Guida alle costellazioni/Il Triangolo Estivo e dintorni/Aquila

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

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Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Aquila
Genitivo del nome Aquilae
Abbreviazione ufficiale Aql
Area totale 652 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 25 agosto
Stelle più luminose della mag. 3,0 3
Stelle più luminose della mag. 6,0 72
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Aquilae Altair 0,77
γ Aquilae Tarazed 2,72
ζ Aquilae Deneb El Okab 2,99
θ Aquilae Tseen Foo 3,24
δ Aquilae Sung 3,36
λ Aquilae Al Thalimain 3,43
β Aquilae Alshain 3,71
η Aquilae Bezek 3,87

L'Aquila è una costellazione di medie dimensioni e piuttosto brillante, elencata anche da Tolomeo; si trova a cavallo dell'equatore celeste ed è ben visibile nei mesi dell'estate boreale, lungo il piano della Via Lattea.

Caratteristiche[modifica]

La costellazione dell'Aquila è facile da individuare, grazie alla presenza della brillante stella Altair, che costituisce il vertice meridionale del noto asterismo del Triangolo Estivo. La caratteristica più notevole della costellazione è in realtà un altro asterismo formato dalla stessa Altair, più le stelle β Aquilae (Alshain) e γ Aquilae (Tarazed), poste rispettivamente a sudest e a nordovest di questa, che secondo un'antica tradizione persiana veniva chiamato "L'equilibrio". La Via Lattea corre lungo il lato occidentale della costellazione, comprendendo anche parte della striscia scura nota come Fenditura del Cigno, che in questo tratto è conosciuta come Fenditura dell'Aquila.

Nonostante però la costellazione sia attraversata dalla Via Lattea, le stelle di fondo visibili ad occhio nudo o con piccoli binocoli sono poco numerose; ciò è dovuto alla presenza di grandi quantità di gas e polveri interstellari che bloccano la luce delle stelle retrostanti. Questi banchi di nubi oscure sono posti a una distanza media di 650-1000 anni luce dal sistema solare e costituiscono la sopra citata Fenditura dell'Aquila.

La costellazione, essendo a cavallo dell'equatore celeste, è ben osservabile da entrambi gli emisferi, durante i mesi compresi fra giugno e novembre; nell'emisfero nord è una delle figure caratteristiche del cielo estivo, mentre la sua levata a est nel cielo serale nell'emisfero sud preannuncia l'arrivo dei mesi invernali.

L'aquila è l'uccello del tuono dei Greci. Ci sono parecchie spiegazioni dell'esistenza di quest'aquila fra le costellazioni; nella mitologia greca e romana l'aquila era l'uccello di Zeus e portava avanti e indietro la folgore che il dio adirato lanciava contro i suoi nemici. Ma l'aquila era coinvolta in storie d'amore, oltre che di guerra.

Secondo una di queste storie, fu quest'Aquila a rapire il bel troiano Ganimede, per farlo diventare il coppiere degli dèi; scrittori autorevoli come il poeta latino Ovidio dicono che Zeus si trasformò in un'aquila, mentre altri sostengono che una vera aquila fu mandata da Zeus a compiere quell'impresa. Lo stesso Ganimede è rappresentato nella vicina costellazione dell'Aquario e le carte celesti mostrano l'Aquila che piomba sull'Acquario. Cesare Germanico dice che l'aquila è posta a guardia della freccia di Eros (la vicina costellazione della Freccia), che fece innamorare Zeus.

In un resoconto di Igino le costellazioni dell'Aquila e del Cigno sono unite. Zeus s'innamorò della dea Nemesi ma, date le resistenze di lei, si trasformò in un cigno e fece fingere ad Afrodite, trasformata in aquila, di cacciarlo. Nemesi offrì riparo al cigno in fuga e si ritrovò fra le braccia di Zeus. A perenne ricordo di questo trucco ben riuscito, Zeus collocò le immagini del cigno e dell'aquila nel cielo.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
5 Aquilae 18h 46m 29s -00° 57′ 42″ 5,90 7,5 12,8 b + verde
HD 174569 18h 50m 46s +10° 58′ 35″ 6,9 8,0 3,5 ar + ar
15 Aquilae 19h 57m 02s +19° 45′ 45″ 5,4 7,0 30,5 g + ar
57 Aquilae 19h 54m 38s -08° 13′ 38″ 5,71 6,49 35,7 b + b
β Aquilae 19h 55m 19s +06° 24′ 29″ 3,71 11 6,5 ar + b

Alcune delle stelle doppie presenti nella costellazione sono risolvibili anche con piccoli strumenti.

La 57 Aquilae è la più facile, sebbene non costituisca un sistema fisico: è composta da una stella di quinta (57 Aquilae A) e una di sesta (57 Aquilae B) magnitudine, entrambe biancastre e separate da oltre mezzo primo d'arco; la coppia è risolvibile anche con un binocolo. La distanza reale fra le due stelle sarebbe di circa 30 anni luce.

La 15 Aquilae è anch'essa risolvibile con piccoli strumenti: la primaria, di magnitudine 5,4, ha una compagna di settima grandezza a 0,5' di separazione; la principale è gialla e la secondaria più tendente all'arancione.

Facilmente risolvibile è anche la 5 Aquilae, una coppia formata da una stella bianca di magnitudine 5,9 e una di magnitudine 7,5, di colore verdastro; la loro separazione è di quasi 13”.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Aquilae 19h 06m 22s +08° 13′ 48″ 5,5 12,0 284,2 Mireide
U Aquilae 19h 29m 21s -07° 22′ 39″ 6,1 6,86 7,0329 Cefeide
V Aquilae 19h 04m 24s -05° 41′ 05″ 6,6 8,4 353 Semiregolare
W Aquilae 19h 15m 23s -07° 02′ 50″ 7,8 14,2 490,16 Mireide
TT Aquilae 19h 08m 14s +01° 17′ 55″ 6,46 7,70 13,755 Cefeide
FF Aquilae 18h 58m 15s +17° 21′ 39″ 5,18 5,68 4,4709 Cefeide
V822 Aquilae 19h 31m 16s -02° 06′ 36″ 6,87 7,44 5,2950 Eclisse
η Aquilae 19h 52m 28s +01° 00′ 20″ 3,48 4,39 7,1766 Cefeide
ο Aquilae 19h 51m 02s +10° 24′ 58″ 5,14 5,3 1,9503 eclisse

Nella costellazione sono note un gran numero di stelle variabili, ma la gran parte di queste sono poco luminose e quindi fuori dalla portata di piccoli strumenti.

Fra le numerose Cefeidi spicca la U Aquilae: in circa sette giorni varia dalla magnitudine 6,1 alla 6,86 e le sue variazioni sono percepibili anche con un binocolo; un'altra stella estremamente facile è la η Aquilae, le cui variazioni sono osservabili nell'arco di sette giorni anche a occhio nudo, poiché l'ampiezza è di circa una magnitudine. La FF Aquilae, visibile nell’angolo nordoccidentale della costellazione, in 4,5 giorni oscilla fra le magnitudine 5,2 e 5,7, restando sempre osservabile ad occhio nudo sotto cieli bui.

Fra le Mireidi l'unica stella facile è la R Aquilae, che quando è al massimo della luminosità è visibile anche ad occhio nudo, essendo di magnitudine 5,5; quando è al minimo è invece di dodicesima grandezza e non può essere osservata se non con telescopi di almeno 100 mm. Il periodo è di poco superiore ai nove mesi.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 6709 18h 51m : +10° 19′ : Ammasso aperto 6,7 13
NGC 6755 19h 07m : +04° 15′ : Ammasso aperto 7,5 14
NGC 6760 19h 11m : +01° 02′ : Ammasso globulare 9,0 6,6
NGC 6781 19h 18m 28s +06° 32′ 19″ Nebulosa planetaria 11,4 1,9 x 1,8
NGC 6814 19h 42m 40.6s -10° 19′ 25″ Galassia 12,06 3,0 x 2,8
NGC 6709 è un ammasso dalla marcata forma triangolare, facilmente risolvibile anche con un grande binocolo o un piccolo telescopio rifrattore.
NGC 6755 è un oggetto risolvibile con telescopi da 120 o 150 mm di diametro; è un ammasso piuttosto ricco e si trova probabilmente in una regione inter-braccio della Via Lattea.
La Nebulosa E (Barnard 142 e 143), una famosa e caratteristica nebulosa oscura molto ben evidente nelle fotografie astronomiche poco a nordovest di Altair.

Nonostante l'Aquila sia attraversata dalla Via Lattea e sia dunque ricca di campi stellari, non sono presenti oggetti particolarmente luminosi; qui infatti il Messier non vi trovò alcun oggetto da catalogare, a differenza delle adiacenti costellazioni minori della Freccia e dello Scudo.

Tra gli ammassi aperti, in generale piuttosto deboli, se ne possono citare soprattutto due. Fra questi il primo è NGC 6709; si individua nella parte nordoccidentale della costellazione, circa 4,5 gradi a sudovest della stella ζ Aquilae; si trova in una regione di cielo povera di stelle brillanti ma ricca di stelle di fondo, sul bordo della Via Lattea. Attraverso un binocolo 10x50 è ben visibile come una macchia chiara su cui si trovano sovrapposte alcune stelle di magnitudine 9; con un telescopio di 100 mm e bassi ingrandimenti è possibile iniziare la sua risoluzione in stelle, che si completa però soltanto con strumenti di maggiore diametro e ingrandimenti oltre i 50x. È un ammasso apparentemente povero di componenti, spesso confondibili coi ricchi campi stellari di fondo e relativamente poco concentrato; la sua distanza è stimata attorno ai 3500 anni luce dal Sole e si trova probabilmente nei pressi di una regione inter-braccio o sul bordo interno del Braccio di Orione. La sua latitudine galattica non è particolarmente elevata e l'ammasso è immerso nel disco galattico. Molte delle sue componenti presentano una classe spettrale compresa fra A e K, con l'assenza delle prime classi spettrali (O e B), indice che l'età dell'ammasso è già avanzata, stimata attorno ai 150 milioni di anni; tramite il diagramma HR delle componenti emerge che la gran parte delle stelle fra le magnitudini 10,5 e 12 appartengono alla sequenza principale, mentre non vi sono stelle di questo tipo fino alla magnitudine 12,7. Vi è inoltre una sola gigante rossa, la cui appartenenza all'ammasso è stata accertata.

Un altro ammasso aperto è NGC 6755, un oggetto non particolarmente luminoso e facile da osservare; il metodo più semplice per trovarlo consiste nell'individuare la stella θ Serpentis, di magnitudine 4,62, e spostarsi esattamente 3 gradi a est di quest'ultima, poco più a nord della linea che la congiunge a δ Aquilae. Si presenta come un oggetto oscurato, situato sul bordo della Fenditura dell'Aquila; per individuare le sue componenti più luminose, di magnitudine 10-11, occorre un telescopio con almeno 150 mm di apertura, seppure con ingrandimenti non troppo spinti, mentre con strumenti da 200-250 mm e ingrandimenti oltre i 100x si possono distinguere diverse decine di stelle fino alla magnitudine 14. Al binocolo si presenta infatti come un oggetto debole e nebuloso apparentemente privo di stelle. Trovandosi a una distanza di ben 4630 anni luce, NGC 6755 si trova probabilmente in una regione intermedia fra il Braccio di Orione e il Braccio del Sagittario, al di là dei grandi sistemi nebulosi della Fenditura dell'Aquila, che contribuiscono al suo oscuramento. Altri studi portano la distanza dell'ammasso ad almeno 7000 anni luce. In uno studio fotometrico incentrato sulla regione di NGC 6755 sono state analizzate quasi 17.000 stelle, la massima parte delle quali non appartengono all'ammasso ma vi si osservano sovrapposte per effetti prospettici, essendo più vicine o più lontane; fra quelle appartenenti all'ammasso sono state individuate 70 variabili, 30 delle quali sono variabili a eclisse, 4 variabili presentanti una cromosfera attiva, due variabili γ Doradus, una variabile δ Scuti e diverse giganti rosse irregolari. L'età dell'ammasso risulta essere relativamente giovane, stimata attorno ai 52 milioni di anni.

Fra i pochi ammassi globulari della costellazione, il più interessante per l’osservazione amatoriale è NGC 6760, sebbene sia comunque piuttosto debole; non avendo stelle luminose nei paraggi occorre provare a cercarlo circa 6 gradi a NNE della stella λ Aquilae o 4 gradi a sudest di θ Aquilae; non è visibile con piccoli binocoli, mentre si rivela bene con un grande telescopio riflettore, nel quale appare evidente la sua scarsa concentrazione stellare (classe IX) e nel quale sono visibili le componenti più luminose. Di piccole dimensioni apparenti e con una densità stellare molto bassa, quest’ammasso globulare è anche piuttosto remoto, con una distanza stimata sui 24.100 anni luce; appare per altro in prossimità del piano della Via Lattea e ne risulta in parte oscurato dalle polveri interstellari.

Numerose sono le nebulose planetarie visibili nell’Aquila, ma si tratta in tutti i casi di oggetti molto deboli. Una delle più cospicue è NGC 6781, il cui diametro si aggira sui 2 minuti d’arco appena; la sua magnitudine apparente è pari a 11 ed è osservabile solo con telescopi da almeno 150 mm di diametro, dove appare come un piccolo dischetto chiaro sfocato. La sua distanza è stimata sui 2600 anni luce, il suo diametro è pari a circa 2 anni luce e ha l’aspetto di una bolla perfetta in espansione; la sua stella centrale ha una temperatura superficiale di 100.000 K.

Un'altra nebulosa di rilievo è NGC 6790, leggermente più luminosa della precedente; si trova poco a sud della stella δ Aquilae ed è individuabile anche con un telescopio da 130 mm di apertura. Le immagini del telescopio spaziale Hubble hanno permesso di rivelare una struttura interna brillante ed elongata, mentre all'esterno, lungo l'asse di elongazione di tale struttura, sono visibili due lobi simmetrici, forse il risultato di un passato da nebulosa bipolare. La stella centrale ha una temperatura effettiva di 85.000 K, mentre la nebulosa ha un'età stimata di circa 6000 anni e si sta espandendo a una velocità di circa 40 km/s; si ritiene che NGC 6790 sia il prototipo di un nuovo tipo di nebulose planetarie giovani, ad alta densità e alta luminosità superficiale. La sua distanza è stimata sugli 11.400 anni luce.

La Via Lattea nell'Aquila è fortemente oscurata da un vasto complesso di nubi noto come Fenditura dell'Aquila, al punto che le stelle giovani associate alle regioni HII presenti in questa direzione non sono visibili, essendo completamente schermate. Fra le numerose nebulose oscure visibili in questa regione spicca un sistema noto come Nebulosa E, dalla forma caratteristica e che si sovrappone ad un tratto brillante della Via Lattea, diventando così ben visibile. Si compone di due parti: la più settentrionale, che è anche la più densa, ha la sigla B143; la più meridionale è invece la più estesa e ha la sigla B142. Globalmente occupano una regione di circa un grado quadrato e sono perfettamente visibili nelle fotografie a lunga posa della regione di Via Lattea situata pochi gradi a nordovest di Altair. La distanza dei due complessi nebulosi è stimata sui 2000 anni luce.

Una menzione a parte la merita il sistema nebuloso di W51, associato alla nebulosa Sh2-79, nella parte settentrionale della costellazione; secondo diversi studi questa regione distante ben 18.000 anni luce indicherebbe il punto di inizio del Braccio di Orione.