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Aiuto:Suoni

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.

Sui libri di Wikibooks si possono inserire suoni, perché in campo informatico un suono è un file esattamente come un'immagine o un testo. Questi file devono essere prima caricati su Commons e solo dopo possono essere inseriti con il template {{Multimedia}} nelle pagine in questo modo:

{{Multimedia|nome_del_file.ogg|ascolta}}

Fin qui la parte semplice, ora passiamo al difficile: ci sono vari formati per salvare suoni su un computer, ognuno con vantaggi e svantaggi, e Wikibooks e Commons accettano solo alcuni di essi (vedi Commons:Tipi di file). Vediamo di che si tratta.

I suoni nell'informatica

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Un computer può memorizzare un suono in due modi: come una serie di istruzioni da seguire per replicare il suono, come uno spartito, oppure memorizzando il suono stesso come forma dell'onda acustica da mandare direttamente agli altoparlanti. Il secondo approccio si può dividere in suoni non compressi e compressi. Tutti e tre i metodi possono essere utilizzati su Wikiboooks, ma vediamoli in dettaglio.

Metodo 1: spartito

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Il primo metodo, quello di memorizzare le istruzioni per replicare un suono, è in pratica monopolio dei file MIDI: essi sono dei veri e propri spartiti, che memorizzano le note da suonare, il loro volume e durata, eventuali effetti da sovrapporre, eccetera. Per riprodurre lo spartito, esso deve in qualche modo essere "suonato", ed è proprio questo che succede nel computer: quando si ascolta un file midi, la scheda audio sta "suonando" il pezzo in diretta, utilizzando gli strumenti sintetizzati di cui dispone.

I MIDI hanno il vantaggio di occupare pochissimo spazio: su un normale CD si possono infilare più di 20.000 pezzi di media lunghezza. Il loro difetti principali sono:

  • la gamma di suoni che si possono memorizzare è limitata: suoni non esprimibili con uno spartito (es. la voce umana) non trovano posto in un MIDI;
  • la qualità della riproduzione dipende fortemente dalla scheda audio: quelle costose daranno risultati migliori. Inoltre, il pezzo suonerà sempre un po' "asettico" e manca della profondità di una registrazione dal vivo. I suoni di lunga durata (violini, chitarre) sono difficili da riprodurre per un computer, e spesso fanno francamente schifo.

Il formato MIDI è libero per tutti ed esistono tonnellate di apparecchiature, anche professionali, che ne fanno largo uso.

Uso su Wikibooks: consigliato, in tutti i casi in cui le limitazioni non siano un problema: inni nazionali, esempi di melodie, composizioni classiche (il pianoforte è uno strumento molto adatto al MIDI).

Metodo 2: suono non compresso

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Il secondo metodo (impiegato da file come WAV e altri formati meno conosciuti) è quello di memorizzare il suono sotto forma di onda acustica, così come esce dal microfono che lo sta registrando. Questo è quello che succede nei CD musicali, che sono in pratica un file WAV lungo 600 mega. Ci sono alcuni vantaggi:

  • il suono è sempre riprodotto alla massima qualità possibile;
  • qualunque suono registrabile da un microfono può essere memorizzato e, se gli altoparlanti sono all'altezza, riprodotto.

C'è uno svantaggio che preclude quasi sempre l'uso di questi file: le loro dimensioni sono enormi. Un CD audio produce 150 Kbyte al secondo, e infatti in un CD da 600 mega entra appena un'ora di musica. La dimensione del file può essere ridotta, anche di parecchio, riducendo la qualità di registrazione, ma gli effetti sul suono sono spesso disastrosi.

Uso su Wikibooks: sconsigliato, a meno che non siano spezzoni brevissimi e di bassa qualità.

Metodo 3a: suono compresso senza perdita

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Derivati diretti degli WAV sono i suoni con compressione senza perdita (lossless in inglese), che tentano di ridurre le dimensioni dei file senza perdere niente della loro qualità, come se fossero zippati. L'esponente più famoso di questa categoria è il file FLAC, che in genere riesce a dimezzare le dimensioni dei file WAV. Anche se è meglio di niente, è sempre troppo grosso.

Uso su Wikibooks: sconsigliato, non ha veri vantaggi sul WAV, ed è poco diffuso.

Metodo 3b: suono compresso con perdita

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Il metodo di gran lunga più diffuso per memorizzare suoni su un computer è comprimerli mediante una compressione con perdita (lossy in inglese), cioè che degrada la qualità del suono ma con il beneficio delle dimensioni ridotte. È il regno dei vari MP3, WMA, OGG, eccetera.

Questi formati funzionano eliminando quella parte del suono che, secondo i loro modelli psicoacustici, è la meno importante per l'orecchio umano. In questo modo è possibile ridurre dell'80% la dimensione di un file senza che si avverta alcun cambiamento nella qualità, semplicemente eliminando le parti inudibili. Si può in genere regolare la compressione: più si comprime, più la qualità scade, e si cerca in genere un compromesso. File come l'MP3 e l'OGG possono ridurre 10 a 1 le dimensioni di un file mantenendo una qualità accettabile (gli audiofili storceranno il naso, ma non è a loro che mi rivolgo...)

La qualità finale è in genere espressa in kilobit: un valore normale è di 128 Kbit o 160 Kbit, che rappresentano compressioni rispettivamente di 9 a 1 e di 7,5 a 1.

I diversi file di questa categoria differiscono nei dettagli del "taglio", e questo comporta delle differenze tra le qualità ottenibili ad un certo livello di "taglio". In genere la differenza non supera un "gradino" di compressione: un OGG a 128 kbit suonerà più o meno bene quanto un MP3 a 160 kbit.

Vediamo qualche dettaglio sui diversi tipi.

  • MP3: è l'antenato e ancora di gran lunga il più diffuso. Il suo caricamento su Commons è raccomandato solo se non è possibile trovare un OGG o una versione senza perdita. Attualmente Commons accetta caricamenti di file MP3 solo da utenti con autopatrol o diritti più elevati, a causa delle preoccupazioni sulla capacità della comunità di monitorare le violazioni del copyright.
  • OGG: di nascita più recente, ha l'obiettivo dichiarato di essere un'alternativa migliore dell'MP3, e per giunta senza alcun problema di brevetti: è un formato esplicitamente libero per tutti. La maggior parte dei programmi di riproduzione più diffusi ormai riesce a leggere anche l'OGG. Uso su Wikibooks: consigliato, per tutti i suoni apprezzabilmente lunghi che non possono essere espressi in MIDI, e dovunque ad uno verrebbe in mente di usare l'MP3.
  • WMA: acronimo di Windows Media Audio, è un formato proprietario Microsoft basato sugli stessi principi dell'MP3. È tecnicamente ben fatto, ed ha spesso una qualità migliore dell'MP3 a parità di compressione. È però completamente proprietario ed impossibile da riprodurre senza un programma Microsoft. Uso su Wikibooks: sconsigliato, usate l'OGG al suo posto.

Conversioni tra formati diversi

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Non è sempre possibile convertire un suono da un formato all'altro, ed a volte è bene evitarlo anche se è possibile:

Conversione da MIDI ad altro formato

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È sempre possibile e non ha nessuna conseguenza in termini di qualità, se non quelli dell'eventuale compressione con perdita. È spesso lenta e laboriosa perché occorre far "suonare" il pezzo in diretta (come spiegato nel paragrafo relativo), mettendo un altro programma di musica in "registrazione". Il tempo necessario è quindi pari al tempo di esecuzione del pezzo, mentre in tutte le conversioni elencate di seguito è in genere molto più veloce.

Conversione da altro formato a MIDI

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In genere è impossibile: non esiste un programma capace di analizzare il suono di una composizione e di ricostruirne lo spartito. Perlomeno, non ne esistono che diano risultati decenti.

Conversione tra formati non compressi e/o compressi senza perdita

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È sempre possibile e non ha nessuna conseguenza in termini di qualità.

Conversione in formato di compressione con perdita

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È sempre possibile, ma più si comprime, peggiore è la qualità.

Conversione da compressione con perdita a non compresso/senza perdita

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È sempre possibile e non peggiora la qualità (già compromessa dalla compressione, ricordate).

Nel caso il risultato finale sia un file compresso con perdita, occorre evitare di comprimere con perdita più di una volta: ad ogni passaggio si perde qualità, finché il file sarà inascoltabile. Ad esempio, se avete un file WAV e volete farne le versioni MP3 e OGG, non seguite questa catena: WAV -> MP3 -> OGG. Fate invece due conversioni separate: WAV -> MP3 e WAV -> OGG. Un formato compresso con perdita è sempre un punto di arrivo, mai di partenza o di mezzo in una catena di conversioni.

Fa eccezione quando si ha per le mani solo un MP3 (oppure un WMA) e vogliamo caricare un OGG su Commons: a questo punto la conversione a partire da un formato con perdita è obbligata, quindi occorre tenere alta la qualità di arrivo (per minimizzare l'ulteriore perdita), ed evitare come la peste conversioni successive. Un eventuale passaggio attraverso un file non compresso/senza perdita (ad esempio MP3 -> WAV -> OGG) non ha effetto sulla qualità, e se ne possono fare quanti se ne vuole.