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Bivona/La religione

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Cenni sugli aspetti religiosi di Bivona

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La religione maggiormente praticata a Bivona è la religione cattolica. Bivona appartiene all'Arcidiocesi di Agrigento ed è stato considerato per secoli uno dei posti più religiosi dell'intera Sicilia: a testimoniare ciò sono le numerose chiese presenti nel territorio (nel corso dei secoli furono costruiti più di 40 edifici sacri, evento insolito per un paese che al massimo arrivò a contare poco più di 7.000 abitanti) e le molteplici comunità religiose che si stanziarono in paese. Bivona è un paese ancora legato alle proprie tradizioni e devozioni religiose: su tutte quella di Santa Rosalia, la vergine palermitana che visse gran parte della sua vita sulle montagne di Bivona. A Bivona è attestato il culto più antico di cui si abbia traccia della santa e, a buon ragione, il paese è stato inserito nell'Itinerarium Rosaliae (un percorso spirituale e naturalistico nei posti in cui si trovò la "santuzza", in località che si trovano tra la province di Agrigento e di Palermo; inizialmente Bivona era stata esclusa da questo progetto[1]). Gli ordini religiosi che vennero a stabilirsi a Bivona recarono grandi vantaggi al paese, in particolar modo i Gesuiti: fu questa Compagnia che offrì alla gente di Bivona l'opportunità di compiere gli studi, e ancora oggi Bivona risulta essere un centro culturale di primaria importanza per tutto il territorio circostante, dopo aver ricoperto per secoli il ruolo di centro amministrativo e religioso. Oggi la comunità ecclesiale di Bivona si trova riunita in Unità Pastorale: infatti nel 2004 l'Arcivescovo di Agrigento mons. Carmelo Ferraro decise di unire le due parrocchie in funzione, quella della Chiesa Madre e quella di Santa Rosalia, che così adesso si ritrovano con un unico parroco ed un viceparroco che lo affianca. La comunità elegge un unico consiglio pastorale cittadino. A Bivona operano anche i Frati Cappuccini (che, tuttavia, non risiedono nel convento cittadino) ed è attiva la Fraternità Francescana. Il Convento dei Cappuccini dell'oasi francescana "San Bernardo di Corleone" di Bivona appartiene alla Provincia Cappuccinorum Panormitana[2]. Santa Rosalia è la santa patrona di Bivona, festeggiata il 4 settembre; il copatrono del paese è San Francesco d'Assisi, che si festeggia il 4 ottobre.

Comunità religiose nella storia di Bivona

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in parentesi la data di fondazione della comunità

  • Priorato Benedettino (metà del XII secolo)
  • Confraternita di Sant'Antonio Abate (prima del 1250)
  • Carmelitani (XIII-XIV secolo)
  • Confraternita di S. Bartolomeo (XIII-XIV secolo)
  • Confraternita di San Michele Arcangelo (probabilmente in data anteriore al 1394)
  • Confraternita di S. Rosalia (fine XIV secolo)
  • Minori Conventuali (1394)
  • Confraternita di S. Sebastiano (XV secolo)
  • Domenicani (XV secolo)
  • Opera del SS. Sacramento nella chiesa di S. Agata (XV secolo)
  • Suore Benedettine (XV secolo)
  • Frati Minori Osservanti (1500)
  • Compagnia della Madonna del Rosario (XVI secolo)
  • Confraternita di S. Rocco (XVI secolo)
  • Compagnia del SS. Sacramento (tra il 1543 e il 1569)
  • Gesuiti (1556)
  • Cappuccini (seconda metà del XVI secolo)
  • Frati Minori Riformati (fine XVI secolo)
  • Suore Clarisse (fine XVI secolo)
  • Opera delle Anime Sante del Purgatorio (anni dieci del XVII secolo)
  • Eremiti Agostiniani (1614)
  • Compagnia della Madonna della Pietà (prima metà del XVII secolo)
  • Compagnia di S. Maria del Soccorso (1642)
  • Compagnia del SS. Crocifisso (1650)
  • Opera del SS. Viatico nella chiesa di S. Giovanni (anni di poco anteriori al 1722)
  • Congregazione femminile del SS. Rosario (XIX secolo)
  • Confraternita dell'Annunziata o del Carmelo (approvata in modo non definitivo nel 1860)
  • Congregazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia (1910)
  • Congregazione delle Suore Terziarie Agostiniane (1928)
  • Compagnia delle Dimesse di S. Orsola (1930)
  • Congregazione del "Sacro Cuore" (1937)
  • Congregazione delle "Missionarie del S. Cuore di S. F. Cabrini" (1968)
  • Congregazione delle Suore Assuntine (2006), unico ordine ancora esistente

Santa Rosalia bivonese

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Il Fercolo di Santa Rosalia del 1601
« ...V.R. di grazia mi scriva alcuna cosa a ciò si accendano di più alla divozione di questa Santa
li cittadini nostri; alli quali viene scritto che nel tumolo dove si trovò la santa vi era scritto Rosalia Bivonesa...
 »
(Lettera di Padre Lanfranchi, rettore del Collegio dei Gesuiti di Bivona, 1624)


(IT)
« Io Rosalia Sinibaldo, figlia del Signore della Quisquina e del Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, in questa grotta ho deciso di abitare »

(LA)
« Ego Rosalia Sinibaldi Quisquinae Et Rosarum Domini Filia Amore D.ni Mei Iesu Christi In Hoc Antro Habitari Decrevi »

L'iscrizione rinvenuta nella grotta della Quisquina (attuale territorio del limitrofo comune di Santo Stefano Quisquina), dove Rosalia visse per circa dodici anni, dimostra che la Santa era figlia del Signore che esercitava il potere sul territorio di Bivona. Addirittura il padre gesuita Francesco Sparacino, che scrisse una biografia di Santa Rosalia secondo le rivelazioni che essa fece alla bivonese suor Maria Roccaforte, riferisce che nel 1149 un angelo, per evitare che Rosalia venisse scoperta dalla famiglia, la trasportò dalla Quisquina al bosco di Bivona, dove restò per cinque anni prima di essere trasportata, nuovamente dall'angelo, sul Monte Pellegrino a Palermo. Rosalia, Signora della Terra di Bivona, il 4 settembre 1624, pochi giorni dopo il ritrovamento della grotta della Quisquina, venne proclamata Patrona di Bivona. Tuttavia il culto della Santa era attestato in paese già da circa tre secoli, ed è il culto della Vergine più antico di Sicilia, tra quelli su cui si hanno notizie certe. Secondo tale culto Santa Rosalia, apparendo ad una vergine di Bivona (o ad un uomo o a dei giurati) sopra un sasso, assicurò la cessazione della peste solo se i bivonesi avessero costruito una chiesa in suo onore in quello stesso posto. Fu solamente dopo la seconda apparizione, quella del 28 luglio 1246, che la chiesa venne edificata. A Bivona la peste cessò non appena iniziarono i lavori per la costruzione dell'edificio sacro. Ulteriori notizie della vita della Santa a Bivona vennero date da suor Maria Roccaforte. E nel 1909 così scrisse il bivonese Giovan Battista Sedita: "Che che se ne dica dei suoi natali a Palermo, della famiglia sua essere dei Sinibaldi da Palermo, pure Essa è gloria bivonese, che vale solamente a sorpassare ogni altro pregio di Bivona. Difatti Essa esplicò la sua vita d'anacoreta nelle montagne di Bivona, e più specialmente su quello della Quisquina allora appartenente a Bivona...".

Giudaismo a Bivona

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A Bivona era presente una alaima o giudecca, cioè una comunità ebraica. Gli ebrei occuparono la zona posta nelle vicinanze del convento di San Domenico (zona centrale del paese) e lì, molto probabilmente, dovevano trovarsi sia il luogo di culto (la meschita) sia gli altri luoghi per la celebrazione delle proprie funzioni e dei proprio rituali. Nel 1492 fu decretata l'espulsione degli ebrei dalla Sicilia (per ordine di Ferdinando d'Aragona, Ferdinando il Cattolico, e di Isabella di Castiglia): molti si allontanarono da Bivona perché rifiutarono di convertirsi alla religione cattolica, altri, i neofiti, proclamarono la propria conversione ma continuarono a celebrare il proprio culto clandestinamente (fenomeno del marranismo): così la religione ebraica perdurò nel paese fino alla seconda metà del XVI secolo.

Altre religioni

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Islam

La religione più antica presente a Bivona è l'Islam, ammesso che il paese sia stato fondato dai saraceni. Una piccola comunità, ma che doveva avere un proprio luogo di culto, probabilmente una moschea (di cui non si conosce l'ubicazione per mancanza di fonti). Nel 1246, in seguito alla rivolta dei musulmani nelle province di Agrigento e Palermo, l'Imperatore Federico II obbligò i musulmani a convertirsi al cristianesimo. In seguito l'Islam venne praticato solamente dagli schiavi mori che prestavano servizio presso le famiglie nobili di Bivona fino ai primi del Seicento, e oggi è praticato, in privato, dagli immigrati magrebini presenti in paese.

Chiese Cristiane Riformate

L'Inquisizione evitò, nel Cinquecento, l'affermazione in Sicilia della riforma protestante che, tuttavia, ebbe i suoi seguaci anche nell'Isola. La mancanza di documenti ci impedisce di sapere se a Bivona ci fossero proseliti del protestantesimo; abbiamo comunque notizia dell'inquisizione di due frati bivonesi, fra Leonardo Vasapollo (maestro di teologia, carcerato nel gennaio 1561) e fra Benedetto (messo in carcere, evase con due compagni e fece perdere le sue tracce), entrambi inquisiti, probabilmente, per le loro idee luteraneggianti. Soltanto dopo l'Unità d'Italia si concesse ampia libertà anche alle comunità protestanti.

I Pentecostali e "L'Assemblea di Dio in Italia" (ADI)

Nel 1925 il bivonese Giuseppe Giacinto Falcone, convertitosi al culto pentecostale durante un soggiorno in America, fondò una comunità evangelica a Bivona. La piccola comunità tre anni dopo si dotò di un luogo di culto, e dovette affrontare tante difficoltà, sia per l'ostilità dei cattolici locali, sia per i Patti Lateranensi del 1929, con cui si tolleravano sempre meno i culti evangelici. I pentecostali furono così costretti, per qualche anno, ad incontrarsi segretamente. La comunità evangelica riprese la piena attività nel secondo dopoguerra, ma la sua esperienza durò fino agli anni Sessanta. La comunità pentecostale di Bivona fu ricostruita nuovamente nel 1981 e appartiene all'A.D.I. (Assemblea di Dio in Italia). Ancora oggi continua la propria attività ed è in stretti rapporti con le comunità dei paesi limitrofi.

Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova

Dalla fine degli anni Settanta alcuni bivonesi hanno aderito alla confessione religiosa dei Testimoni di Geova. I membri di Bivona fanno parte di una Congregazione insieme ai membri di Santo Stefano Quisquina, Alessandria della Rocca e Cianciana. Questa Congregazione è diretta da due Anziani, ed ha la propria Sala del Regno in un ampio locale ad Alessandria della Rocca. La Congregazione fa parte di una grande Circoscrizione (la Sicilia 4), coordinata da un Sorvegliante e comprendente parte delle province di Trapani ed Agrigento. I Testimoni di Geova della Sicilia Occidentale si riuniscono nella Grande Sala dell'Assemblea di Caltanissetta.

  1. Bivona chiede di rientrare nell'"Itinerarium Rosaliae".
  2. Frati Cappuccini di Palermo.