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Questo è l'ebraismo!/Capitolo 8

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Indice del libro
CALENDARIO EBRAICO
Mese Ordine Durata (giorni) Equivalente Gregoriano
Nisan 1 30 Marzo-Aprile
Iyar 2 29 Aprile-Maggio
Sivan 3 30 Maggio-Giugno
Tammuz 4 29 Giugno-Luglio
Av 5 30 Luglio-Agosto
Elul 6 29 Agosto-Settembre
Tishri 7 30 Settembre-Ottobre
Heshvan 8 29 o 30 Ottobre-Novembre
Kislev 9 29 o 30 Novembre-Dicembre
Tevet 10 29 Dicembre-Gennaio
Shevat 11 30 Gennaio-Febbraio
Adar/Adar II 12 29 (30 in anno bisestile)/29 in
anno bisestile
Febbraio-Marzo

Le festività ebraiche seguono il calendario ebraico. Questo calendario non ha lo stesso numero di giorni
del calendario gregoriano utilizzato in Italia e in molti altri paesi. Circa ogni tre anni, viene aggiunto un
secondo mese di Adar per mantenere il calendario ebraico abbastanza in linea con quello gregoriano.

Rituali e celebrazioni

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Per approfondire su Wikipedia, vedi le voci Nome ebraico e Brit milà.

I rituali, le celebrazioni e le feste ebraiche affondano le loro radici in molti secoli di storia e legge ebraica. Secondo la halakhah, la vita inizia alla nascita, non durante la gravidanza o prima del concepimento. L'ebraismo insegna che un bambino nasce libero dal peccato. Ciò si riflette nella preghiera quotidiana: "Mio Dio, l'anima che mi hai dato è pura. L'hai creata, l'hai formata, l'hai insufflata in me".[1]

Sebbene nessuna legge stabilisca come i genitori ebrei debbano nominare i propri figli, si sono sviluppate diverse tradizioni, ciascuna progettata per onorare un antenato del neonato. Tra gli ebrei ashkenaziti, l'usanza è di dare al bambino il nome di un membro della famiglia, spesso un nonno, morto di recente. Gli ebrei sefarditi tradizionalmente chiamano un nuovo bambino come un parente vivente, di solito anche lui un nonno. Questa pratica permette ai nonni di godere dell'onore di avere un omonimo mentre sono ancora in vita.

Alla maggior parte dei bambini ebrei viene dato sia un nome ebraico che un nome secolare. Oggi è comune che i genitori ebrei scelgano un nome ebraico per bambini che suoni simile a un nome italiano (o inglese, o francese, ecc.). Ad esempio, a un bambino ebreo americano può essere dato il nome ebraico Benzion (“Figlio di Sion”) e essere chiamato Benson o Barry in inglese. I neonati vengono circoncisi otto giorni dopo la nascita. Il comandamento di Dio di circoncidere appare in Genesi 17:10, quando Dio stipula il suo patto con Abramo: “Questa è la Mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra Me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni maschio.”[2]

La circoncisione (Brit milà, בְּרִית מִילָה "Patto del taglio") viene eseguita nella sinagoga, in ospedale o a casa dei genitori. Un mohel (מוהל), un ebreo religioso che è stato appositamente formato nelle tecniche chirurgiche, esegue la procedura. Durante la cerimonia vengono recitate benedizioni e preghiere. Tradizionalmente, al termine della cerimonia viene dato il nome al bambino.

Bar Mitzvah e Bat Mitzvah

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Bar Mitzvah in una sinagoga, di Oscar Rex (1929)
Per approfondire su Wikipedia, vedi la voce Bar Mitzvah.

Nella legge ebraica, un ragazzo è considerato adulto a 13 anni, e una ragazza è considerata adulta a 12. A quelle età, un ragazzo è diventato un bar mitzvah (“figlio del comandamento”) e una ragazza una bat mitzvah (“figlia del comandamento”). Considerati quindi adulti nella comunità ebraica, ora ci si aspetta che entrambi obbediscano alla halakhah – la legge ebraica – e si assumano le responsabilità dell'età adulta. Nell'ebraismo, il giovane può ora condurre servizi religiosi, far parte di un minian e stipulare contratti legalmente vincolanti.

La cerimonia del bar mitzvah o bat mitzvah viene solitamente condotta nella sinagoga di Shabbat come parte dei servizi religiosi mattutini. È segnato dalla prima lettura della Torah da parte del giovane o della giovane. In alcune cerimonie, lui o lei può aiutare a condurre parte del servizio o guidare le preghiere. Rivolgendosi alla congregazione, il/la giovane potrebbe spiegare un passo della Bibbia o discutere una questione pertinente nell'ebraismo moderno.

La pratica più diffusa è che il primo Shabbat del suo tredicesimo anno, il ragazzo sia chiamato a leggere la porzione settimanale della Legge (cinque libri di Mosè), sia come uno dei primi sette uomini o come l'ultimo, nel cui caso il ragazzo leggerà i versi di chiusura e la haftarah (selezioni dai libri dei Profeti), e se non è in grado di leggere, di recitare almeno la benedizione prima e dopo la lettura.[3] Chiamare qualcuno al podio della sinagoga per dire le benedizioni della Tōrāh nel corso di un servizio liturgico si chiama Aliyah (ascesa, salita), (עֲלִיָּה), dal verbo la'alot, לעלות, che significa appunto "salire, ascendere, andar su". Si può anche pronunciare un d'var Tōrāh (una discussione di alcune questioni bibliche, come ad esempio una discussione sulla porzione della Torah di quella settimana) e/o condurre una parte o tutti i servizi di preghiera.

In ambienti non ortodossi, quanto sopra vale anche per la ragazza al momento della sua bat mitzvah. In congregazioni ortodosse, la cerimonia di bat mitzvah non includerà che la ragazza bat mitzvah conduca i servizi religiosi, poiché le donne non sono ammesse a condurre servizi religiosi comunitari nella tradizione ortodossa. Alcune congregazioni ortodosse progressiste permettono alle donne, comprese le ragazze bat mitzvah, di leggere la Torah o di condurre preghiere nei gruppi di sole donne. Quale servizio il bar e la bat mitzvah debba condurre durante le funzioni celebrative varia a seconda delle diverse denominazioni ebraiche e da una congregazione all'altra, e non è fissato dalla legge ebraica.

Nei circoli ortodossi, l'occasione è talvolta celebrata durante un servizio dei giorni feriali che comprende la lettura della Torah, come ad esempio il servizio mattutino del lunedì o giovedì, nel qual caso il ragazzo bar mitzvah indosserà anche i tefillin per la prima volta. Alcune comunità o famiglie potrebbero ritardare la celebrazione per motivi quali la disponibilità di uno Shabbat durante il quale nessun'altra funzione sia stata programmata, o per il desiderio di permettere alla famiglia di recarsi alla cerimonia. Tuttavia, questo non ritarda l'insorgenza di diritti e responsabilità dell'essere un adulto ebreo, che avviene rigorosamente in virtù dell'età.

Matrimonio con Chuppah all'aperto, Vienna
Ketubah miniata
Per approfondire su Wikipedia, vedi le voci Matrimonio ebraico, Ketubah e Shiddukh.

L'ebraismo vede il matrimonio come un atto sacro, un'unione divinamente ordinata che favorisce la continuazione del popolo ebraico. "Non è bene che l'uomo sia solo", dice Dio dopo aver creato Adamo in Genesi 2:18.[4] Il Talmud insegna che è dovere di ogni padre ebreo assicurarsi che suo figlio si sposi.

Nell'ebraismo, il matrimonio è un accordo legale. Tradizionalmente, lo sposo e la sposa firmano un contratto chiamato ketubah (כְּתוּבָּה, "documento"). La pratica dei contratti nuziali ebraici risale ai tempi del Talmud, ed è intesa a tutelare i diritti delle donne sposate. Il documento ketubah è spesso ben progettato, incorporando scritte a mano elaborate e disegni miniati colorati. Le coppie spesso incorniciano la ketubah e la espongono nella loro casa.

La ketubah obbliga lo sposo a garantire che i bisogni finanziari della moglie siano soddisfatti e a fornire cibo, assistenza medica, vestiti e altre necessità. Inoltre, il marito si impegna a provvedere al sostentamento della moglie dopo il divorzio. Questa disposizione tutela la moglie perché secondo la Torah solo il marito può avviare una procedura di divorzio. Nei tempi moderni, l'ebraismo riformato e conservatore riconoscono il diritto delle donne di avviare il divorzio.

Un matrimonio ebraico inizia con gli sposi in piedi sotto una chuppah (חֻפָּה), una specie di baldacchino, con i genitori accanto a loro. Un rabbino conduce la cerimonia del matrimonio. Di solito alla cerimonia è presente un minian. Lo sposo mette l'anello nuziale al dito della sposa, dicendo: "Sii santificata per me con questo anello secondo la legge di Mosè e di Israele".[5] Accettando l'anello, la sposa acconsente a essere la moglie dello sposo. Tradizionalmente la cerimonia si conclude con la rottura simbolica del calice di vino dal quale gli sposi hanno sorseggiato durante la cerimonia. Lo sposo avvolge il bicchiere in un panno bianco e lo appoggia a terra. Poi lo calpesta con il piede destro, rompendo il vetro. Si dice che la rottura del vetro commemori la distruzione del Primo e del Secondo Tempio di Gerusalemme. Dopo che il vetro è stato rotto, gli ospiti scoppiano in gioiosi applausi e grida di congratulazioni.

De treurdagen ("I giorni del lutto (Shiva)") di Jan Voerman, 1884
Per approfondire su Wikipedia, vedi le voci Morte nell'ebraismo, Kaddish, Shiva (ebraismo), Chevra Kadisha e Onorifici per i defunti nella tradizione ebraica.

Quando un ebreo muore, il corpo viene coperto da un semplice lenzuolo bianco. La salma non viene lasciata sola fino alla sepoltura. È invece custodita da uno shomer (שומר), un guardiano che rimane con il corpo, recitando Salmi e altre opere religiose per alleviare l'anima del defunto. Prima della sepoltura, il corpo viene lavato, avvolto in una veste di lino bianco e deposto in una bara.

La tradizione ebraica prevede che il corpo venga sepolto entro 24 ore dalla morte. Ai parenti stretti può essere consentito di visionare brevemente il corpo, ma le visioni pubbliche sono vietate. La sepoltura non può essere effettuata di sabato o nei giorni festivi. Prima della sepoltura si tiene una funzione religiosa e un rabbino o un membro della famiglia presenta un elogio funebre.

La bara viene portata al cimitero e deposta nel terreno. Ogni persona presente alla sepoltura, a cominciare dalla famiglia, mette nella tomba palate di terra fino a coprire la bara. Gli ebrei considerano la partecipazione alle sepolture una mitzvah o una buona azione. Una volta completata la sepoltura, i familiari più stretti recitano il Kaddish (קדיש) del lutto, una preghiera speciale per i morti.

Quando i parenti stretti del defunto tornano a casa dalla sepoltura, iniziano un periodo di lutto chiamato shiva (שִׁבְעָה‎), che dura sette giorni. Durante questo periodo, le persone in lutto si siedono su scatole basse sul pavimento e non possono andare a lavorare, radersi o studiare la Torah. Al funerale, per tradizione le persone in lutto si strappano un indumento esterno, rituale noto come keriah (קריעה). Tale indumento viene indossato durante tutta la shiva, eccetto lo Shabbat. Gli ebrei conservatori e riformati di solito indossano un pezzo di nastro nero strappato invece dell'indumento lacerato. Questa usanza rappresenta ed esprime il dolore della persona in lutto.

Altri familiari e amici visitano la casa per fare le condoglianze di shivah, consolando le persone in lutto. A casa, un minian si riunisce ogni mattina e sera per pregare. Le persone della famigliain in lutto recitano tradizionalmente il Kaddish per il defunto ogni giorno per 11 mesi dopo la morte. Affinché i morti non vengano dimenticati, circa un anno dopo la sepoltura viene eretta una lapide sulla tomba. Sulla lapide è inciso il nome del defunto, solitamente in ebraico, le date di nascita e morte, e un simbolo ebraico, come una menorah, la Stella di David o le due tavolette dei Dieci Comandamenti.

Celebrazioni e Festività

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Feste religiose ebraiche[6]
Nome ebraico Traduzione Giorno Evento ricordato Riferimento biblico Note
שבת
(shabbàt)
Sabato letteralmente "smise" Sabato Riposo di Dio il 7º giorno al termine della creazione - Caratterizzato dal riposo dalle attività lavorative e dalla liturgia sinagogale
ראש חודש
(rosh hodèsh)
Rosh Hodesh letteralmente "capo del mese" 1° del mese - - Festa minore
תענית בכורות
(ta'anìt bekhoròt)
Digiuno dei primogeniti 14 Nisan Salvezza degli Israeliti dalla piaga dell'uccisione dei primogeniti in Egitto - -
פסח
(pèsach)
Pasqua[7] letteralmente "passaggio" 15-22 Nisan Fuga degli Ebrei dall'Egitto Libro dell'Esodo Principale festa dell'anno. Anticamente celebrava l'inizio del raccolto dei cereali
ספירת העומר
(sefiràt ha'omèr)
Conteggio dell'Omer - - - 49 giorni tra Pesach e Shavuot
ל"ג בעומר
(lag ba'omèr)
Lag Ba'omer
letteralmente "(giorno) 33 nel (conteggio del) Omer"
18 Iyar Fine di un'epidemia al tempo di Rabbi Akiva e festa per il completamento della vita di Rabbi Shimon bar Yochay - -
שבועות
(shavuòt)
Settimane[7] 6-7 Sivan Dono della Torah a Mosè sul Monte Sinai; ringraziamento per il raccolto Libro di Rut Nota anche come Pentecoste (traslitterazione del greco πεντηκοστή, cinquantesimo) in quanto ricorre 50 giorni dopo la Pasqua. Anticamente celebrava la fine del raccolto dei cereali
שבעה עשר בתמוז
(shiv'àh asàr b'tammùz)
17 di Tammuz 17 Tammuz Varie calamità, tra le quali la breccia nelle mura di Gerusalemme da parte dei Babilonesi che portò alla distruzione del primo tempio (nel 586/7 AEV) - Lutto e digiuno
בין המצרים
(beìn ha-metzarìm)
Tre settimane
letteralmente "(tre settimane) tra i digiuni (del 17 di Tammuz e del 9 di Av)"
17 Tammuz - 9 di Av Distruzione del primo e secondo tempio di Gerusalemme (586/7 AEV e 70 EV) - Lutto e digiuno
תשעת הימים
(tish'at haiomìm)
Nove giorni 1 - 9 di Av - - Lutto e digiuno
תשעה באב oppure ט׳ באב
(tish'à beàv)
9 di Av 9 di Av Distruzione del primo e Secondo tempio di Gerusalemme (586/7 AEV e 70 EV) Libro delle Lamentazioni Lutto e digiuno
ראש השנה
(rosh hashanà)[8]
Capodanno 1 Tishri Inizio dell'anno (secondo l'ordinamento dei mesi moderno) - -
צום גדליה
(tsom ghedaliá)
Digiuno di Godolia 3 Tishri Uccisione del governatore Gedaliah (= Godolia)[9] - -
עשרת ימי תשובה
('aseràt iemè teshuvà)
Dieci giorni di conversione 1-10 Tishri - - Periodo precedente allo Yom Kippur dedicato a digiuno, carità, riflessione
יום כיפור
(iòm Kippùr)
Giorno di espiazione 10 Tishri Ravvedimento dai peccati commessi - All'epoca del Tempio di Gerusalemme il Sommo Sacerdote imponeva le mani sul capro espiatorio (poi divenuto proverbiale) trasferendo in esso tutte le colpe del popolo, lasciandolo quindi morire nel deserto
סוכות
(sukkòt)
Capanne[7] 14-22 Tishri (14-21 in Israele) Permanenza degli Ebrei nel deserto del Sinai - Anticamente celebrava la vendemmia e la fine dell'anno agricolo
הושענא רבה
(hosha'nà rabbà)
Grande osanna 21 Tishri - - -
שמיני עצרת
(sheminì 'atzerèt)
Ottavo (giorno) dell'assemblea 22 Tishri - - In Israele coincide con Simhat Torah
שמחת תורה
(simhàt toràh)
Gioia della Torah 23 Tishri (22 in Israele) Torah - Giorno seguente alla festa di Sukkot, segna la fine del ciclo della lettura della Torah e l'inizio di un nuovo ciclo
חנכה
(hanukkà)
Dedicazione 25 Kislev - 2 o 3 Tevet Dedicazione del Tempio di Gerusalemme nel 164 AEV ad opera di Giuda Maccabeo -
עשרה בטבת
('asarà betevèt)
w:Dieci di Tevet 10 Tevet Ricordo dell'assedio di Gerusalemme del 588 a.C. da parte di Nabucodonosor II - Digiuno
ט״ו בשבט
(tu bishvàt)
Quindici di Shevat 15 Shevat - - Capodanno degli alberi
תענית אסתר
(ta'anìt Estèr)
Digiuno di Ester 13 Adar Digiuno del popolo ebraico per l'imminente sterminio descritto nella Meghillat del Libro di Ester - Digiuno precedente alla festa di Purim
פורים
(purìm)
Sorti 14-15 Adar Salvezza degli Ebrei dallo sterminio del perfido Aman come descritto nella Meghillat del Libro di Ester Libro di Ester Equivalente come aspetti folkloristici al carnevale occidentale

Si sono aggiunte, in epoca moderna, alcune feste non a carattere prettamente religioso ma legate all'esistenza dello Stato di Israele o di ciò che, in epoca moderna, è accaduto al popolo ebraico:

☆ ☆ ☆

↓ Esaminiamo ora nello specifico le festività più importanti: ↓

Rosh Hashanah

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Shofar (di Alphonse Lévy)
Per approfondire su Wikipedia, vedi le voci Rosh haShana e Shofar.

Gli ebrei organizzano celebrazioni e festival durante tutto l'anno. Rosh Hashanah (ראש השנה), che significa “capo dell’anno”, è il Capodanno ebraico. Rosh Hashanah cade il primo giorno del mese ebraico Tishri, solitamente a settembre, e inizia un periodo di dieci giorni di pentimento e ricerca del perdono, concludendosi con Yom Kippur. Rosh Hashanah inizia la sera con l'accensione delle candele e la cena in famiglia a casa, seguita dai servizi rituali nella sinagoga.

Durante il servizio mattutino di Rosh Hashanah, il rabbino o un altro leader della congregazione suona lo shofar (שופר), un corno di montone utilizzato come strumento musicale. Il suono penetrante dello shofar simboleggia molti aspetti importanti dell'ebraismo. Celebra Dio come Re, commemora la donazione della Torah sul Monte Sinai e avvisa le persone dell'eventuale venuta del Messia nel momento scelto da Dio. Nel pomeriggio alcune congregazioni si riuniscono presso un corso d'acqua corrente, come l'oceano, un ruscello o un fiume. I fedeli lanciano pietre o briciole di pane nell'acqua, simbolicamente gettando via i loro peccati nelle acque.

Nella Torah vi si fa riferimento definendolo "il giorno del suono dello Shofar" (Yom Terua, Levitico 23:24). La letteratura rabbinica e la liturgia descrivono Rosh haShana come il "Giorno del giudizio" (Yom ha-Din) ed il "Giorno del ricordo" (Yom ha-Zikkaron).

Nei midrashim si racconta di Dio che si siede sul trono, di fronte a Lui i libri che raccolgono la storia dell'umanità (non solo del popolo ebraico). Ogni singola persona viene presa in esame per decidere se meriti il perdono o meno. La decisione, però, verrà ratificata solo in occasione di Yom Kippur. È per questo che i 10 giorni che separano queste due festività sono chiamati i 10 giorni penitenziali. In questi 10 giorni è dovere di ogni ebreo compiere un'analisi del proprio anno ed individuare tutte le trasgressioni compiute nei confronti dei precetti ebraici. Ma l'uomo è rispettoso anche verso il proprio prossimo. Ancora più importante, allora, è l'analisi dei torti che si sono fatti nei confronti dei propri conoscenti. Una volta riconosciuto con sé stessi di aver agito in maniera scorretta, occorre chiedere il perdono del danneggiato. Quest'ultimo ha il dovere di offrire il proprio perdono. Solo in casi particolari ha la facoltà di negarlo. È con l'anima del penitente che si affronta lo Yom Kippur.

La festa dura 2 giorni sia in Israele che in Diaspora, ma è una tradizione recente. Esistono infatti testimonianze di come a Gerusalemme si festeggiasse solo il primo giorno ancora nel XIII secolo. Le scritture recano il precetto dell'osservanza di un solo giorno. È per questo che alcune correnti dell'ebraismo, tra le quali i Karaiti, festeggiano solo il primo. L'ebraismo ortodosso e quello conservativo, invece, li festeggiano entrambi.

Per approfondire su Wikipedia, vedi le voci Yom Kippur e Qedushah.

Yom Kippur (יום כפור yom kippùr, ovvero "Giorno dell'espiazione") è la ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell'espiazione. Cade il decimo giorno di Tishri, ponendo fine ai dieci giorni di pentimento iniziati con Rosh haShanah. La più sacra di tutte le festività ebraiche, il Giorno dell'Espiazione è una giornata di 25 ore di intensa preghiera, digiuno e ricerca del perdono di Dio. Tutti gli adulti ebrei sono tenuti a digiunare, anche se gli individui possono essere scusati se il digiuno potrebbe influire negativamente sulla loro salute. Si dice che il digiuno sia una punizione per i peccati commessi durante l'anno precedente e aiuti l'adoratore a concentrarsi sulla preghiera piuttosto che sul cibo e sulle bevande.

Nella Torah viene chiamato Yom haKippurim (יום הכיפורים, "Giorno degli espiatori"). È uno dei cosiddetti Yamim Noraim (in ebr., letteralmente "Giorni terribili", più propriamente "Giorni di timore reverenziale"). Gli Yamim Noraim vanno da Rosh haShana a Yom Kippur, che sono rispettivamente i primi due giorni e l'ultimo giorno dei Dieci Giorni del Pentimento. Yom Kippur è la ricorrenza ebraica con maggiore Qedushah (קדושה‎) — Shabbat è giorno "solenne" con Qedushah maggiore rispetto agli altri oltre questo giorno di redenzione.

Il servizio finale di Yom Kippur è chiamato Ne’ila ( נְעִילָה, che significa "chiusura" o "blocco"). A partire dal calare dell'oscurità della seconda sera, Neilah è l'ultima richiesta da parte dei fedeli per il perdono di Dio. Quando il sole tramonta, la preghiera diventa più intensa e appassionata. Circa un'ora dopo il tramonto, il servizio volge al termine drammatico. La congregazione canta con fervore lo Shemà, ripetendo sette volte le parole “Il Signore è Dio”. Quindi viene suonato lo shofar, segnalando la fine dello Yom Kippur. Dopo i servizi, la famiglia e gli amici tornano a casa per rompere il digiuno e godersi un pasto leggero.

Per approfondire su Wikipedia, vedi le voci Sukkot e Lulav.

Sukkot (סוכות o סֻכּוֹת entrambi sukot), una festa che celebra il raccolto autunnale, inizia il quindicesimo giorno di Tishri, meno di una settimana dopo Yom Kippur. Tradizionalmente, gli ebrei costruiscono una capanna o una tenda temporanea chiamata sukkah (סוכה), nella quale vivono per sette giorni per ricordare l'esodo dall'Egitto e la vita nel deserto in viaggio verso Israele. Il tetto della sukkah è spesso costituito da foglie e rami. Frutta e verdura vengono riposte all'interno della sukkah, che spesso è adornata con decorazioni realizzate dai bambini della famiglia.

Durante i servizi sinagogali mattutini, i fedeli portano un ramo verde di palma (lulav, לולב) e un frutto simile a un limone chiamato etrog (אֶתְרוֹג, frutto di cedro, privo di difetti), mentre camminano per il santuario e recitano inni. Il ramo di palma rappresenta la forza del popolo ebraico, e il cedro rappresenta il frutto del “buon albero” della Bibbia.

Per approfondire su Wikipedia, vedi la voce Hanukkah.

Chanukkah, Hannukkah, Chanukkà, o Channukah, (חנוכה o חֲנֻכָּה, ḥănukkāh) è una festività ebraica, conosciuta anche con il nome di Festa delle luci o Festa dei lumi. In ebraico la parola chanukkah significa "inaugurazione" o "dedica": infatti la festa commemora la conquista di Gerusalemme e la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme avvenute nel 164 AEV, nelle prime fasi della rivolta dei Maccabei contro l'Impero seleucide.

I seleucidi avevano infatti tentato di distogliere gli ebrei dalla Torah e in particolare da alcuni precetti come lo Shabbat (riposo sabbatico) ed il Brit Milah (circoncisione). Gli assiro-ellenici ritenevano di poter cancellare la specificità giudaica proibendo la pratica della Legge, ma solo una minoranza di ebrei venne religiosamente "corrotta": secondo 4:6 una rivolta armata guidata da un anziano sacerdote dell'antica famiglia degli Asmonei, Mattatia, permise "la vittoria dello spirito sulla forza brutale, che minacciava Israele nella sua vita religiosa e spirituale".

Secondo la leggenda i Maccabei riconquistarono il Tempio di Gerusalemme. Distrussero gli idoli greci all'interno del Tempio e purificarono il santuario, con l'intenzione di restituire il Tempio al popolo ebraico. Le cerimonie religiose e la celebrazione della ridedicazione del Tempio dovevano durare otto giorni. Quando i capi dei Maccabei riaccesero la sacra lampada eterna del Tempio, scoprirono solo un vaso di olio purificato, sufficiente a durare solo un giorno. Accesero la lampada e l'olio bruciò miracolosamente per otto giorni, il tempo sufficiente per produrre altro olio.

In commemorazione dell'olio che bruciò per otto giorni, le famiglie ebree accendono le candele di Chanukkah su una menorah per otto notti. La menorah di Chanukkah è un candelabro a nove braccia. Ogni sera, dopo il tramonto, le candele vengono poste nei portacandele e accese mentre la gente recita preghiere ringraziando Dio per il miracolo di Chanukkah. Tra le celebrazioni più gioiose dell'ebraismo, Chanukkah è un momento dedicato alla famiglia per feste, giochi e regali. La prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev (dicembre). Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev. È l'unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi: inizia a kislev e finisce in tevet. In particolare, se kislev dura 29 giorni, finisce il 3 tevet, mentre, quando kislev ha 30 giorni, finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim, la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero delle feste "stabilite" dopo il dono della Torah.

Haggadah di Pesach, manoscritto del XIV secolo
Per approfondire, vedi Pesach e Capitolo 2:Esodo e Pesach.

Pesach (חַג הַפֶּסַח‎) commemora l'Esodo degli antichi ebrei dalla schiavitù in Egitto. L'Esodo fu un evento cruciale nella storia ebraica, culminato nella fondazione della nazione ebraica. Il Seder (סדר‎), pasto rituale consumato nelle prime due notti degli otto giorni di festa, è l'osservanza principale di Pesach. Queste occasioni festive prevedono cibi appositamente preparati, canti gioiosi, preghiere di lode e, soprattutto, la rivisitazione dell'Esodo dall'Egitto. Le famiglie si riuniscono attorno al tavolo da pranzo e leggono un libro chiamato Haggadah (הגדה “racconto”), che spiega gli eventi della prigionia degli ebrei in Egitto e la loro fuga dalla schiavitù.

Durante gli otto giorni di osservanza gli ebrei non possono mangiare pane lievitato. Gli ebrei invece mangiano la matzah, un pane piatto, secco e azzimo. Gli alimenti a base di grano lievitato, orzo, segale o avena, tra cui pasta, cereali, pizza, birra e altro, non possono essere consumati durante Pesach. La matzah simboleggia la fuga precipitosa degli ebrei dall'Egitto. Senza tempo per aspettare che il lievito facesse lievitare la pasta, gli schiavi cuocevano il pane azzimo per affrontare il loro viaggio nel deserto.

Gli ebrei, osservanti e meno osservanti, ortodossi, conservatori e riformati, hanno alcuni momenti di unione che non vengono messi in discussione. Se il più solenne è il digiuno di Kippur, quello più sentito e popolare è il Seder di Pesach, che si celebra appunto all'entrata di questa festa, ossia la sera in cui inizia la giornata del 15 di Nisan. In questa occasione, che di solito è di ritrovo familiare, si segue un rituale molto antico, ancora nel periodo del Tempio di Salomone, e che è codificato, in modo sostanzialmente identico, per tutti i riti ortodossi e conservatori (vi sono delle differenze nei vari riti riformati), nella Haggadah di Pesach.

La sua struttura comprende:

  • Le benedizioni legate alla ricerca del chametz (nell'abitazione, secondo il Minhag, si nascondono 10 pezzettini di chametz da ricercare in silenzio al lume di una candela) effettuata nella sera della vigilia con l'eliminazione di ogni chametz in possesso sino al mattino seguente. Durante la festa di Pesach in una casa ebraica non vi devono essere tracce di cibi lievitati: dopo una precedente profonda pulizia extra liturgica, viene fatta un'ultima ricerca di cibi lievitati, citando in una benedizione l'obbligo a farlo. Il chametz ritrovato fino al giorno prima della vigilia di Pesach viene usualmente buttato, trattenendone una piccola parte per la mitzvah sopra descritta. Subito dopo il chametz, eventualmente non trovato, viene annullato con un'altra benedizione. Il mattino della vigilia il chametz conservato viene bruciato con successiva preghiera ebraica per l'annullamento, nuovamente.
  • Il Seder vero e proprio. Si giunge alla sera: a partire dal tramonto, dopo la conclusione della preghiera serale di Arvith, inizia il Seder di Pesach, nel corso del quale viene osservata una liturgia precisa, meglio descritta nella voce apposita. Nel corso di questo, dopo abluzioni e santificazioni, si giunge al capitolo Magghid (מגיד, narratore) che è il cuore dell'Haggadah di Pesach.

Il racconto — La narrazione dell'uscita dall'Egitto inizia con una recitazione in aramaico (nei riti italiano e rumeno - negli altri riti è parzialmente in ebraico) del brano A Lahmah (Questo è il pane dell'afflizione...) e segue con quello che è il brano più amato, Ma Nishtanah ("Cosa differenzia questa sera dalle altre sere?"), di solito recitato dal più giovane della tavolata, quasi sempre un bambino. In seguito vengono ricordati gli eventi che hanno portato all'Esodo, dalle dieci piaghe, all'apertura del Mar Rosso, alla distribuzione della manna, i Dieci Comandamenti, eccetera. Il racconto termina con la celebrazione di Dio per quanto ha fatto, solitamente con dei canti.

Per approfondire su Wikipedia, vedi la voce Shavuot.

Shavuot (שבועות, lett. "Settimane") cade sette settimane dopo Pesach e commemora il raccolto primaverile e la consegna della Torah a Mosè sul Monte Sinai. La festa è richiamata in Esodo 23:19 quando agli ebrei viene comandato: “Il meglio delle primizie del tuo suolo lo porterai alla casa del Signore, tuo Dio”.[10] Nei tempi biblici, gli antichi ebrei si recavano a Gerusalemme da ogni parte della terra per offrire al Tempio le primizie e i cereali del loro raccolto. Dio comandò la festa quando stipulò un patto con gli ebrei, dando alla festa un significato religioso oltre all'importanza del raccolto. Il festival di due giorni è incentrato su preghiere speciali nella sinagoga e sullo studio della Torah fino a tarda ora della sera.

Shavu'òt ha numerosi aspetti che ne hanno determinato i vari nomi con cui viene identificato. Nel Tanakh è chiamata "Festa della mietitura" (חג הקציר, Ḥag ha-Qatsir; Esodo 23:16) e "Festa delle settimane" (חג שבעות, Ḥag Šavu‘òt; Esodo 34:22; Deuteronomio 16:10) ed ancora "Festa delle primizie" (יום הבכורים, Yom ha-Bikkurim; Num 28:26).

Shavuot è una delle feste meno celebrate tra gli ebrei secolari della diaspora, mentre è più sentita tra gli ebrei d'Israele.[11][12] Secondo la Legge ebraica (Halakhah), Shavuot è celebrato in Israele per un giorno e nella diaspora (fuori di Israele) per due giorni. L'ebraismo riformato celebra solo un giorno, anche nella diaspora.[13]

PURIM

Il festival di Purim (פורים, Sorti) si svolge tra Chanukkah e Pesach. Commemora il salvataggio del popolo ebraico dalla morte e dall'annientamento nell'antica Persia. Gli eventi che hanno ispirato la festività compaiono nel Libro di Ester. Secondo il racconto, Aman, consigliere del re Assuero di Persia, condanna tutti gli ebrei ad essere uccisi perché un ebreo di nome Mardocheo si rifiuta di inchinarsi davanti a lui. Né il re né Haman sanno che la regina Ester è ebrea. Rivelando la sua vera religione, Ester racconta ad Assuero del complotto di Haman e implora il re di salvare il suo popolo. Haman e i suoi seguaci vengono messi a morte e Mardocheo viene nominato consigliere del re.
Purim è una festa preferita dai bambini piccoli, che festeggiano indossando costumi, mettendo in scena spettacoli e facendo rumore battendo su pentole e padelle o usando i grager (yiddish: גראַגער), un tipo di giocattolo simile alla raganella che fa rumore agitandolo. Uno dei compiti principali dei celebranti è donare ai poveri e inviare doni di cibo agli amici come mezzo per ringraziare per essere stati salvati. La festività di Purim si osserva quindi con 4 mitzvot:

  • Lettura della Meghilla: pubblica e dal rotolo, sia la sera del 13 di Adar che la mattina del 14;
  • Dono di cibo Mishloach Manot: si usa donare a parenti ed amici dei piatti riempiti di cibi mangiabili subito, solitamente dolci e succhi, in modo che tutti possano essere felici e consumare un pasto;
  • Dono ai poveri: preferibilmente direttamente ai bisognosi, ma in tutte le sinagoghe si organizzano raccolte comunitarie che verranno usate per fini assistenziali;
  • Pasto festivo: è mitzvah fare un banchetto o comunque un pasto abbondante durante la giornata di Purim.


Mesi ebraici con analoghi babilonesi

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Nomi ebraici dei mesi con i rispettivi equivalenti babilonesi
Nr. Ebraico Tiberiense Accademia Comune/
Altro
Lunghezza Analogo babilonese Festività/
Giorni importanti
Note
1 תִּשׁרִי Tišrī Tishri Tishri 30 giorni Tashritu Rosh Hashanah
Yom Kippur
Sukkot
Shemini Atzeret
Simchat Torah
Chiamato Ethanim in 1 Re 8:2.
Primo mese dell'anno civile.
2 מַרְחֶשְׁוָן מרחשוון Marḥešwān Marẖeshvan Marcheshvan
Cheshvan
Marẖeshwan
29 o
30 giorni
Arakhsamna Chiamato Bul in 1 Re 6:38.
3 כִּסְלֵו כסליו Kislēw Kislev Kislev
Chisleu
Chislev
29 o
30 giorni
Kislimu Hanukkah
4 טֵבֵת Ṭēḇēṯ Tevet Tebeth 29 giorni Tebetu 10 di Tevet (digiuno)
5 שְׁבָט Šəḇāṭ Shevat Shevat
Shebat
Sebat
30 giorni Shabatu Tu Bishvat
6L אֲדָר א׳ Adar I 30 giorni Solo negli anni embolismici.
6 אֲדָר אֲדָר ב׳ ʼĂḏār Adar
Adar II
Adar Sheni 29 giorni Adaru Purim
7 נִיסָן Nīsān Nisan Nissan 30 giorni Nisanu Pesach Chiamato Abib (Esodo 13:4, 23:15, 34:18, Deuteronomio 16:1)
e Nisan (Ester 3:7) nel Tanakh.
8 אִיָּר אייר ʼIyyār Iyyar Iyar 29 giorni Ayaru Pesach Sheni
Lag Ba'omer
Chiamato Ziv in 1 Re 6:1, 6:37.
9 סִיוָן סיוון Sīwān Sivan Siwan 30 giorni Simanu Shavuot
10 תַּמּוּז Tammūz Tammuz Tamuz 29 giorni Dumuzu 17 di Tammuz (digiuno) Chiamato col nome del dio babilonese Dumuzi
11 אָב ʼĀḇ Av Ab 30 giorni Abu Tisha b'Av
Tu b'Av
12 אֱלוּל ʼĔlūl Elul 29 giorni Ululu
Per approfondire, vedi Serie misticismo ebraico, Serie delle interpretazioni e Serie maimonidea.
  1. “Elohai N’shama—My Pure Soul”, Beth Sholom B’nai Israel, 2018.
  2. Adele Berlin e Marc Zvi Brettler, curr. The Jewish Study Bible, New York: Oxford UP, 2004.
  3. Jewish Encyclopedia, articolo BAR MIẒWAH, di Marcus Jastrow & Kaufmann Kohler. URL consultato 23/01/2024
  4. Adele Berlin e Marc Zvi Brettler, curr. The Jewish Study Bible, New York: Oxford UP, 2004, 16.
  5. “Under the Huppah: The Jewish Wedding”, The Pluralism Project: America’s Many Religions. President and Fellows of Harvard College and Diana Eck, 2018.
  6. Elencate secondo l'ordine dei mesi del calendario religioso tradizionale.
  7. 7,0 7,1 7,2 Pesach, Shavuot e Sukkot sono dette שלוש רגלים (shalosh regalim, "tre pellegrinaggi") perché per esse, nell'antico Israele, era previsto che i fedeli si recassero al Tempio di Gerusalemme.
  8. cfr comunque anche il mese ebraico Elul
  9. Secondo la Bibbia ebraica, Gedaliah (גְּדַלְיָּה "G'dalyyâh" o גְּדַלְיָהוּ "G'dalyyâhû", che significa Jah è diventato grande) fu nominato governatore della provincia babilonese di Yehud da Nabucodonosor II (25:22; 40:5; 52:16), formatasi dopo la sconfitta del Regno di Giuda e la distruzione di Gerusalemme, in una parte di territorio che precedentemente formava il regno stesso. Veniva sostenuto dalla guardia caldea di stanza a Mizpah (25:22-24, 40:6-8). Alla notizia della nomina di Gedaliah, gli ebrei che si erano rifugiati nei paesi circostanti, ritornarono a Giuda (40:11-12) nel 586 AEV. Si veda Strong's Hebrew: 1436. גְּדַלְיָה (Gdalyah)
  10. Cfr. anche Adele Berlin e Marc Zvi Brettler, curr. The Jewish Study Bible, New York: Oxford UP, 2004, 160.
  11. (EN) J.J. Goldberg, Shavuot: The Zeppo Marx of Jewish Holidays, su forward.com, The Forward, 12 maggio 2010. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  12. (EN) Rabbi Berel Wein, Shavuot Thoughts, su rabbiwein.com, The Jerusalem Post, 21 maggio 2010. URL consultato il 24 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2012).
  13. "My Jewish Learning on Shavuot" Archiviato il 9 giugno 2008 in Internet Archive. - vedi 7º paragrafo.