Guida alle costellazioni/Da Pegaso a Perseo/Perseo

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Perseus
Genitivo del nome Persei
Abbreviazione ufficiale Per
Area totale 615 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 dicembre
Stelle più luminose della mag. 3,0 5
Stelle più luminose della mag. 6,0 136
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Persei Mirfak 1,79
β Persei Algol 2,09V
ζ Persei Menkib 2,84
ε Persei Adid Australis 2,90
γ Persei Al Fakhir 2,91
δ Persei Basel 3,01
ρ Persei Gorgonea 3,32
η Persei Miram 3,77

Perseo è una brillante costellazione rappresentante l'omonimo eroe greco che uccise il mostro Medusa; è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo e contiene la famosa stella variabile Algol (β Persei), oltre che essere anche la sede del radiante dell'annuale sciame meteorico delle Perseidi, il più conosciuto presso il grande pubblico perché ricade attorno al 10-12 agosto, in piena estate. Fra gli astronomi amatoriali Perseo è ben nota per contenere anche il famoso Ammasso Doppio, uno degli oggetti più osservati e fotografati del cielo.

Caratteristiche[modifica]

Perseo è una costellazione di dimensioni medio-grandi, estesa fra Andromeda e il brillante pentagono dell'Auriga; è composta da 136 stelle visibili a occhio nudo, molte delle quali riunite in tre gruppi di stelle, il più notevole dei quali è quello di Mirfak (o Algenib, α Persei), verso nord e coincidente con una brillante associazione stellare. Gli altri due gruppi sono centrati uno sulla stella Algol (β Persei) e l'altro sulle due stelle ε Persei e ζ Persei.

La caratteristica più notevole di Perseo è quindi un triangolo composto dalle stelle α, β ed ε Persei, il cui vertice settentrionale è formato dalla stella Mirfak. Si individua bene, nell'emisfero boreale, nei mesi fra settembre e marzo, grazie al gran numero di stelle di terza e quarta magnitudine che la compongono, in massima parte di colore blu-azzurro, e grazie alla sua posizione, molto settentrionale. Dall'emisfero australe si può osservare invece bassa sull'orizzonte e nelle regioni più meridionali diventa progressivamente invisibile.

La parte settentrionale della costellazione ospita diversi addensamenti di stelle grazie alla presenza del piano della Via Lattea, che tuttavia in questo tratto appare fortemente oscurata e dunque poco luminosa: questa infatti entra in Perseo da nordovest già in gran parte depauperata dei classici campi stellari che l'accompagnano, se si esclude il ricchissimo addensamento centrato attorno all'Ammasso Doppio; verso il centro della costellazione la sua scia luminosa è quasi impercettibile, mentre riprende ad essere più visibile sul confine con l'Auriga.

Perseo è il protagonista di un famoso mito della Grecia classica. La storia si interseca con quelle riguardanti numerose altre costellazioni, tra cui Cassiopea, Cefeo e Andromeda.

Perseo era il figlio della mortale Danae e del dio Zeus. Partì alla ricerca di Medusa, della quale voleva la testa come regalo di nozze per il re Polidette di Serifo. Con un po' di aiuto dagli dèi Ermes e Atena, riuscì ad uccidere la Gorgone e prenderne la testa. Mentre tornava a casa, salvò Andromeda, figlia di Cefeo e Cassiopea, re e regina d'Etiopia, da un mostro marino.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
η Persei 02h 50m 42s +55° 53′ 44″ 3,76 8,5 28,3 r + b
τ Persei AB 02h 54m 15s +52° 45′ 45″ 3,93 10,7 51,7 g + b
τ Persei AC 02h 54m 15s +52° 45′ 45″ 3,93 11,8 3,5 g + b
γ Persei 03h 04m 45s +53° 31′ : 2,91 11,5 57,0 g + b
ζ Persei AB 03h 54m 08s +31° 53′ 01″ 2,84 9,16 12,9 azz + b
ζ Persei AC 03h 54m 08s +31° 53′ 01″ 2,84 9,1 33,0 azz + b
ζ Persei AD 03h 54m 08s +31° 53′ 01″ 2,84 10,35 92,0 azz + b
ζ Persei AE 03h 54m 08s +31° 53′ 01″ 2,84 9,90 120,0 azz + b
ε Persei 03h 57m 51s +40° 00′ 37″ 2,89 7,39 9,0 azz + b

La costellazione contiene alcune interessanti stelle multiple, sebbene la gran parte di esse non siano alla portata di piccoli strumenti amatoriali.

La stella ζ Persei è una delle stelle più facili: si tratta di un sistema multiplo fra i più facili del cielo ed è composto da una stella di magnitudine 2,84 (la primaria), con una stella di decima a circa 2' di separazione, ben risolvibile con un piccolo telescopio. Un'altra stella di decima si trova a 1,5', mentre ad una separazione inferiore si individuano ulteriori due stelle di nona grandezza.

La stella τ Persei è un sistema di tre stelle risolvibile in parte con un piccolo telescopio: le due componenti minori sono di decima e undicesima grandezza e si trovano una a quasi 1' e l'altra a soli 3" dalla primaria, una stella gialla di magnitudine 3,9.

La ε Persei è una doppia molto stretta formata da una stella di magnitudine 2,9 e un'altra di settima, separate da soli 9".

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
S Persei 02h 22m 52s +58° 35′ 11″ 7,9 12,0 822: Semiregolare
U Persei 01h 59m 35s +54° 49′ 20″ 7,4 12,8 320,26 Mireide
X Persei 03h 55m 23s +31° 02′ 45″ 6,03 7,0 Irregolare
AW Persei 04h 47m 46s +36° 43′ 22″ 7,04 7,89 6,4636 Cefeide
KK Persei 02h 10m 16s +56° 33′ 33″ 6,6 7,89 Pulsante
V440 Persei 02h 23m 52s +55° 21′ 54″ 6,18 6,32 7,570 Cefeide
V467 Persei 03h 49m 33s +33° 05′ 29″ 5,05 5,18 22,58 Eclisse
V496 Persei 03h 35m 12s +38° 00′ 55″ 7,7 7,8 α2 CVn
β Persei 03h 08m 10s +40° 57′ 20″ 2,12 3,39 2,8673 Eclisse
ρ Persei 03h 05m 11s +38° 50′ 26″ 3,30 4,0 50: Semiregolare pulsante

Le stelle variabili nella costellazione di Perseo sono estremamente abbondanti; tuttavia solo poche sono di facile osservazione, poiché molte sono piuttosto deboli o le loro oscillazioni sono minime.

La più famosa della costellazione, nonché una delle variabili in assoluto più celebri del cielo, è Algol (β Persei), prototipo delle variabili a eclisse di tipo regolare, in cui due componenti di un sistema binario si eclissano a vicenda causando la diminuzione della luminosità totale del sistema. L’ampiezza della variazione è dell'ordine di una magnitudine, dunque tale differenza è ben apprezzabile anche ad occhio nudo, semplicemente paragonando la sua luminosità con altre stelle vicine, in particolare con Mirfak; quando Algol è al massimo la luminosità delle due stelle è simile, mentre in fase di minimo appare decisamente meno luminosa e simile alle sue stelle vicine. Il periodo è di quasi 3 giorni ed è dunque percepibile da una sera all’altra. La sua variabilità non era sfuggita alle popolazioni del passato, tanto che il suo comportamento insolito venne associato a un aspetto demoniaco. Nel sistema si trova anche una terza stella, più debole e con un’orbita più larga, che però non prende parte alle eclissi.

Fra le Cefeidi classiche spicca AW Persei, che in sei giorni e mezzo varia fra la settima e l'ottava magnitudine; un'altra variabile pulsante di facile osservazione è la V440 Persei, che oscilla di alcuni decimi di magnitudine in circa sette giorni e mezzo. Entrambe sono piuttosto deboli e non possono essere osservate a occhio nudo, mentre sono alla portata di un piccolo binocolo come un 7x30.

Fra le semiregolari è da notare ρ Persei, che in circa 50 giorni oscilla fra le magnitudini 3,3 e 4,0; anche in questo caso la sua variazione è apprezzabile anche ad occhio nudo, sebbene si possa riscontrare sulla scala dei mesi. La sua vicinanza angolare ad Algol è poi un ulteriore incentivo alla sua osservazione.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
M76 01h 42m 18s 51° 35′ : Nebulosa planetaria 10,1 2,7 × 1,8 Neb. Piccola Dumbbell
NGC 869 02h 19m : +57° 09′ : Ammasso aperto 4,3 30 Ammasso Doppio
NGC 884 02h 22m : +57° 08′ : Ammasso aperto 4,4 30 Ammasso Doppio
Tr 2 02h 36m : +55° 55′ : Ammasso aperto 5,9 20
NGC 1023 02h 40m 24s +39° 03′ 46″ Galassia 9,2 7,5 × 3,2
M34 02h 42m : +42° 46′ : Ammasso aperto 5,5 35
Mel 20 03h 22m : +49° : Ammasso aperto 1,2 185 Amm. di Alfa Persei
NGC 1342 03h 33m 15s +37° 25′ 04″ Ammasso aperto 6,7 14
NGC 1499 04h 03m : +36° 25′ : Nebulosa diffusa 6,0 150 Neb. California
NGC 1528 04h 15m : +51° 13′ : Ammasso aperto 6,4 18
L’Ammasso di Alfa Persei è formato da una decina di stelle visibili anche a occhio nudo e numerose altre più deboli.
L’ammasso M34, le cui stelle più luminose sono risolvibili anche con un binocolo 10x50.
L’Ammasso Doppio, in realtà due ammassi distinti di simile luminosità, visibili anche a occhio nudo come una nube chiara sfumata.
NGC 1528 è un ammasso molto brillante e facile da risolvere anche a bassi ingrandimenti.
La nebulosa planetaria M76 è l’oggetto più sfuggente fra quelli del Catalogo di Messier.
La Nebulosa California, un’estesa nube di idrogeno ionizzato ben evidente nelle foto a lunga esposizione.
NGC 1333, una facile nebulosa a riflessione che riceve la luce delle giovanissime stelle situate al suo interno.

La Via Lattea attraversa la costellazione di Perseo da NW a SE, ma appare in questo tratto meno evidente che in tutte le altre costellazioni: a occhio nudo quasi sembra che si interrompa a nord, per poi ricomparire nei pressi della stella Mirfak e scomparire di nuovo, per riapparire infine solo all'interno del pentagono dell'Auriga. Ciò avviene per due ragioni: la presenza di enormi banchi di nubi oscure e la stessa morfologia della Via Lattea, che qui in questo tratto appare quasi opposta al suo centro. Ciononostante, Perseo è comunque una costellazione ricchissima di oggetti galattici.

Perseo contiene una delle associazioni stellari più brillanti della volta celeste: l'Ammasso di Alfa Persei, che porta anche la sigla Mel 20. Si tratta di un oggetto di notevole splendore, nonché uno degli ammassi aperti più vicini al sistema solare; si trova nella parte settentrionale della costellazione e appare dominato dalla stella Mirfak, α Persei, una gigante bianco-gialla di magnitudine 1,79, che dà pure il nome all'intero oggetto. Le sue componenti principali sono ben distinguibili anche a occhio nudo, essendo di quarta e quinta magnitudine, e formano un ricco addensamento stellare molto evidente attorno a Mirfak. Anche un piccolo binocolo come un 7x30 è sufficiente per risolverlo in decine di stelle sino alla magnitudine 8, mentre con un 10x50 le stelle osservabili diventano oltre un centinaio; l'ammasso si presenta di forma allungata in senso nordovest-sudest ed è delimitato dalle stelle δ Persei e ε Persei. Ingrandimenti maggiori sono sconsigliati in quanto si perde la visione d'insieme, a causa della sua notevole estensione; lo strumento ideale per la sua osservazione è pertanto il binocolo, o al più un piccolo telescopio. Dall'analisi dei dati raccolti col satellite Hipparcos emerge che l'Ammasso di Alfa Persei è composto da almeno 30 stelle di classe spettrale B, 33 di classe A, 12 di classe F, 2 di classe G e due di classe K; data la relativa giovane età delle sue componenti e l'abbondanza di stelle delle prime classi spettrali, l'ammasso viene considerato un'associazione OB a tutti gli effetti ed è noto anche con la sigla Perseus OB3. Secondo alcuni studi, la storia dell'Ammasso di Alfa Persei riveste una certa importanza nell'evoluzione della nostra regione galattica degli ultimi 50 milioni di anni. Secondo dei modelli cinematici elaborati all'inizio degli anni duemila, circa 50 milioni di anni fa a seguito di un esteso episodio di formazione stellare si generarono alcune grandi associazioni OB, fra le quali spicca l'estesa Associazione Cassiopeia-Taurus, ormai completamente dissolta; fra queste associazioni erano compresi lo stesso Ammasso di Alfa Persei e l'associazione Cepheus OB6. L'azione combinata del vento stellare delle stelle più massicce di queste associazioni e della successiva loro esplosione come supernovae generò una potente onda d'urto che avrebbe spazzato via ogni residuo gassoso appartenente all'antica nube molecolare gigante in cui queste stelle si erano originate, accumulandone i resti sul bordo di una gigantesca struttura a superbolla con un raggio compreso fra 650 e 1600 anni luce e formando così un grande anello di gas, chiamato Anello Lindblad. Il gas accumulato iniziò in seguito a collassare in più punti, dando origine a un anello di stelle giovani e brillanti noto come Cintura di Gould, costituito da diverse associazioni OB fra le quali spiccano l'Associazione Scorpius-Centaurus, Orion OB2 e Cepheus OB2. Secondo i dati forniti dal satellite Hipparcos, l'alone dell'Ammasso di Alfa Persei costituirebbe di fatto la regione centrale dell'antica Associazione Cassiopeia-Taurus.

Fra gli ammassi aperti di aspetto tradizionale ve ne è uno catalogato dal Messier, M34. si individua con facilità praticamente a metà strada fra le due stelle Almach e Algol, entrambe ben note e di seconda magnitudine; è visibile persino ad occhio nudo nelle nottate più buie e limpide. Un binocolo 10x50 è sufficiente per iniziare la sua risoluzione in stelle, le quali sono di settima e ottava grandezza; un telescopio da 114mm lo risolve appieno, mostrando decine di stelle spesso disposte in sequenza; uno strumento con ingrandimenti eccessivi fa perdere la visione d'insieme. M34 si trova ad una distanza di circa 1400 anni luce dalla Terra ed è costituito da circa 100 stelle; la componente apparentemente più brillante è in realtà estranea all'ammasso (prospettica) ed ha magnitudine 7,3, mentre i membri più brillanti sono di magnitudine 7,9-8,0. La sua età è stimata in 190 milioni di anni. Il diametro apparente dell'ammasso è di 35 minuti d'arco, da cui si ricava un raggio reale di 15 anni luce.

Perseo è però famosa per ospitare una coppia di ammassi molto ricchi e luminosi, relativamente simili fra loro e posti a una vicinanza tale che a bassi ingrandimenti appaiono assieme nello stesso campo visivo; da questa caratteristica deriva il loro nome proprio di Ammasso Doppio. Possiedono pure una lettera di riferimento (h e χ), nonché numeri di catalogo indipendenti (NGC 869 e NGC 884); collettivamente sono anche noti con la sigla C14. Sono ben visibili ad occhio nudo come una macchia chiara allungata con una strozzatura centrale, che le conferisce la forma di un "8" rovesciato; notissimi fin dall'antichità, questi due magnifici oggetti celesti si presentano circumpolari in gran parte dell'emisfero boreale terrestre. Un binocolo di piccole dimensioni consente di risolvere in parte i due oggetti, che per altro non appaiono molto diversi fra loro: χ Persei è dominato da due stelle di settima magnitudine a nord, h Persei presenta due stelle di settima ad ovest; con un binocolo h Persei sembrerebbe appena più ricco del compagno, il quale però mostra un gran numero di componenti se visto con un piccolo telescopio. Con un newtoniano di 200 mm di apertura si può godere di un vero e proprio spettacolo: le componenti diventano centinaia; entrambi gli ammassi mostrano al loro interno una ventina di supergiganti rosse, che contrastano con il colore azzurro delle altre componenti. Entrambi gli ammassi si trovano nel Braccio di Perseo, il braccio di spirale della Via Lattea immediatamente più esterno rispetto al nostro, il Braccio di Orione. Tuttavia gli ammassi si trovano più lontani fra loro di quanto possa sembrare dalla Terra; se infatti le stime sulla loro distanza da noi sono corrette (6800 anni luce per NGC 869 e 7600 anni luce per NGC 884) e deriverebbe che la distanza reale tra i due ammassi sia di circa 800 anni luce.

NGC 869 (h Persei) è l'ammasso posto ad ovest (a destra nella foto): la sua età è stimata sui 19 milioni di anni e si trova nell'associazione Perseus OB1; in piccoli telescopi appare il più concentrato e il più luminoso dei due, con una magnitudine pari a 4,3. Appare dominato da un gran numero di stelle blu molto luminose, tra le quali spiccano alcune stelle arancioni, che rendono l'ammasso un insieme multicolore di stelle.

NGC 884 (χ Persei) è l'ammasso visibile ad est (a sinistra nella foto): è leggermente meno luminoso del precedente e anche più giovane, con un'età stimata sui 12,5 milioni di anni; si mostra meno compatto del suo compagno e quasi diviso in due piccoli gruppi più densi, mentre le sue componenti sono anch'esse azzurre con alcune stelline arancioni. A nord sono presenti due stelle di sesta e settima magnitudine, che estendono apparentemente i limiti dell'ammasso.

A breve distanza dall'Ammasso Doppio si trova un altro ammasso piuttosto appariscente, anche se poco noto; si tratta di Tr 2, situato sul bordo di un ricco campo stellare. Comprende diverse stelle giallastre di magnitudine 7 piuttosto sparse e disposte lungo una concatenazione orientata in senso est-ovest, su cui domina una stella arancione di magnitudine 7,44. Con un binocolo 10x50 appare già risolto in una decina di stelle; attraverso un telescopio da 100 mm si possono individuare una trentina di componenti sparse fino alla magnitudine 12 senza particolari accenni di concentrazione. Ingrandimenti oltre i 120x non permettono di avere una facile visione d'insieme. La sua distanza è stimata attorno ai 2120 anni luce e ricade così sul bordo esterno del Braccio di Orione. La sua età è stimata sui 150 milioni di anni e mancano in esso stelle massicce di sequenza principale di classe spettrale O e B. Nella sua direzione sono state scoperte una dozzina di stelle variabili, fra le quali sei hanno un'elevata probabilità di appartenere fisicamente all’ammasso; si tratta per la maggior parte di stelle le cui oscillazioni avvengono fra la magnitudine 12 e 13, dunque molto deboli. Fra queste vi sono alcune variabili a eclisse e una semiregolare.

Un altro ammasso rilevante è NGC 1528; si individua nella parte nordorientale della costellazione, lungo un tratto della Via Lattea fortemente oscurato ma comunque ricco di ammassi aperti; la sua posizione è recuperabile poco meno di 3° a nord di μ Persei. L'ammasso è perfettamente visibile con un binocolo 10x50, attraverso cui si presenta come una macchia chiara allungata in senso est-ovest, su cui si stagliano alcune debolissime stelle; con un telescopio da 100 mm è già possibile la sua risoluzione in alcune decine di stelle fino alla magnitudine 12. In strumenti da 200 mm è perfettamente risolto in almeno un centinaio di stelle già a bassi ingrandimenti; oculari di focale troppo corta non consentono di avere una visione d'insieme a causa delle dimensioni dell'ammasso. Si tratta di un oggetto piuttosto ricco e popoloso, ben contrastato rispetto al fondo cielo; la sua distanza è stimata sui 2530 anni luce dal Sole, venendo così a trovarsi probabilmente in prossimità del bordo esterno del Braccio di Orione. NGC 1528 ha un diametro angolare di 18 minuti d'arco e una magnitudine apparente visuale di 6,4; possiede un'età stimata attorno ai 370 milioni di anni. Ricerche sulle stelle peculiari nei dintorni di quest'ammasso hanno permesso di individuare quattro stelle di carbonio come possibili membri.

NGC 1342 è meno appariscente degli altri oggetti descritti, ma è anch’esso facilmente osservabile. Si individua nella parte meridionale della costellazione, quasi a metà strada fra le stelle Algol e ζ Persei; giace lontano dal piano della Via Lattea, in direzione di un campo stellare relativamente povero. Attraverso un binocolo 10x50 è visibile come un piccolo addensamento di deboli stelle di magnitudine 8 e 9; con un telescopio da 120 mm si risolve in una ventina di stelle fino alla magnitudine 12 sparse su un diametro di 14', mentre con strumenti ancora più grandi si evidenzia maggiormente la scarsa concentrazione e il basso numero di componenti, benché l'oggetto appaia comunque contrastato rispetto ai campi stellari circostanti. Si tratta di un ammasso poco popoloso e debolmente concentrato, seppure relativamente appariscente; la sua distanza è stimata attorno ai 2170 anni luce, mentre la sua età è di 450 milioni di anni.

Nella parte nordorientale della costellazione si trovano numerosi altri ammassi aperti, sebbene siano meno ricchi o più difficili da osservare.

Perseo ospita anche la nebulosa planetaria M76, famosa per essere una delle quattro catalogate dal Messier. M76 è individuabile con difficoltà, sia a causa della sua debole luminosità (si tratta dell'oggetto più debole fra quelli indicati da Messier), sia perché nei suoi dintorni non si trovano stelle luminose: un metodo per rintracciarla è raggiungere la stella φ Persei, di quarta magnitudine, e poi muoversi di circa un grado verso nord; è al di fuori della portata di un binocolo, con l'eccezione di un 11x80, in cui si mostra come un puntino pallido e sfuocato. Un telescopio da 150 mm lo mostra come un oggetto allungato in senso nordest-sudovest; strumenti superiori mostrano due lobi, che la fanno rassomigliare alla Nebulosa Manubrio (M27) nella costellazione della Volpetta. M76 possiede due numeri NGC perché si sospettava che fosse una nebulosa doppia con le due componenti in contatto; in realtà NGC 651 è soltanto la parte nordorientale della medesima nebulosa, cui è assegnata la sigla NGC 650. Il soprannome Piccola Campana Muta deriva invece dall’inglese “Little Dumbell”, con significato analogo; Dumbell è il nome utilizzato in inglese per indicare la Nebulosa Manubrio, M27. La zona più brillante di questa nebulosa ha un diametro di 65 secondi d'arco, mentre l'alone ha un'estensione di 290 secondi d'arco. La stella centrale ha magnitudine di 16,6 e una temperatura di 140.000 K; probabilmente raffreddandosi diventerà una nana bianca in una decina di milioni di anni.

Tra le nebulose diffuse invece spicca notevolmente NGC 1499, chiamata anche Nebulosa California per via della sua forma; venne scoperta nel 1884 dall'astronomo americano Edward Emerson Barnard. A causa della sua debolezza e della sua estensione, è molto difficile da osservare visualmente, mentre è un soggetto tradizionale e anche piuttosto facile per gli astrofotografi. Si estende infatti per due gradi e mezzo ed è orientata in direzione est-ovest; giace poco a nord della stella azzurra ξ Persei. La sua distanza è stimata sui 1000 anni luce e costituisce la parte settentrionale, ionizzata, della Nube di Perseo, un grande complesso di nebulose oscure e polveri interstellari che si estende verso sudovest per ben 25°, arrivando a sconfinare nella costellazione dell’Ariete. Grazie alla sua vicinanza, è una delle regioni nebulose molecolari più facili da studiare, in particolare per quanto riguarda la comprensione dei meccanismi di formazione delle stelle di piccola e media massa; essendo infatti una nube minore del braccio di spirale in cui si trova (il Braccio di Orione), al suo interno non avvengono fenomeni di formazione di stelle di grande massa. Gran parte di questi processi sono attivi nella parte centro-meridionale, in direzione delle nebulose NGC 1333 e IC 348, che racchiudono dei giovanissimi ammassi aperti. La prima ondata di formazione stellare avvenuta nella Nube di Perseo ha generato stelle di grande massa raggruppate nell’associazione Perseus OB2, di cui fanno parte le stelle ζ Persei, ξ Persei e 40 Persei; tutte queste stelle hanno un’età media di 6 milioni di anni e sono comprese entro un diametro di 150 anni luce.

NGC 1333, che come visto fa parte della Nube di Perseo, non è difficile da individuare anche con un piccolo strumento; si trova circa 3 gradi a sudovest della stella ο Persei, in quell'area di cielo in cui si incontrano le costellazioni di Perseo, Ariete e Toro ed formata da un denso banco di gas che riflette la luce delle giovanissime stelle che racchiude al suo interno. La grande sequenza di piccole nebulose a riflessione e nebulose oscure che da qui sconfina in Ariete può essere un facile soggetto per le fotografie a lunga posa e 5-10° di campo celeste ripreso.

Fra le galassie la più importante è NGC 1023, una galassia spirale barrata situata a circa 32 milioni di anni luce; può essere osservata anche con un telescopio da 120 mm, dove appare come una macchia chiara un po’ allungata in senso est-ovest; fa parte dello stesso gruppo di galassie cui appartiene anche NGC 891, in Andromeda.

Da segnalare infine un grande ammasso di galassie noto come Abell 426; si trova circa 2° a ENE di Algol ed è uno degli ammassi più grandi conosciuti nell’Universo, composto da migliaia di galassie situate alla distanza di circa 240 milioni di anni luce; le sue emissioni di raggi X sono fra le più forti conosciute nell’Universo profondo.

Al suo centro spicca NGC 1275 (C24) nota anche come Perseus A, una galassia di Seyfert di aspetto peculiare, visibile però solo con telescopi di 120-150 mm di diametro. NGC 1275 consiste invero di due galassie, la galassia centrale dell'ammasso, una galassia gigante diffusa, e il cosiddetto "sistema ad alta velocità" che si estende di fronte a questa; questo sistema si muove alla velocità di 3000 km/s intorno al sistema dominante e si pensa che si stia fondendo con l'Ammasso di Perseo. Il sistema ad alta velocità non sembra influenzato dalla galassia gigante e si trova a 200.000 anni luce da questa.