Il delitto di Cogne/Capitolo 1

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Premessa[modifica]

Il 30 gennaio 2002 viene ucciso Samuele Lorenzi, di 3 anni. Inizia così il fatto di cronaca conosciuto come il "delitto di Cogne", un caso che ha visto come prima e unica imputata la madre Annamaria Franzoni. Seppure condannata, i misteri che circondano questo omicidio sono tanti. È quasi inevitabile che la scena del delitto e i tempi ristretti nei quali si è svolto portino alla conclusione che la colpevole sia la madre, ma rimane pur sempre una possibilità d'errore. In questa sede, però, non si intende colpevolizzare ne assolvere nessuno, solo riportare i fatti ed esaminarli con attenzione. Ognuno si farà poi una propria opinione, che rimarrà tale poiché altre sono state le persone preposte ad emettere il verdetto finale.

Riassumiamo brevemente i fatti: i coniugi Lorenzi, originari dell'Emilia Romagna, vivono a Cogne, località Montroz, coi figli Davide, di 7 anni, e Samuele di 3. Lorenzi lavora presso una ditta di apparecchiature elettriche, la Franzoni è casalinga. La mattina del 30 gennaio, verso le 5,30 Annamaria accusa un malessere a causa del quale il marito chiama la guardia medica. Si presenta la dottoressa Stefania Negri che dopo la visita stabilisce che si tratta di principio d'influenza. Alle ore 7 Annamaria si sente meglio tanto che fa colazione col marito, il quale, mezz'ora dopo, esce per andare al lavoro. Alle 8,16 la Franzoni esce col figlio Davide per accompagnarlo alla fermata dello scuolabus, Samuele rimane solo in casa. Alle 8,20 Davide sale sul bus e la madre torna verso casa dove arriva alle 8,24. Trova il figlio morto e presa dal panico fa una serie di telefonate per chiamare i soccorsi e il marito, poi chiama a squarciagola la vicina Daniela Ferrod. All'arrivo del 118, i sanitari capiscono di trovarsi di fronte a un omicidio e allertano i carabinieri. Dopo che i soccorritori sono partiti, trasportando Samuele con l'elicottero, la casa viene sigillata e i coniugi Lorenzi andranno a stabilirsi al residence "Le Cascate". Il 13 marzo 2002 Annamaria Franzoni viene arrestata come autrice del delitto. In seguito verrà rilasciata per poi essere di nuovo incarcerata, condannata a 30 di reclusione.