Guida alle costellazioni/La regione del Centauro/Centauro

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Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Centaurus
Genitivo del nome Centauri
Abbreviazione ufficiale Cen
Area totale 1060 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 20 maggio
Stelle più luminose della mag. 3,0 10
Stelle più luminose della mag. 6,0 170
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Centauri Rigil Kentaurus -0,27
β Centauri Hadar 0,61
θ Centauri Menkent 2,06
γ Centauri Muhlifain 2,20
ε Centauri Birdun 2,29
η Centauri Marfikent 2,33
ζ Centauri Alnair Al Baten 2,55
δ Centauri Ma Wei 2,58

Il Centauro è una delle costellazioni più estese e faceva già parte dell'elenco di 48 costellazioni redatto da Tolomeo; è una delle più brillanti del cielo ed è visibile per intero dall'emisfero sud o alle basse latitudini settentrionali.

In tempi storici il Centauro era interamente osservabile anche dalle latitudini temperate medie, al punto che era perfettamente nota sia ai Greci che ai Romani; a causa della precessione degli equinozi, questa parte di cielo ha assunto declinazioni sempre più meridionali, tanto che oggi dalle regioni in cui era una volta visibile può essere osservata soltanto parzialmente.

Il Centauro contiene alcuni oggetti da primato: il sistema stellare più vicino al Sole (α Centauri, che per altro appare anche come la terza stella più luminosa del cielo), l’ammasso globulare più luminoso della volta celeste (ω Centauri) e la galassia attiva più vicina alla nostra (Centaurus A).

Caratteristiche[modifica]

Il Centauro è un'importante costellazione australe, di notevole estensione e particolarmente luminosa e ricca, grazie alla presenza di alcune fra le stelle più luminose dell'Associazione Scorpius-Centaurus, l'associazione OB più vicina al Sole; si tratta di un'associazione stellare composta da stelle blu luminose con un'origine comune e che si muovono assieme nello spazio. La parte settentrionale della costellazione contiene il gruppo di stelle più vecchio dell'associazione, che è formato da tutte le stelle azzurre visibili con facilità a occhio nudo al confine con il Lupo; la parte sudoccidentale ospita invece uno dei gruppi più giovani.

Il numero delle stelle del Centauro visibili a occhio nudo in condizioni di cielo buio è davvero molto elevato, arrivando a quasi duecento. La nomenclatura delle sue stelle principali col sistema delle lettere di Bayer è una delle più complete fra tutte le costellazioni: le lettere greche si esauriscono infatti con le stelle fino alla magnitudine 4, procedendo quindi con le lettere latine minuscole e infine con quelle maiuscole; da notare per altro che alcune lettere sono anche ripetute, come nel caso della triade C1-C2-C3 Centauri. La costellazione si estende in declinazione per 35°, anche se è nella parte meridionale che si concentrano le stelle e i suoi oggetti più luminosi, grazie alla presenza di un tratto della Via Lattea piuttosto ricco; se è vero che la zona settentrionale risulta visibile anche dalle latitudini temperate boreali, le stelle che costituiscono le zampe del Centauro possono essere osservate solo in prossimità del Tropico del Cancro, con una visibilità che migliora procedendo verso sud.

Il Centauro contiene anche la stella più vicina al Sole, α Centauri, distante 4,3 anni luce, nota anche come Rigil Kentaurus, dall'arabo «piede del centauro»; a occhio nudo appare come la terza stella del cielo per grandezza, ma con un piccolo telescopio si nota che è una stella doppia, formata da due stelle gialle come il Sole. Una terza stella, molto meno brillante, viene chiamata Proxima Centauri ("La più vicina del Centauro") perché leggermente più vicina a noi delle altre due. La stella β Centauri si chiama Hadar, che in arabo vuol dire «una di due stelle che stanno in coppia»; α e β Centauri segnano le zampe anteriori del Centauro e fanno da indicatori della piccola ma luminosa Croce del Sud, che si trova sotto i suoi quarti posteriori. Il Centauro contiene anche l'ammasso globulare di stelle più grande e più brillante visibile dalla Terra, ω Centauri.

La costellazione del Centauro è stata menzionata da Eudosso, già nel IV secolo a.C., e Arato di Soli (III secolo a.C.); Tolomeo vi catalogò trentasette stelle. I centauri erano bestie mitiche, metà uomini e metà cavalli.; erano esseri selvaggi e zotici, soprattutto se avevano bevuto. Ma un centauro, di nome Chirone, spiccava tra tutti in quanto saggio e colto ed è lui quello rappresentato da questa costellazione.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
HD 98096 11h 16m 28s -45° 52′ 48″ 6,92 7,24 2,4 g + g
HD 99803 11h 28m 35s -42° 40′ 27″ 5,14 7,80 13,2 b + b
D Centauri 12h 14m 03s -45° 43′ 26″ 5,77 6,90 2,8 ar + ar
HD 107998 12h 24m 45s -41° 23′ 03″ 6,24 8,90 10,0 ar + g
γ Centauri 12h 41m 31s -48° 57′ 36″ 2,86 3,00 1,5 b + b
HD 112935 13h 00m 32s -33° 30′ 19″ 6,20 8,70 6,4 g + g
J Centauri 13h 22m 38s -60° 59′ 18″ 4,51 6,20 60,3 azz + azz
Q Centauri 13h 41m 45s -54° 33′ 34″ 5,21 6,52 5,4 azz + b
HD 120642 13h 52m 05s -52° 48′ 41″ 5,26 7,49 18,1 azz + b
3 Centauri 13h 51m 50s -32° 59′ 39″ 4,51 5,97 7,9 azz + azz
4 Centauri 13h 53m 13s -31° 55′ 39″ 4,75 8,53 14,9 azz + g
HD 122510 14h 03m 02s -31° 41′ 03″ 6,50 7,74 2,1 g + g
β Centauri 14h 03m 50s -60° 22′ 23″ 0,61 3,95 1,3 azz + azz
χ Centauri 14h 06m 03s -41° 10′ 47″ 4,36 8,49 41 azz + b
HD 125628 14h 22m 37s -58° 27′ 33″ 5,01 6,96 9,2 ar + g
α Centauri 14h 39m 40s -60° 50′ 15″ -0,01 1,35 19 g + ar

Grazie alle sue estese dimensioni e ai suoi ricchi campi stellari, nel Centauro abbondano le stelle doppie di facile osservazione. Molte delle stelle della costellazione sono disposte in coppie risolvibili anche senza strumenti, o al più con un piccolo binocolo; una di queste è il gruppo di γ Centauri, che conta tre stelle ben visibili ad occhio nudo molto vicine fra loro, la più brillante delle quali è la vera γ Centauri.

Un altro gruppo facilmente risolvibile è quello di δ Centauri, una stella di colore blu che con un piccolo binocolo si risolve in tre stelle fra la seconda e la sesta magnitudine, che contribuiscono a rendere la stella δ Centauri apparentemente molto luminosa.

Altre coppie visibili ad occhio nudo sono quelle formate dalle stelle μ Centauri e ν Centauri, entrambe di terza magnitudine, c1 e c2 Centauri, sul bordo nordorientale ed entrambe di quarta magnitudine, e il trio composto da C1, C2 e C3 Centauri, tutte di quinta grandezza e poste a ovest, verso il confine con le Vele.

La più nota e osservata doppia fisica della costellazione è α Centauri, che ad occhio nudo appare come la terza stella più luminosa della volta celeste; in realtà è composta da due stelle molto luminose: la primaria, di magnitudine 0,01, è la quarta stella singola più luminosa del cielo dopo Sirio, Canopo e Arturo, e ha una massa di poco superiore a quella del Sole; la secondaria, di magnitudine 1,34, è la ventunesima stella singola più luminosa del cielo e ha una massa inferiore a quella del Sole, con un colore tendente all'arancione. Le due componenti sono risolvibili con un telescopio di 100-120 mm. Proxima, la terza stella, è invece molto più debole e distaccata rispetto alle altre due di ben 2°.

Anche Hadar, con cui α Centauri fa coppia ad occhio nudo, è una stella doppia, ma le sue componenti sono estremamente strette, al punto che occorre un telescopio di grande diametro per poterle risolvere. Si tratta per altro di una coppia prospettica e non reale.

Una delle coppie più ampie della costellazione è la HD 116087, nota anche come J Centauri; è visibile ad occhio nudo come una stella singola di quarta magnitudine, mentre un semplice binocolo è sufficiente a risolverla in due componenti di quarta e sesta grandezza.

χ Centauri è una coppia prospettica, in cui la primaria è una stella azzurra di magnitudine 4,3, accompagnata da una stellina di ottava grandezza a oltre 40" di separazione, rendendola così risolvibile anche con un binocolo.

HD 120642 è una stella azzurra visibile senza l'ausilio di strumenti in una notte senza inquinamento luminoso; possiede una compagna di settima magnitudine a circa 18" ed è risolvibile con un piccolo telescopio.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Centauri 14h 16m 34s -59° 54′ 49″ 5,3 11,8 546,2 Mireide
T Centauri 13h 41m 46s -33° 35′ 51″ 5,5 9,0 90,44 Semiregolare pulsante
U Centauri 12h 33m 31s -54° 39′ 34″ 7,0 14,0 220,28 Mireide
V Centauri 14h 32m 33s -56° 53′ 16″ 6,43 7,21 5,4938 Cefeide
W Centauri 11h 55m 01s -59° 15′ 14″ 7,6 13,7 201,57 Mireide
X Centauri 11h 49m 12s -41° 45′ 27″ 7,0 13,8 315,1 Mireide
RR Centauri 14h 16m 57s -57° 51′ 16″ 7,27 7,68 0,6957 Eclisse
RS Centauri 11h 20m 28s -61° 52′ 37″ 7,71 14,1 164,37 Mireide
RV Centauri 13h 37m 36s -56° 28′ 35″ 7,0 10,8 446,0 Mireide
XX Centauri 13h 40m 19s -57° 36′ 47″ 7,30 8,31 10,9543 Cefeide
XZ Centauri 12h 24m 12s -35° 38′ 02″ 7,8 10,7 290,7 Mireide
V381 Centauri 13h 50m 44s -57° 34′ 50″ 7,32 8,01 5,0788 Pulsante
V412 Centauri 13h 57m 28s -57° 42′ 40″ 7,1 9,6 - Irregolare
V659 Centauri 13h 31m 33s -61° 34′ 57″ 6,45 6,71 5,6218 Cefeide
V716 Centauri 14h 13m 40s -54° 37′ 32″ 5,96 6,52 1,4901 Eclisse
V744 Centauri 13h 40m 00s -49° 57′ 00″ 5,14 6,66 - Semiregolare pulsante
V759 Centauri 14h 10m 41s -47° 46′ 08″ 7,40 7,56 0,3940 Eclisse
V763 Centauri 11h 35m 13s -47° 22′ 21″ 5,55 5,80 60: Semiregolare pulsante
V766 Centauri 13h 47m 11s -62° 35′ 23″ 6,17 7,50 - Irregolare
V767 Centauri 13h 53m 57s -47° 07′ 41″ 5,86 6,26 - Irregolare
V768 Centauri 14h 48m 38s -36° 38′ 05″ 5,93 6,15 - Semiregolare pulsante
V771 Centauri 11h 27m 00s -61° 22′ 10″ 6,87 7,07 - Semiregolare
V772 Centauri 11h 41m 50s -63° 24′ 52″ 7,80 8,36 - Irregolare
V785 Centauri 11h 35m 37s -47° 10′ 06″ 7,6 7,9 - Irregolare
V788 Centauri 12h 08m 54s -44° 19′ 34″ 5,74 5,93 4,9664 Eclisse
V790 Centauri 13h 22m 36s -60° 58′ 20″ 6,15 6,33 1,2782 Eclisse
V795 Centauri 14h 14m 57s -57° 05′ 10″ 4,97 5,10 - Irregolare
V806 Centauri 13h 49m 27s -34° 27′ 02″ 4,16 4,26 26,5 Semiregolare
V810 Centauri 11h 43m 31s -62° 29′ 22″ 4,95 5,12 130: Semiregolare pulsante
V817 Centauri 12h 08m 55s -41° 13′ 54″ 5,47 5,58 - Irregolare
V1002 Centauri 14h 19m 44s -36° 51′ 30″ 6,48 6,98 - Irregolare
δ Centauri 12h 08m 22s -50° 43′ 21″ 2,51 2,65 - Irregolare
η Centauri 14h 35m 30s -42° 09′ 28″ 2,30 2,41 - Irregolare
μ Centauri 13h 49m 37s -42° 28′ 25″ 2,92 3,47 - Irregolare
ο1 Centauri 11h 31m 46s -59° 26′ 31″ 5,8 6,6 200: Semiregolare
ο2 Centauri 11h 31m 49s -59° 30′ 56″ 5,12 5,22 46,3 α Cyg

Il Centauro contiene diverse decine di stelle variabili con una magnitudine massima più brillante della 8,0, mentre tutte quelle note nella costellazione sono oltre un migliaio.

Le più appariscenti sono tutte variabili irregolari e sono ben visibili anche ad occhio nudo senza difficoltà; una delle più luminose è la μ Centauri, che mostra delle oscillazioni attorno alla mezza magnitudine, dunque percepibili con facilità nel corso del tempo prendendo come riferimento la luminosità delle stelle vicine. Altre stelle molto brillanti appartenenti alla categoria delle stelle Be sono la δ Centauri e la η Centauri, le quali mostrano però un'escursione di luminosità molto contenuta. Meno brillante ma più facile da osservare è la V767 Centauri, che presenta delle escursioni fra la quinta e la sesta magnitudine.

Fra le semiregolari, la più facile per escursione di luminosità è la T Centauri, che in circa tre mesi oscilla fra le magnitudini 5,5 e 9,0; in fase di massima è visibile anche ad occhio nudo, mentre al minimo è al limite della visibilità con un binocolo di media potenza come un 10x50. Anche la V744 Centauri mostra delle variazioni notevoli, ma contenute fra la quinta e la sesta grandezza.

Le Mireidi sono tutte relativamente poco luminose, anche in fase di massima; la più brillante infatti, la R Centauri, quando è al massimo è di magnitudine 5,3. Le altre raggiungono al massimo la magnitudine 7,0.

Le variabili a eclisse sono molto numerose e alcune si possono osservare con facilità. Fra queste la più facile è la V716 Centauri, che in appena 1,5 giorni oscilla fra la quinta e la sesta grandezza; sotto un cielo nitido le sue variazioni sono percepibili anche ad occhio nudo, in quanto nella fase di eclisse principale la stella non è più visibile ad occhio nudo. La RR Centauri è facile da osservare a causa delle sue escursioni, ma la sua ridotta visibilità comporta che essa sia osservabile solo con un binocolo. Le altre variabili a eclisse mostrano in genere delle ridotte variazioni.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 3557 11h 09m 58s -37° 32′ 22″ Galassia 10,6 4,1 x 3,0
NGC 3680 11h 25m 37s -43° 15′ 00″ Ammasso aperto 7,6 12
NGC 3766 11h 36m 14s -61° 36′ 36″ Ammasso aperto 5,3 12
IC 2944 11h 36m : -63° 02′ : Nebulosa + Ammasso 4,5 75 Neb. di Lambda Centauri
NGC 3918 11h 50m 18s -57° 10′ 57″ Nebulosa planetaria 8,1 0,2 x 0,2 Planetaria Blu
NGC 3960 11h 50m 33s -55° 40′ 35″ Ammasso aperto 8,3 6
NGC 4373 12h 25m 19s -39° 45′ 37″ Galassia 10,9 3,4 x 2,5
IC 3370 12h 27m 36s -39° 30′ 00″ Galassia 11,1 2,8 x 2,4
IC 3896 12h 56m 36s -50° 19′ 00″ Galassia 11,0 2,5 x 1,8
NGC 4852 13h 00m 15s -59° 36′ 58″ Ammasso aperto 8,9 11
NGC 4930 13h 04m 05s -41° 24′ 41″ Galassia 11,2 4,5 x 3,7
NGC 4945 13h 05m 27s -49° 28′ 03″ Galassia 8,9 20,0 x 3,8
NGC 4976 13h 08m 37s -49° 30′ 21″ Galassia 10,2 5,6 x 3,0
NGC 5102 13h 21m 58s -36° 37′ 49″ Galassia 9,1 8,7 x 2,8
Ced 122 13h 24m : -64° 01′ : Nebulosa diffusa 6: 150 x 150 Nebulosa di m Centauri
NGC 5128 13h 25m 29s -43° 01′ 00″ Galassia 6,8 25,7 x 20,0 Gal. Centaurus A
NGC 5138 13h 27m 15s -59° 02′ 27″ Ammasso aperto 7,6 7
NGC 5139 13h 27m : -47° 29′ : Ammasso globulare 3,9 36 Omega Centauri
IC 4296 13h 36m 36s -33° 58′ 00″ Galassia 10,6 2,7 x 2,7
NGC 5253 13h 39m 56s -31° 38′ 31″ Galassia 10,7 5,0 x 1,9
NGC 5281 13h 46m 35s -62° 54′ 59″ Ammasso aperto 5,9 8,0
NGC 5286 13h 46m 27s -51° 22′ 24″ Ammasso globulare 7,4 9,1
NGC 5367 13h 57m 44s -39° 58′ 42″ Nebulosa diffusa - 13 x 8
NGC 5419 14h 03m 39s -33° 58′ 43″ Galassia 10,8 4,2 x 3,3
NGC 5460 14h 07m 28s -48° 20′ 33″ Ammasso aperto 5,6 35
NGC 5606 14h 27m 47s -59° 37′ 56″ Ammasso aperto 7,7 3
NGC 5617 14h 29m 44s -60° 42′ 39″ Ammasso aperto 6,3 10
NGC 5662 14h 35m 38s -56° 37′ 05″ Ammasso aperto 5,5 30
L’ammasso aperto NGC 3766, visibile nell’estremità sudoccidentale del Centauro e situato in piena Via Lattea, è uno degli ammassi di più facile osservazione all’interno della costellazione.
NGC 5662 è un brillante ammasso aperto situato a nord di Alfa Centauri, sul bordo di un campo galattico fortemente oscurato dalle polveri interstellari.
NGC 5617 giace a brevissima distanza angolare dalla brillante stella Alfa Centauri, al punto da risultarne fortemente oscurato se i due oggetti sono visibili nello stesso campo visivo.
NGC 5281 è uno dei numerosi ammassi giovani osservabili sul Braccio del Sagittario in direzione del Centauro.
Omega Centauri è l’ammasso globulare più luminoso della volta celeste ed è ben visibile anche a occhio nudo sotto un cielo buio e limpido.
Dettaglio della zona centrale di Omega Centauri; sono evidenti diverse blue stragglers, risultanti dalle fusione di due stelle.
La nebulosa Planetaria Blu, NGC 3918, ripresa dal telescopio spaziale Hubble.
La Nebulosa Boomerang è oggetto di studio per le sue caratteristiche peculiari, fra cui la sua bassissima temperatura.
I Globuli di Thackeray nella nebulosa IC 2944, dense nubi di gas e polveri in via di collasso, al cui interno nasceranno nuove stelle.
La grande galassia NGC 5128, una delle più luminose del cielo, che ospita al suo interno la forte radiosorgente Centaurus A.

La parte più meridionale del Centauro giace sulla Via Lattea australe ed è perciò ricca di oggetti galattici come ammassi e nebulose. La parte settentrionale ne è invece lontana e vi si possono osservare numerose galassie, in particolare quelle dell'ammasso Hydra-Centaurus, posto a fianco di quello della Vergine, ma più lontano.

Tra gli ammassi aperti spicca NGC 3766, noto anche con la sigla del Catalogo Caldwell C97, un ammasso posto ad ovest della Croce del Sud, in un campo molto ricco di stelle di fondo; può essere individuato anche ad occhio nudo, a condizione che la notte sia buia e nitida, ma appare solo come una stellina sfuocata e leggermente estesa, mentre un binocolo 10x50 già è in grado di risolverlo in stelle e, se la notte è buia, si possono già individuare i colori delle componenti, che appaiono alcune azzurre, altre rosse, contrastando fortemente le une con le altre. In un telescopio di apertura oltre i 150 mm l'ammasso è ben risolto. Le stelle più luminose sono di magnitudine 7, la sua distanza è di 5700 anni luce. In luminosità e forma ricorda vagamente M37, nella costellazione dell'Auriga: entrambi si estendono infatti per 15' di diametro e mostrano una forma allungata, ma confrontando le distanze si scopre che M37 è in realtà più piccolo del 20%; il diametro reale di NGC 3766 è pari a circa 25 anni luce, mentre l'assorbimento a causa delle polveri oscure ne riduce la luminosità di mezza magnitudine. Inoltre NGC 3766, a differenza di M37, è estremamente giovane, con un'età di 14 milioni di anni e una popolazione di circa 140 stelle; M37 invece ha 200 milioni di anni e le sue stelle sono quasi 2000.

Dalla parte opposta alla Croce, nei pressi di Hadar, sono presenti numerosi ammassi di piccole dimensioni, fra i quali spicca NGC 5281; si tratta di un ammasso molto piccolo ma brillante che con un binocolo 10x50 si può individuare senza difficoltà, anche se spesso sembra presentarsi come una singola stella sfocata o al più un piccolissimo gruppo di stelline. Un telescopio da 150 mm di apertura riesce in parte a risolverlo, ma la concentrazione di stelle è così elevata che occorrono strumenti maggiori per scinderlo del tutto; a sudovest appare dominato da una stella rossa di ottava magnitudine. La sua distanza è stimata sui 3600 anni luce. Si tratta di un oggetto molto giovane, avendo un'età di circa 14 milioni di anni appena, anche se esistono stime che riportano un'età fino a 40 milioni di anni. Contiene diverse stelle calde e massicce di classe spettrale B e A e alcune stelle dalle caratteristiche esotiche, fra le quali spicca la stella Be HD 119682; ad essa è associata la forte sorgente di raggi X 1WGA J1346.5-6255, facente parte della categoria degli analoghi γ Cassiopeiae. Si ritiene che si tratti di una blue straggler, data la sua grande massa e la sua posizione insolita nel diagramma colore-magnitudine rispetto alle altre stelle dell'ammasso di pari massa, già evolute in giganti rosse.

NGC 5316 è visibile nelle vicinanze, in direzione di un campo stellare molto ricco; si evidenzia anche con un binocolo 10x50, in cui appare come una macchia nebulosa su cui brillano 4-5 deboli stelline di ottava e nona magnitudine. Un telescopio da 80 mm di apertura permette di risolvere completamente l'ammasso in una ventina di stelle in prevalenza di colore rosso-arancio; strumenti da 200 mm di diametro rivelano anche le componenti meno luminose. Dista circa 3960 anni luce ed è un ammasso piuttosto ricco e di media concentrazione, ben contrastato rispetto ai campi stellari circostanti. La sua età è stimata sui 160 milioni di anni ed è pertanto un ammasso di età intermedia; contiene alcune stelle giganti rosse piuttosto luminose, la cui magnitudine assoluta è stata stimata come pari a -1,85. La componente più brillante è visibile sul lato nordoccidentale dell'ammasso e ha una magnitudine apparente di 9,31.

A solo 1° a ovest di Alfa Centauri si trova l’ammasso NGC 5617; giace in corrispondenza di un campo stellare molto ricco. Attraverso un binocolo 10x50 è ben visibile come una macchia chiara, seppure oscurata dalla presenza di α Centauri; le sue componenti, a partire dalla magnitudine 10, sono disposte su due assi perpendicolari fra loro, cosicché in telescopi di 150 mm di apertura si evidenzia bene una forma a "T". A nord brillano due stelle rosse di nona magnitudine e a sud una catena di stelline azzurre della stessa grandezza. NGC 5617 è un ammasso piuttosto ricco e di media concentrazione, ben contrastato rispetto ai campi stellari circostanti; la sua distanza è stimata attorno ai 5000 anni luce. Con un'età di circa 82 milioni di anni viene considerato un ammasso di età intermedia, in cui sono presenti alcune giganti rosse e stelle peculiari, come le blue stragglers, derivanti probabilmente dalla fusione fra due stelle; nella sua direzione è presente una sorta di finestra nel mezzo interstellare in cui la vista risulta scarsamente oscurata, facilitando così lo studio di quest'ammasso.

NGC 5662 giace invece 4° a nord della stella, su un campo stellare in parte oscurato dalle polveri interstellari; un binocolo 10x50 già è sufficiente per notare la sua caratteristica principale, una stella rossa di quinta magnitudine, il cui colore contrasta fortemente con il resto dell'ammasso, composto da stelle azzurre; molto probabilmente si tratta di una stella non appartenente all'ammasso che si trova lungo la linea di visuale. L’ammasso appare diviso in due parti, la principale delle quali a nordest; la sezione a sudovest è meno appariscente e appare dominata a sua volta da una stellina rossa, anch'essa non appartenente di certo all'oggetto. La sua distanza si aggira sui 2170 anni luce e ricade pertanto in una zona estremamente periferica del Braccio di Orione o in una regione interbraccio. Le sue stelle dominanti sono di classe spettrale A e degli ultimi gruppi della classe B e la morfologia globale include due sezioni ben distinte, una settentrionale più ricca e una meridionale più povera. Studi fotometrici hanno permesso di individuare 86 membri accertati dell'ammasso, cui si aggiungono 19 stelle ritenute probabili membri; fra queste vi è anche la variabile Cefeide V Centauri, una stella isolata situata a sudest dell'ammasso avente una magnitudine media attorno a 6,71 e un periodo di 5,5 giorni. L'età di quest’ammasso è stata stimata attorno ai 90 milioni di anni.

Altri ammassi sono visibili lungo la Via Lattea attorno alla coppia di Alfa e Beta Centauri e sono evidenti anche con un binocolo.

Più a nord e presso il confine col Lupo si osserva NGC 5460; si tratta di un ammasso dalla morfologia particolare, formato da tre grappoli di stelle di ottava e nona magnitudine, allineati in senso nord-sud. Lo strumento ideale per la sua osservazione è il binocolo, con ingrandimenti che vanno dal 10x50 al 15x80, oppure piccoli telescopi, dato che forti ingrandimenti fanno perdere la visione d’insieme; molto bello il contrasto di colore delle sue componenti, alcune azzurre, altre arancioni. L’ammasso dista 2210 anni luce, la sua età è stimata sui 160 milioni di anni e contiene una nutrita popolazione di stelle delle prime classi spettrali, come la B e la A; la metallicità media di tutte le componenti è paragonabile a quella solare. Quattro di queste stelle sono state riconosciute come binarie spettroscopiche.

Tra gli ammassi globulari spicca indubbiamente il famoso ω Centauri (avente anche la sigla NGC 5139, o anche C80), il più luminoso del cielo terrestre. Come si capisce dal suo nome, è talmente luminoso da essere stato scambiato per una stella per molto tempo. L'ammasso non appare brillante solo per la sua vicinanza, ma anche per le sue dimensioni reali: è uno dei più grandi conosciuti, con circa un milione di masse solari. Con un binocolo o un piccolo cannocchiale si mostra invece come una grande macchia nebulosa, estesa su mezzo grado di diametro e più luminosa al centro. Per iniziare la sua risoluzione in stelle è sufficiente un telescopio da 80 mm di diametro. Nonostante si tratti di un agglomerato di milioni di stelle, la sua luminosità è talmente elevata che, come detto in precedenza, fu inizialmente scambiato per una stella vera e propria; a conferma di ciò vi è il fatto che il suo stesso nome comune, ω Centauri, riporti una lettera greca, come in uso per le stelle. L'oggetto era noto ai Greci e ai Romani, poiché a causa della precessione degli equinozi si trovava all'epoca molto più alto sull'orizzonte mediterraneo, ma veniva considerato una stella come le altre e dunque non certo come un grande ammasso di stelle. Johann Bayer, che era solito catalogare le stelle più luminose di una costellazione assegnando loro una lettera greca in ordine di luminosità, diede la lettera omega all'ammasso, scambiandola per una stella. Bayer la incluse nella sua opera Uranometria del 1603, anche perché era già stata osservata dal suo "predecessore" Tolomeo. Posto ad una distanza stimata intorno ai 15.800 anni luce, ω Centauri risulta essere uno degli ammassi globulari più vicini al Sistema Solare. È il più grande ammasso globulare conosciuto appartenente alla Via Lattea, il secondo per dimensioni dell'intero Gruppo Locale; contiene diversi milioni di stelle della Popolazione II, per una massa complessiva pari a quella di cinque milioni di Soli (la stessa massa delle galassie nane più piccole conosciute). La magnitudine delle sue componenti più luminose è pari a 11,5. La sua età risulta essere di circa 12 miliardi di anni, ossia simile a quella dell'Universo stesso. È inoltre l'unico ammasso globulare conosciuto che presenta una chiara dispersione nel suo contenuto di metalli; ciò darebbe credito alla teoria secondo la quale ω Centauri sarebbe il nucleo di un'antica galassia nana "fagocitata" dalla nostra. Il nucleo della galassia, rimasto integro, avrebbe assunto le caratteristiche di ammasso globulare, con una popolazione di stelle molto antiche; altri ammassi stellari con caratteristiche simili sono noti all'interno e all'esterno della Via Lattea.

Un altro ammasso globulare è NGC 5286 (C84), molto meno appariscente e molto più distante, per giunta oscurato dalla luce della stella M Centauri, che si trova lungo la sua linea di vista; può essere individuato anche con un rifrattore da 60 mm, mentre la sua risoluzione in stelle inizia ad essere ben apprezzabile con strumenti di 120 mm di apertura. La sua distanza si aggira sui 36.000 anni luce, che nella sua direzione equivalgono a circa 29.000 anni luce dal centro galattico; possiede una forma leggermente ellittica ed è uno dei più vecchi conosciuti, con un’età di 12,54 miliardi di anni. Basandosi sull’osservazione del moto delle stelle in prossimità del suo centro, si è ipotizzato che qui vi si possa trovare un buco nero di massa intermedia, che conterrebbe meno dell’1% della massa totale dell’ammasso. Secondo alcuni studi, quest’oggetto potrebbe essere associato all’Anello dell’Unicorno, una lunga scia di stelle avvolta attorno alla Via Lattea, che potrebbe essere ciò che resta di un’antica galassia nana cannibalizzata dalla nostra.

Fra le nebulose planetarie la più importante è NGC 3918, soprannominata dal suo scopritore John Herschel Planetaria Blu a causa del suo colore dominante nell’osservazione visuale; è appena visibile attraverso un telescopio da 120 mm, mentre con strumenti oltre i 200 mm di diametro è ben osservabile come un dischetto di colore marcatamente azzurro al centro di un ricco campo stellare. La sua stella centrale resta comunque invisibile. Si tratta di gran lunga della nebulosa planetaria più luminosa fra quelle situate a sud della declinazione 50°S. Per individuarla conviene partire dalla stella δ Crucis e cercare 3,5 gradi a WNW. La sua distanza è stimata sui 4900 anni luce e mostra segni di espansione alla velocità di 24 km/s; la sua stella centrale ha magnitudine 14,6 ed è fortemente mascherata dalla lucentezza della sua nebulosa.

Una menzione a parte la merita la Nebulosa Boomerang (ESO 172-7, A.R. 12h44m46s, DEC –54°31’11”), non tanto per la sua luminosità, essendo fuori dalla portata di piccoli strumenti, quanto per il fatto di essere il luogo più freddo conosciuto finora: con una temperatura di appena 1K, ossia 1° sopra lo zero assoluto, è infatti anche più freddo della radiazione di fondo dell’Universo stesso derivata dal Big Bang, che possiede invece una temperatura di circa 3K. Questa nebulosa fu fotografata in dettaglio dal telescopio spaziale Hubble nel 1998; allora si pensava si trattasse della fase immediatamente precedente a quella di nebulosa planetaria. In precedenza, nel 1980, era stata osservata da Terra tramite l'Anglo-Australian Telescope e, nonostante la scarsa risoluzione delle immagini, era apparso comunque chiaro che la nebulosa possedeva una forma leggermente asimmetrica, suggerendo così il nome di Nebulosa Boomerang.

Tra le nebulose diffuse spicca IC 2944, in direzione di un gruppo di stelle apparentemente dominato dalla stella λ Centauri, dove nelle foto a lunga posa si evidenzia la grande nebulosa di fondo; in realtà questa nebulosa si trova molto più distante da λ Centauri e non è quindi fisicamente legata ad essa. Con un binocolo è ben visibile soprattutto l'ammasso interno, formato da stelle a partire dalla settima magnitudine, con all'interno la variabile LW Centauri. La nube è famosa perché contiene al suo interno dei densi globuli di Bok, in cui è attiva la formazione di nuove stelle; i globuli di Bok visibili in questa nube vengono chiamati col nome di globuli di Thackeray. Si tratta di densi bozzoli di gas e polveri non illuminate che si stagliano sul fondo chiaro costituito dall'idrogeno ionizzato, sul bordo nordoccidentale della nebulosa; i globuli sono raggruppati in uno spazio dal diametro di circa 14 anni luce e furono individuati nel 1950. L'origine di questi globuli probabilmente è connessa alla presenza di un'antica nube molecolare molto densa, che col tempo è stata erosa dalla radiazione ultravioletta delle stelle più brillanti e calde della regione, similmente a come avviene nei globuli cometari attorno alla Nebulosa di Gum; attualmente i globuli di Thackeray sono soggetti a forze dinamiche violente che li modellano e li disgregano continuamente. La loro vita media si pensa che sia molto breve. Il complesso nebuloso di cui IC 2944 fa parte si estende per circa un grado di volta celeste, comprendendo anche le vicine nebulose Gum 39 e Gum 41, situate alla medesima distanza, e una grande nube molecolare situata poco più ad ovest, con una massa pari a circa 710.000 masse solari. La regione galattica in cui giace IC 2944 è particolarmente ricca e complessa: comprende infatti quattro grandi associazioni OB, la più occidentale delle quali è Carina OB1, nota per essere l'associazione fisicamente legata alla grande Nebulosa della Carena, mentre centrata su IC 2944 vi è l’associazione Crux OB1; quest’ultima conta una trentina di componenti stellari di grande massa; di queste, una quindicina sono stelle di classe O, in prevalenza sulla sequenza principale, e una decina sono di classe B, in prevalenza giganti e supergiganti. Si aggiungono infine alcune stelle massicce di classi diverse, come una supergigante gialla, una bianca e alcune supergiganti rosse.

Dalla parte opposta rispetto alla Nebulosa Sacco di Carbone, visibile a sudest della Croce del Sud, si estende la grande nebulosa Ced 122, un oggetto poco noto e osservato ma che può essere individuato parzialmente anche attraverso un grande binocolo, se la notte è perfettamente buia. Così come la precedente nebulosa (IC 2944), anche questa giace sul Braccio del Sagittario, un braccio di spirale più interno rispetto al nostro. La sua stella principale sembra apparentemente la gigante gialla m Centauri (da cui il nome improprio di “Nebulosa di m Centauri”); tuttavia, questa stella si trova ad appena 257 anni luce dal sistema solare ed è pertanto completamente slegata dalla nebulosa, la cui posizione, secondo le misurazioni, sarebbe come visto all'interno del Braccio del Sagittario a una distanza di almeno 5700 anni luce. La stella responsabile della ionizzazione dei gas della nube sarebbe, secondo alcuni studi, la stella blu HD 116796, assieme ad altre due stelle di classe spettrale B situate nelle vicinanze. La regione galattica in cui viene a trovarsi Ced 122 è la medesima della nube RCW 75 e della brillante ed estesa associazione Centaurus OB1, entrambe poste alla distanza media di 6500 anni luce dal sistema solare.

Nella parte settentrionale del Centauro si trova la isolata NGC 5367, una piccola nebulosa a riflessione illuminata da un gruppetto di stelle molto giovani e azzurre e immersa in un bozzolo nebuloso più esteso e non illuminato; nonostante sia poco nota, è stata individuata già nel 1834 ad opera di John Herschel e può essere fotografata con facilità grazie alla sua luminosità. Si ritiene che queste stelle si siano originate dalla pressione indotta sui gas dall’esplosione di una supernova avvenuta 10-20 milioni di anni fa.

Tra le galassie la più importante è sicuramente NGC 5128, nota anche con la sigla C77, una galassia peculiare che con la sua distanza pari a circa 15 milioni di anni luce è anche relativamente vicina alla Via Lattea. Anche un binocolo 7x30 è in grado di mostrare questa galassia, sebbene essa appaia come una macchia chiara senza particolari attrattive. Con un piccolo telescopio appare come una normale galassia ellittica, ma con aperture da 120 mm o superiori o con esposizioni fotografiche a lunga posa mostra una fascia equatoriale di polveri oscure, attribuibili alla fagocitazione di una piccola galassia satellite. Il suo centro ospita una potente sorgente di onde radio, catalogata come Centaurus A; si pensa che qui sia situato un buco nero supermassiccio con una massa pari a diversi milioni di masse solari. Centaurus A possiede una morfologia piuttosto insolita: vista dalla Terra essa appare come una galassia lenticolare o ellittica con una banda di polveri sovrapposta; la sua particolarità è stata scoperta nel 1847 da John Herschel e successivamente fu inclusa nell’Atlas of Peculiar Galaxies (pubblicato nel 1966). La strana morfologia della galassia è generalmente riconosciuta essere il risultato di una fusione tra due più piccole galassie. NGC 5128 è composta principalmente da stelle in avanzato stato evolutivo, mentre nel disco si trova la regione dove la formazione stellare è più intensa; qui infatti sono state identificate circa 100 regioni di formazione stellare. Dai due poli di Centaurus A partono due emissioni di onde radio a getto della lunghezza di diversi milioni di anni luce.

Fra le altre galassie spicca NGC 4945 (C83), una galassia spirale vista quasi di taglio, anch'essa molto appariscente e facile da osservare anche con piccoli strumenti, dove appare come un lungo fuso chiaro, mezzo grado a nordovest della stella doppia ξ2 Centauri. Con un telescopio da 200-250 mm di diametro già si evidenziano alcune irregolarità nel suo fuso luminoso. La sua distanza è stimata sui 9 milioni di anni luce ed è quindi anch’essa, come la precedente, una delle galassie più vicine al Gruppo Locale; appartiene allo stesso gruppo di Centaurus A e di M83. Le sue dimensioni sono paragonabili a quelle della Galassia del Triangolo e si presenta vista di taglio, cosicché alternativamente viene presentata o come una galassia spirale semplice o come una spirale con la barra; di certo si sa che la classe di spirale è il tipo b, ossia con un nucleo non dominante rispetto al disco ma cospicuo e dei bracci ben avvolti. Osservazioni condotte ai raggi X hanno mostrato che il suo nucleo sarebbe attivo e potrebbe ospitare un buco nero supermassiccio.

A breve distanza verso est si trova NGC 4976, una galassia lenticolare molto più lontana, essendo ad almeno 40 milioni di anni luce; si può individuare anche con un telescopio da 120 mm di apertura, dove appare come una debole macchia chiara priva di dettagli e leggermente allungata in senso nord-sud. Il nucleo si presenta luminoso e con strumenti di grande diametro l’aspetto generale della galassia rimane lo stesso, quasi privo di caratteristiche di rilievo.

Una galassia luminosa è NGC 5102, anch’essa di morfologia lenticolare; si trova appena 15 primi d’arco ad est della brillante stella ι Centauri, tanto vicina che la sua luminosità ne disturba l'osservazione. Con un piccolo strumento si può notare come una macchia ben evidente, allungata in senso nordest-sudovest. La sua distanza è stimata sui 12 milioni di anni luce ed è quindi parte del gruppo di galassie cui appartiene anche la brillante M83, visibile poco più a nord.

Le numerose galassie visibili nella parte settentrionale del Centauro sono meno appariscenti e necessitano di strumenti con diametri a partire da 200 mm. Fra queste vi sono NGC 4373, nel settore nordoccidentale, e NGC 5253, in quello nordorientale; quest’ultima in particolare appartiene al gruppo di M83, trovandosi a una distanza di 11 milioni di anni luce. Si individua circa 2° a nordovest della stella i Centauri e può essere notata anche con strumenti da 120-150 mm di diametro. Ha una morfologia irregolare e un aspetto allungato, di dimensioni reali molto contenute (una galassia nana) ma che sta sperimentando un fenomeno di starburst, ossia intensi processi di formazione stellare.

Vi sono infine alcune galassie di aspetto peculiare o con caratteristiche insolite; fra queste la più famosa in assoluto è la debole e remota NGC 4650A, di magnitudine 13. Si tratta di una galassia ad anello polare, un raro tipo di galassie che possiedono un nucleo allungato ed un anello di stelle giovani molto esteso passante per i poli del nucleo. La sua distanza è stimata sui 150 milioni di anni luce. A breve distanza, sia apparente che reale, vi è NGC 4650, una galassia spirale barrata un po’ più luminosa, essendo di magnitudine 12. L’ammasso di galassie di cui queste due fanno parte è conosciuto come Ammasso del Centauro ed è dominato dalla galassia ellittica gigante NGC 4696, di magnitudine 11.