Diventare un bibliotecario educatore all'università/Esperienze

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Indice del libro

Devo impostare una ricerca bibliografica: esisterà un tutorial?[modifica]

Elena Almangano[modifica]

Nella mia quotidiana attività di bibliotecaria accademica noto sempre di più lo spaesamento di molti ricercatori a vari livelli rispetto all’approccio alla ricerca bibliografica. Il continuo aumento di risorse e contenuti sia online che cartacei crea quel senso di incapacità ad affrontare una ricerca bibliografica completa spesso usufruendo solo di quei riferimenti già ben conosciuti. A volte, questo disorientamento colpisce anche i servizi delle biblioteche, ritrovandoci protagonisti di una sorta di falso mito per cui il nostro unico compito è quello di rimettere a posto i libri o al massimo di fare un prestito. Tutto questo si è accentuato durante il recente lockdown e la chiusura di tutti i servizi bibliotecari in presenza. Molti studenti e ricercatori si sono ritrovati senza punti di riferimento e particolarmente in difficoltà per il procedere delle loro ricerche. In quest’ottica nel marzo del 2020 ho iniziato a registrare dei tutorial e metterli a disposizione sul mio canale YouTube, affrontando vari temi: dai vari canali di ricerca bibliografica ai servizi disponibili, dall’uso di strumenti come Zotero alla valutazione dell’affidabilità dei siti web. Attualmente il canale ha 207 iscritti e 10.610 visualizzazioni totali.

In particolare, il tutorial dedicato alla valutazione dei siti web e, di fatto, al riconoscimento delle fake news, ha riscosso molto successo e sono stata invitata come relatore presso alcuni centri culturali (da ultimo l’intervento alla Scuola diocesana di Formazione all'impegno sociale e politico della Diocesi di Forlì-Bertinoro nonché la richiesta di tenere lezioni alla Pontificia facoltà teologica Teresianum).

Ogni occasione è buona per ricordare che il bibliotecario non è seduto alla scrivania per i libri, ma per gli utenti!

Come si diventa tutor e facilitatore[modifica]

Rita Bertani[modifica]

Tutto comincia con il passaparola, da un desiderio. Mi sono affacciata da poco al mondo dell'Associazione italiana biblioteche (AIB).

Durante un corso faccio presente che mi piacerebbe poter essere utile a chi vuol seguire un corso. Poco tempo dopo arriva la possibilità concreta. L'allora Presidente del Comitato regionale Federica Rossi mi candida al corso di e-tutor, Matilde Fontanin le ha segnalato che ho l’attitudine giusta. Comincio a studiare la piattaforma su cui impareremo a muoverci al corso.E così, io troppo piccola fra tutta questa gente che c’è intorno, comincio questa avventura. Da allora ho tutorato e facilitato diversi corsi sia in presenza che online su diverse piattaforme, ma non ho mai smesso di formarmi perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare anche solo da chi ha più esperienza di te. Per questo ho deciso di approfondire la conoscenza della piattaforma AIB, e di intraprendere un percorso per facilitatore. L’e-tutor e il facilitatore sono due ruoli diversi ma in qualche modo simili, se il primo monitora i corsisti e aiuta i docenti nei processi valutativi, gestendo attività e forum che mirano a coinvolgere chi partecipa al corso; il secondo aiuta i partecipanti a raggiungere gli obiettivi comuni (l’apprendimento), monitorando e coinvolgendo i singoli ad essere parte attiva. E l’esperienza nei corsi AIB mi è servita anche al di fuori del cotesto lavorativo. Quando ACI (Associazione calligrafica italiana) cercava dei tutor d’aula per i suoi corsi, ho pensato di buttarmi anche in quell’avventura, che in effetti tanto diversa non è. Nella valigia di un tutor/facilitatore non deve mai mancare la voglia di mettersi in gioco, la pazienza e la capacità di capire (senza pregiudizi), una buona dose di autoironia e la curiosità di cercare di imparare sempre nuovi aspetti del mondo della formazione.

Dalla pratica alla teoria: il mio percorso inverso per diventare formatrice[modifica]

Silvia Bruni[modifica]

La mia formazione di formatrice è stata sul campo. Per molti anni, infatti, ho lavorato nel Centro di documentazione specializzato sull'alcolismo del Centro alcologico regionale dell'ospedale di Careggi a Firenze. Una delle aree di specializzazione del centro era quella dell'auto-aiuto. Ho quindi iniziato a lavorare per un progetto di biblioteca di ospedale. Progressivamente, è stato, tutto sommato naturale, affiancare alle altre attività un'offerta di formazione per migliorare le competenze delle persone con malattie croniche di esprimere i loro bisogni informativi per farsi carico attivamente del loro problema. D'altra parte anche agli operatori sanitari avevano la necessità di migliorare la capacità di relazionarsi con i pazienti, riflettendo sul loro ruolo di curanti. Potevano la lettura e la scrittura rappresentare strumenti di lavoro e ricerca anche in ospedale? Intorno a questa domanda si è creato un gruppo di formazione multidisciplinare, in cui si incontravano competenze bibliotecarie, mediche, psicologiche. Sono stati anni molto belli di lavoro e sperimentazione da cui è nato un approccio didattico di tipo costruttivistico basato sulla capacità creativa del gruppo, più che dei suoi singoli membri e che adotta il laboratorio come struttura per farle emergere. Da allora questo patrimonio di esperienza viaggia con me in tutti gli ambiti di lavoro in cui mi sono trovata ad operare, anche all'università, dove faccio corsi per gli studenti sulle piattaforme di Wikimedia (chi fosse curioso di conoscere le attività svolte può consultare questa pagina) e corsi su alcune competenze definite trasversali (scrittura, discorso in pubblico). Credo che sentirsi a proprio agio nel proprio ruolo di formatore sia fondamentale. Questo significa sentire che si è liberi di coniugare la creatività (di pianificazione del corso, di progettazione delle attività, di sperimentazione dei giochi e attività) con il rigore e la capacità di intercettare i bisogni, creare il gruppo e governarne le dinamiche, di valutare le acquisizioni di competenze e l'andamento del processo di apprendimento, di sfruttare al meglio il tempo a disposizione.

Mi auguro davvero che ci sia la possibilità di creare un "incubatore" per bibliotecari formatori, una sorta di collettore di esperienze e di scambio di competenze. Si cresce anche in modo inferenziale, dalla pratica alla teoria.

La tipicità formativa di una biblioteca ecclesiastica d'ateneo[modifica]

Maria Giacobbe[modifica]

Quando si pensa ad una biblioteca ecclesiastica, se non la si frequenta o non si conosce la sua tipologia amministrativa e funzionale, si rischia di essere condizionati da immagini stereotipate di un luogo dove ci si concentra unicamente sulla dimensione spirituale, e dove non è ritenuto necessario per un bibliotecario formarsi e formare alla competenza informativa. Il profilo professionale del bibliotecario ecclesiastico, invece, prevede la necessità della formazione continua, della qualificazione professionale e della creazione di un percorso in termini di obiettivi da raggiungere e/o consolidare attraverso le Linee guida per la formazione continua AIB, continua AIB, gli standard formativi e professionali richiesti e, inoltre, a completamento di queste competenze, deve avere una caratterizzazione “ecclesiale”, una adeguata comprensione della struttura della Chiesa e del suo ordinamento, delle sue pratiche e delle sue dottrine. Questa caratterizzazione ecclesiale, spesso, comporta che i bibliotecari ecclesiastici abbiano anche una discreta formazione teologica e un doppio percorso formativo: come soci AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e come soci ABEI (Associazione Bibliotecari Ecclesiastici Italiani). Il mio è un caso particolare: sono socia AIB ma non ABEI, e partecipo ai loro corsi per l’associazione dell’ente. A partire dal 2010 la rete delle biblioteche ecclesiastiche (PBE) è confluita in SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale). Uno dei vincoli necessari per far parte di questa rete riguarda il profilo del bibliotecario che deve avere anche la funzione di mediatore dell’informazione. L’adesione a SBN e i corsi AIB frequentati hanno permesso una maggiore attenzione ai servizi di consultazione, informazione e istruzione, in modo particolare ai temi del Reference, l’uso di Internet in Biblioteca, Media Literacy, la Ricerca e il recupero dell’informazione, Sistemi automatizzati, OPAC, Strategie di ricerca, Information literacy, Advocacy. Per lo specifico ecclesiastico è di particolare importanza la riforma dell'istruzione superiore (nata nel 1999), che va sotto il nome di Processo di Bologna, e che riguarda anche la teologia. Si sono sviluppati nuovi approcci metodologici per lo studio della teologia che richiedono una competenza informativa che ha come comunità di apprendimento la Chiesa ed è al suo servizio. Lo studio delle scienze religiose non ha un impatto solo sul singolo studente ma si estende a tutta la comunità, servendo le istituzioni ecclesiastiche, i suoi responsabili e i fedeli. I bibliotecari, in quanto mediatori dell’informazione all’interno di tale comunità, hanno il compito di sensibilizzare sull’effetto che l’interazione con le informazioni ha sull’esperienza di apprendimento e sulla definizione delle priorità della formazione continua. La consapevolezza del ruolo dell’informazione nell’acquisizione della fede all’interno della comunità ecclesiale ha un impatto significativo sulla capacità di partecipare attivamente alle esperienze di apprendimento. I membri della comunità mostrano una certa varietà di livelli di consapevolezza su come utilizzare le informazioni per approfondire le questioni della loro fede. Quelli con precedenti esperienze educative tendono ad avere una maggiore contezza della necessità di coinvolgere attivamente gli studenti attraverso una combinazione di metodi di apprendimento e tipi di informazioni. In tale ambito il lavoro del bibliotecario ecclesiastico e quindi la mia professione, sono riconosciute dalla Chiesa come “ministero del Bibliotecario” e svolgono un ruolo fondamentale. Le loro responsabilità includono anche: 1. la cura dei beni culturali, in modo particolare dei libri e delle pergamene di un certo pregio; 2. la promozione della cultura; 3. il supporto alla comunità ecclesiastica offrendo consulenza, orientamento e formazione; 4. il coordinamento tra biblioteche ecclesiastiche (condividendo informazioni ed esperienze utili al lavoro quotidiano).

Coinvolgere cittadini, studenti, ricercatori e bibliotecari con l'intelligenza artificiale generativa.[modifica]

Damiano Orrù[modifica]

Nel mio lavoro di bibliotecario dedito al servizio di reference ho approfondito diversi servizi e contenuti relativi ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa, soprattutto chatbot e portali di ricerca bibliografica.
Questa nuova tecnologia puo' aumentare la produttività della ricerca accademica, non solo per laureandi e dottorandi, ma anche per ricercatori e professionisti dell'accesso ai dati ed alle informazioni.
Per illustrare queste potenzialità sono stato ospite nel portale Learning Garr, fornendo la mia visione da bibliotecario accademico, disponibile sui social agli indirizzi
https://www.youtube.com/watch?v=2p_m3aKdNGM&t=4299s
https://www.linkedin.com/video/event/urn:li:ugcPost:7129795122157748224/
https://www.facebook.com/ReteGARR/videos/328465956492330/
https://garr.tv/w/ssJcTDFJF8rXL4Uv7RDyV2

Si tratta di una brevissima introduzione agli strumenti piu' utilizzati nel 2023 e ad i relativi rischi di generare disinformazione.

Grazie alla collaborazione dell'Associazione Italiana Biblioteche sezione Lazio, nel mese di dicembre abbiamo sviscerato le tematiche connesse alle normative, alle allucinazioni, alle applicazioni bibliometriche, agli utilizzi di API (application programming interface), alla gamification. Il corso di formazione è durato 16 ore di cui 8 in presenza, 8 in remoto. I bibliotecari sono stati coinvolti con:
- sondaggio su situazione lavorativa, aspettative sull'I.A., utilizzi dell'I.A., tipologia di utenza
- gruppo whatsapp (attivo oggi dopo 3 mesi) per condividere noitizie, tutorial, corsi, post
- blog ad hoc per avere accesso alle slide, ai tutorial, alle infografiche, ai quiz
- quiz di autovalutazione dell'apprendimento
- competizione tramite live quiz in aula
- playlist youtube per video integrativi dei contenuti esposti
- raccolta ordinata dei siti illustrati https://allmylinks.com/biblioskill
Nel mese di febbraio 2024 il corso è stato riproposto con i dovuti aggiornamenti, presso il Sistema Bibliotecario di Modena e Reggio Emilia, applicando lo stesso metodo di coinvolgimento: blog, raccolta di siti, quiz di autovalutazione, gamification, whatsapp, playlist youtube, live quiz.

Presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", il 25 gennaio 2024, con l'Ufficio Welcome Office, abbiamo organizzato un pomeriggio di confronto tra studenti, docenti e bibliotecari: A coffee' witg CHATgpt per dibattere su come utilizzare i contenuti generati dall'intelligenza artificiale.

Il mio percorso di formazione per diventare formatrice[modifica]

Patrizia Lùperi[modifica]

Numerose sono le esperienze che ho maturato, in prima persona, in qualità di bibliotecaria, educatrice/formatrice facente parte di un gruppo di bibliotecari che, all'interno del Sistema Bibliotecari pisano, si occupano sia di rispondere ai bisogni formativi dei colleghi che alle richieste di formazione provenienti da studenti, ricercatori e docenti. La mia attività ha subito un notevole cambiamento e una più ampia strutturazione, operando con incarichi specifici anche in corsi di laurea fuori dal mio contesto istituzionale, quando nel 2005, ho potuto frequentare in modalità blended il Master annuale organizzato dall'Università di Firenze Internet. costruzione della conoscenza e ambienti di apprendimento in rete, coordinato da Antonio Calvani ed Enrico Bonaiuti), che mi ha fornito le prime indicazioni strutturate sulle metodologie didattiche più appropriate per lavorare sulle piattaforme a distanza. Le conoscenze acquisite si sono rilevate preziose per progettare "Corsi di informazione bibliografica" modulari con attribuzione da 1 a 3 CFU (crediti formativi universitari) sulla piattaforma Moodle dell'Area umanistica dell'Università di Pisa. Tale offerta formativa era diretta sia a soddisfare i bisogni degli studenti dei primi anni, per passare nei moduli successivi a dare indicazioni su "Come si scrive la tesi" o "Come si sviluppa la ricerca in rete (ovvero non c'è vento per il marinaio che non sa dove andare)". Su richiesta specifica di laureandi e ricercatori, sono stati aggiunti al Corso su Moodle anche argomenti ulteriori, come la compilazione di un curriculum in formato europeo (Europass) e la presentazione delle diverse modalità di partecipazione ai bandi europei per la riqualificazione dei giovani laureati all'estero, in particolare in quelle sedi universitarie che avevano sottoscritto specifiche convenzioni con Ateneo pisano. Nel 2018, in concomitanza con l'uscita del mio libro "Il portfolio delle competenze, edito da AIB (Associazione Italiana Biblioteche), e la successiva presentazione a Pisa nella Sala multimediale di Palazzo Matteucci, sede del Dipartimento di Linguistica e filologia, è stato aggiunto anche un blocco dedicato proprio alla compilazione di un portfolio o di una biografia cognitiva, in vista proprio dell'analisi delle competenze acquisite a livello universitario, valutabili e spendibili sul mercato del lavoro. Dopo l'esperienza del Master fiorentino, sono stata ammessa al secondo anno del Master in E-leaning organizzato dalla Tuscia e da Gino Roncaglia. Ambedue i percorsi formativi sono stati sostenuti economicamente dal Sistema bibliotecario pisano che ha fortemente riconosciuto e valorizzato la mia formazione, tanto che l'anno successivo ho frequentato un corso annuale a distanza dedicato agli e-book e alla editoria digitale, sempre curato da Roncaglia a e dal suo staff e dopo un ulteriore percorso formativo, svolto presso la Regione Toscana, ho ottenuto la qualifica di "esperto per l'editoria digitale".

A partire da queste nuove prospettive legate ai corsi presenti su Moodle, un Course Management Sistem (CMS) flessibile e adattabile alle diverse situazioni grazie alla sua strutturazione articolata in moduli e blocchi che possono essere aggiunti o rimossi, la biblioteca ha cominciato ad assumere un ruolo centrale nel contesto universitario, divenendo un vero e proprio "ambiente di apprendimento", ancorato alla realtà, in cui gli studenti e studiosi apprendono autonomamente in base ai propri interessi di studio e di ricerca, favoriti dai molteplici rapporti che si creano giornalmente: fisici, virtuali o misti. Con il passare degli anni il mio percorso di formazione/informazione permanente si è notevolmente ampliato raggiungendo anche le biblioteche pubbliche, per le quali ho svolto attività di formatore in numerosissimi comuni dentro e fuori la Toscana e ho partecipato alla richiesta di finanziamenti europei anche per la riconversione di un cinema in una biblioteca, che ha costituito una notevole esperienza umana e professionale dovendo immergermi in una realtà di media valle, con le sue specifiche necessità e i bisogni della popolazione, emersi nel corso delle assemblee pubbliche organizzate in vista della nuova struttura. Vorrei a questo punto ricordare uno dei lavori più interessanti che ho dovuto affrontare nel 2021, riferito alla redazione del "Piano di formazione annuale per gli operatori del servizio civile destinati al Sistema bibliotecario pisano": ho redatto il Piano formativo creando un modulo iniziale dedicato proprio a "Formare i formatori" dedicato a tutti i bibliotecari formatori/educatori che sono destinati (a volte anche contro la loro volontà...) a svolgere anche il ruolo di tutor per i nuovi assunti, senza possedere nessuna competenza specifica e soprattutto perché sono fermamente convinta che non ci improvvisa bibliotecari educatori ma si diventa studiando e facendo esperienza sul campo, soprattutto a livello di scambi relazionali, in una prospettiva più votata al gruppo e alla leadership partecipativa. Numerosi sono i Congressi e congressi nazionali e internazionali (Valencia, Coira, Ausburg, Parigi, Lisbona...) ai quali ho partecipato anche come membro del Consiglio scientifico, oltre che relatore, ma vorrei ricordare, il Convegno del 2010 "Le biblioteche che educano nello scacchiere del Mediterraneo" a cura di Waldemaro Morgese a Maria Abenante, all'interno del quale numerosi colleghi iraniani, spagnoli, turchi, greci e anche italiani hanno presentato le loro varie esperienze provenienti da un sistema formativo più ampio possibile, legato al profilo professionale di bibliotecario educatore/facilitatore che quegli anni già esisteva ma non c'erano le parole per identificarlo.

Tra tecnica e divulgazione - la formazione in biblioteca biomedica[modifica]

Federica Viazzi[modifica]

In un contesto sanitario la biblioteca è un luogo terzo, elemento comune e ponte tra la clinica, la ricerca, i pazienti e i loro famigliari. Per il bibliotecario è necessario avere le competenze e la sensibilità per interfacciarsi con tutti questi pubblici diventandone un riferimento, naturalmente senza surrogare in nessun modo il dialogo medico-paziente e senza diventare un 'collo di bottiglia' per chi si occupa di clinica e ricerca. Per concretizzare queste premesse, è stato fondamentale, nell'ospedale dove lavoro, per quanto riguarda l'area della ricerca e della clinica, pianificare attività di formazione incentrate su tutta la filiera della ricerca: ricerca bibliografica, struttura e scrittura degli articoli scientifici, Open Access e valutazione critica della letteratura (critical appraisal). I relatori di questi incontri, prevalentemente online per favorire la partecipazione del pubblico e semplificare la logistica, sono stati invitati tra le colleghe e i colleghi che ritenevo potessero portare un valore aggiunto con la loro testimonianza, esperienza e preparazione. Uscendo dalla dimensione tecnica e prettamente legata alla biblioteconomia scientifica, sono stati organizzati appuntamenti, sempre virtuali, dedicati alle literacy, ponendo in particolare rilievo i temi della salute. La fortuna e partecipazione a questi incontri hanno visto fortune altalenanti, riflettendo sui motivi della scarsa partecipazione ad alcuni, si è pensato a motivazioni legate all'argomento molto di nicchia o alla sovrapposizione di altre iniziative. Una mossa che si è rivelata invece vincente è stata invece quella di aprire la partecipazione a tutti, attraverso una semplice registrazione sul sito della formazione sanitaria piemontese, così da stimolare la partecipazione mossa dall'interesse personale, indipendentemente dalle eventuali ricadute sulla vita professionale. Personalmente reputo che la formazione in e sulla biblioteca sia un'attività estremamente utile e stimolante che certamente va coltivata e approfondita.