Guida alle costellazioni/Il polo sud celeste/Uccello del Paradiso

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La costellazione di Orione
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Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Apus
Genitivo del nome Apodis
Abbreviazione ufficiale Aps
Area totale 206 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 luglio
Stelle più luminose della mag. 3,0 0
Stelle più luminose della mag. 6,0 13
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Apodis 3,83
γ Apodis 3,86
β Apodis 4,23
δ1 Apodis 4,68
ζ Apodis 4,76
η Apodis 4,89
ε Apodis 5,06
δ2 Apodis 5,27

L'Uccello del Paradiso è una piccola e debole costellazione vicina al polo sud celeste. Venne ufficialmente menzionata per la prima volta nell'Uranometria di Johann Bayer, ma si ipotizza che fosse in uso già in precedenza presso i marinai.

Caratteristiche[modifica]

Si tratta di una piccola costellazione relativamente poco luminosa, situata sul bordo della parte più meridionale della Via Lattea del sud; le sue stelle principali risaltano soprattutto perché sono relativamente isolate e vicine fra loro rispetto alle stelle luminose vicine, cosicché diventi relativamente facile distinguerla, a patto di avere un cielo buio. La sua visibilità è limitata alle regioni dell'emisfero australe terrestre, più una ristretta fascia poco a nord dell'equatore.

L'Uccello del Paradiso è una delle dodici costellazioni create da Petrus Plancius in seguito alle osservazioni compiute da Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman e fece la sua prima comparsa in un globo celeste di 35 cm di diametro, realizzato nel 1597 (o 1598) ad Amsterdam dallo stesso Plancius e Jodocus Hondius. Plancius chiamò la costellazione Paradysvogel Apis Indica; il primo termine significa “uccello del paradiso” in olandese, ma le altre due parole, latine, significano “ape indiana”; “apis” («ape» in latino) è probabilmente una svista per “avis” o “uccello”. Questa confusione sembra aver portato ad un cambio di nome per due costellazioni: “Avis Indica”, trasformato in “Apus”, e “Apis”, l'ape, divenuta in seguito “Musca”, la costellazione della Mosca.

Il nome latino Apus invece deriva dal greco Apous, col significato di “senza piedi”, a causa di un’errata osservazione dei primi esploratori quando arrivarono in India.

In origine la costellazione si estendeva fino a comprendere alcune stelle che oggi sono parte dell’Ottante, in particolare il gruppetto di stelle attorno alla δ Octantis; in seguito, quando Nicolas Louis de Lacaille creò l’Ottante, vi incluse il gruppo di stelle meridionali dell’Uccello del Paradiso, che perse così alcune delle sue stelle della coda.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
δ Apodis 16h 20m 22s -78° 41′ : 4,68 5,27 102,9 r + ar

La costellazione, sia per le piccole dimensioni che per l'assenza di campi stellari notevoli, contiene pochissime stelle doppie alla portata di piccoli strumenti.

L'unica coppia di rilievo è il sistema di δ Apodis, risolvibile anche con un binocolo; le due componenti, di magnitudine apparente pari a 4,7 e 5,3, sono due giganti rosse situate a distanze piuttosto differenti dal sistema solare: 760 e 660 anni luce rispettivamente. Si tratta dunque di una doppia ottica, piuttosto che di un reale sistema binario.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
T Apodis 13h 55m 50s -77° 48′ 05″ 8,41 15,00 261,11 Mireide
VZ Apodis 16h 16m 14s -74° 02′ 25″ 7,00 15,00 385 Mireide
DW Apodis 17h 23m 30s -67° 55′ 45″ 7,9 9,1 2,3130 Eclisse
δ1 Apodis 16h 20m 21s -78° 41′ 45″ 4,66 4,87 - Irregolare
θ Apodis 14h 05m 20s -76° 47′ 48″ 6,4 8,6 119 Semiregolare pulsante

Le stelle variabili alla portata di piccoli strumenti si presentano in numero maggiore rispetto alle doppie.

La più brillante è la δ1 Apodis, una delle componenti della coppia più brillante della costellazione; si tratta di una variabile irregolare che oscilla di due decimi di magnitudine.

Fra le Mireidi spicca la VZ Apodis, che transita fra la settima e la quindicesima magnitudine in 385 giorni; un'altra Mireide è la T Apodis, che quando è al massimo possiede una magnitudine di 8,41. Il suo ciclo è di 261 giorni.

Interessante notare che la stella R Apodis, nonostante riporti la nomenclatura delle stelle variabili, non è in realtà una stella variabile.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
IC 4499 15h 00m 18s -82° 13′ : Ammasso globulare 9,76 2,0
NGC 6101 16h 25m 48s -72° 12′ : Ammasso globulare 9,2 10,7
L’ammasso globulare NGC 6101 è uno dei meno concentrati conosciuti.

Gli oggetti non stellari scarseggiano, anche a causa delle ridotte dimensioni della costellazione; le polveri della Via Lattea non oscurano il profondo cielo, ma le galassie qui presenti sono tutte molto deboli e remote.

L'unico oggetto di rilievo, situato verso il confine settentrionale della costellazione, è NGC 6101 (C107), un ammasso globulare 3,5 gradi a SSW della brillante stella α Trianguli Australis, poco fuori dalla brillante scia della Via Lattea; può essere visto anche tramite un binocolo, se la notte è propizia, ma l'osservazione al telescopio come un 100 mm dà più soddisfazione agli astrofili. le sue stelle più luminose sono di tredicesima magnitudine apparente. NGC 6101 è un ammasso globulare fra i meno concentrati, essendo di classe X; le sue dimensioni reali sono stimate in circa 160 anni luce di diametro, il che lo porrebbe in posizione intermedia fra NGC 362 e 47 Tucanae. Il tasso ferro-idrogeno delle sue stelle è un po' più basso della media; l'ammasso si trova a quasi 50.000 anni luce da noi e sta a circa 14.000 anni luce dal centro della Via Lattea. Secondo uno studio pubblicato nel 2016, quest’ammasso potrebbe ospitare centinaia di buchi neri.