I caduti di Cornate d'Adda/Crippa Attilio Giuseppe
Biografia
[modifica | modifica sorgente]Crippa Attilio Giuseppe nacque il 10 gennaio 1887 a Cornate d'Adda, in provincia di Monza e Brianza; era figlio di Crippa Enrico e Panzeri Stella.
Sposato con Rovelli Paolina, sarta di professione, nata il 26 gennaio del 1890, con la quale ebbe due figlie: Crippa Stella e Crippa Attilia Luigia, la prima nata il 28 gennaio 1913 e la seconda il 4 giugno 1916.
I testimoni hanno dichiarato di essere a conoscenza che la situazione di famiglia del militare Crippa Attilio Giuseppe al giorno della sua morte, avvenuta il 9 giugno 1916 era la seguente: la vedova convive con i figli, i coniugi hanno sempre vissuto insieme e non è stato proclamato contro la codesta sentenza definitiva di separazione di corpo. Il defunto soldato non era alle dipendenze di enti pubblici essendo di professione sarto e lavorando al proprio domicilio.
La richiedente è stata ammessa al sussidio governativo di ₤1.20 al giorno. Crippa Attilio Giuseppe era un soldato del 119° Reggimento Fanteria.
Circostanze del decesso
Crippa Attilio Giuseppe era un soldato del 119° Reggimento Fanteria. È morto il 9 giugno 1916 in seguito a ferite riportate in combattimento sul fronte del Medio Isonzo. Il funerale si è svolto a Cornate d'Adda in Piazza Roma il 18 ottobre del 1925.
Dopo la morte del soldato, è stato ricevuto da parte del comune di Cornate un portafoglio che gli apparteneva, ma non è stato ricevuto un orologio che la famiglia del defunto aveva richiesto. Il giorno 2 del mese di luglio dell'anno 1916 alle ore 14:00 nella Casa Comunale dell'assessore Corri Enrico, si sono presentati:
- Crippa Annibale fu Carlo di anni 53
- Scarabelli Salvatore fu battista di anni 58
- Mattavelli Ambrogio fu Francesco di anni 57
Questi sono i testimoni che, pur non essendo in parentela con il soldato, hanno dichiarato che il giorno della sua morte è avvenuta il 9 giugno 1916.
Lettere
[modifica | modifica sorgente]Le lettere contenute in questa sezione sono state realizzate dagli studenti dell'Istituto Comprensivo "Dante Alighieri" di Cornate d'Adda (MB) nell'ambito di un progetto di scrittura creativa. Esse, quindi, non sono documenti ufficiali dei soldati descritti nella sezione biografica. |
7 febbraio 1916
La notte è calata, mi ritrovo ancora tra i corpi dei miei compagni. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine a stare tra lo sporco delle trincee, ma questo non è il nostro problema principale. Tra pochi giorni partiremo per l’Isonzo, continuiamo a perdere uomini e tutti sperano che, da un giorno all’altro, tutto finisca. In trincea la vita è durissima e si sta male, non ci sono cure per le ferite più gravi e si è costretti ad arrivare a metodi anche estremi. Ma non solo, tanti, anzi troppi soldati, sono morti per malattie più banali come la polmonite o una semplice febbre.
Per distrarsi, di sera quando non si combatte, non si può neanche fumare perché i cecchini al primo segnale ti vedono, al secondo ti puntano e al terzo sei morto!! C'è poco cibo e, per sfamarsi, poca zuppa di cavolo e un tozzo di pane che, a volte, cade nel fango…lo mangi ugualmente perché non pensi più a cosa mangi, ma ti interessa solo sfamarti. Come va la bottega? Sono arrivati nuovi tessuti e i nuovi fili colorati? Durante la guerra, gli acquisti sono diminuiti? Ricordatevi di controllare le macchine per cucire! Mi raccomando. Mi mancate voi e il mio vecchio lavoro; mi piaceva molto confezionare i vestiti per i miei compaesani nella più completa tranquillità… Vi prego, solo una cosa, se non farò ritorno, continuate a lavorare in sartoria, io e mio padre vi abbiamo dedicato anima e corpo per tutta la vita… Fatelo per noi.
Il vostro Crippa Attilio