Gli dèi della Grecia/Helios
Helios (Ἥλιος (Hḗlios) è, nella religione greca, la potenza divina dell'astro solare.
Helios nell'Iliade
[modifica | modifica sorgente]La più antica attestazione greca del dio Helios è nel III canto dell'Iliade dove viene indicato come colui che "tutti vede e tutto ascolta"[1]:
La facoltà di onnivegenza lo fa invocare nei giuramenti [2].
Helios nella Teogonia di Esiodo
[modifica | modifica sorgente]Nella Teogonia di Esiodo (vv.371-374) i titani Theia (Θεία, anche Teia o Tia)[3] e Iperione (Ύπέριον) generano Helios insieme a Selene (Σελήνη, Luna) e Eós (Ἠώς, Aurora).
Mentre ai versi 956-957 Helios e l'oceanina Perseis (Περσηίς, anche Perseide) generano Circe (Κίρκη) e Aiete (Αἰήτης, anche Eeta).
Helios nelle altre tradizioni
[modifica | modifica sorgente]- Negli Inni omerici, la possibilità di vedere e ascoltare ovunque (così come testimoniato nell'Iliade) consentì a Helios di assistere al rapimento di Persefone (Περσεφόνη) da parte di Ade (Ἅιδης)[4].
- In Pindaro, Helios è lo sposo della ninfa Rodo (Ῥόδη, anche Rodi)[5] e sull'isola di Rodi ebbe sette figli[6]. Sempre in Pindaro, Zeus assegna a Helios l'isola di Rodi in quanto, assente al momento della spartizione del mondo tra gli dèi, ottiene Rodi appena emersa dal mare[7].
- Platone, nel suo Simposio (220 D) cita la lirica di Socrate dedicata a Helios che sorge[8].
- In Ateneo (469c e sgg.) viene raccontato il modo in cui Helios dopo aver attraverso il cielo da oriente verso occidente, tornasse al suo punto di origine: entro un'enorme coppa attraversava l'oceano.
- In Diodoro Siculo[9] Helios risulta particolarmente venerato a Rodi che è l'isola a lui sacra, in quanto inizialmente non era che una palude divenendo fiorente grazie ai raggi del sole che la prosciugarono.
- In Pausania Helios è genitore di Pasifae (Πασιφάη)[10] da intendersi questa come un appellativo di Selene[11].
- Il mitografo romano Igino[12] narra la vicenda di Fetonte (Φαέθων) il quale figlio di Climeno (Κλύμενος)[13], a sua volta figlio di Helios e della ninfa Merope (Μερόπη), venne a sapere dal padre che suo nonno era Helios, ma adoperò in modo errato il cocchio solare in quanto si avvicinò troppo alla terra incendiando dove passava finché un fulmine lo colpì facendolo precipitare nel fiume Po che i Greci chiamano Eridano (Ferecide fu il primo a indicarlo in questo modo). Le sorelle di Fetonte piansero in tal modo il fratello che furono trasformate in pioppi. Queste loro lacrime (narra Esiodo[14]) rapprendendosi si trasformarono in ambra, e per questa ragione sono chiamate Eliadi (Ἡλιάδες): Merope, Elie, Egle, Lampezia, Febe, Eteria e Diossipe.
- Il dio viene normalmente rappresentato alla guida del carro del sole che conduce da oriente verso occidente[15]. Il poeta romano Ovidio[16], riprendendo Pindaro[17], indica questo carro in una quadriga tirata da quattro cavalli che soffiano fuoco dalle narici: (Eòo, Etone, Flegone e Piroide).
Culto
[modifica | modifica sorgente]Il culto di Helios non era regolare in Grecia[18] in quanto questo dio non risiedeva né nelle città, né nelle campagne, ed essendo un astro era considerato lontano dagli uomini che comunque gli prestavano debito onore. Il suo culto risulta invece particolare nell'isola di Rodi dove gli era consacrata una colossale statua rappresentante un giovane con una folta chioma cinta da una corona a raggiera conosciuta con il nome di Colosso di Rodi[19], a dimostrazione dei tratti propriamente non greci della sua civiltà[20].
A Helios erano dedicate, sempre a Rodi, le Hēliaîa (Ἡλιαῖα), festività comprendenti gare atletiche[21] e un sacrificio di quadrighe gettate in mare[22].
Teologia
[modifica | modifica sorgente]In età successive il culto di Helios assunse viepiù un'importanza centrale, dapprima fu identificato con altri dèi, ad esempio l'identificazione con il dio Apollo risulta già attestata nel V secolo a.C.[23], successivamente, in epoca tardo-imperiale, a partire da Aureliano, il suo culto divenne il principale culto dell'impero romano[24]; in Macrobio [25] sono riassunte le motivazioni teologiche:
Così già Giuliano imperatore nel suo Inno a Helios re:
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Ἠέλιός θ', ὃς πάντ' ἐφορᾷς καὶ πάντ' ἐπακούεις
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ Pindaro Istmica V la canta; da intendere come divinità della luce (cfr. Colonna p.83)
- ↑ Cfr. Inni omerici A Demetra.
- ↑ Pindaro, VII, 14.
- ↑ Pindaro, VII, 73 e sgg.
- ↑ Pindaro, VII, 54 e sgg.
- ↑ Lirica ripresa in epoca moderna da Friedrich Hölderlin nel suo Al dio del Sole.
- ↑ Diodoro Siculo, V, 56,4.
- ↑ Pausania, V,25,9: "Helios, padre di Pasifae"
- ↑ Pausania, III,26,1: "Pasifae è un appellativo di Selene"
- ↑ I miti, 154
- ↑ Giulio Guidorizzi (in nota n.749 a Igino Miti, Milano, Adelphi, 2005, p.432) nota come sia probabile che qui Igino, o il suo epitomatore, inverta i nomi: Climene doveva essere la madre, mentre il padre putativo di Fetonte fu Merope. La versione meglio conosciuta della vicenda di Fetonte rimane quella di Ovidio (Metamorfosi I, 750-779 e II, 1-400) ma Igino dipende probabilmente da altre fonti (cfr. ad es. Eschilo Eliadi frr. 68-73 a Radt). Nella tragedia perduta di Euripide Fetonte, questi era figlio di Climene e del suo sposo Merope essendo il vero padre Helios.
- ↑ Fr. 150, 23-24; ma anche Euripide Ippolito 737-741.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ cfr. Le metamorfosi II, 150 e sgg.
- ↑ "Guida cavalli che spirano fuoco" Pindaro, VII.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5; cfr. anche Franco Ferrari, Marco Fantuzzi, Maria Chiara Martinelli, Maria Serena Mirto, Dizionario della civiltà classica vol.II, Milano, Rizzoli, 2001, p.1115 e sgg.
- ↑ Franco Ferrari, Marco Fantuzzi, Maria Chiara Martinelli, Maria Serena Mirto, Dizionario della civiltà classica vol.I, Milano, Rizzoli, 2001, p.851.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ Herbert Jennings Rose Helios in Oxford Classical Dictionary 1970; trad. it. Dizionario di antichità classiche. Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p. 1084-5.
- ↑ Saturnali I, 17, 2 e sgg.
- ↑ Cfr. Plotino, Enneadi II,3.
- ↑ Consiste nell'"etere" (αἰθήρ aithḗr) il quale segue in questo modo Giamblico (De Mysteriis Aegyptiorum, I,7), che a sua volta segue Aristotele, considerandolo relazionato alla sostanza immateriale di cui si compongono gli dèi.