Guida alle costellazioni/Verso il centro della Via Lattea/Bilancia

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Modulo precedente

Scudo

Torna a

Verso il centro della Via Lattea

Modulo successivo

Scorpione

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Libra
Genitivo del nome Librae
Abbreviazione ufficiale Lib
Area totale 538 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 20 giugno
Stelle più luminose della mag. 3,0 2
Stelle più luminose della mag. 6,0 49
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
β Librae Zubeneschamali 2,61
α2 Librae Zubenelgenubi 2,75
σ Librae Brachium 3,25
υ Librae Derakrab Borealis 3,60
τ Librae Derakrab Australis 3,66
γ Librae Zubenelakrab 3,91
θ Librae 4,13
16 Librae 4,47

La Bilancia è una delle costellazioni dello zodiaco; benché sia di dimensioni intermedie e non certo contenute, viene oscurata dalle brillanti costellazioni della Vergine ad ovest e dello Scorpione ad est. Come testimoniano i nomi delle sue stelle più brillanti, originariamente faceva parte della costellazione dello Scorpione, di cui rappresentava le chele.

Caratteristiche[modifica]

Si tratta di una costellazione relativamente poco appariscente; sebbene le sue stelle principali siano di magnitudine 2 e quindi visibili anche dai centri urbani, le brillanti costellazioni della Vergine e soprattutto dello Scorpione, fra le quali la Bilancia si trova stretta, contribuiscono ad oscurarla. Si trova interamente nell'emisfero australe, anche se la parte più settentrionale giace quasi a cavallo dell'equatore celeste. Le stelle α e β Librae rappresentavano in antichità le due chele dello Scorpione, come testimoniano i nomi arabi Zubenelgenubi e Zubeneschamali (chela sud e chela nord); oggi invece rappresentano i due piatti della Bilancia, ed infatti sono riportati per queste stelle anche i nomi Kiffa borealis e Kiffa australis, ossia il piatto nord e il piatto sud.

Il periodo più adatto per la sua osservazione nel cielo serale è compreso fra i mesi di aprile e luglio, dall'emisfero boreale, e per qualche mese in più da quello australe; gli osservatori dell'emisfero nord sono svantaggiati anche perché il periodo di massima visibilità coincide col progressivo aumento delle ore di luce nelle sere primaverili, fatto che riduce notevolmente le ore per la sua osservazione.

Da questa costellazione prende il nome il Punto Libra (o Punto Omega), ossia l'intersezione fra l’equatore celeste e l'eclittica in direzione sud; si tratta del punto in cui si osserva il Sole il giorno dell'equinozio d'autunno boreale ed è considerato il grado 180 dell'eclittica, opposto al Primo Punto d'Ariete. A causa della precessione degli equinozi, oggi questo punto si trova nella costellazione della Vergine. Originariamente, la parte di cielo che ci è nota come Bilancia era occupata dalle chele dello Scorpione. I Greci chiamavano questa zona Chelai (in latino Chelae), che significa appunto «chele», una identificazione che perdura nei nomi delle singole stelle della Bilancia. Oggi, a separazione avvenuta, la Bilancia è una costellazione appena più grande dello Scorpione, ma molto meno visibile.

Ad esempio le consideravano come un'unica costellazione Igino nel Poeticon astronomicon o antichi greci come Eratostene di Cirene ne I Catasterismi. L'influenza di tale non separazione dei due segni zodiacali si trova riflessa in alcune raffigurazioni basate sulle opere astronomiche degli autori greci antichi. Gemino, scrittore che fiorì verso l'80 a.C., fu il primo che distinse il settimo segno zodiacale, utilizzando il termine Zugos, tradotto poi da Cicerone come Jugum. Il termine Libra fu formalmente adottato dai Romani nel Calendario giuliano.

La Bilancia era una delle costellazioni preferite dai Romani. Si diceva che la Luna fosse stata in Bilancia all'epoca della fondazione di Roma. «L'Italia appartiene alla Bilancia, il segno che più le si addice. Sotto di lei sia Roma che la sua sovranità sul mondo furono fondate», disse lo scrittore latino Manilio. Egli descrisse la Bilancia come «il segno nel quale le stagioni sono in equilibrio e le ore del giorno e della notte combaciano». È questo un indizio del fatto che i Romani raffiguravano la costellazione come una bilancia perché il Sole si trovava in quella posizione all'equinozio d'autunno, quando il giorno e la notte hanno la stessa durata. Ma l'idea di una bilancia in questa zona non nacque con i Romani, poiché secondo lo storico Gwyneth Heuter i Sumeri conoscevano questa parte di cielo come ZIB-BA AN-NA, la bilancia del cielo, 2000 anni a.C. Da qui l'opinione che i Romani abbiano rispolverato una costellazione che esisteva già in epoca anteriore a quella greca.

La Bilancia è l'unica costellazione dello zodiaco che rappresenti un oggetto inanimato; le altre undici corrispondono ad animali o persone. Una volta stabilito che si trattava di una bilancia fu naturale separarla completamente dallo Scorpione e associarla invece con l'altra figura confinante, la Vergine, che s'identificava con Diche o Astrea, la dea della giustizia. Così i piatti che formano la Bilancia divennero quelli che la dea tiene sollevati verso l'alto.

La stella Alfa della Bilancia, α Librae, di magnitudine 2, si chiama Zubenelgenubi, che in arabo significa «la chela a sud», e ricorda l'identificazione di questa costellazione con le chele dello scorpione dei tempi dei Greci. La β Librae, leggermente più luminosa, è Zubeneschamali, «la chela a nord».

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
HD 126367 14h 25m 30s -19° 58′ 12″ 6,61 7,0 35,1 b + b
μ Librae 14h 49m 19s -14° 08′ 56″ 5,7 6,6 1,8 b + b
α Librae + 8 Librae 14h 50m : -16° 02′ : 2,75 5,15 231 b + g
ι Librae 15h 12m 13s -19° 47′ 29″ 4,46 9,7 58,6 b + b
HD 138488 15h 33m 10s -24° 29′ 26″ 7,0 7,1 9,3 b + g
HD 139461 15h 38m 40s -08° 47′ 29″ 6,48 6,60 11,9 g + g

Fra le stelle doppie ve ne sono alcune facili da risolvere.

La più famosa coppia della costellazione è formata dalle stelle α Librae e 8 Librae: in realtà non formano una coppia fisica e le due componenti, di seconda e quinta magnitudine, sono separate da quasi 4', diventando separabili anche con un piccolo binocolo. Il contrasto di colori ben evidente anche con piccoli strumenti rende questa coppia una delle più belle e facili del cielo.

La ι Librae è un'altra coppia facile; la primaria è di magnitudine 4,5, mentre la compagna è di nona grandezza e si trova a circa 1' di distanza.

La HD 126367 è una coppia di stelle di sesta e settima grandezza, separate da 35" e dunque risolvibili anche con un piccolo telescopio.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
S Librae 15h 21m 24s -20° 23′ 18″ 7,5 13,0 192,9 Mireide
Y Librae 15h 11m 41s -06° 00′ 41″ 7,6 14,7 275,7 Mireide
RR Librae 15h 56m 24s -18° 18′ 15″ 7,8 15,0 276,96 Mireide
RS Librae 15h 24m 20s -22° 54′ 40″ 7,0 13,0 217,65 Mireide
RU Librae 15h 33m 17s -15° 19′ 35″ 7,2 14,4 316,56 Mireide
ES Librae 15h 16m 49s -13° 02′ 21″ 7,10 7,57 0,8830 Eclisse
FY Librae 14h 57m 47s -12° 26′ 15″ 7,06 7,78 120 Semiregolare pulsante
δ Librae 15h 99m 58s -08° 31′ 08″ 4,91 5,90 2,3274 Eclisse
ο Librae 15h 21m 01s -15° 32′ 54″ 3,20 3,46 20: Semiregolare

Fra le stelle variabili presenti nella costellazione, solo alcune sono sufficientemente appariscenti da essere alla portata di piccoli strumenti.

Le più facili sono le Mireidi: la RS Librae è la più luminosa in fase di massimo, arrivando alla magnitudine 7,0; in fase di minimo scende alla tredicesima grandezza e diventa invisibile in piccoli telescopi. Una variazione simile avviene in S Librae, che oscilla fra le magnitudini 7,5 e 13, e RU Librae, la quale però in fase di minimo scende fino alla quattordicesima.

Una variabile a eclisse luminosa e con ampie escursioni è la δ Librae: in poco più di due giorni oscilla tra le magnitudini 4,9 e 5,9; queste variazioni possono essere apprezzate anche ad occhio nudo, avendo altre stelle nelle vicinanze con cui compararne la luminosità nel corso del tempo.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 5897 15h 17m : -21° 01′ : Ammasso globulare 8,4 13
NGC 5898 15h 18m : -24° 06′ : Galassia 11,3 2,2 x 2,0
NGC 5903 15h 18m : -24° 04′ : Galassia 11,2 2,7 x 2,1
L’ammasso globulare NGC 5897 è l’unico oggetto di facile osservazione della costellazione della Bilancia. Può essere osservato anche con un piccolo strumento, ma per la sua risoluzione in stelle occorrono telescopi di grande diametro.
NGC 5898 è una grande galassia ellittica o lenticolare osservabile con telescopi di dimensioni medio-grandi; possiede alcune venature di nebulose oscure.
Il gruppetto di galassie a spirale NGC 5915, NGC 5916 e NGC 5916A, tutte piuttosto deboli e fuori dalla portata di piccoli strumenti. Si trovano 4 gradi a sudest di Beta Librae.

La Bilancia si trova lontano dalla Via Lattea, ma parte delle sue polveri raggiungono le parti orientali della costellazione; gli oggetti non stellari notevoli sono quindi poco numerosi.

Fra questi oggetti il più luminoso ed esteso è anche l’unico ammasso globulare visibile nella costellazione, noto con la sigla NGC 5897. È uno degli ammassi globulari meno concentrati che si conoscano; occorre una notte limpida e buia per poterlo notare anche con un binocolo 10x50 o al cercatore, circa 5 gradi a NNE della stella σ Librae, nella parte centro-meridionale della costellazione. Attraverso un telescopio da 120 mm appare come un oggetto nebuloso di forma circolare ma dai contorni irregolari e dalla sua bassa luminosità superficiale si evidenzia la sua caratteristica di oggetto molto poco concentrato, anche se ciò ne facilita pure la risoluzione, già possibile in parte anche con strumenti da 200 mm. A bassi ingrandimenti e visione distolta è possibile notare alla periferia delle stelle molto deboli anche con un telescopio da 100 mm. Si tratta di un ammasso scarsamente concentrato, con una classe XI su una scala fino a XII; la sua distanza è stata stimata sui 40.000 anni luce dal Sole, mentre dal centro galattico dista circa 24.000 anni luce. Il suo diametro reale è pari a circa 135 anni luce e nelle sue regioni centrali sono state osservate diverse blue stragglers, risultato della fusione di due stelle più piccole entrate in interazione fra loro. La metallicità delle sue componenti stellari è estremamente bassa, più della maggior parte degli altri ammassi globulari, il che denota un’età più avanzata rispetto a molti di questi; si ritiene pertanto che NGC 5897 sia uno dei primi ad essersi formati a seguito del collasso della nube protogalattica che ha dato origine alla Via Lattea. La sua età è quindi stimata sui 14 miliardi di anni luce, che lo rende uno dei più vecchi conosciuti, con un’età simile o di poco superiore a quella di M3.

Fra le galassie ve ne sono alcune osservabili con strumenti di piccolo diametro, ma il loro numero è comunque esiguo; la gran parte di queste infatti è remota e poco appariscente, al di fuori dalla portata di piccoli strumenti.

Fra quelle più luminose vi è una coppia di galassie ellittiche, la più appariscente delle quali è NGC 5898; la posizione di questa galassia è reperibile circa 3° a ENE della stella σ Librae e per poterla scorgere occorre un telescopio da almeno 100 mm di diametro. Appare come una macchia circolare priva di dettagli e più luminosa verso il centro. Con telescopi da 200-250 mm di diametro il suo aspetto non cambia e non si notano ulteriori dettagli; nelle foto ad altissima risoluzione si evidenziano alcune sottili bande oscure alla periferia dell’alone. La morfologia di questa galassia è schiacciata e potrebbe essere più simile a una galassia lenticolare piuttosto che ellittica; le sue dimensioni reali sono simili a quelle della Via Lattea.

A breve distanza si può osservare la galassia compagna, anch’essa ellittica, nota con la sigla NGC 5903; appare un po’ meno luminosa della precedente e di aspetto un po’ più schiacciato ed è osservabile con un telescopio da 100-120 mm di diametro. Anche in questo caso non sono visibili dettagli di rilievo al di là della sua forma più allungata, anche con strumenti da 250 mm di apertura. La sua classe morfologica è E2, quindi sicuramente ellittica, a differenza della compagna; le sue dimensioni sono anche in questo caso simili a quelle della Via Lattea. Questa coppia di galassie forma una sorta di “Gruppo Locale” assieme ad alcune galassie minori e molto più deboli, anch’esse ellittiche o irregolari; la loro distanza è stimata sui 50-60 milioni di anni luce, simile a quella del grande Ammasso della Vergine, per cui si ritiene che facciano parte di una popolazione distaccata appartenente a quest’ammasso, similmente a come si osserva per vari gruppi di galassie nella Chioma di Berenice e in altre costellazioni vicine. Fra le due galassie ellittiche maggiori è stato osservato un alone esteso di idrogeno neutro che le ingloba, indice del fatto che sono in interazione fra loro.

Nella costellazione sono presenti diversi altri gruppetti isolati di galassie, come quello formato dalle tre spirali NGC 5915, NGC 5916 e NGC 5916A, tutte piuttosto deboli e fuori dalla portata di strumenti di piccolo diametro; si trovano circa 4° a sudest della stella Beta Librae e la più luminosa di queste è NGC 5916, visibile con un telescopio da 250 mm di diametro.

Alcuni di questi gruppi costituiscono frammenti isolati del grande Ammasso della Vergine, ma la maggior parte si trovano a distanze notevoli, ben oltre il centinaio di milioni di anni luce.