Logistica/Gestione delle scorte

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.

Indice del libro

Gestione delle scorte[modifica]

Le aziende sono sempre più spinte verso una crescente attenzione ai costi quindi, la vecchia relazione: Costo+Utile=Prezzo

è stata “capovolta” ricavando il costo: Prezzo-Utile=Costo

Il prezzo deve essere compatibile e accettabile dal mercato, l’utile è necessario per la crescita dell’azienda, ed il costo rimane la variabile verso cui porre la massima attenzione nonché la leva su cui intervenire per mantenere un alto livello di competitività. Un’azienda deve essere inoltre in grado di misurare le proprie prestazioni sia verso l’interno che verso l’esterno. Con queste premesse diviene facile definire e monitorare il livello delle scorte, la rotazione e il deperimento dei prodotti. Questi sono inoltre alcuni degli aspetti propri dello stock management, le scorte infatti rappresentano una significativa voce di costo, basti pensare all’immobilizzo di capitale, al costo di conservazione fino al rischio di deperimento. Per gestire le giuste scorte bisogna pertanto ricercare il giusto mix tra costi e benefici.

Analisi ABC[modifica]

Comprendere il grado di importanza di un problema consente di individuare il modello adatto per la sua risoluzione cercando, nel frattempo, di valutare correttamente i rischi connessi al cambiamento. Il principale vincolo di tutta l’attività aziendale a

cui deve sottostare è rappresentato dalle risorse. Si può osservare nello stesso tempo che nella vita quotidiana in azienda esistono pochi elementi che siano significativi. La maggior parte del fatturato è generata da pochi prodotti, i rimanenti hanno impatto quasi trascurabile, infatti sul valore di magazzino incide solamente una piccola quantità di articoli stoccati. Sulla base di queste osservazioni nasce e si sviluppa l’analisi ABC: essa vuole misurare il peso relativo di tutti gli elementi che lo compongono. E’ cosi possibile concentrare tutte le risorse sugli elementi importanti cercando di massimizzare il valore aggiunto delle attività effettuate. Il risultato di tale analisi porta a definire tre classi di elementi di importanza decrescente:

  • Classe A : include gli elementi di importanza primaria. E’ la meno numerosa ma rappresenta la classe su cui porre maggiore attenzione. I pochi elementi (circa il 20%) hanno un peso sul fatturato dell’azienda pari all’ 80%.
  • Classe B : include gli elementi (circa il 35-40%) di importanza secondaria che pesano sul fatturato dell’azienda circa il 15%.
  • Classe C : include gli elementi residui (circa 40-45%) con impatto quasi trascurabile (5%)

E’ possibile rappresentare graficamente i risultati dell’analisi. Sull’asse delle ascisse i pesi cumulati dei clienti e sull’asse delle ordinate i pesi cumulati dei fatturati. La curva rappresenta sempre un andamento caratteristico, il primo tratto (classe A) molto ripido, il secondo (classe B) e il terzo (classe C) molto più piatti. Bisogna inoltre tenere presente anche, per esempio, le caratteristiche del fornitore, quelle del componente, e del tipo di consumo. Attraverso questa analisi ABC è possibile distinguere le giacenze in relazione al loro impatto sul valore totale di magazzino, quindi in base al costo di mantenimento a scorta. Non è sufficiente però tale indicazione: bisogna anche valutare l’impatto degli articoli sul fatturato.

Ciclo di vita del prodotto[modifica]

Per ciclo di vita di un prodotto si intende l’insieme delle fasi di vendita in cui il prodotto può venire a trovarsi. Si possono distinguere quattro macro fasi:

  • Introduzione
  • Crescita
  • Maturità
  • Declino-Rivitalizzazione

E’ necessario considerare che i prodotti devono essere gestiti opportunamente attraverso le singole fasi del proprio ciclo di vita. Nelle fasi iniziali molto si deve a ricerca, sviluppo, marketing e commerciale. Nelle fasi intermedie, a logistica, produzione, acquisti. Nelle fasi finali, nuovamente a marketing, commerciale e logistica.

Indice di rotazione[modifica]

L’indice di rotazione è un ulteriore indicatore di importanza relativa degli articoli, individua infatti le priorità d’intervento all’interno di ogni classe. Ne esistono due “casi”:

  • Ir = Quantità in uscita/giacenza media
  • Ir (a valore)= valore in uscita/rimanenza media

Affinché l’indice riporti un valore corretto anche il flusso in uscita dovrà essere calcolato in base al costo di produzione. Tale indice rappresenta il numero di volte che in un opportuno intervallo di tempo le scorte ruotano nel magazzino. Tanto è più basso l’indice di rotazione, tanto maggiore sarà il costo di mantenimento a scorta della merce. Può essere utile rappresentare graficamente l’indice di rotazione per poi confrontarne l’andamento con il profilo della curva ABC, le due curve dovrebbero presentare andamenti opposti.

(Tratto da “Il manuale di logistica” di Gianfranco Vignati – Casa editrice: Hoepli- Milano)