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Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici

Costellazioni comprese


Durante le notti invernali dell’emisfero boreale, il cielo in direzione sud è dominato da un gruppo di stelle molto luminose disposte a formare delle figure caratteristiche e di facile riconoscimento.

Una delle figure più inconfondibili è data dall’allineamento di tre stelle di simile luminosità, incorniciato da un rettangolo di quattro stelle più luminose: si tratta della costellazione di Orione, regina incontrastata di questa parte di cielo. Le tre stelle allineate rappresentano la famosa Cintura di Orione, sotto la quale pende la Spada, costituita da un folto gruppetto di stelle meno luminose.

La stella rossa situata al vertice nordest di Orione si chiama Betelgeuse e rappresenta anche uno dei vertici del grande asterismo del Triangolo Invernale, un triangolo equilatero con la punta rivolta verso sud. Il vertice meridionale è invece rappresentato da Sirio, la stella più luminosa dell’intera volta celeste; ha magnitudine –1,47 e diventa visibile già poco dopo il tramonto. La costellazione a cui appartiene è il Cane Maggiore e si estende tutta a sud di questa stella con una sequenza di astri che terminano in un triangolo col vertice verso nord.

La terza stella del Triangolo Invernale è Procione, posta alla stessa declinazione di Betelgeuse; è la stella più luminosa della costellazione del Cane Minore ed è anche l’unica caratteristica notevole di questa piccola costellazione.

Il Triangolo Invernale è attraversato dalla Via Lattea, visibile solo a patto di osservare sotto un cielo buio a causa della sua bassa luminosità. L’area di cielo compresa dal triangolo è occupata dalla costellazione dell’Unicorno ed è marcatamente povera di stelle di fondo: se ne osservano solo alcune di magnitudine 4 e 5; ciò nonostante, è ricchissima di ammassi e nebulose.

A nord del Triangolo Invernale si osservano altre due brillanti costellazioni: a est quella dei Gemelli, formata da due file parallele di stelle terminanti in due astri molto luminosi, Castore e Polluce. A ovest (a nordovest di Orione) si estende invece la costellazione del Toro, molto ricca di stelle di fondo e dominata dalla brillante stella Aldebaran e dal celeberrimo ammasso aperto delle Pleiadi.

A nord di queste ultime due costellazioni vi è invece l’Auriga, delineata chiaramente da un grande pentagono di stelle luminose, su cui domina la brillantissima Capella, la sesta stella più luminosa del cielo. Completano il quadro la piccola costellazione della Lepre, visibile facilmente a sud di Orione, e la più estesa costellazione del Cancro, a est dei Gemelli e formata da stelle più deboli, ma dominata dal brillante ammasso del Presepe.

Località d'osservazione

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Il Triangolo Invernale e Orione giacciono a cavallo dell’equatore celeste e sono pertanto osservabili allo stesso modo da entrambi gli emisferi della Terra. La costellazione del Cane Maggiore si estende invece nell’emisfero australe fino a una declinazione di 30°S; d’altra parte l’Auriga arriva fino ai 50°N ed è visibile soprattutto dall’emisfero nord.

Da questa latitudine si può avere un’ottima visione soprattutto della parte compresa da Sirio fino a tutta l’Auriga. Capella si presenta quasi circumpolare, avendo una declinazione di 46°, mentre il centro dell’Auriga è visibile allo zenit nelle sere di gennaio. Molto alte nel cielo sono anche il Toro e i Gemelli, mentre la Cintura di Orione è a un’altezza di circa 50°.

Il Cane Maggiore è la figura più penalizzata: Sirio è visibile a 34° di altezza, mentre l’estremità meridionale della costellazione sta a soli 17° di altezza.

Dall’equatore

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La fascia equatoriale è in assoluto la più avvantaggiata. Il centro del Triangolo Invernale e la Cintura di Orione si possono osservare allo zenit, mentre la brillante Sirio sta a 74° di altezza.

In direzione nord sono ben evidenti, alte nel cielo, le tre costellazioni zodiacali di questa regione, mentre Capella, che delimita a nord l’Auriga, sta a 44° di altezza. In direzione sud, l’estremità meridionale del Cane Maggiore e i suoi ricchi campi stellari raggiungono un’altezza massima di 57°.

Da questa latitudine il periodo di osservazione nel cielo serale del Triangolo Invernale coincide con i mesi estivi, per cui sarebbe lecito chiamarlo Triangolo Estivo.

La Cintura di Orione raggiunge un’altezza massima di circa 50°, mentre la brillante Sirio si trova a 66°; la costellazione del Cane Maggiore è la più alta del gruppo, con un’altezza della sua parte meridionale che arriva a 83° e un periodo di osservazione che si estende ben oltre i mesi estivi, fino alla fine del mese di giugno.

Di contro, le costellazioni del Toro e dei Gemelli si presentano più basse, con altezze medie che arrivano a 25°-35° e ulteriormente penalizzate dall’aumento delle ore di luce dei mesi di novembre e dicembre; le Pleiadi si trovano al passaggio al meridiano a 26° di altezza. L’Auriga è invece di difficile osservazione; Capella è visibile solo per poche ore per notte, con un’altezza sull’orizzonte nord di appena 4°.

Stelle e oggetti da non perdere

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La costellazione di Orione è famosa presso gli astronomi per la presenza della sua grande nebulosa e per i suoi ricchi campi di stelle giovani; tuttavia, ciò che si evidenzia nelle foto astronomiche non è che una piccolissima parte del grande sistema nebuloso che avvolge per intero questa costellazione.

La regione di formazione stellare di Orione è una delle meglio studiate e conosciute del cielo, nonché una delle più vicine; si trova a circa 1500 anni luce dal Sole e si estende per oltre 20°.

Nelle costellazioni adiacenti si osservano numerose altre regioni di formazione stellare appartenenti al nostro braccio di spirale galattico, in particolare nell’Unicorno: una di queste è legata al sistema della Nebulosa Cono (NGC 2264), mentre poco più a sud se ne trova un'altra, legata alla Nebulosa Rosetta.

Anche il Toro ospita un suo complesso nebuloso, che appare però principalmente non illuminato e al cui interno si originano soprattutto stelle di piccola massa.

Ben più distanti sono invece i sistemi nebulosi dell’Auriga e dei Gemelli, che giacciono sul Braccio di Perseo, uno dei bracci di spirale maggiori della Via Lattea ed esterno al nostro. Le loro dimensioni reali sono notevoli, al punto che quello dell’Auriga supera il complesso di Orione.

La scarsa presenza di gas oscuri permettono di studiare tutte queste regioni di formazione stellare in grande dettaglio (vedi mappa a lato).

Con un binocolo 10x50 si può iniziare una soddisfacente esplorazione di queste costellazioni. La costellazione di Orione mostra i suoi ricchi campi stellari, specialmente attorno alla Cintura. A sud di questa si allineano le stelle della Spada, al cui centro è molto ben evidente la celeberrima Nebulosa di Orione (M42); quest’oggetto può essere notato anche dalle aree moderatamente urbanizzate ed è ben visibile come una macchia di aspetto nebuloso e indistinto, al cui interno brillano alcune piccole stelline. L’intera Spada osservata al binocolo rivela che essa è costituita principalmente da ammassi stellari, che appaiono interamente risolti.

Un altro famoso oggetto è l’ammasso aperto delle Pleiadi (M45), sul bordo nordoccidentale del Toro; è ben visibile e parzialmente risolvibile anche a occhio nudo, mostrandosi come un insieme di 6-7 stelle. Anche il più piccolo binocolo è perfettamente in grado di risolverlo in decine di stelle azzurrognole.

A breve distanza, sempre nel Toro, si trovano le Ìadi (Mel 25), talmente estese che da sole rappresentano la testa dell’animale; sono risolte a occhio nudo in decine di stelle disposte a forma di V, mentre attraverso un binocolo se ne osservano molte di più. Sembrano dominate dalla brillante stella Aldebaran, la quale però non appartiene all’ammasso ma si trova in primo piano rispetto ad esso.

Un altro ammasso aperto di facile osservazione si trova nel Cancro ed è il famoso Presepe (M44); a occhio nudo appare come una sorta di nebulosità indistinta, con dentro una o due debolissime stelline visibili nelle condizioni migliori. Un piccolo binocolo è sufficiente per risolverlo interamente in decine di stelle giallastre senza alcuna traccia di nebulosità di fondo.

La costellazione del Cane Maggiore ospita M41, un brillante ammasso aperto visibile anche a occhio nudo come una piccola macchia chiara; attraverso un binocolo 10x50 è già completamente risolto in stelle.

M35 si trova invece nei Gemelli ed è anch’esso un ammasso aperto; con un binocolo è visibile come una macchia chiara piuttosto estesa, ma di difficile risoluzione. Per notare le sue componenti principali occorre un piccolo telescopio o un binocolo di grandi dimensioni.

L’Auriga ospita diversi ammassi aperti, su cui spicca la triade M36, M37 e M38; tutti e tre sono visibili anche con un binocolo, ma appaiono risolti solo parzialmente, mentre M37 non si risolve affatto. Il centro della costellazione è ricco di campi stellari facilmente esplorabili con un binocolo 10x50.

Con un piccolo telescopio è possibile osservare con soddisfazione numerosi altri ammassi aperti, come M67 e M50, e anche alcune nebulose, come M78.