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Ungheria/Storia

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La storia dell'Ungheria inizia nel 35 a.C. quando divenne provincia romana. L'Ungheria, nel cui territorio anticamente abitavano varie popolazioni indoeuropee (tra le quali Celti, Sciti e Sarmati), fu conquistata e resa provincia romana nel 35 a.C. con il nome di Pannonia.

Grande importanza ebbe nel sistema difensivo romano nei confronti delle popolazioni barbariche. Quando queste riuscirono a superare i confini romani, l'Ungheria dovette piegarsi al loro passaggio, fino a che, nel VI secolo, fu conquistata da varie popolazioni turche sottoposte agli Avari, che vi crearono un forte regno, che ebbe anche intensi rapporti con i Longobardi d'Italia.

Quando però il regno degli Avari fu distrutto da Carlo Magno nel 796, la regione si aprì ancor di più a nuove popolazioni: Bulgari, Slavi ed infine Magiari, che si stabilirono in maniera definitiva nel territorio dando vita ad un regno stabile, che riuscì ad unificare sotto di sé le sei diverse tribù originarie e tutti i popoli che già abitavano il bacino dei Carpazi.

Guidati dal loro capo Arpad, nel 896 gli Ungari, un popolo delle steppe formato da sette tribù, riconducibili prevalentemente al ceppo linguistico ugrico, la principale delle quali era quella dei Magiari giunsero nelle pianure dell'attuale Ungheria. Proveniente dagli Urali (con una migrazione che durò molti secoli) via Khazaria (attuale Ucraina), gli Ungari si insediarono nelle pianure del medio Danubio, che dopo la distruzione del regno turcico degli Avari da parte di Carlo Magno e la successiva morte dello stesso Carlo Magno, era stata occupata anche da varie tribù slave della Grande Moravia di Svatopluk.

Durante i secoli successivi alla conquista della patria si gettarono le basi per un governo forte, unitario e centralizzato, dedito all'ampliamento dei confini territoriali, a discapito delle vicine Slavonia, Croazia e Dalmazia, e all'affermazione dei privilegi dell'aristocrazia agraria (privilegi che manterrà fino alla Seconda Guerra Mondiale).

Nel 1683, allo scoppio della o quinta guerra austro-turca fu stipulato il patto della Lega Santa contro gli Ottomani. Il re di Polonia Sobieski, l'imperatore Leopoldo I e la Repubblica di Venezia stipularono un accordo il cui scopo esclusivo era la lotta contro i Turchi. Il primo obiettivo fu la liberazione di Buda e il 2 settembre 1686 le truppe imperiali conquistarono la fortezza. Il 12 agosto 1687 ebbe luogo a Mohács la seconda battaglia di Mohács, nella quale l'esercito imperiale, guidato dal duca Carlo V di Lorena, inflisse ai Turchi una grave sconfitta, le cui conseguenze furono: il duca di Lorena poté liberare Osijek e la Slavonia, mentre la Transilvania fu nuovamente annessa all'Ungheria. La Dieta ungherese del 1687 fu costretta a riconoscere alla casa d'Absburgo l'ereditarietà della corona, nel senso che gli ungheresi si impegnarono a non eleggere come sovrano nessun altro che il primogenito del re di Casa d'Austria.

Il novenne primo figlio dell'imperatore Leopoldo I, Giuseppe, divenne così re d'Ungheria. In questo modo, per la corte degli Absburgo cadevano anche gli ultimi ostacoli giuridici ad una completa ed illimitata colonizzazione di un Paese che in passato era stato tra i più ricchi d'Europa, con una popolazione pari almeno a quella dell'Inghilterra, e che faceva gola soprattutto per le fertili regioni agricole e i giacimenti minerari (compreso l'oro) del nord e della Transilvania.

L'Ungheria indipendente

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Con la Prima Guerra Mondiale la situazione ungherese precipitò. Nel 1918 il malcontento dilagò, portando ad una insurrezione popolare che proclamò la nascita di una repubblica basata sull'autodeterminazione dei popoli e che sancì il ritiro dalla guerra. Nel frattempo, i comunisti si organizzavano proclamando la repubblica dei Soviet, combattuta e vinta da Horthy e dai Rumeni. Horthy si proclamò reggente e instaurò un governo reazionario, che finì con l'allearsi a quello nazifascista.

La sconfitta dell'Asse portò anche alla caduta di Horthy. La monarchia fu sostituita da una repubblica popolare che ritirò le truppe dalla guerra. I tedeschi invasero allora l'Ungheria, scontrandosi con la resistenza. Il nuovo governo attuò varie riforme, fra cui quella agraria che toglieva il potere dalle mani dell'aristocrazia terriera, e si avvicinò alla politica sovietica.

Periodo contemporaneo

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I partiti di sinistra, grazie al controllo della polizia ed al sostegno popolare, vinsero le elezioni del 1947 salendo al potere. Furono rafforzati i legami con l'URSS, anche attraverso accordi economici e militari. Principale avversaria del socialismo, sul piano interno, era la Chiesa, che vide la confisca delle proprietà e la statalizzazione dell'istruzione.

Sul piano economico, venne attuata la collettivizzazione forzata delle terre e venne favorito lo sviluppo dell'industria pesante. Quest'orientamento economico, però, fu solo causa di una grave crisi economica. Con la morte di Stalin e il disgelo, la situazione cambiò. La collettivizzazione delle terre cessò e venne dato impulso allo sviluppo di un apparato di industria leggera. Ma, nonostante tutto, la crisi economica e il pesante clima politico continuarono.

Nel 1956, studenti e operai insorsero a Budapest portando al potere Imre Nagy, un moderato antisovietico che propose il ritiro dal Patto di Varsavia e la partecipazione all'ONU. La reazione sovietica fu immediata e il governo di Nagy cadde. Negli anni 1960 la situazione migliorò: venne stipulato con la Chiesa un concordato, ripresero i rapporti diplomatici ed economici con i Paesi occidentali, vennero favoriti lo sviluppo sia agricolo che industriale e venne modernizzato l'apparato statale. Oggi l'Ungheria è una repubblica divisa in 19 contee e 6 distretti. A livello economico l'agricoltura produce soprattutto cereali, l'allevamento è di tipo estensivo, il sottosuolo è ricco di minerali e petrolio e l'industria pesante è la più sviluppata.