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Diventare un bibliotecario educatore all'università/La funzione educativa della biblioteca

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La funzione educativa della biblioteca

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Se volessimo tentare un esame di alcuni elementi che hanno accelerato la trasformazione della biblioteca universitaria in centro di apprendimento che esercita quotidianamente la sua funzione educativa sia formale che non-formale, potremmo concentrarci su tre punti fondamentali:

  1. variazioni del modello educativo pervenute dalla nuova concezione europea di spazio dell’educazione superiore e universitaria che stabilisce innovativi orizzonti per la formazione, al fine di attivare un sistema efficace di trasversalità e condivisione dei diversi saperi e delle discipline che si svolgono non più solamente in aula, bensì comprendono anche attività didattiche integrate (formali/informali, a piccoli gruppi, in presenza o a distanza). Il curriculum universitario non si basa più su “Conoscenza e capacità di comprensione” ma comprende anche ”Capacità di applicare conoscenza e comprensione”, “Autonomia di giudizio”, secondo quando indicato dai “ Descrittori di Dublino” che sostengono e perseguono lo sviluppo di abilità legate all’apprendimento auto-diretto e autonomo;
  2. risultati raggiunti nei vari campi riferiti delle ''literacy'' grazie all'utilizzo del web 2.0 e alla diffusione delle Tecnology Information and Comunication (TIC) che ha permesso, anche nella biblioteca universitaria, di integrare i tradizionali servizi con le collezioni elettroniche e i patrimoni digitalizzati, a favore di studenti, ricercatori e docenti sempre più in grado di sperimentare ogni tipo di applicazione digitale. La biblioteca diventa quindi un centro di apprendimento collaborativo e uno spazio professionale (Luperi, 2020), nel quale ogni categoria di pubblico utilizza innovativi servizi, in vista di una rivisitazione comune delle discipline conosciute e di una nuova tipologia di elaborazione dei risultati della ricerca;
  3. pianificazione di progettie di attività promosse dalla biblioteca incorporati negli studi e accompagnati dall'attribuzione di crediti formativi universitari (CFU), legati all’'Information e visual literacy', secondo quanto indicato dalle Raccomandazioni del ACRL(Association College Research libraries) del 2011 e sostituite dal documento di accompagnamento al quadro ACRL per l'alfabetizzazione informativa nell'istruzione superiore e l'alfabetizzazione visiva (aprile 2022), che mettono in risalto l’azione educativa giocata dalla biblioteca e dal suo staff, composto da figure professionali che guideranno i frequentatori dell'istituzione, reali o virtuali, allo sviluppo di un pensiero critico che permetta loro di acquisire competenze legate alla valutazione dei contenuti digitali, in vista di della realizzazione di quell'apprendimento permanente che risulta ormai indispensabile nello sviluppo personale e sociale di ogni cittadino attivo. Il concetto di alfabetizzazione informativa però è molto articolato e comprende sia competenze che devono essere acquisite a livello disciplinare, sia il perfezionamento di abilità universali come quelle di lettura e scrittura.

' Nella knowledge society'' imparare ad apprendere diventerà una risorsa strategica della vita, non solamente universitaria, e il ruolo svolto dal bibliotecario educatore risulta essere decisivo. L’apprendimento è divenuto quindi l’elemento centrale su cui ripensare la futura organizzazione della società; nell’arco di qualche decennio è cambiato il rigido paradigma di scansione della vita e siamo ormai pienamente immersi in un modello intermittente, in cui a momenti di didattica tradizionale si alternano momenti più informali, come la partecipazione a una 'call' o a un 'Webinar' organizzato proprio dalla biblioteca. L’attuale contesto conoscitivo si fonda quindi su sistemi sempre più aperti di costruzione e circolazione della conoscenza che, opportunamente adattata e ridefinita a livello cognitivo, permettono all’individuo di conseguire i propri obiettivi intellettuali ma anche professionali, con il supporto costante, a ogni età e livello di studi, del bibliotecario educatore formatore e in molti casi anche “facilitatore esperto”(De Sario, 2015) alla ricerca di integrazioni tra fattori umani, gestionali e relazionali.