Il delitto di Cogne/Capitolo 6

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Indice del libro


Il seguito cronologico[modifica]

2002[modifica]

31 gennaio – viene effettuata una prima sommaria autopsia sul corpo di Samuele. La procura di Aosta apre un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario. Il procuratore ascolta i coniugi Lorenzi fino all’una di notte.

1 febbraio – la procura dichiara ufficialmente che si tratta di “omicidio volontario in ambito familiare”. Gli occhi dell’opinione pubblica si puntano immediatamente su Annamaria Franzoni. I tecnici del RIS compiono dei rilievi nella casa dei Lorenzi, con lui presente per accertare che non manchi nulla. Stefania Cugge, il sost. Procuratore che segue l’indagine, ascolta il piccolo Davide per ricostruire le ultime ore di vita di Samuele.

2 febbraio – i Carabinieri sequestrano alla Franzoni quanto aveva portato via dalla casa. In mattinata i militari scavano il terreno intorno alla casa alla ricerca dell’arma del delitto, sono impiegati anche un cane poliziotto e un metal detector. Alcuni militi dirigono anche operazioni di ricerca nella discarica di Cogne.

3 febbraio – i coniugi Lorenzi assumono la difesa dell’avvocato Carlo Grosso. Nei pressi della villa continuano le ricerche dell’arma, viene controllato anche il sentiero dietro la casa.

4 febbraio – i Carabinieri interrogano 22 persone. Viene effettuata l’autopsia sul corpo di Samuele e il responso parla di 17 colpi inferti al cranio.

6 febbraio – nell’ambito delle ricerche, vengono esaminati dai Carabinieri anche i tubi di scarico per capire se l’assassino si sia lavato dopo il delitto.

9 febbraio – si svolgono i funerali di Samuele. I carabinieri riprendono in video tutte le fasi della cerimonia.

12 febbraio – viene perquisito il garage dei Guichardaz.

1 marzo – l’arma del delitto viene cercata nelle fogne e nei tombini utilizzando anche una sonda dotata di telecamera.

2 marzo – i coniugi Lorenzi si trasferiscono a Monte Acuto Vallese, presso i genitori della Franzoni. Informano i giornalisti che non rilasceranno più alcuna dichiarazione fino alla chiusura del caso, chiedono che venga rispettata la loro privacy.

3 marzo – a neanche 24 ore dalla precedente affermazione, la Franzoni fa esattamente l’opposto di quanto dichiarato e rilascia un’intervista al Corriere della Sera e al Secolo XIX.

5 marzo - la Franzoni continua a contraddire se stessa apparendo a Studio Aperto su Italia 1.

7 marzo – la Franzoni è iscritta nel registro degli indagati. La procura ne chiede l’arresto.

14 marzo – nella notte Annamaria Franzoni viene arrestata e condotta nel carcere di Torino.

20 marzo – l’avvocato Grosso deposita un’istanza per la scarcerazione della Franzoni.

28 marzo – il gip Gandini ordina una perizia psichiatrica su Annamaria Franzoni.

30 marzo – la richiesta di scarcerazione viene accolta, la Franzoni torna in libertà.

26 aprile – Annamaria Franzoni è sottoposta alla prima seduta della perizia psichiatrica.

24 maggio – si conclude l’indagine psichiatrica nei confronti della Franzoni che è dichiarata “sana di mente e capace di intendere e di volere”. La donna dichiara agli psichiatri che non pensa di poter mettere al mondo un altro figlio in una società come questa che gliene ha tolto uno in quel modo. In realtà nel mese di maggio la Franzoni era già in attesa del terzo figlio.

25 giugno – la Franzoni nomina come secondo avvocato Carlo Taormina, fino a poco tempo prima convinto assertore della colpevolezza della donna, anzi, addirittura insinuava che l’autore del crimine potesse essere il piccolo Davide. L’avvocato Grosso contrariato rinuncia all’incarico e Taormina diventa titolare della difesa.

16 luglio – la Franzoni si presenta al Maurizio Costanzo Show per una disdicevole esposizione mediatica, resa ancora più aberrante dal fatto che la donna annuncia ufficialmente di essere incinta.

2003[modifica]

27 gennaio – nasce il terzogenito dei Lorenzi, a soli tre giorni dall’anniversario della morte di Samuele, al quale viene dato il nome di Gioele.

13 giugno – viene organizzata dall’avvocato Taormina una conferenza stampa in un hotel di Milano, presente anche Stefano Lorenzi, durante la quale l’avvocato accusa i tecnici del RIS di essere dei dilettanti, chiarisce che la pista cavalcata fino a quel momento, e cioè che la colpevole fosse Daniela Ferrod è abbandonata e annuncia che il vero colpevole è ormai individuato ( ma non ne viene fatto il nome).

2004[modifica]

19 luglio – il tribunale di Primo Grado condanna Annamaria Franzoni a 30 anni di carcere.

28 luglio – dieci persone effettuano un sopralluogo notturno nella casa Lorenzi, presente il Lorenzi stesso, il padre della Franzoni, due medici legali e alcuni consulenti criminalisti, con lo scopo di cercare tracce atte a confermare l’innocenza della Franzoni.

29 luglio – dopo aver dichiarato nel corso del tempo per ben 38 volte di avere scoperto l’assassino di Samuele, ma senza mai aver fatto nomi, l’avvocato Taormina presenta una denuncia nei confronti di Ulisse Guichardoz, in base ai reperti trovati durante il sopralluogo della notte precedente.

2 novembre – Taormina e i coniugi Lorenzi vengono denunciati per calunnia e accusati di aver contraffatto la scena del crimine per depistare le indagini. Con loro sono indagati anche tutti i partecipanti al sopralluogo notturno del 28 luglio. Taormina dichiara che sull’onestà dei propri consulenti mette la mano sul fuoco.

7 dicembre – inizia il procedimento conosciuto come “Cogne bis”. I coniugi Lorenzi sono interrogati per diverse ore a Torino.

2005[modifica]

2 maggio – l’avvocato Taormina è interrogato a Torino nell’ambito del Cogne bis.

16 novembre – si apre il processo d’appello nei confronti di Annamaria Franzoni. Viene ordinata una nuova perizia psichiatrica. La donna dichiara che non si sottoporrà alla perizia.

30 novembre – nell’ambito del Cogne bis, il pool di esperti incaricati accerta che i reperti individuati nel sopralluogo notturno alla villa Lorenzi sono stati sparsi volontariamente in data successiva all’omicidio di Samuele.

2006[modifica]

13 gennaio – interpellato in merito ai falsi reperti, l’avvocato Taormina dichiara che la faccenda non lo interessa più e che se qualcuno ha commesso delle violazioni sarà lui stesso a denunciarlo… dimenticando che mesi prima aveva detto che per i suoi consulenti metteva la mano sul fuoco!

2007[modifica]

Aprile – si conclude il processo d’appello, che era iniziato nel novembre del 2005 il quale ribadisce la colpevolezza della Franzoni ma la pena viene ridotta a 16 anni.

2008[modifica]

Maggio – la corte di Cassazione conferma sia la condanna che la pena per la Franzoni che finisce definitivamente in carcere col divieto di vedere i figli fuori dal carcere stesso perché una nuova perizia psichiatrica ha stabilito che ci sia il pericolo di reiterazione del reato.