Profili di donne lucane/Donne Chef
Silvana Felicetta Colucci
[modifica | modifica sorgente]Silvana Felicetta Colucci, nota semplicemente come Silvana Colucci, è nata a Castelmezzano l'8 ottobre del 1968. Ha frequentato l'Istituto Professionale di Stato per il Commercio e in seguito ha studiato Lingue straniere all'Università della Basilicata. Nel 2019 ha partecipato alla trasmissione televisiva Cuochi d'Italia ed è diventata la migliore chef lucana del Paese grazie al Trittico Lucano e al Pollo ripieno con contorno di patate lesse e peperone crusco, dimostrando di essere una concorrente appassionata alla cucina, professionale e competente nel suo settore.
Attività
[modifica | modifica sorgente]Affiancata dalla sua famiglia gestisce ai Laghi di Monticchio, nel comune di Rionero in Vulture, il Ristorante-pizzeria Lago Grande, tramandato da generazioni: valorizza in ogni sua preparazione i prodotti lucani e mette sé stessa in ogni piatto. Nel novembre del 2019 ha ricevuto la prestigiosa fascia dei Discepoli di Auguste Escoffier e nel febbraio 2020, in seguito alla nomination ricevuta dal Comitato del Gran premio internazionale del leone d'oro di Venezia come miglior professionista del 2020 e miglior azienda, ha ricevuto una targa come miglior Chef 2020 dal Presidente del Leone d'oro di Venezia, Sileno Candelaresi. Tale riconoscimento è maturato in seguito alla visita da parte della commissione. A dicembre 2020 con l' Accademia Italiana della Cucina ha ricevuto un plauso per le Lezioni di Manate Lucane.
Nel novembre 2020 ha partecipato alla trasmissione Cuochi d' Italia ALL STARS, condotto dallo Chef stellato Cristiano Tomei, e proprio durante le qualificazioni per le semifinali il conduttore e i giudici Gennaro Esposito e Bruno Barbieri nel ringraziarla per aver partecipato, proprio sulla base dei suoi racconti e delle ricette esposte nel corso delle varie manches, hanno mostrato un vivo interesse per la regione Basilicata.
Tiziana Lopardo
[modifica | modifica sorgente]Tiziana Lopardo è una Chef, nata il 13 ottobre 1973 a Potenza. Da ragazza ha iniziato da subito a lavorare, per questo ha frequentato il corso serale dell'Istituto Alberghiero da adulta. Uno dei suoi primi progetti è stato nel 2003, quando è entrata a far parte all'Associazione Cuochi potentini, di cui è stata docente ed è diventata vicesegretario regionale dal 2013 al 2014. Ha partecipato insieme all'associazione all'Expo di Parigi, e con i loro prodotti hanno creato delle ricette da far assaggiare in tutto il mondo. Con l'Associazione Cuochi ha collaborato con il Crob di Rionero (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Rionero in Vulture); con la Camera di Commercio di Potenza hanno promosso la Dieta Mediterranea come modello alimentare sano ed equilibrato sostenendo la mediterraneità dei prodotti locali. Con il Crob di Rionero hanno anche creato, per la sera di San Valentino, un evento durante il quale gli chef hanno regalato ai malati terminali dei momenti di spensieratezza. È stata Team Manager della squadra under 23 degli alunni dell'Istituto Alberghiero di Matera con medaglia d’argento nel singolo e bronzo in squadra. La chef ha creato anche una ricetta con la strazzata, focaccia della tradizione gastronomica del mondo rurale aviglianese, e la farcisce con altre tipicità lucane per valorizzarla e promuoverla: macinato di podolica, insalata verde, melanzane sott’olio, pomodori secchi di Tolve, olive di Ferrandina e stracciatella. È un pasto completo, veloce, genuino, realizzato con i prodotti del territorio, che può senza dubbio competere con i fast food. Ha ricevuto la licenza di Discepolo di Auguste Escoffier. Il suo lavoro principale, quello che fa da 22 anni, è quello di lavorare come chef nella mensa del Campus di Macchia Romana (Potenza) dell’Università della Basilicata, dove cerca sempre di fare in modo che non esistano diversità intorno alla tavola, ma massimo rispetto per tutti. Oggi lavora molto nella cucina molecolare, adora quello che non è nella norma, è sempre aperta a nuove scoperte, le piace osare e le piace fare abbinamenti cibo vino.
Rosanna De Carlo
[modifica | modifica sorgente]Rosanna De Carlo è nata a Ruoti, (Potenza) il 13 luglio 1951 da Luigi e Filomena Errico, famiglia benestante di proprietari terrieri. Risiede a Roma ed è madre di due figli. Ha conseguito il diploma di perito commerciale, nonostante i suoi interessi siano sempre stati cucina, pittura e scrittura. Da piccola era inappetente: mangiava solo uova e latte. Ha iniziato a sviluppare una certa curiosità verso la cucina grazie alla zia siciliana che viveva a Bologna. Dopo la nascita del primo figlio, a diciannove anni, ha iniziato a interessarsi ai sapori della cucina. È stata responsabile della Ragioneria del Comune di Ruoti. Nel 1975 inizia l’attività lavorativa part-time presso una trattoria locale e fino al 1979 ha lavorato come supporto e sviluppo ricette del territorio. Nel 1991-92 pubblica il suo primo libro Memorie pluridirezionali, casa Editrice Il Salice, raccolta poetica che parlano del suo vissuto. Nel 1994 sospende momentaneamente il lavoro presso il Comune per questioni legate alla giustizia. Si dedica ad attività solidali. Il 10 Maggio 1994 inizia a lavorare in un piccolo ristorante, gestito da una cooperativa di cui faceva parte, realizzando anche piccoli banchetti per lauree, pranzi e cene per riunioni importanti con personalità italiane. Lavora presso il Ristorante Blue Night a Baragiano Scalo (Potenza) fino al 1999 in qualità di chef. Durante gli anni 80-90 è stata in Egitto e in Marocco dove ha avuto la possibilità di confrontare la cucina lucana con quella locale. Nel 1997 si reca nello Stato della Pensilvania e nello stesso anno lavora in Germania in qualità di chef per qualche mese presso il Ristorante Taormina. Ha partecipato alla rubrica "Il paese della domenica” e a più di venti gare di cucina, organizzate da Maratona a Tavola, conseguendo il primo posto in ogni gara. Nel 2007 e nel 2008 è stata in Tunisia, Korba e Hammamet. Rosanna De Carlo nel 2007 pubblica il libro “Non di solo (ma soprattutto di) pane”, casa editrice Studio Editoriale Gordini, contenente trenta ricette ruotesi [1], [2]. Sempre nel 2007, sulla rivista La Cucina Italiana Rosanna pubblica una ricetta di un piatto del territorio. Partecipa a varie trasmissioni televisive, da Linea in Diretta della Rai a quelle trasmesse dal canale Stream Verde. A Radio Touring 104 presenta diverse ricette di Reggio Calabria. Partecipa alla sagra del fungo cardoncello nel comune di Baragiano e alla sagra della castagna di San Cipriano Picentino. Prende parte alla gara di cucina riservata alle Lady Chef e consegue il secondo posto dopo il Friuli. Nel 2008 organizza un corso di cucina rivolto a bambini dagli otto ai dodici anni in collaborazione con l’URCL. Nel 2009 realizza una serata, in piena autonomia gestionale, con la partecipazione di bambine dai cinque ai dodici anni per recuperare consensi economici e per realizzare la partecipazione a un viaggio a Lourdes di un suo concittadino. Nello stesso anno Rosanna è stata membro esterno della commissione presso l’Istituto Alberghiero di Stato di Monterusciello (Campania). È stata addetto stampa presso l’ACP. È stata promossa alla terza classe dell’Istituto Alberghiero seguendo corsi pomeridiani. Nel 2010 è stata nominata Discipola di August Escoffier a Sanremo. Partecipa a due campi terremotati in Emilia tramite a un progetto della Protezione Civile, dove era presente anche Ristoworld Italia. Nel 2012 a Rosanna è stato conferito il Cavalierato di Casa Cernetic di Montenegro come Cuochi di Casa Reale Cernetic. È stata docente di cucina per la Cooperativa Fili d’Erba di Potenza, in un corso per adulti portatori di handicap non gravi. Nel 2012 partecipa a un cooking show ad Acqualagna per la sagra del tartufo [3]. Nel 2013-14 è stata insegnante di cucina in Afganistan, a Herat, presso il Campo militare Arena. Al ritorno dall’Afganistan, la De Carlo viene intervistata dal Direttore Responsabile Marcello Proietto di Silvestro che le dedica la copertina e lo speciale all’interno nel Novembre 2014 [4]. È curatrice della pagina gastronomica, da sei anni, del giornale online stampasud. Attualmente è ambasciatrice lucana della Ristoworld e sta recuperando ricette su tutto il territorio regionale, presso famiglie che hanno memoria storica, da destinare alla Biblioteca Nazionale di Potenza. Nel 2019, partecipa all’evento conviviale del 3° corso “Unilabor Etnogastronomia Arberese e Lucana nel mondo” presso il Ristorante-Pizzeria Lago Grande a Monticchio (Potenza). Vince il Premio Basilicata Way of Living 2019 come Lucana dell’anno. Nel 2020 pubblica il suo ultimo libro “Racconti del cuore che fan bene all’anima e Ricette dell’anima che fan bene al cuore” casa editrice Editrice Ermes. È responsabile nazionale delle donne per l’associazione Ristoweb. Riceve il Premio Ofelia da Ristoworld Italy. Partecipa al campionato mondiale di pizza tenutosi a Roma e a Napoli. È stata giurata in vari eventi tra cui il festival della cozza tarantina. Collabora su diversi giornali culinari e continua la sua attività di docente di cucina. I guadagni ricavati dalle sue attività sono sempre stati donati in beneficenza.
Maria Antonietta Santoro
[modifica | modifica sorgente]Maria Antonietta Santoro nasce nel 1964 a Castelmezzano, nel cuore delle Dolomiti lucane.
Si trasferisce temporaneamente in Puglia per compiere gli studi universitari, ma l’amore per la sua terra trasforma il futuro avvocato in una chef provetta, che si dedica con passione alla cucina.
Un grande chef la sceglie per trasferirle tutti i suoi segreti, così Maria Antonietta, dopo tanti sacrifici, decide di aprire un suo locale.
Maria Antonietta inizia a muovere i primi passi nel mondo della ristorazione nei primissimi anni ’90 aprendo una birreria a Castelmezzano (PZ) divenuta oggi un ristorante pluripremiato: Il becco della civetta.
Dopo trent’anni di sacrifici e successi, la chef di Castelmezzano, che intanto ha aperto sul finire del 2019 anche un’osteria di alta cucina all’interno dei Sassi di Matera, ha fatto tesoro di tutte le esperienze professionali maturate nel corso degli anni arrivando a celebrare le sue creazioni culinarie come veri trofei partoriti da Madre Natura.
Ambasciatrice della cucina lucana partecipa a numerose trasmissioni televisive ed eventi.
Nel 2002 alcune Università europee hanno concentrato la loro attenzione proprio sulle erbe spontanee delle Dolomiti Lucane e uno dei responsabili del progetto, Andrea Pieroni (docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, di cui è stato Rettore da ottobre 2017 ad agosto 2021) si è avvalso della collaborazione di Maria Antonietta Santoro in virtù della passione e di un sapere ereditati dal nonno, grande esperto di erbe.
Maria Antonietta Santoro ha sposato, sia nel lavoro che nella vita, la cultura green, è un’alleata degli agricoltori locali e della sostenibilità, combatte la lotta agli sprechi e porta le piante in tavola.
Partendo da questo problema globale, Maria Antonietta Santoro ha rispolverato gli antichi rimedi naturali rivisitandoli in chiave moderna ed abbinandoli non solo ai piatti del benessere ma anche ai piccoli malanni. Uno dei due aspetti più avvincenti della cucina di Maria Antonietta Santoro è dato dai piatti della memoria da lei realizzati per celebrare le persone che non ci sono più, mentre il secondo è dato dal fatto che la sua brigata, nei suoi ristoranti, è composta prevalentemente da chef donne così da “abbattere” i pregiudizi nei loro confronti: un gesto che se interpretato nel modo giusto fa capire che non esistono solo chef maschi e che nel mondo del lavoro bisognerebbe valorizzare un po' di più anche le donne.
Maria Antonietta Santoro è una chef per la quale il sapere, prima ancora del sapore, rappresenta una delle caratteristiche più importanti del suo lavoro ed è per questo che non smette mai di studiare. Dalla sua cucina nel cuore delle Dolomiti Lucane, la chef continua a ideare piatti succulenti che profumano di storia, piatti quasi capaci di “parlare” e a cui anche i palati più sopraffini non riuscirebbero a resistere.