Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi/Rappresentanze commerciali

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= FERROVIE DELLO STATO: DA AZIENDA AUTONOMA ORIENTATA AL MERCATO[modifica]

  Le Rappresentanze Commerciali FS all’estero sono state un importante strumento per la conoscenza della logistica delle merci e della mobilità passeggeri a livello europeo, a disposizione non solo dell’azienda ferroviaria ma anche del Ministero dei trasporti.
  Grazie alla lungimirante visione del dr Mauro Ferretti, direttore del Servizio commerciale e del Traffico delle FS, le rappresentanze commerciali vennero concepite come antenne sensibili per captare tempestivamente l’evoluzione del mercato dei trasporti, secondo le indicazioni del “Progetto ’80” della programmazione economica nazionale, all’insegna dell’obiettivo “Dal coordinamento all’integrazione del mercato del trasporto”, basato sulla necessità della riconversione modale a favore della rotaia in un paese che nel dopoguerra aveva visto prevalere nettamente la strada. 
  Per tale finalità, in pratica, le rappresentanze commerciali lavoravano a fianco delle ambasciate e dei consolati italiani per consolidare la piena collaborazione con il paese ospitante nel campo della logistica e della mobilità. Le antenne erano quindi impegnate a tutto campo per i contatti con le imprese, le aziende, la clientela e le istituzioni nella logica del “Consulente della clientela per il traffico merci” che trasferiva a livello europeo la sua prima esperienza maturata in Italia.  Partecipavano quindi alle conferenze tariffarie, di cui curavano la preparazione, e alle iniziative dedicate alla logistica e alla mobilità.
  Le antenne erano in sintonia con l’ISTIEE (Istituto per l’integrazione dei trasporti nella comunità economica europea dell’Università di Trieste, diretto dal prof. Matteo Maternini), che ogni anno, nella prima settimana di settembre, organizzava un importante convegno sui trasporti a livello europeo. Le antenne erano anche in sintonia con l’UIC di Parigi, dove le FS avevano una rappresentanza.
  La Rappresentanza commerciale FS di Monaco di Baviera, ultima nata dopo Berna, Bruxelles e Vienna, venne promossa dall’unico direttore generale delle FS di estrazione commerciale (dr Giuseppe Renzetti, Novembre 1962-Settembre 1965). Perché a Monaco di Baviera e non nelle capitali come le altre rappresentanze ? Perché doveva promuovere lo sviluppo dei traffici della Baviera verso il Porto di Trieste a cominciare dallo sfruttamento dell’oleodotto che serviva le raffinerie di Germania, Austria e Cecoslovacchia.
   Monaco di Baviera era importante non solo per la logistica integrata ma anche per la mobilità sostenibile a misura di pedone basata sulla rotaia. E’proprio a Monaco di Baviera che venne realizzato il “passante ferroviario metropolitano”, perno del primo sistema in Europa di trasporto integrato viaggiatori con un unico biglietto valido per tutte le modalità del vettore, pubblico e privato. Sistema poi esteso alle principali città della Germania e dell’Europa. Nel 1980 anche Budapest poteva giovarsi del vantaggioso sistema “Monaco” introdotto in occasione delle Olimpiadi del 1972. In Italia bisognerà aspettare il XXI secolo per vedere la realizzazione del sistema “Monaco”, solo grazie all’iniziativa della Provincia di Bolzano.

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FERROVIE DELLO STATO: A SOCIETA' PER AZIONI OSTAGGIO DELLA FINANZA[modifica]

L’0pera del dr Ferretti , volta all’evoluzione delle FS verso un’azienda orientata al mercato internazionale attraverso le rappresentanze commerciali all’estero e le agenzie regionali merci e viaggiatori , completata dal direttore Giuseppe Pinna, è stata vanificata dall’improvvida chiusura di questi strumenti fondamentali per la cura della clientela, nazionale ed estera, portando le FS da azienda orientata al mercato ad impresa ostaggio della finanza, La proliferazione continua di numerose società, difficilmente riconducibili alla piena collaborazione con la holding “mostro” (ancora formalmente investita di onorare il mandato del 1905 “trasporto di persone e cose”) ha finito per produrre una decisa ricaduta negativa sulla qualità del servizio offerto alla clientela che non aveva più un unico interlocutore affidabile. Qualità che poteva essere garantita solo da un Servizio Commerciale e del Traffico unitario e non da una miriade di società in un clima conflittuale.

  L’ulteriore colpo all’orientamento al mercato delle FS è stata l’inspiegabile decisione di considerare le ferrovie estere concorrenti anziché necessarie alleate, come sempre avvenuto, per garantire alla clientela sicurezza e affidabilità. Con tale politica è stata compromessa quella integrazione (funzionale e tariffaria) a livello europeo che è decisiva per lo sviluppo dei traffici, sia nella logistica che nella mobilità, con il risultato di contrastare il messaggio del “Progetto ‘80” finalizzato alla riconversione modale a favore della rotaia, favorendo quindi l’ulteriore  dilagare del mezzo stradale con implicazioni negative per la sicurezza e l’ambiente. Una vera e propria regressione culturale in tema di trasporto che ha ignorato il lavoro dell’ISTIEE per l’integrazione a livello europeo. Non oso nominare l’artefice di tale capolavoro; mi limito a precisare che non era di estrazione commerciale, come Renzetti, Ferretti e Pinna.
  Senza una grande impresa di trasporto orientata al mercato in una dimensione europea, dotata di  un moderno servizio commerciale, l’Italia perde la possibilità di adeguare logistica e mobilità sfruttando pienamente il potenziale  delle nuove acquisizioni tecnologiche nelle infrastrutture e nei materiali di buon livello.
  Trieste, 22 Ottobre 2022

Luigi Bianchi Cinianto (disc.) ---

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