Il delitto di Cogne/Capitolo 5

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Cronologia del giorno del delitto[modifica]

Martedì 29 gennaio 2002 - nel pomeriggio del giorno dopo è prevista una festicciola in casa Lorenzi per i compagni di Davide, per cui il martedì pomeriggio la Franzoni si reca ad Aosta per acquistare l’occorrente. La sera i Lorenzi ricevono la visita dei coniugi Perratone. Annamaria accusa un malore ma si riprende senza problemi. La famiglia Perratone subirà poi delle insinuazioni di colpevolezza da parte della Franzoni: Carlo Perratone per motivi di “avances” e la moglie Graziana Blanc perché quella sera avrebbe pronunciato la frase: “dovresti provare cosa significa perdere un figlio”. I Perratone abitano a Gimillan, frazione sopra Montroz. Carlo ha un negozio proprio a Gimillan, mentre Graziana ne ha uno a Cogne. La mattina del 30 partono da casa alle 6,50, lei con una Punto e lui con un Pajero. Si recano a Cogne dove la moglie apre il proprio negozio. Alle 7,45 Carlo carica sull’auto i quotidiani e ritorna a Gimillan per aprire a sua volta il proprio negozio. Il primo cliente è “Fuffy” Guichardaz, intorno alle 8,10. Dunque Carlo e Graziana sono esclusi per motivi temporali. Lo stesso Fuffy, che ogni mattina percorre il sentiero che da Gimillan porta a Cogne passando dietro la casa dei Lorenzi, è escluso perché la barista Maura Panello lo dà presente nel suo bar a Cogne alle 8,30. Fuffy ha un fratello, Silvano, condannato tempo prima per molestie verso i bambini, ma quel giorno era ospitato in una comunità a molti chilometri di distanza. Da segnalare il fratello di Carlo, Giorgio Perratone, che per qualche tempo ha avuto in custodia le chiavi di casa Lorenzi, e che ha anche partecipato alla costruzione della casa stessa, e quindi ne ha un’ottima conoscenza.

Mercoledi 30 gennaio, ore 4Carlo Guichardaz, vicino di casa dei Lorenzi, si alza per recarsi ai mercati generali di Buriolo, in provincia di Torino. La sua testimonianza, in seguito, servirà a scagionare il fratello Ulisse, accusato dalla Franzoni di essere il probabile assassino. Carlo Guichardaz ( la cui casa è separata da quella dei Lorenzi da un prato ) rimane ai mercati fino alle 8,45, per cui è escluso dai sospetti. Alle 8,09 telefona alla moglie Daniela Ferrod e alle 8,15 al fratello Ulisse per farsi sostituire in negozio. Sarà poi chiamato dalla moglie alle 9,45 che lo informa dell’accaduto. Ulisse Guichardaz ( vicino dei Lorenzi ma in una casa diversa da quella del fratello Carlo ) è accusato dalla Franzoni di essere l’assassino, ma la telefonata del fratello Carlo lo scagiona, i tabulati dimostrano che la telefonata c’è stata, inoltre il padre Ottino lo vede quando si alza, subito dopo la telefonata del fratello.

Mercoledì, ore 5,30 – la Franzoni si sente di nuovo male, ha gli stessi sintomi della sera precedente. Il marito chiama la guardia medica. Mezz’ora dopo si presenta la dottoressa Stefania Neri che la visita accuratamente e diagnostica un principio d’influenza, senza tuttavia prescrivere alcun farmaco.

Mercoledì, ore 7 – la Franzoni sembra sentirsi meglio, perciò si alza e fa colazione col marito, tra i due si parla anche della festicciola prevista nel pomeriggio.

Mercoledì, ore 7,30 – Stefano Lorenzi esce per andare al lavoro; per entrare nel garage passa dalla porta interna che la moglie subito dopo blocca, come al solito, con dei paraspifferi. Alla stessa ora Daniela Ferrod si alza perché chiamata dal figlio Patrick, di 4 anni, che deve andare in bagno. In seguito la Ferrod verrà accusata dalla Franzoni di essere il possibile assassino. La Ferrod si occupa dei due figli preparando loro la colazione; alle 8,09, come già visto, riceve la telefonata del marito, poi si occupa delle faccende di casa, in particolare affacciandosi al balcone che da verso la casa dei Lorenzi per stendere dei tappeti, ed è proprio in quei momenti che senta la Franzoni che la chiama disperatamente. Di sicuro la Ferrod non ha avuto ne i tempi ne i modi per commettere il delitto.

Mercoledì, ore 7,55Ylenia Guichardaz transita sulla strada da Gimillan verso Cogne per recarsi al lavoro presso il comune. Non nota niente di insolito, in particolare non vede persone a piedi ne auto sconosciute posteggiate lungo il percorso.

Mercoledì, ore 8,15Dario Grappein transita da Gimillan verso Cogne per recarsi al lavoro alla funivia del Gran Paradiso. A Montroz non nota niente di strano, niente persone a piedi ne auto posteggiate.

Mercoledì, ore 8,16 – dopo aver lasciato il figlio Samuele nel letto matrimoniale ed aver lasciato la tv accesa al piano di sopra, la Franzoni esce di casa per accompagnare il figlio Davide allo scuolabus. Il figlio è già fuori a giocare con la bicicletta, anzi, come di consueto, si avvia da solo lungo la strada. Ha il permesso di arrivare fino alla cassetta dell’Enel, poco prima che la strada privata sbocchi su quella comunale. Qui è solito lasciare la bicicletta che poi la madre riporterà a casa al ritorno. Durante la discesa, per circa 80 metri, se si voltasse la Franzoni potrebbe vedere la propria casa, ma non ha motivo di farlo.

Mercoledì, ore 8,18 – Davide arriva alla cassetta dell’Enel e si ferma ad aspettare la madre, che nello stesso momento transita davanti alla casa di Ada Satragni. Insieme poi camminano verso la fermata dello scuolabus.

Mercoledì, ore 8,19 – madre e figlio arrivano alla fermata, dove trovano Sophie Savin,di 7 anni, figlia della Satragni, anche lei in attesa del bus. Dal balcone di casa Satragni il nonno Marco Savin controlla la bambina e scambia dei saluti con la Franzoni. Il suo è tra gli alibi più solidi, in quanto la stessa Franzoni lo vede.

Mercoledì, ore 8,20 – arriva il bus e i bambini salgono a bordo. L’autista Dino Vidi saluta come al solito la Franzoni che a suo parere si comporta normalmente, raccomandando come sempre al figlio di fare il bravo. Anche lui ha un alibi inattaccabile, vista l’impossibilità temporale di commettere il delitto.

Mercoledì, ore 8,22 – la Franzoni sta tornando verso casa, ha recuperato la bicicletta del figlio e dal punto in cui si trova vede già la sua abitazione non notando niente di insolito.

Mercoledì, ore 8,23 – la Franzoni arriva a casa, lascia la bicicletta sotto la scala esterna e sale la scala stessa per portarsi di sopra, dove c’è l’ingresso principale.

Mercoledì, ore 8,24 – secondo quanto dichiarato dalla stessa Franzoni, essa rientra in casa e chiude la porta a chiave, si toglie le scarpe e indossa le ciabatte poi scende da Samuele. Lo trova sul letto matrimoniale dove l’aveva lasciato con la coperta tirata sulla testa. Lo scopre pensando a un gioco e si accorge che la testa è in un lago di sangue, il letto è sporco dello stesso sangue e guardandosi intorno la Franzoni scopre che pure le pareti, il pavimento e il soffitto sono pieni di schizzi. In un primo momento pensa che gli sia scoppiato il cervello, apre la porta-finestra e chiama a gran voce Daniela Ferrod ( che non sente ), poi prova a telefonare dall’apparecchio sul comodino del marito ma non riesce a prendere la linea.

Mercoledì, ore 8,25Marco Robioglio, coinquilino di Daniela Ferrod esce e va a fare benzina, poi si reca al lavoro. Non nota niente di strano. I suoi movimenti sono stati verificati e confermati ma non ha un alibi per l’ora cruciale, cioè dalle 8,16 alle 8,24. Lui asserisce che era in casa a fare toilette. D’altronde non ci sono validi motivi per sospettarlo.

Mercoledì, ore 8,27 – la Franzoni sale al piano di sopra e col cellulare chiama Ada Satragni, dicendole di venire in fretta perché Samuele perde tanto sangue dalla bocca. Poi chiama il 118 dicendo che il figlio vomita sangue.

Nives Calipari è l’operatrice che le risponde alla chiamata. In seguito dichiarerà che in base alla sua esperienza per quello che stava accadendo la Franzoni le sembrava troppo lucida. Ma il colloquio tra le due è registrato e l’ascolto smentisce la Calipari.

Mercoledì, ore 8,29 – la Franzoni chiama il marito al cellulare ma lui non risponde. Esce dalla porta finestra e richiama Daniela Ferrod che ancora non sente. Chiama la sede della ditta dove lavora il marito e prega la segretaria di avvertirlo che Samuele è morto, poi ci ripensa e le dice di avvertirlo che sta molto male.

Mercoledì, ore 8,30 – la Franzoni vede la Ferrod sulla porta di casa e la chiama. Daniela la raggiunge, Annamaria la informa che Samuele perde sangue dalla testa. Daniela vede dalla porta-finestra il corpo insanguinato di Samuele ed entra nella stanza dove potrà constatare che il piccolo si lamenta e apre e chiude gli occhi.

Mercoledì, ore 8,31 – la Franzoni prega Daniela perché vada a sollecitare l’arrivo della Satragni. Daniela si avvia, ma la dottoressa sta già arrivando in auto accompagnata dal suocero.

Alla stessa ora la segretaria contatta Lorenzi e lo avverte di quello che sta accadendo.

Mercoledì, ore 8,32 – mentre la Satragni si avvicina alla casa, Lorenzi chiama la moglie, la quale, mentre colloquia col marito, esce incontro alla dottoressa.

La Satragni presta le prime cure al bambino. Nota la grande quantità di sangue e una spaventosa ferita a livello della fronte dalla parte destra, ferita dalla quale esce materia cerebrale. C’è un’altra ferita sul lato sinistro. La dottoressa sposta il corpo del bambino per poter lavorare meglio, manda la Franzoni a prendere una bacinella con dell’acqua e un fazzoletto. Comincia a pulire il volto di Samuele, poi va a cambiare l’acqua della bacinella ormai troppo sporca. Poco dopo decide di portare il bambino all’esterno per farlo trovare pronto all’elicottero del 118.

Mercoledì, ore 8,45 – la Franzoni sale al piano “giorno” dove si sfila le ciabatte e mette le scarpe, ha intenzione di salire sull’elicottero col figlio. Prima di ridiscendere sfila le chiavi dalla porta.

Mercoledì, ore 8,50 – arriva l’elicottero con a bordo tre persone: il pilota, il medico ( Leonardo Iannizzi ) e il capo del soccorso alpino Ivano Bianchi. L’elicottero atterra su un prato a 600 metri dalla casa per prendere a bordo altri due soccorritori attivati dalla centrale, sono Alberto Enrietti e Elmo Glarey. Il mezzo riparte e si porta sopra casa Lorenzi ma non può atterrare perché non c’è il posto adatto. Tutti gli occupanti, tranne ovviamente il pilota, si calano allora su uno spiazzo dietro la casa.

Mercoledì, ore 8,55 – il medico trova Samuele avvolto in una coperta su un marciapiede antistante la casa. La Satragni scopre la ferita e il medico rimane impressionato dalla lacerazione dalla quale esce materia cerebrale. Il medico e Enrietti entrano nella stanza e vedono grandi macchie di sangue sul letto e spruzzi dello stesso sulle pareti e sul soffitto.

Mercoledì, ore 9 – arriva Stefano Lorenzi.

Mentre il dottor Iannizzi, uscito, cerca di medicare il bambino, Ivano Bianchi entra a sua volta in casa per cercare di capire cosa può essere successo. La situazione poco chiara lo spinge a chiamare la centrale operativa perché allerti i carabinieri. Anche il medico capisce di trovarsi di fronte ad una situazione anomala e prega Elmo Glarey di telefonare ai carabinieri. Intanto arriva anche Vito Perret, un vicino di casa.

Mercoledì, ore 9,05 – il maresciallo dei carabinieri di Cogne allerta la centrale di Aosta e successivamente coi suoi colleghi si reca sul posto.

Mercoledì, ore 9,20 – il bambino viene sollevato sull’elicottero librato a un paio di metri da terra; i genitori vorrebbero salire anche loro, ma gli occupanti sono già troppi e gli viene impedito. Decidono allora di andare all’ospedale in auto. Prima però la dottoressa Satragni manda la Ferrod a prendere un bicchiere d’acqua entro il quale versa delle gocce che fa bere alla Franzoni. Dopo aver bevuto, le tre donne e Lorenzi entrano in casa dove la Franzoni telefona ai genitori dicendo loro che a Samuele è scoppiata la testa. Anche Stefano chiama i propri genitori e li informa dell’accaduto.

Tornati da basso vedono che sono già arrivati i carabinieri. La Franzoni lascia le chiavi alla Ferrod perché chiuda la porta-finestra dall’interno e l’ingresso principale. La Ferrod poi passa le chiavi a Vito Perrot perché la Satragni ha dimenticato in casa la borsa.

Mercoledì, ore 9,25 – Perrot accompagna la Satragni in casa dall’ingresso principale, scendono nella stanza e lei si lava le mani nel bagno adiacente.

Mercoledì, ore 9,30 – i carabinieri cominciano i rilievi, perlustrano la zona e fanno delle riprese video, sia interne che esterne. Il maresciallo Simone prende in disparte il carabiniere Casasole e lo avverte che probabilmente si tratta di omicidio. Lo stesso carabiniere dichiarerà di aver visto il Lorenzi accasciato fuori dall’ingresso principale che urlava disperato rimanendo con la testa fra le gambe per almeno dieci minuti. Sempre Casasole dirà che i coniugi entravano poi in casa e seduti sul divano la Franzoni diceva al marito: “Ne facciamo un altro di figlio? Mi aiuti a farne un altro?” senza che il marito le desse una risposta e anzi, sembrando molto infastidito dalla cosa.

Mercoledì, ore 9,55 – all’ospedale di Aosta il dottor Bellini constata la morte clinica di Samuele.

Mercoledì, ore 10 – la casa dei Lorenzi è sigillata, i coniugi andranno poi ad alloggiare al residence “Le Cascate”.