Gli dèi della Grecia/Afrodite
Afrodite (in greco Ἀφροδίτη, Aphrodítē) è, nella religione greca, la dea dell'amore, della bellezza, della generazione e della fertilità[3].
Il nome e le origini
[modifica | modifica sorgente]Il nome Ἀφροδίτη (Aphrodítē) non è attestato in Lineare B (miceneo). D'altronde il suo accostamento etimologico, a partire da Esiodo, al termine ἀφρός (spuma del mare)[4] sembrerebbe di tipo "popolare" [5]. Il suo nome è stato collegato alla fenicia dea Astarte [6](greco antico: Ἀστάρτη, "Astártē; fenicio: ʻštrt, "Ashtart"), o al radicale di πρύτανις ("guida")[7].
Atteso che non vi sono certezze sul significato originario del nome di Afrodite, anche l'origine della sua figura divina è piuttosto controversa. La tradizione greca la vuole di derivazione orientale: Erodoto[8] sostiene che il suo santuario di provenienza è quello di Afrodite Urania ad Ascalona, da lì i Ciprioti ne importarono il culto; mentre, per Pausania, i Fenici trasferirono direttamente il culto a Citera[9]. Comunque sia la sua figura venne ellenizzata già al tempo di Omero[10]: nell'Odissea[11] la si fa originare dal santuario di Pafo nell'isola di Cipro. Quindi se è probabile una sua influenza orientale è da tener presente che il tempio di Afrodite rinvenuto a Pafo è datato al XII secolo a.C., quando vi giunsero i Micenei (Achei), mentre la colonizzazione fenicia è invece attestata al IX secolo a.C.[12].
Caratteristiche della potenza divina di Afrodite
[modifica | modifica sorgente]La potenza divina[13] di Afrodite è l'amplesso (γάμος), non solo quello "legittimo" perché «qualunque attività umana può assumere una dimensione sacrale; e l'amplesso è sacro in quanto vi si manifesta "la forza" (δύναμις) che congiunge l'elemento maschile con l'elemento femminile, impersonata da Afrodite»[14].
Afrodite nei poemi del ciclo "omerico"
[modifica | modifica sorgente]- Nell'Iliade Afrodite appare come figlia di Zeus (Ζεύς) e di Dione (Διώνη)[15] [16], difende i Troiani ed è madre dell'eroe Enea, generato con l'eroe troiano Anchise, da lei personalmente difeso. La sua origine non guerriera è in questo poema evidenziato dal fatto che non solo viene ferita dall'eroe greco Diomede ma anche che, a seguito di ciò, il re degli dèi e suo padre, Zeus, la rimprovera di occuparsi di fatti guerreschi anziché attendere a quelli riguardanti "amabili cose d'amore" che sono di sua competenza[17].
- Anche nell'Odissea, Afrodite è la dea dell'amore ma qui è moglie del dio Efesto (Ἥφαιστος)[18] ma è amata anche da Ares (Ἄρης)[19].
Afrodite nella Teogonia di Esiodo
[modifica | modifica sorgente]Esiodo nella Teogonia (vv. 188-206) fa derivare il nome Ἀφροδίτη da ἀφρός (spuma, aphrós)[20] e ne narra in questo modo la nascita provocata dalla spuma marina, frutto del seme del membro di Urano evirato da Kronos, mischiato con l'acqua del mare:
Afrodite nei Lirici
[modifica | modifica sorgente]André Motte e Vinciane Pirenne-Delforge ricordano come Afrodite si presenti già nella Teogonia di Esiodo, come la prima figura femminile in forme antropomorfe, emergendo da un contesto di desiderio e di violenza che ne caratterizza i tratti di seduzione e di inganno, poi presenti nella prima donna, Pandora[23].
Altri miti su Afrodite
[modifica | modifica sorgente]- Nell'Inno omerico (VI) ad Afrodite, la dea emerge nuda dalle acque del mare, sono le divinità Horai (Ὥραι) che accogliendola, l'abbigliarono con divine vesti.
- Nella teogonia orfica riportata dal Papiro di Derveni, un rotolo di papiro rinvenuto semicombusto all'interno di una tomba macedone collocata a Derveni (nei pressi di Salonicco) datata al IV secolo a.C., la dea Afrodite è concepita dal re degli dèi, Zeus
- Afrodite sconvolge le menti degli uomini, ma sa suscitare il desiderio anche nelle menti divine, per l'Inno omerico (V) ad Afrodite solo tre dee non vengono influenzate: Atena, Artemide ed Estia.
Afrodite nelle teologie
[modifica | modifica sorgente]- In Empedocle, Amore (Φιλότης) è indicato anche con il nome di Afrodite (Ἀφροδίτη)[24], o con il suo appellativo di Kýpris (Κύπρις)[25], indicando qui la «natura divina che tutto unisce e genera la vita»[26]. Tale accostamento tra Amore e Afrodite ispirò al poeta epicureo romano Lucrezio l'inno a Venere, collocato nel proemio del De rerum natura. In questa opera Venere non è la dea dell'amplesso, quanto piuttosto «l'onnipotente forza creatrice che pervade la natura e vi anima tutto l'essere», venendo poi, come nel caso di Empedocle, opposta a Marte, dio del conflitto[27].
Culto
[modifica | modifica sorgente]Nonostante la prerogativa della potenza divina della dea Afrodite fosse l'amore inteso come amplesso, il suo culto era generalmente serio se non austero[28].
Le prostitute la invocavano come loro protettrice [29] e, a Corinto, si esercitava la ierodulia in suo onore[30].
Non si sa molto delle feste in onore di Afrodite[31], ma la dea era sovente onorata al termine di imprese importanti[32]. Plutarco [33] ricorda che in suo onore si chiudevano le celebrazioni a Posidone a Egina.
Le feste "Afrodisie" erano proprie dei marinai, che la veneravano come dea sorta dal mare, al termine del loro viaggio per mare, vissute con larga partecipazione dei piaceri [34].
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Cfr. Johannes Overbeck, Die antiken Schriftquellen zur Geschichte der bildenden Künste bei den Griechen(1868), 1227-1245.
- ↑ Anche Walter Burkert, La religione greca, p.308.
- ↑ Francis Redding Walton, in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, pp. 31 e sgg.; così anche Franco Ferrari, Marco Fantuzzi, Maria Chiara Martinelli, Maria Serena Mirto, Dizionario della civiltà classica vol.I, Milano, Rizzoli, 2001, p.326.
- ↑ Teogonia di Esiodo 188-206
- ↑ Chantraiine p. 148.
- ↑ Francis Redding Walton, p.30.
- ↑ Carnoy, Dict. ét.
- ↑ I, 105
- ↑ Pausania, I, 14, 7.
- ↑ Walter F. Otto, 98; >Francis Redding Walton, p.30;
- ↑ VIII, 363
- ↑ Ferrari I, 326
- ↑ Come ha acutamente evidenziato Jean-Pierre Vernant (cfr. Gabriella Pironti, Il "linguaggio" del politeismo in Grecia: mito e religione vol.6 della Grande Storia dell'antichità (a cura di Umberto Eco). Milano, Encyclomedia Publishers/RCS, 2011, pag.31.) gli dèi greci non sono persone con una propria identità, quanto piuttosto risultano essere "potenze" che agiscono assumendo poliedriche forme e segni non identificandosi mai completamente con tali manifestazioni. Queste potenze sono, come già ricordava Walter F. Otto in Gli dèi della Grecia (Adelphi, Milano 2004) "il motore del mondo". E André Motte aggiunge:
- ↑ Filippo Càssola. Op.cit. p.228
- ↑ Tale divinità è la paredra di Zeus a Dodona, potrebbe rappresentare la Dea-madre di antichi culti (cfr. Lewis Richard Farnell The Cults of the Greek States, I, 39) ma il suo nome corrisponde al femminile di Ζεύς (cfr. Arthur Bernard Cook, Zeus. A Study In Ancient Religion vol.II, 350 e n.6) che farebbe corrispondere come uranica tale divinità. Con Omero (Iliade V, 370) viene, in qualità di coniuge di Zeus, sostituita da Hera (Ἥρα).
- ↑ Anche in Apollodoro (I,3,1) Afrodite è figlia Zeus e di Dione, qui nereide, figlia di Nereo e Doride, (cfr. I,2,7) in tal senso Paolo Scarpi in Apollodoro I miti greci, Milano, Mondadori/Fondazione Lorenzo Valla, 2008, p.733 (sempre in Apollodoro, I,1,3,lo stesso nome lo possiede una Titanide); così anche in Euripide (cfr. Elettra, 1008). In Esiodo (Teogonia v.353) Dione è indicata come una delle Oceanine. In Igino, cfr. Progolo, Venere è figlia Giove e Dione. Da questi elementi identifichiamo due differenti genealogie della dea Afrodite: una che la vuole figlia di Zeus e di Dione, la seconda, altrettanto antica, la vuole emersa dalla spuma del mare provocata dal seme fuoriuscito dal membro evirato di Urano lì gettato da Kronos.
- ↑ Iliade, V, 428-9.
- ↑ Nell'Iliade Efesto ha come moglie Cháris (Χάρις, Grazia, cfr. Iliade, XVIII, 382)
- ↑ Iliade VIII, 266-366
- ↑ Dalla schiuma aphroghenèia ἀφρογένεια;; anche lo scoliaste (191a) parla di "seme dall'aspetto di schiuma"; sull'essere letta questa come misto di seme e acqua marina: cfr. Cassanmagnago nota 37 p.930 e William Hansen. Foam-Born Aphrodite and the Mythology of Transformation; in American Journal of Philology 121 (2000): 1–19.
- ↑ Ἔρως il dio primordiale, ma qui inteso non come "forza generatrice primordiale" bensì come "componente gradevole dell'attrazione amorosa" (Arrighetti, p. 326).
- ↑ Ἵμερος, Dio del "desiderio d'amore" ovvero, come spiega lo scoliaste (201), Eros sorge dalla vista, Himeros sorge dall'appetito dopo aver visto (Cassanmagnago p.930).
- ↑ André Motte e Vinciane Pirenne-Delforge, Aphrodite in The Oxford Classical Dictionary, 4 ed. p.116.
- ↑ D-K 31 B 17, B 22, B 66, B 71
- ↑ D-K 31 B73, B 75, B 95, B 98.
- ↑ Werner Jaeger, La teologia... p. 215.
- ↑ Werner Jaeger, La teologia... p. 236.
- ↑ Francis Redding Walton. Op.cit. p.31
- ↑ Ateneo, XIII 572e-573a.
- ↑ Strabone, 378; Ateneo 573.
- ↑ Walter F. Otto, p.105
- ↑ Senofonte, Elleniche, V, 4,4; Plutarco, Comparatio Cimonis et Lucullis 1; Plutarco, Non posse suaviter vivi secundum Epicurum, 12.
- ↑ Questiones grecae 44.
- ↑ Non posse suaviter vivi secundum Epicurum, 16; An seni sit gerenda res publica, 4.