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Diventare un bibliotecario educatore all'università/Conoscere le teorie educative

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Indice del libro

Gran parte della letteratura sulle competenze informative pubblicata finora si ispira alle teorie costruttiviste dell’apprendimento sottolineando che gli individui non si limitano ad assorbire i messaggi trasportati dall’informazione ma sono anche attivi costruttori di senso. Ad esempio, il processo di ricerca delle informazioni di Carol Kuhlthau (1993) è stato molto influente nella letteratura sulla competenza informativa.

I metodi didattici per l’apprendimento permanente e le teorie educative hanno influenzato la didattica della competenza informativa. L’approccio costruttivista è fondato sul coinvolgimento degli studenti nel processo di ricerca per risolvere un problema. In questo modo, invece di memorizzare i dati illustrati in una lezione, gli studenti costruiscono da soli le proprie conoscenze. Tale approccio pedagogico, che chiama in causa competenze legate al processo di ricerca che fa parte della competenza informativa, consente agli studenti di apprendere in modo critico e attivo. Il punto di vista costruttivista sull’informazione e sulla conoscenza che costruiamo, prevede che la conoscenza e i significati si costruiscono attraverso il dialogo e il dibattito critico. Questo punto di vista enfatizza le discontinuità e la molteplicità di prospettive in ambiti scientifici e professionali.

Allo stesso modo il processo di diventare informati e competenti va inteso come una opportunità di relazione dialogica con gli altri, con l’accettazione del disagio di opinioni diverse, esaminando alternative, cercando comprensioni completamente nuove, leggere ciò che non viene detto nei testi per capire la loro dimensione politica, sociale e storica. Questo tipo di pratiche sociali complesse non possono essere catturate in modo semplice, come usando liste di controllo (ad esempio CRAAP) per la valutazione delle fonti di informazione.

Occorre comprendere che, pur con i limiti imposti dalla necessità di acquisire le conoscenze proprie degli esperti, uno studente universitario non è un elemento passivo, ma un potenziale protagonista dell’accrescimento delle conoscenze socialmente disponibili.Invece di partire dal gap di conoscenze, occorrerebbe conoscere i punti di forza degli studenti, partire da quello che sanno già fare bene. In entrambi i casi (deficit e punti di forza) è necessaria una diagnosi iniziale di quello che lo studente già sa.