, scientificamente e storicamente, eppure la si consideri comunque la parola di Dio. Né penso che gli ebrei debbano mostrare che la Torah sia superiore a tutti gli altri testi presumibilmente rivelati per prenderla come parola di Dio. Possono invece considerarla come il modo in cui Dio parla loro, lasciando aperta la possibilità che Dio abbia altri modi di parlare ad altre persone. Vale a dire: altre persone possono altrettanto ragionevolmente considerare i loro testi sacri come scientificamente e storicamente imprecisi, ma nondimeno la parola di Dio rivolta loro (o in qualche altro modo, la loro fonte di suprema saggezza etica).
Tutte queste affermazioni senza dubbio sembrano sconcertanti e poco convincenti, se asserite così brevemente. Lo scopo di questo mio libro è di espanderle e difenderle, anche se non fornisco nulla che si avvicini a un argomento imbattibile nel presentarle. L'impegno religioso, a mio avviso, non deriva principalmente da un'argomentazione razionale: dipende da una fede o fiducia nonrazionale, e uno dei miei scopi principali è proprio quello di chiarire perché una persona ragionevole possa adottare una fede o una fiducia non-razionale. Voglio, centralmente, spiegare perché potrebbe essere ragionevole riporre una fede o una fiducia così irrazionali nell'insegnamento di un testo, tramandato da una comunità come sacro, piuttosto che negli intuiti del divino presumibilmente raggiunti attraverso l'esperienza personale o l'ispirazione. I testi costituiscono il fulcro delle religioni rivelate, ed è l'atteggiamento riverente nei loro confronti che irrita particolarmente le persone liberali moderne e di mentalità scientifica. Già due secoli fa Kant si lamentava delle persone che dicono "Sta scritto" quando vien loro chiesto di spiegare ciò che fanno, e tale denuncia continua ad essere fatta, ampiamente, dai critici delle religioni tradizionali.
L'enfasi su un testo è particolarmente importante per l'ebraismo tradizionale, naturalmente, e ci sono altri credenti che direbbero che la rivelazione assume una forma diversa proprio per loro. Molti cristiani potrebbero dire che la rivelazione per loro avviene principalmente nella vita di Gesù, o nella loro relazione con lui, non nel Nuovo Testamento, mentre l'esperienza immediata in un santuario o in un rituale domestico può essere una fonte primaria di rivelazione per un hindu. Tuttavia, anche qui un testo centrale tende a informare come si intende il significato di Gesù, o dell'esperienza rituale. Pertanto, un cristiano normalmente dirà che la vita di Gesù, o il suo rapporto con Gesù, lo rivela come Dio, non solo come profeta o saggio; cioè, un cristiano normalmente comprende Gesù, e il suo rapporto con Gesù, attraverso il Nuovo Testamento. Similmente, un hindu normalmente comprenderà qualsiasi intuizione mistica tramite i Veda e le Upaniṣad. Quindi, anche se altre tradizioni potrebbero non enfatizzare un testo in modo così esplicito come fanno gli ebrei, un testo sacro o un insieme di testi gioca un ruolo determinante praticamente in tutte le religioni tradizionali.
E ora, al lavoro. Il primo problema che dobbiamo superare, nel rendere comprensibile la riverenza per un testo religioso, è perché un Dio veritiero (o altra fonte di suprema sapienza) potrebbe comunicare con noi attraverso un testo che sembra pieno di palesi falsità. Troveremo utile a questo scopo ampliare la nozione di "verità" con cui solitamente lavoriamo; questo è l'argomento del Capitolo 1.
Si potrebbe immaginare che l'ampliamento in questione assumi la forma di dire che i testi sacri trattano di verità etiche piuttosto che scientifiche. Tuttavia ciò non è del tutto corretto, dal momento che arriviamo alla maggior parte dei principi morali – il nucleo di ciò che intendiamo per "etica" – indipendentemente dalla rivelazione religiosa. Ciò che ci viene rivelato non è esattamente la moralità, ma il bene generale della nostra vita. Separare la moralità dal nostro bene generale è l'argomento dei Capitoli 2 e 3.
Nel Capitolo 4 mi rivolgo al motivo per cui la rivelazione potrebbe darci accesso al nostro bene generale. I restanti Capitoli riguardano il modo in cui il mio resoconto della rivelazione dà un senso alla fede in Dio, nell'aldilà e negli altri misteri metafisici che normalmente accompagnano la religione rivelata (Capitolo 5); quale ruolo attribuisce all'interpretazione dei testi rivelati, alla pratica rituale e alla comunità religiosa (Capitolo 6); e come consente ai credenti di una religione di rispettare altri tipi di credenti e/o le persone secolari (Capitolo 7). Con tutti questi pezzi in mano, spero sia possibile vedere come l'impegno per una religione rivelata possa andare di pari passo con una piena accettazione della scienza moderna e della moralità liberale.
Se una particolare religione rivelata sia degna di tale impegno è un'ulteriore questione che però non cerco di affrontare. Penso che l'argomentazione razionale possa fare ben poco per portare a un impegno religioso. L'argomentazione razionale può tracciare la cornice entro la quale un impegno religioso non-razionale ha senso, ma la rivelazione stessa, se esiste, deve farci percorrere il resto della strada. Quelli di noi che sono impegnati in una religione rivelata credono che ci sia stato rivelato qualcosa che l'argomento razionale da solo non può fornire. Ci rivolgiamo all'argomento razionale solo per aiutarci a capire come questa rivelazione può essere unita agli aspetti della nostra vita che devono rimanere razionali. La struttura che abbozzo in questo libro vuole essere un contributo a tale sforzo.
Per approfondire, vedi Serie delle interpretazioni, Serie dei sentimenti, Serie maimonidea e Serie misticismo ebraico. |