Profili di donne lucane/Donne nelle istituzioni
Teresa Vezzoso
[modifica | modifica sorgente]Nasce a Matera il 22 luglio 1912 da Giovanni (titolare della drogheria ceduta poi a Pasquale Latorre) e da Maria Adelaide Canitano che, non senza sacrifici, instradano i loro figli allo studio (oltre a Teresa, anche Bartolomeo che diventerà medico e Pierina che diventerà farmacista). Teresa Vezzoso frequenta il Liceo “Duni”, una scuola che ha visto transitare eminenti insegnanti e formato tanti giovani affermatisi in qualsiasi campo; si iscrive alla facoltà di Magistero a Roma e, il 23 giugno 1940, consegue la laurea in Filosofia. Insegna a Matera, al Liceo e all’Istituto Magistrale “Tommaso Stigliani” ma, nel 1947, lascia la sua città e si trasferisce in Toscana insegnando a Massa e Carrara; nel 1948 è docente all’Istituto Magistrale di Roma e, successivamente, a Terni. Partecipa, vincendo, al concorso per la cattedra di Filosofia e Pedagogia e, nel 1949, torna a Matera dove svolge la sua opera educativa insegnando sino alla data del suo pensionamento (10 settembre 1978) all’Istituto Magistrale dove fu riconosciuta come ottima docente per l’integrità e l’energia del carattere, per la nobiltà dei sentimenti, per la viva intelligenza e per la modestia. Teresa Vezzoso era innovativa e ricercava il nuovo rifiutando la monotonia dei normali tempi e ritmi che la vita dettava. Ha uno spirito libero e autonomo innato che palesa sin da bambina (una sera ci furono grandi preoccupazioni in famiglia perché, senza dir nulla, si recò in Cattedrale per assistere a una rappresentazione sacra). Questo suo carattere la porta a entrare in politica (la considerava come un’arte nobile) per dare il proprio contributo di cultura, di pensiero e di cattolica praticante, per rendere un servizio al territorio e agli uomini. Pertanto, dal 1946 al 1952, fa parte del primo consiglio comunale (unica donna) democraticamente eletto e guidato dal Sindaco Giovanni Padula. Dopo questa esperienza, probabilmente non proprio positiva, rinuncia ad altre candidature nonostante i persistenti inviti ricevuti. Teresa Vezzoso, una persona generosa che, non solo con il cuore, è presente tra i meno abbienti con aiuti economici e materiali; molte sono le persone in difficoltà che si rivolgono a lei. La bontà della professoressa Vezzoso è nota e, fra le tante opere di bene, dedica particolari attenzioni al centro di accoglienza istituito presso la Parrocchia di San Pietro Caveoso. Negli ultimi anni della sua esistenza apre le porte della sua casa e del cuore a due ragazze albanesi, una delle quali affetta da un neoplasma che richiede importanti cure e interventi chirurgici a Milano. La giovane purtroppo, dopo speranze e tante sofferenze, non ce la fa provocando immenso dolore all’anziana benefattrice. Teresa Vezzoso, una figura che onora la città di Matera, dopo aver dedicato la propria vita all’insegnamento, alla cultura e ai bisognosi, si spegne il 20 settembre 1996, lasciando sempre viva la traccia della sua operosità.
L’8 marzo 2023 è stato inaugurato un busto in bronzo a lei dedicato. L’opera, realizzata da Raffaele Pentasuglia, è stata collocata all'interno di un parco di ulivi, ubicato in via Carlo Alberto dalla Chiesa, nella zona nord di Matera, intitolato “Teresa Vezzoso”, un’area di 7400 mq di estensione. L’opera è stata svelata davanti ad amici e parenti, mentre lo studioso, giornalista e consigliere comunale Pasquale Doria ha composto la dedica riportata sulla parte in tufo che sorregge il busto. Presenti le Istituzioni locali e il parroco don Donato Dell’Osso, il quale ha benedetto l’opera in bronzo.
"Si tratta della prima opera dedicata a una figura femminile che ha dato lustro a Matera, distinguendosi per impegno culturale e altruismo nel sociale", hanno ricordato nel corso della cerimonia di scoprimento il Sindaco, Domenico Bennardi, e l'Assessore alle Pari opportunità, Tiziana D'Oppido.
Fonti:
sassilive.it
ansa.it
Ester Scardaccione
[modifica | modifica sorgente]Ester Scardaccione (31 Luglio 1948 Bari - 4 ottobre 1997 Potenza) è stata un'avvocata che si è battuta per l’uguaglianza delle donne.
Laureata all’Università degli Studi di Bari il 2 dicembre 1974 con 110 e lode, Ester ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Diritto del lavoro e sindacale. Il 7 aprile 1977, superati gli esami di abilitazione, Ester si è iscritta all’albo degli avvocati.[1]
Protagonista della vita politica della Basilicata degli anni '80 e '90, Scardaccione ha scritto la Carta di Basilicata per il protagonismo delle donne, e si è dedicata anche all'avvio di Telefono Donna, associazione che opera in difesa delle donne vittime di violenza.
L’Associazione Telefono donna nasce nel 1989 da gruppi di donne provenienti dai partiti, dal sindacato, dall'Udi e dal collettivo femminista: è un centro di ascolto per donne vittime di violenza. Svolge attività di consulenza sociale, psicologica e legale e informazione sul territorio. Nel 2000, nell’ambito delle attività di Telefono Donna, nasce la casa per le donne “Ester Scardaccione", che continua e amplia l’attività di sostegno alle donne con la possibilità di accoglienza. Da qualche anno è anche centro antistalking.
È stata la prima donna a ricoprire l’incarico di Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità della Basilicata dal 1995 al 1997.[2]
“Io spero che la Commissione Regionale per le Pari Opportunità sia in grado di affermare, di difendere gli interessi delle donne ovunque essi si manifestino”. Così Ester Scardaccione nel 1995 all’insediamento della CRPO. Seguirà la Carta di Basilicata, assunzione di impegno alla rappresentanza delle donne.[3]
Il 3 Dicembre 1996 la Carta di Basilicata è stata adottata e sottoscritta, alla presenza di Parlamentari Europei e Nazionali, Sindaci e Assessori di diversi Comuni, Presidenti di Comunità Montane, rappresentanti di Associazioni, Presidenti di Comunità Montane, riuniti a Potenza su invito del Presidente del Consiglio Regionale e della Presidente della Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna, in occasione della visita della Signora ministro per le Pari Opportunità, on. Anna Finocchiaro. La Carta di Basilicata ambiva ad essere «un patto che le istituzioni devono apprestarsi a stringere con la rete delle donne che nelle tante ed articolate realtà hanno scelto di caratterizzare il proprio impegno, a partire dalla differenza di genere, per una nuova qualità della vita e per uno sviluppo equo e sostenibile della nostra Regione».[4]
Nel 2006 in sua memoria il Consiglio regionale della Basilicata, attraverso la Commissione regionale per le Pari Opportunità, ha istituito il premio “Ester Scardaccione”. Esso vuole rappresentare un'opportunità per la valorizzazione e il riconoscimento dell'attività e del ruolo delle donne che con il loro impegno e opere siano riuscite a tracciare un segno significativo in tutti gli ambiti sociali, culturali, professionali ed artistici. Conoscere la determinazione e la passione che ispira la vita quotidiana di queste donne può contribuire al diffondersi di buone pratiche. La capacità di mettersi al servizio degli altri, di essere la voce degli "altri", di offrire un attivo contributo personale in situazioni difficili e spesso ignorate, di rappresentare con l'arte e la creatività il proprio impegno civile, sono i temi ed i criteri centrali per la valutazione delle candidature e l'assegnazione del Premio.[5]
“Uno degli aspetti centrali della elaborazione di Ester e tante donne e uomini, a quel tempo, verteva sulla condizione lavorativa prodottasi dopo le modifiche di natura contrattuale e normativa: in particolare l’eliminazione del collocamento pubblico, l’inizio dell’introduzione dei contratti atipici, del lavoro in affitto, del taglio dei salari e delle pensioni...Nei testi prodotti, nelle azioni svolte, anche nel corso di audizioni parlamentari, nei progetti preparati, in tutto il suo lavoro trova particolare spazio la vicenda del caporalato, del lavoro nero e illegale, segnalata non solo per la sua portata di sfruttamento economico ma per la sua azione devastante sulle persone, in particolare le donne. Il lavoro vi era considerato come momento principale di dignità nel percorso di vita." - scrive il 2 ottobre 2017 Pietro Simonetti, del Coordinamento Regionale migranti e rifugiati in una nota con la quale ricorda Ester Scardaccione - “Ci sono voluti venti anni per ottenere una legge che parifica il reato di caporalato a quello di mafia. Fu una intuizione di Ester e di quanti allora si occupavano di questioni così drammatiche e gravi.” [6]
Il 3 Ottobre 2017, il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica, e il Consiglio regionale della Basilicata, con la Commissione regionale per le Pari Opportunità, durante la manifestazione “L’eredità di Ester” (a 20 anni dalla scomparsa), hanno organizzato una manifestazione per ricordare le tante battaglie intraprese, il suo lavoro portato avanti con determinazione per la difesa dei più deboli, le sue qualità umane e professionali. In onore di Ester Scardaccione è stata ristampata la “Carta di Basilicata” e le è stata intitolata la sala dove si riuniscono le componenti della Commissione Pari Opportunità. “L’intitolazione della sala" – ha dichiarato in quell’occasione il presidente Mollica – "rappresenta il doveroso riconoscimento che tributiamo ad una donna che ha saputo scuotere le coscienze della Basilicata, ma l’omaggio più bello che possiamo a lei dedicare è di rendere concreto quanto da lei inseguito nelle tante battaglie sulle pari opportunità. Il nostro impegno è di realizzare quanto è scritto all’interno dello Statuto regionale. Occorre continuare la battaglia con gli appuntamenti che si affacceranno sulla scena politica, a partire dalla nuova legge elettorale, che necessita di un ulteriore slancio di condivisione per verificare se ciò che abbiamo detto e scritto possa trovare accoglimento in maniera pratica e reale. Un altro obbiettivo su cui continuare a lavorare è poi la ripresa del patrocinio gratuito per le donne che hanno subito violenza. Bisogna istituzionalizzarlo e questo sarebbe un ulteriore passo che la Regione andrebbe a fare per far sì che la parità sia un fatto effettivo”.[7]
In occasione dei 25 anni dalla scomparsa dell'avvocata potentina, la Commissione regionale Pari Opportunità, con il supporto di numerose associazioni femminili e del Difensore Civico regionale, ha presentato al Sindaco della Città di Potenza, Mario Guarente, la richiesta di intitolarle un luogo pubblico. L’Amministrazione comunale il 25 febbraio 2023 ha aderito alla richiesta e le ha intitolato un largo pubblico nella zona antistante l'accesso all'impianto degli ascensori in via del Popolo.
“Sosteneva che il fine della Giustizia non era quello di avere ragione sull’avversario ma ricostruire l’equilibrio sociale.”
“Il compito dell’avvocato è garantire l’accertamento dei fatti e la corretta applicazione delle norme di legge.”
“Nei suoi scritti era leggibile, logica, sintetica, misurata... Non ha amato mascherare in modo artificioso la verità... puntava direttamente al cuore delle questioni.”.
Queste sono solo alcune frasi a lei dedicate nello “SPECIALE PARI OPPORTUNITÀ” di “Basilicata Regione Notizie”.[8]
Amina Capoluongo
[modifica | modifica sorgente]Amina Ferrari Capolongo nacque a Roma nel 1909 e morì a Potenza nel 2004. Lavorò come docente e preside. Giunse a Potenza nel 1951 seguendo il marito Gerardo Capoluongo, giornalista ed editore.
Il padre Umberto Ferrari, esperto di economia e finanza, lavorava come giornalista per “Il Messaggero” e scrisse su altri importanti quotidiani romani fra cui “L’Avanti”. Profondamente colpita dalla morte precoce della madre, Amina sviluppò una grande sensibilità. Il padre, come il fratello perseguitato dagli “Arditi” dei loro rispettivi quartieri di residenza, negli anni della “Marcia su Roma” trasferì le sue figlie in un collegio della nobiltà del Vaticano. Questa esperienza contribuì all'infanzia difficile di Amina, specie per via del carattere duro della sorella con cui ha avuto un rapporto complesso.
Amina si iscrisse ai corsi di teologia del Vicariato di Roma e, al termine di essi, conseguì il titolo che la abilitava all’insegnamento della religione cattolica. Si iscrisse poi a Giurisprudenza, conseguendo la laurea con lode. Conseguì un'ulteriore laurea in Storia e Filosofia, successivamente partecipò al Concorso a cattedra e lo vinse. Sposatasi con Gerardo Capoluongo, lo seguì presso l’ambasciata italiana in Persia. Lì a Gerardo fu affidato l’incarico di Addetto stampa, mentre ad Amina quello di Addetta culturale. Questo incarico le consentì di stabilire un rapporto di particolare amicizia con l’allora Fawzia d'Egitto. La figlia, Novella Capoluongo Pinto (anch'ella scrittrice ed insegnante), ha narrato nel recente romanzo storico “Storia di Amina” l’esperienza della madre come addetta culturale, comprese alcune vicende personali fra cui la perdita di un figlio e un periodo di prigionia. Dopo quest’ultimo rientrò in Italia stabilendosi in Basilicata, a Potenza, dove ha vissuto 53 anni, svolgendo dapprima il ruolo di insegnante, poi di Preside del Liceo-Ginnasio Statale potentino[1].
Anna Maria Riviello
[modifica | modifica sorgente]Anna Maria Riviello nasce a Potenza il 15 luglio 1939. Madre di quattro figli: tre femmine e un maschio. Nel 1968 si laurea in Filosofia nell’Università di Bologna con una tesi su Antonio Banfi. Insegnante di filosofia e materie letterarie, nel 1975 cominciano le sue attività istituzionale in cui ricopre incarichi rappresentativi. Dal 1975 al 1980 è componente del Comitato Regionale Radio televisivo in Basilicata.
Nel 1980 è la prima donna Eletta nel Consiglio Regionale di Basilicata per due legislature fino al 1990, nell’ambito del Consiglio Regionale di Basilicata ricopre l’incarico di Segretaria della Commissione Sanità, istruzione, assistenza sociale e tutela dell’ambiente. A livello nazionale dal 1996 al 2000 è Componente della Commissione Parità e pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito della quale, a decorrere dal 1997, riveste l’incarico di Vice-Presidente.
Già nel 1954 comincia la sua attività politica, sociali e culturali: fa parte infatti fino al 1960 del Circolo Nuova Pretoria di Potenza, promotore di iniziative culturali a cui parteciparono, tra gli altri, Carlo Levi ed Ernesto De Martino. Dal 1974 al 1978 fa parte di un gruppo promotore che ricostruisce l’Unione Donne italiane in Basilicata e ne viene eletta Presidente. Dal 1978 al 1988 è Responsabile femminile del Partito comunista italiano in Basilicata nel 1989 viene eletta nel Comitato Centrale del PCI. Dal 1986 al 1989 promuove la costituzione insieme con Dacia Maraini ed Ester Scardaccione del centro culturale Simone De Beauvoir di Potenza.
Dal 1991 al 1997 è alla Presidenza del Consiglio Nazionale del Partito Democratico della Sinistra. Nel 1999 è Membro della Direzione Nazionale dei Democratici di Sinistra. Nel 1999, ha curato un inchiesta, per un incarico di consulenza affidatole dal Ministro affari sociali Livia Turco, sulle trentenni laureate meridionali e le strategie nella ricerca di un lavoro dopo la laurea. Nel 2010 è tra le fondatrici del gruppo DINUOVO che promuove una nuova stagione del movimento delle donne in Italia e dà vita alla rete nazionale di donne “Se non ora quando”, che il 13 febbraio del 2011 indica la sua prima manifestazione in Piazza del Popolo a Roma e in altre città italiane a cui parteciparono un milione di donne.
Dal 2011 è componente del direttivo della Libera Università delle donne di Basilicata. In ultimo ha aderito al gruppo “SNOQ Libere” collaborando attivamente al Sito web www.cheliberta.it.
Pubblicazioni
[modifica | modifica sorgente]Svolge l’attività di pubblicista scrivendo articoli, saggi e relazioni su temi sociali e culturali, prevalentemente sulle politiche delle donne su giornali e riviste quali ad esempio l’Unità, Rinascita, il Manifesto e in volumi collettanei, in particolare un lungo saggio sulla storia dell'Unione Donne Italiane (Carocci Editore 2010).
Ha pubblicato il romanzo breve “Isabella, Isabella” (Calice editore, Rionero in Vulture, 1994), ispirato alla figura della poetessa cinquecentesca Isabella Morra. Ha curato l’inchiesta “la Rincorsa” (Calice editore, 2003) sulle operaie della FIAT di Melfi dietro incarico della Provincia di Potenza. Dirige dal 2004 al 2014 la rivista trimestrale, d’impianto regionale, DECANTER. Ha pubblicato “Ho imparato tre cose” Conversazioni con Giglia Tedesco. Un dialogo-intervista con la senatrice, cui si devono leggi fondamentali per il Paese. (Calice editore 2007).
Ha pubblicato inoltre "Ho amato Simone De Beauvoir" (Calice editore 2013); La fanciulla e il re. L' eterno contrasto tra Antigone e Creonte" (Castelvecchi editore 2017); Lo Spariglio. La libertà femminile nella crisi della democrazia (Castelvecchi editore 2019). Sui suoi libri sono usciti articoli e recensioni su diversi giornali quotidiani e periodici. Ha inoltre fornito materiale documentario e interviste per alcune tesi di laurea sul movimento delle donne in Basilicata.
Camilla Maria Schiavo
[modifica | modifica sorgente]Camilla Maria Schiavo è stata una docente e dirigente scolastica (Adelfia, 18 dicembre 1954 – Villa d'Agri, 27 febbraio 2019). Segue studi classici presso il Liceo Classico statale “Quinto Orazio Flacco” di Bari conseguendo il diploma nell’anno scolastico 1972/1973 con la votazione di 60/60. Si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Ateneo Barese e nel 1977 si laurea, con una tesi in Etnologia, con la votazione di 110/110 con lode.
Dal 1977 al 1981 collabora per studi e ricerche con l’Istituto di Storia moderna e Contemporanea presso l’Università degli Studi di Bari, con la sede RAI della Regione Puglia e con l’Istituto Gramsci di Bari. Nel 1979 si trasferisce in Basilicata a Viggiano e l’anno successivo a Villa d’Agri (frazione di Marsicovetere, PZ), dove si stabilisce a seguito del matrimonio con Vincenzo Zambrino. Studia, nel frattempo, per partecipare ai Concorsi ordinari a cattedre per titoli ed esami per Lettere scuola media, materie letterarie e latino nei licei: quale vincitrice di concorso ottiene le relative immissioni in ruolo nell’anno scolastico 1984/1985 presso la Scuola Media di Tramutola (PZ) e nell’anno successivo presso il Liceo Classico statale di Viggiano (PZ), dove insegnerà fino al 1993.
Diventa Preside di Scuola media a Tramutola, a seguito di concorso, nel 1993/1994 e vi rimarrà fino al 1996/1997. Dopo una breve esperienza all’IRRSAE di Basilicata, nel 1998/1999 ottiene il passaggio di presidenza alla secondaria di secondo grado presso il Polo Scolastico Statale “Maria Montessori” di Porretta Terme (BO). Nel 1999 ritorna in Basilicata come Preside a Maratea, poi Marsico Nuovo dove rimarrà fino all’anno scolastico 2008/2009; l’incarico dirigenziale la porterà infine a Potenza al Liceo Scientifico “Galileo Galilei” dal 2009/2010 fino al momento della sua morte, avvenuta a soli 64 anni a seguito di malattia.
Intensa la sua attività professionale e formativa nel campo della ricerca disciplinare nel settore dell’educazione linguistica, nella didattica della letteratura e delle lingue classiche e della scrittura. Molte le esperienze formative svolte all’interno del Centro Iniziativa Democratica Insegnanti – CIDI, sia a livello nazionale che territoriale, in particolare nel Cidi di Potenza e in quello della Val d’Agri di cui fu Presidente tra fine anni ’90 e il 2000.
Il 21 gennaio 2022 il Comune di Potenza, nel corso di una manifestazione pubblica svoltasi nel Teatro "Stabile", le ha conferito il titolo di Benemerenza "per l'esempio di una vita ispirata interamente al suo essere donna esemplare dell'Istruzione pubblica, ai fondamentali valori umani di solidarietà, dell'amore e dell'aiuto al prossimo e nei confronti dei più deboli e bisognosi."
Teresa Motta
[modifica | modifica sorgente]Teresa Vincenza Anna Motta nacque a [9] il 22 ottobre 1890, in Via del Popolo. Figlia del farmacista Enrico Motta e Mariannina Montemurro, primogenita di sette figli. Teresa visse a Potenza, in Via Vaccaro con la sorella minore Margherita, pittrice e insegnante di disegno. La sua famiglia ebbe delle difficoltà economiche, dimostrate dai vari traslochi. Nel luglio 1906 conseguì la licenza per l’insegnamento, dopo aver frequentato le elementari presso l’Istituto Principessa Clotilde di Savoia di Potenza e il triennio presso la Scuola normale femminile. Non ricoprì ufficialmente il ruolo di insegnante, e iniziò a lavorare soltanto nel 1919 quando fu assunta come aiuto bibliotecaria provvisoria, presso la Provinciale di Potenza, sotto la direzione dell’avvocato Sergio de Pilato. Morì il 2 maggio del 1953, a causa di una malattia. Collaborò con Stefano Nicola Lauria e Ferdinando Tantalo, anche loro impiegati presso la Biblioteca Provinciale di Potenza. Teresa Motta firmò per la prima volta un registro il 18 marzo del 1919 e siglò il suo primo verbale il 6 aprile del 1920. Autorizzò le schede di lettura in biblioteca dall’11 maggio del 1926 al 5 novembre del 1947. La sua ultima traccia risale all’inizio del 1950. Lavorò sia in campo amministrativo che contabile, occupandosi per intero delle attività della Biblioteca. Molte informazioni su di lei è possibile ricavarle dalla corrispondenza di 12 lettere con il bibliotecario, docente e storico italiano Francesco Barberi, inviate a Roma e a Bari tra i 1943 e il 1949. Il Barberi è una figura chiave della storia bibliotecaria italiana, è stato vincitore del concorso di 13 posti per le biblioteche governative, e ha rifiutato la tessera del Partito Nazionale Fascista, con i quali ideali era in contrasto. Inizialmente, Teresa Motta non avendo competenze da bibliotecaria, svolse compiti coordinativi, per poi intraprendere negli anni ‘30 il ruolo di bibliotecaria professionista, per il quale non frequentò corsi di preparazione professionale, ma studiò da autodidatta (anche se non pervengono fonti certe). Lavorò durante il Dopoguerra primo dopoguerra, il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale. Verso la fine del ventennio, molte città della provincia diventarono destinazione di internamento civile, e gli oppositori, durante il periodo di prigionia, grazie a Teresa Motta ebbero modo di frequentare assiduamente la biblioteca, che divenne in seguito luogo di incontro.
Magda Cornacchione Milella
[modifica | modifica sorgente]Magda Cornacchione Milella, Picerno (Potenza), 19 febbraio 1945
Laureata in Farmacia, ha svolto attività di farmacista e di insegnante. La farmacia della madre, Rosa Marchesiello, prima a Tito (Pz), poi, ormai da molti anni, a Potenza, è stata per lei una palestra professionale e umana. Tuttora Magda Cornacchione esercita la titolarità della farmacia Marchesiello.[2] Personalità di rilievo della Comunità Locale, ha dimostrato molteplici interessi e si è mossa, sempre con la stessa dedizione, in diversi ambiti di impegno professionale e sociale. Oltre ad esercitare la professione di farmacista, infatti, si è interessata di Politica e Politiche sociali, tossicodipendenze e disagio giovanile. Ha insegnato Chimica e Marketing presso Università e Istituti Tecnici. Da molti anni è Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Potenza. [3] E’ stata la prima donna lucana ad essere eletta nel Parlamento Italiano. Esponente del Partito Socialista Democratico Italiano, viene eletta alla Camera dei deputati il 15 aprile 1994 (fino all'8 maggio 1996) nella XII legislatura, con i Progressisti, nella Circoscrizione Basilicata, collegio 1-Potenza. Nell'autunno 1994 aderisce alla Federazione Laburista. Oggi Magda Cornacchione è coadiuvata nell’attività di farmacista dalla figlia Maria Rita Milella, in una continuità di impegno familiare che rivela attaccamento a una professione di notevole importanza sociale, essendo la farmacia il presidio sanitario più vicino alla cittadinanza.[4]
Note https://farmaciamarchesiello.it/ https://www.ordinefarmacistipz.it/ https://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2Faltre%5Fsezionism%2F10247%2F10261%2Fdocumentotesto%2Easp%3F https://it.wikipedia.org/wiki/XII_legislatura_della_Repubblica_Italiana Parlamento italianoXII_legislatura_della_Repubblica_Italiana
Anna Grippo
[modifica | modifica sorgente]Anna Grippo è stata una docente di scuole elementari, deceduta a soli 28 anni nel terremoto del 23 novembre 1980. Ad oggi le è intitolata una scuola, sita a Potenza in via Alessandro Pertini nel rione Rossellino.
Ketty De Michele
[modifica | modifica sorgente]Ketty De Michele è una docente e scrittrice. Ha insegnato a lungo nella scuola Da Vinci-Nitti, fino al pensionamento nel 2020.
Nel dicembre 2000 ha tenuto un Seminario di aggiornamento per L'Esame di Stato a regime, coordinando i laboratori di progettazione didattica insieme alle colleghe Maria Teresa Imbriani, Daniela De Scisciolo, Lorenza Colicigno e Morcaldi. Nel marzo 2017 ha ricordato un incontro sulla consapevolezza in rete, sull'odio e sulla responsabilità.
Opere (insieme ad Elvi Argento)
[modifica | modifica sorgente]- Fiabe del Sud
- Novelliere
Francesca Antonella Amodio
[modifica | modifica sorgente]Francesca Antonella Amodio (Potenza, 10 ottobre 1959 - Potenza, 17 gennaio 2021) è stata una docente, scrittrice e psicoterapeuta, esperta nei disturbi nell'apprendimento. Il 5 marzo 2016, durante un'intervista, afferma che essi <<non sono da ritenersi una malattia ma una caratteristica soggettiva>>. Cita come esempi Einstein, Steve Jobs, Walt Disney e Picasso.
Nell'agosto 2016 è stata nominata presidente della Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica. Nell'ottobre dello stesso anno è intervenuta in un convegno sull'argomento “Tutto quello che un test diagnostico non dice”.
Il 17 gennaio 2021 si è spenta all'età di soli 61 anni, a seguito di una lunga malattia. Il 10 ottobre successivo, giorno in cui ne avrebbe compiuti 62, le viene intitolata La stanza bianca, spazio destinato gratuitamente alle associazioni prive di sede.
Irene Nardiello
[modifica | modifica sorgente]Irene Nardiello è una docente, che nel 2011 ha coordinato la partecipazione della sua scuola (L. Da Vinci) il concorso alle Olimpiadi della democrazia, al quale hanno sfiorato il podio.
Tra il 2021 ed il 2022 ha coordinato anche un progetto scolastico per Wikipedia.
Per approfondire, vedi w:Progetto:Coordinamento/Scuole/PCTO Da Vinci Nitti (2021/22). |
Antonella Falasca
[modifica | modifica sorgente]Rosa Gallicchio
[modifica | modifica sorgente]Rosa Gallicchio, deceduta negli anni 90, è stata tra le prime docenti a far inserire alunni con disabilità nelle stesse classi degli altri studenti.
Lucia Perretti
[modifica | modifica sorgente]Antonella Viceconti
[modifica | modifica sorgente]Antonella Viceconti è una docente e politica, è stata presidente del CIF provinciale di Potenza per poi essere eletta a livello regionale nel dicembre 2021.
È stata anche consigliera comunale di Lauria e commissaria regionale per le Pari Opportunità.
Anna Natale
[modifica | modifica sorgente]Anna Natale, docente, si occupa dello Sportello Provinciale Autismo CTS Potenza.
Maria Grazia Imbriano
[modifica | modifica sorgente]Maria Grazia Imbriano è una docente, formatrice dello Sportello Provinciale Autismo CTS Potenza.
Ornella Olivieri
[modifica | modifica sorgente]Ornella Olivieri è una docente, responsabile dei progetti Erasmus Plus dell'IIS Da Vinci-Nitti. Nel 2019 parla del suo progetto in occasione dell'uscita del docufilm SottoPelle e spiega di aver insegnato i problemi dell'emigrazione italiana e lucana, nonché l'accettazione di culture diverse respingendo il razzismo conformista e xenofobo.
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ A. Capoluongo Ferrari, Cenni Storici Sul Liceo Ginnasio di Potenza, Potenza, Nucci, 1956.
- ↑ https://farmaciamarchesiello.it/
- ↑ https://www.ordinefarmacistipz.it/
- ↑ https://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2Faltre%5Fsezionism%2F10247%2F10261%2Fdocumentotesto%2Easp%3F