Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Fra le zampe del Centauro

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Copertina

Regioni celesti scelte

Curiosità galattiche

Carte di dettaglio dei principali ammassiGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Carte di dettaglio dei principali ammassi

BibliografiaGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Bibliografia

Le due stelle che formano le zampe anteriori del Centauro costituiscono un riferimento irrinunciabile quando si osserva dall’emisfero australe: si tratta di due delle stelle più brillanti del cielo e la loro funzione di puntatori permette di individuare senza confusioni la costellazione della Croce del Sud, a sua volta utilizzabile per trovare il polo sud celeste.

Queste due stelle tuttavia possono essere usate come riferimento per individuare e osservare un numero notevole di ammassi stellari, grazie alla loro posizione in direzione del piano della Via Lattea.

Caratteristiche[modifica]

Il tratto di Via Lattea compreso fra le zampe anteriori del Centauro e la costellazione della Norma abbonda di ammassi stellari, molti dei quali di facile osservazione; sebbene la gran parte si trovino a grande distanza e sui bracci di spirale più interni, in molti casi uno strumento di diametro medio-piccolo è sufficiente per iniziare a risolverli in stelle.

La maggiore concentrazione di ammassi è visibile proprio nei pressi della coppia di stelle α e β Centauri, dove la Via Lattea appare meno oscurata; un altro notevole addensamento si osserva inoltre nella parte meridionale della Norma, scavalcando dunque il Compasso, che appare invece più oscurato.

Quasi tutti questi ammassi si trovano a distanze superiori ai 3000 anni luce e sono pertanto compresi nei bracci interni della Via Lattea; ciò nonostante, la scarsa presenza di addensamenti nebulosi fa sì che questi siano comunque osservabili con facilità, nonostante le loro dimensioni ridotte a causa della distanza.

In questo appare chiara la differenza col tratto di Via Lattea visibile in posizione simmetrica rispetto al centro galattico, ossia il tratto dell’Aquila, dove la presenza di densi banchi di nubi oscure situati nel nostro braccio di spirale impedisce l’osservazione degli ammassi e delle nebulose situate al di là.

Sebbene per risolvere molti ammassi fra Centauro e Norma siano sufficienti telescopi da 120 mm, per alcuni si richiede l’utilizzo di strumenti da 200 mm e oltre.

Con un po’ di pazienza oppure con l’ausilio di un Go-To, è possibile in quest’area di cielo dedicare una breve osservazione alla stella Proxima Centauri, che sebbene sia solo di magnitudine 11, è la stella più vicina al nostro Sistema Solare; si tratta di una nana rossa che orbita attorno alle due stelle principali del sistema doppio di α Centauri.

Con l’aiuto della fotografia astronomica è possibile rilevare la presenza di alcune piccole nebulose, in gran parte deboli e di piccole dimensioni perché lontane. A grande campo si evidenziano molto bene anche i complessi di nubi oscure del Lupo e del Compasso.


Ammassi fra Alfa e Beta Centauri[modifica]

L’ammasso aperto NGC 5617.
L’esteso ammasso aperto NGC 5662.
NGC 5281, un ammasso piccolo ma molto brillante.
La nebulosa planetaria NGC 5189, nota anche col soprannome di Nebulosa Spirale.
Carta di dettaglio della posizione di Proxima Centauri, con α Centauri come riferimento in alto a sinistra. I numeri in celeste indicano la magnitudine delle stelle cui sono riferiti. Magnitudine limite della carta 11,5.
NGC 6025 è un ammasso brillante e facile da risolvere anche con un binocolo.
NGC 6087 è un brillante ammasso aperto visibile anche ad occhio nudo come una debole macchia chiara.
Mappa di dettaglio dell’Ammasso della Norma (Abell 3627).
La regione centrale dell’Ammasso della Norma; le tre galassie più brillanti a triangolo sono ESO 137-6, ESO 137-8 e ESO 137-10.
La Galassia del Compasso (ESO 97-13).

La maggior parte degli ammassi aperti visibili fra le zampe del Centauro e la vicina Croce del Sud fanno parte del Braccio del Sagittario; molti sono anche legati in vario modo all’associazione Centaurus OB1. In quest'associazione, distante mediamente sugli 8000 anni luce, sono note 24 stelle delle prime classi spettrali, fra cui spiccano diverse supergiganti blu di classe B, una gigante blu di classe O, una ipergigante bianca, due supergiganti bianche e due stelle di Wolf-Rayet. La nube più prominente visibile in direzione di Centaurus OB1 è RCW 75; ad essa è associato il giovane ammasso Stock 16, che fa parte dell'associazione e che contribuisce alla ionizzazione dei gas della nube.

Fra gli ammassi aperti visibili fra le stelle α e β Centauri spicca NGC 5617. La sua individuazione è molto facile: si trova infatti 1 grado a ovest della brillantissima e famosa stella α Centauri; giace in corrispondenza di un campo stellare molto ricco. Attraverso un binocolo 10x50 è ben visibile come una macchia chiara, seppure oscurata dalla presenza di α Centauri; le sue componenti, a partire dalla magnitudine 10, sono disposte su due assi perpendicolari fra loro, cosicché in telescopi di 150 mm di apertura si evidenzia bene una forma a "T". A nord brillano due stelle rosse di nona magnitudine e a sud una catena di stelline azzurre della stessa grandezza. NGC 5617 è un ammasso piuttosto ricco e di media concentrazione, ben contrastato rispetto ai campi stellari circostanti; la sua distanza è stimata attorno ai 5000 anni luce ed è quindi situato sul bordo esterno del Braccio del Sagittario, in primo piano rispetto a Centaurus OB1. Con un'età di circa 82 milioni di anni NGC 5617 viene considerato un ammasso di età intermedia, in cui sono presenti alcune giganti rosse e stelle peculiari, come le blue stragglers, derivanti probabilmente dalla fusione fra due stelle; nella sua direzione è presente una sorta di finestra nel mezzo interstellare in cui la vista risulta scarsamente oscurata, facilitando così lo studio di quest'ammasso. Fra le stelle variabili scoperte al suo interno vi è una variabile δ Scuti, una probabile variabile γ Doradus e alcune variabili a eclisse.

Meno di mezzo grado a SSE si trova Tr 22, che appare come una piccola e blanda concentrazione di stelle dominata da un semicerchio a forma di C formato da stelle di magnitudine da 10 a 12; con forti ingrandimenti può essere risolto in stelle anche con strumenti da 100 mm. Telescopi da 200 mm permettono di evidenziare per intero l’addensamento stellare circostante a bassi ingrandimenti. Si tratta di un oggetto poco studiato; i pochi studi che l’hanno analizzato tendono a metterlo in correlazione con l’ammasso precedente, poiché sia la distanza (5000 anni luce), che l’età (80 milioni di anni) sono le medesime. È dunque possibile che i due oggetti abbiano un’origine comune.

Un grado a NNW di NGC 5617, quindi lungo la stessa direttrice di Tr 22 ma nella direzione opposta, si trova il piccolo e difficile NGC 5606; è teoricamente persino alla portata di un binocolo 10x50, dato che le sue tre stelle principali sono di magnitudine 8 e 9, ma è difficile riconoscerlo come ammasso poiché appare come una coppia di stelle estremamente compatta, al punto che può essere scambiato per una stella doppia. Con telescopi da 100 mm e forti ingrandimenti è possibile notare cinque stelle fino alla magnitudine 10 molto vicine fra loro, con qualche stella nei pressi ma che non sembra formare un vero addensamento. Si tratta di un ammasso molto giovane, come è testimoniato dalla presenza di stelle fino alla classe B0, che denotano un’età compresa fra 6 e 7 milioni di anni; è formato da una ventina di stelle membri accertate e la sua distanza è stata stimata sui 7800 anni luce.

NGC 5662 giace invece 4 gradi a nord di α Centauri, su un campo stellare in parte oscurato dalle polveri interstellari; un binocolo 10x50 già è sufficiente per notare la sua caratteristica principale, una stella rossa di quinta magnitudine, il cui colore contrasta fortemente con il resto dell'ammasso, composto da stelle azzurre; molto probabilmente si tratta di una stella non appartenente all'ammasso che si trova lungo la linea di visuale. L’ammasso appare diviso in due parti, la principale delle quali a nordest; la sezione a sudovest è meno appariscente e appare dominata a sua volta da una stellina rossa, anch'essa non appartenente di certo all'oggetto. La sua distanza si aggira sui 2170 anni luce e ricade pertanto in una zona estremamente periferica del Braccio di Orione o in una regione inter-braccio. Le sue stelle dominanti sono di classe spettrale A e degli ultimi gruppi della classe B e la morfologia globale include due sezioni ben distinte, una settentrionale più ricca e una meridionale più povera. Studi fotometrici hanno permesso di individuare 86 membri accertati dell'ammasso, cui si aggiungono 19 stelle ritenute probabili membri; fra queste vi è anche la variabile Cefeide V Centauri, una stella isolata situata a sudest dell'ammasso avente una magnitudine media attorno a 6,71 e un periodo di 5,5 giorni. L'età di quest’ammasso è stata stimata attorno ai 90 milioni di anni. Altri ammassi sono visibili lungo la Via Lattea attorno alla coppia di Alfa e Beta Centauri e sono evidenti anche con un binocolo.

Circa 3 gradi e mezzo a nord di α Centauri si trova l’ammasso NGC 5715, situato entro i confini del Compasso. È fuori dalla portata di un binocolo 10x50, mentre con un 20x80 può rendersi visibile come una leggera macchia estesa e irrisolvibile. Con telescopi da 100 mm e forti ingrandimenti si possono scindere alcune stelline molto deboli su un fondo che resta nebbioso, mentre per una completa risoluzione occorrono strumenti di diametro da 150 mm a salire. Si tratta di un ammasso relativamente ricco, sebbene poco appariscente e spesso trascurato dagli appassionati; poiché ricade in un campo stellare molto ricco, anche lo studio delle sue caratteristiche è stato reso difficoltoso e infatti pochi lavori se ne sono occupati. È un ammasso piuttosto ricco, apparentemente formato da oltre un centinaio di stelle, ma il forte oscuramento legato alla presenza di polveri non permette di determinare con certezza l’appartenenza; la sua età è stata stimata sugli 800 milioni di anni ed è pertanto un ammasso relativamente vecchio. La sua distanza è invece stimata sui 4900 anni luce.

Poco meno di un grado a NNW di Hadar (β Centauri) si osserva NGC 5381, un ammasso molto difficile perché poco concentrato e confondibile con grande facilità col campo stellare in cui si trova immerso. Le sue componenti principali sono di magnitudine 12 e inoltre non formano un addensamento molto evidente, per cui non è alla portata né di binocoli come 10x50, né di telescopi di piccolo diametro. Con strumenti da 200 mm è evidente un leggero addensamento di stelle di magnitudine 13 su uno sfondo che permane blandamente nebbioso. Nonostante ciò, è un oggetto abbastanza ben studiato, benché non sia facile a causa dell’oscuramento delle sue componenti; questo si riflette sui risultati dei diversi studi: le stime sulla sua età infatti variano da 50 fino a quasi 200 milioni di anni, mentre la sua distanza è stimata fra 3700 e 4600 o anche oltre. Queste incertezze sono date anche dalla difficoltà nell’individuare un numero preciso di componenti sicuramente parte dell’ammasso.

Ancora meno ovvio è l’ammasso aperto NGC 5284, che appare di fatto non identificabile con la gran parte degli strumenti più comuni in possesso degli appassionati.

NGC 5316 è visibile poco meno di due gradi a sudovest di Hadar (β Centauri), in direzione di un campo stellare molto ricco; si evidenzia anche con un binocolo 10x50, in cui appare come una macchia nebulosa su cui brillano 4-5 deboli stelline di ottava e nona magnitudine. Un telescopio da 80 mm di apertura permette di risolvere completamente l'ammasso in una ventina di stelle in prevalenza di colore rosso-arancio; strumenti da 200 mm di diametro rivelano anche le componenti meno luminose. Dista circa 3960 anni luce ed è un ammasso piuttosto ricco e di media concentrazione, ben contrastato rispetto ai campi stellari circostanti. La sua età è stimata sui 160 milioni di anni ed è pertanto un ammasso di età intermedia; contiene alcune stelle giganti rosse piuttosto luminose, la cui magnitudine assoluta è stata stimata come pari a -1,85. La componente più brillante è visibile sul lato nordoccidentale dell'ammasso e ha una magnitudine apparente di 9,31.

NGC 5281 è un altro ammasso aperto, molto piccolo ma brillante, che con un binocolo 10x50 si può individuare senza difficoltà, anche se spesso sembra presentarsi come una singola stella sfocata o al più un piccolissimo gruppo di stelline. Un telescopio da 150 mm di apertura riesce in parte a risolverlo, ma la concentrazione di stelle è così elevata che occorrono strumenti maggiori per scinderlo del tutto; a sudovest appare dominato da una stella rossa di ottava magnitudine. La sua distanza è invece stimata sui 3600 anni luce. Si tratta di un oggetto molto giovane, avendo un'età di circa 14 milioni di anni appena, anche se esistono stime che riportano un'età fino a circa 40 milioni di anni. Contiene diverse stelle calde e massicce di classe spettrale B e A e alcune stelle dalle caratteristiche esotiche, fra le quali spicca la stella Be HD 119682; ad essa è associata la forte sorgente di raggi X 1WGA J1346.5-6255, facente parte della categoria degli analoghi γ Cassiopeiae. Si ritiene che si tratti di una blue straggler, data la sua grande massa e la sua posizione insolita nel diagramma colore-magnitudine rispetto alle altre stelle dell'ammasso di pari massa, già evolute in giganti rosse.

Il tratto della Via Lattea compreso fra Hadar e la Croce del Sud è dominato, oltre che dalla oscura nube Sacco di Carbone, anche da un'altra nebulosa piuttosto estesa, catalogata come Ced 122; sebbene sia riportata su molti atlanti, resta un oggetto poco noto e osservato ma che può essere individuato parzialmente anche attraverso un grande binocolo, se la notte è perfettamente buia. Giace sul Braccio del Sagittario e la sua stella principale sembra apparentemente la gigante gialla m Centauri (da cui il nome improprio di “Nebulosa di m Centauri”); tuttavia, questa stella si trova ad appena 257 anni luce dal sistema solare ed è pertanto completamente slegata dalla nebulosa, la cui posizione, secondo le misurazioni, sarebbe come visto all'interno del Braccio del Sagittario a una distanza di almeno 5700 anni luce. La stella responsabile della ionizzazione dei gas della nube sarebbe, secondo alcuni studi, la stella blu HD 116796, assieme ad altre due stelle di classe spettrale B situate nelle vicinanze. La regione galattica in cui viene a trovarsi Ced 122 è la medesima della nube RCW 75 e della brillante ed estesa associazione Centaurus OB1, entrambe poste alla distanza media di 6500 anni luce dal sistema solare. A questa regione celeste sono associate due “nubi stellari” riportate anche nel catalogo NGC, del diametro di un grado ciascuna: si tratta di NGC 5045, occupante la parte nordoccidentale della nebulosa, e NGC 5155, che si sovrappone invece alla parte nordorientale; con telescopi di grande diametro (oltre i 150 mm) e oculari a grande campo e bassi ingrandimenti appaiono come due aree nebbiose, che in effetti potrebbero essere confondibili con la nebulosa stessa. In fotografie con campi di alcuni gradi appaiono molto ben risolte in decine di migliaia di stelle fino alla magnitudine 17, su uno sfondo che permane nebuloso sia per la presenza della nebulosa in sé, sia perché molte altre stelle restano non risolvibili.

Altri ammassi e associazioni meno note si osservano in questa direzione, come Cr 271 e Tr 21 a nord, e Cr 277 a sud. Fra questi il più facile è Tr 21, che appare dominato da due stelle azzurre di magnitudine 8; è un oggetto molto piccolo e raccolto, più simile a un asterismo che a un vero e proprio ammasso stellare. In totale conterebbe una ventina di componenti o poco più, la cui età è stimata sui 25-30 milioni di anni. La sua distanza è invece pari a 4500 anni luce.

NGC 5168 è un altro piccolo ammasso aperto, individuabile un grado ad est della stella J Centauri, di magnitudine 4,5; con un binocolo 10x50 è appena visibile come una debole macchia chiara che si sovrappone al chiarore della Via Lattea, mentre con strumenti da 80 mm è già possibile iniziarne la risoluzione: le sue stelle principali sono di magnitudine 10 e 11, tutte raccolte entro un diametro di 3 minuti d’arco. Grandi telescopi e ingrandimenti medi lo risolvono completamente e mostrano la sua natura di ammasso poco concentrato. Vi sono pochi studi su quest’oggetto: è nota la sua distanza, che si stima sui 4400 anni luce, similmente a quella degli ammassi vicini, e l’assenza di giganti rosse, che farebbe pensare a un ammasso di età avanzata, sui 500 milioni di anni.

Circa 20 minuti d’arco più a sud si trova Cr 272, che è tuttavia estremamente difficile da notare nonostante le sue dimensioni maggiori del precedente, perché molto disperso e completamente confondibile coi ricchi campi stellari di fondo; a differenza del precedente, la sua età sarebbe di appena 13 milioni di anni ed è dunque formato da stelle molto giovani. La sua distanza di 7400 anni luce lo colloca ben al di là della gran parte degli oggetti vicini.

Poco a sud di Ced 122 si osserva la nebulosa planetaria NGC 5189, che sebbene sia anche alla portata di telescopi da 200 mm o anche inferiori, mostra la sua caratteristica forma a S con strumenti maggiori e possibilmente con l’uso di un filtro OIII, forma che le è valso il nome di Nebulosa Spirale. La sua distanza è stimata sui 3000 anni luce, anche se alcuni studi la indicano come posta a circa 1800 anni luce.

Un cenno a parte merita la stella Proxima Centauri, la nana rossa compagna del sistema di α Centauri che in questo tratto della sua orbita attorno alle due componenti principali risulta essere di fatto la stella più vicina al Sistema Solare. Si trova 2°11’ a SSW della coppia principale e la sua magnitudine pari a 11,1 la rende invisibile al binocolo, ma individuabile con la quasi totalità dei telescopi anche di piccolo diametro. Per chi non possedesse un sistema di puntamento automatico, la carta presentata sopra può essere d’aiuto, partendo dal sistema principale di α Centauri e seguendo il metodo dello star hopping; va tuttavia notato che occorre una certa perizia ed esperienza nella pratica degli allineamenti, a causa proprio della bassa luminosità apparente di questa stella. Grazie alla sua vicinanza, il suo diametro angolare può essere misurato direttamente; le misurazioni indicano che il suo raggio equivale a circa un settimo di quello solare. La massa equivale a circa un ottavo di quella solare, mentre la densità è quaranta volte superiore a quella del Sole. Sebbene Proxima possieda una luminosità molto bassa, è soggetta a improvvisi e casuali brillamenti, causati dalla sua attività magnetica; il suo campo magnetico è alimentato dai moti convettivi che avvengono nel suo interno e il brillamento che ne risulta periodicamente genera un'emissione a raggi X simile a quella prodotta dal Sole. La composizione di Proxima, il suo basso tasso di produzione di energia e le sue dinamiche indicano che resterà nella sequenza principale per almeno altri 4000 miliardi di anni, ossia per circa 300 volte l'età attuale dell'Universo. Nel 2016 è stato individuato un pianeta potenzialmente dotato di acqua liquida superficiale nella fascia orbitale abitabile. Data la sua natura di nana rossa e di stella a brillamento, la possibilità che sul pianeta possa svilupparsi la vita è ancora da accertare.

Verso la Norma[modifica]

Ad est di α Centauri si estende una lunga banda di polveri oscure molto simile alla famosa Fenditura del Cigno, sebbene molto più corta; questa fascia attraversa le costellazioni del Compasso e della Norma, lambendo il Lupo e aprendosi verso le alte latitudini galattiche fra Lupo e Scorpione. La aree della Via Lattea non oscurate sono ricche di campi stellari e ammassi aperti.

La nebulosa oscura Sa 172 in particolare è molto evidente ed è, assieme alla piccola nebulosa a riflessione vdBH 65a, parte della Nube del Compasso, una densa nube molecolare gigante che domina l’omonima costellazione. Dista 2300 anni luce ed è fra le nubi “vicine” una delle meno studiate; è composta da due addensamenti principali, noti come Circinus-E e Circinus-W, e ospita degli intensi fenomeni di formazione stellare, generanti esclusivamente stelle di piccola e media massa. La formazione stellare potrebbe essere stata provocata dall'esplosione di una supernova nelle sue vicinanze.

Sempre nel Compasso si trova Pismis 20, situato nella costellazione del Compasso. Si individua ad appena 12' a SW della stella β Circini, sul bordo della "fenditura" sulla Via Lattea causata dalla presenza di nebulose oscure che si estende dal Lupo fino ai pressi di Alfa Centauri; è composto da una decina di stelle di dodicesima magnitudine, disposte a formare una "V", al cui vertice si trova un astro giallastro di magnitudine 8,2, il più luminoso dell'ammasso. Quasi del tutto invisibile anche con un binocolo, con un piccolo telescopio e forti ingrandimenti si risolve perfettamente in una manciata di stelline bianco-azzurre. Con strumenti più grandi e ingrandimenti ancora più spinti non sono visibili ulteriori componenti. Pismis 20 è un ammasso situato a circa 10700 anni luce di distanza, in una zona molto interna della Via Lattea, sul Braccio Scudo-Croce; a causa di ciò la sua luce appare fortemente oscurata dalle polveri interstellari, appartenenti in massima parte al Braccio del Sagittario, situato esternamente ad esso e sulla linea di vista. La sua età risulta essere di appena 5 milioni di anni e si ritiene faccia parte di una remota associazione OB nota come Circinus OB1. Al suo interno sono presenti alcune stelle particolarmente massicce, come la stella di Wolf-Rayet WR 67 e la supergigante blu HD 134959, di classe spettrale B2Ia; quest'ultima ha caratteristiche analoghe alla ben più vicina stella P Cygni ed entrambe sono caratteristiche di regioni in cui è fortemente attiva la formazione stellare.

Un altro ammasso facilmente osservabile è NGC 5823 (noto anche come C88). È visibile all'estremità settentrionale del Compasso, sulla linea che congiunge le stelle α Centauri e ζ Lupi, più spostato verso quest'ultima, nei pressi del ben più esteso ammasso aperto NGC 5822 (nel Lupo); invisibile ad occhio nudo, con un binocolo come un comune 10x50 diventa visibile come una piccola macchia chiara, solo in parte risolvibile. Già con un telescopio da 100 mm l'ammasso viene risolto senza difficoltà, essendo poco concentrato; le sue componenti più brillanti sono di magnitudine 10 e si dispongono in allineamenti posti sui bordi dell'ammasso, mentre al centro sono presenti per lo più stelle meno luminose. La sua distanza di circa 3900 anni luce corrisponde a una regione situata al bordo esterno del Braccio del Sagittario. La sua età sarebbe pari a quasi 800 milioni di anni ed è pertanto piuttosto evoluto; mancano infatti stelle particolarmente massicce, da tempo già esplose come supernovae.

NGC 6025, noto anche con la sigla del Catalogo Caldwell C95, è situato al confine fra la Norma e il Triangolo Australe, ed è un ammasso piuttosto brillante, al limite della visibilità ad occhio nudo: può essere individuato infatti senza strumenti in una notte particolarmente nitida, dove si mostra di aspetto simile a una minuscola stella sfuocata; la sua posizione si individua con facilità, circa 10° ad est della brillante stella α Centauri, a nord delle stelle del Triangolo Australe. Un binocolo 10x50 è già sufficiente per risolverlo in diverse stelle nelle notti più buie; è composto da due stelle di magnitudine 7 e da una quindicina di stelle di nona, disposte lungo un asse NW-SE, che gli conferisce un aspetto particolarmente allungato. Attraverso un piccolo telescopio è pienamente risolto anche a bassi ingrandimenti. L'ammasso non sembra contenere alcuna condensazione centrale, mentre la sua forma appare notevolmente allungata in senso nord-sud; le stelle membri sarebbero circa 140, comprese tutte in un diametro di circa 15', che alla distanza di 2460 anni luce equivalgono a 11 anni luce circa. Le componenti più brillanti sono di magnitudine 7 e sono, come visto, ben visibili anche con un binocolo. L'età dell'ammasso è stimata sui 90 milioni di anni, ossia un'età non troppo diversa da quella delle Pleiadi.

Nella parte centro-meridionale della Norma si trova la nube stellare più brillante di questo tratto galattico, considerabile come la controparte più meridionale della famosa Nube stellare dello Scudo, nella costellazione omonima; qui è possibile individuare un notevole numero di ammassi aperti. Alcuni di questi sono luminosi e facilmente osservabili anche con piccoli strumenti, mentre altri sono più ostici.

Cr 292 appare spesso riportato sugli atlanti celesti, ma è un ammasso molto difficile da staccare: è formato da diverse decine di stelle sparse di magnitudine dalla 12 alla 15 almeno e si sovrappone a un ricchissimo campo di stelle di fondo, pertanto anche con telescopi di grande diametro e bassi ingrandimenti appare solo come un vago addensamento appena più ricco dei campi circostanti. La sua lontananza da stelle luminose non facilità per di più la sua individuazione tramite gli allineamenti. Si tratta inoltre di un oggetto poco studiato, la cui distanza è stimata attorno ai 5000 anni luce; una stima sulla sua età indica un valore di 500 milioni di anni.

Un po’ più facili, anche se di piccole dimensioni apparenti, i due ammassi NGC 5999 e NGC 6005.

NGC 5999 può essere notato con qualche difficoltà anche con dei semplici binocoli sotto ottimi cieli, ma resta irrisolvibile e di aspetto simile a una piccola macchia chiara; con telescopi da 100 mm se ne può tentare la risoluzione, sebbene questa resti incompleta: si possono distinguere alcune stelle di magnitudine 12, dominate da una stella biancastra di magnitudine 9,3 posta vicino al centro dell’ammasso. Telescopi da 200 mm permettono una quasi totale risoluzione. Si tratta di un ammasso moderatamente ricco e di età intermedia, stimata attorno ai 400 milioni di anni; appare anche piuttosto oscurato dalle polveri interstellari. La sua distanza è stimata sui 7200 anni luce.

Circa un grado a sudest si trova NGC 6005, anch’esso piuttosto debole, ma un po’ meglio definito; si presenta come un evidente addensamento di alcune decine di stelle di magnitudine compresa fra la 10 e la 14, in un diametro di 3’. Con un binocolo è individuabile prestando molta attenzione e appare come una piccolissima macchia abbastanza ben staccabile, ma che potrebbe dare l’illusione di osservare una stella doppia o un piccolo asterismo; la sua natura di ammasso diventa molto chiara con telescopi da 100 mm a salire, mentre con strumenti da 200-250 mm è completamente risolvibile. Sebbene alcuni studi avessero portato a dubitare della reale natura di ammasso di NGC 6005, studi fotometrici e spettroscopici più recenti hanno chiarito che si tratta di un ammasso reale, la cui età è stata stimata essere di almeno 1,2 miliardi di anni; la sua distanza sarebbe invece pari a 8800 anni luce.

Tre gradi più ad est si trova invece il brillante e facile ammasso NGC 6087; la sua posizione è rintracciabile anche 4 gradi a ovest della stella η Arae, ed è al limite della visibilità ad occhio nudo. La sua caratteristica più notevole è la presenza di alcune stelle di magnitudine 6 e 7, la più luminosa delle quali, la S Normae, è una variabile del tipo Delta Cephei, che domina l'ammasso; NGC 6087 non è particolarmente ricco ed è composto da circa 35 stelle risolvibili con facilità anche con un binocolo 20x80. In un telescopio di piccole dimensioni è già completamente risolto anche a ingrandimenti piuttosto bassi, nonostante le sue dimensioni relativamente poco estese. Nel 1989 fra le sue stelle è stata scoperta una piccola nebulosa planetaria, in seguito catalogata come KoRe 1, in base alle iniziali dei cognomi degli scopritori; tuttavia la sua debole luminosità e le sue ridotte dimensioni (14”) suggeriscono che questa non sia legata fisicamente all'ammasso ma si trovi molto più lontana, apparendo fra le sue stelle per un effetto prospettico. La distanza dell’ammasso è stimata sui 2900 anni luce.

Più a nord, NGC 6067 è uno degli ammassi più brillanti della Norma e giace proprio in direzione della sua Nube stellare. Si trova al centro della costellazione, circa 4 gradi a sud della coppia di stelle γ1-γ2 Normae; l'osservazione a occhio nudo non è facile, poiché si confonde con la luminosità della nube, e bisogna ricorrere all'uso di un binocolo per individuarlo e per iniziarne la risoluzione. Con l'ausilio di un piccolo telescopio la risoluzione è completa, con evidenti diverse decine di stelle anche a ingrandimenti piuttosto bassi. Le componenti più luminose sono di magnitudine 9, cui si aggiungono diverse decine di stelle fino alla magnitudine 12. NGC 6067 è un ammasso piuttosto ricco e concentrato, situato alla distanza di circa 4600 anni luce dal Sole, nel mezzo del Braccio del Sagittario; alcune stime tendono ad aumentare leggermente la distanza, fino a 5700 anni luce. La sua età è stimata sui 120 milioni di anni e infatti non contiene alcuna stella particolarmente massiccia e delle prime classi spettrali, da tempo già esplose come supernovae. Nella sua direzione sono state individuate numerose variabili cefeidi, così come nel già citato NGC 6087; diversi studi si sono così concentrati nel determinare se queste stelle siano o meno dei membri effettivi dell'ammasso o se si trovino nella sua direzione solo per un effetto prospettico. Gli studi più recenti indicano che le stelle QZ Normae e V340 Normae fanno effettivamente parte dell'ammasso, mentre GU Normae sarebbe una stella situata in primo piano e slegata da esso.

Poco più di un grado a sudest si trova invece Cr 299, un ammasso molto poco concentrato e relativamente esteso, fatto che complica la sua osservazione, benché sia formato da stelle di magnitudine 7 e 8. La sua distanza è stimata sui 3000 anni luce e appare come un leggero addensamento di stelle che potrebbe apparire più come un gruppo casuale che una vera associazione stellare.

Meno di un grado a ovest di NGC 6067 si trova il debole ed evanescente ammasso NGC 6031, formato da una decina di stelle di magnitudine 11 e 12 e dunque molto difficile da individuare; è un ammasso di età intermedia, stimata sui 200 milioni di anni, situato a circa 6800 anni luce, seppur con un ampio margine di incertezza dovuto al fatto che si presenta fortemente oscurato.

Un altro grado più a est, sul bordo dei campi oscurati, si trova il ricco ma debole ammasso Tr 23; nonostante la sua scarsa brillantezza, risulta essere stato oggetto di diversi studi a causa della sua posizione nelle regioni interne della Via Lattea e per la sua posizione ad appena 70 anni luce dal piano galattico. Data la debolezza delle sue componenti, quest’oggetto è al di là della portata di binocoli o piccoli telescopi e occorrono almeno strumenti da 120 mm per individuarlo come una macchia debole e leggermente allungata. Con telescopi da 150 mm è possibile iniziare a risolvere alcune decine di stelle, in gran parte di magnitudine 12, che appaiono dominate da una stella di magnitudine 10,7 sul bordo sudorientale dell’ammasso; strumenti da 250 mm permettono una piena risoluzione ed evidenzia le due concentrazioni principali che lo compongono. Nell’ammasso si contano diverse centinaia di componenti ed è infatti molto ricco; tuttavia il suo studio è reso difficoltoso da vari fattori, come il forte oscuramento da parte delle polveri interstellari, la grande distanza, e la ricchezza di campi stellari sovrapposti alla sua linea di vista. Si ritiene che la sua età sia di circa 600 o 900 milioni di anni, a seconda degli studi considerati, mentre la distanza è stimata fra 6200 e 7200 anni luce. È stato anche ipotizzato che il suo aspetto allungato, con i due addensamenti maggiori citati, sia dovuto alle forze di marea esercitate dalle interazioni galattiche presenti nelle regioni interne della Via Lattea.

L'ammasso di galassie della Norma[modifica]

Sebbene questa parte di cielo sia nota soprattutto per gli oggetti interni alla Via Lattea, è da segnalare la presenza di un ammasso di galassie molto ricco e importante situato al confine fra la Norma e il Triangolo Australe; nonostante la gran parte delle galassie più appariscenti si trovino entro i confini di quest’ultima costellazione, l’ammasso è noto col nome di Ammasso della Norma, o con la sigla Abell 3627. La sua distanza è stimata sui 220 milioni di anni luce ed è pertanto uno degli ammassi di galassie massicci più vicini a noi; tuttavia, la sua osservazione presenta notevoli difficoltà a causa della cosiddetta zona di evitamento, ossia quella fascia lungo il piano della Via Lattea dove le polveri interstellari oscurano e nascondono la luce delle galassie poste al di là nella medesima direzione.

Quest’ammasso potrebbe rappresentare il termine estremo del Superammasso Idra-Centauro, col quale potrebbe essere in connessione senza soluzione di continuità; ciò che più conta tuttavia è che quest’ammasso rappresenterebbe l’addensamento dominante del cosiddetto Grande Attrattore, ossia un’apparente anomalia gravitazionale dello spazio intergalattico situato al centro del superammasso denominato Laniakea, una mega-strut-tura dell’Universo osservabile di cui fa parte anche il Superammasso della Vergine. L’Ammasso della Norma è formato in prevalenza da galassie grandi e vecchie, molte delle quali sono in collisione con le loro vicine e spesso emettono grandi quantità di onde radio.

Fra queste galassie vi è ESO 137-1, una spirale barrata peculiare visibile con strumenti da almeno 200 mm di diametro. La galassia è stata studiata tramite il Telescopio spaziale Hubble nella banda dell'ultravioletto e dal telescopio spaziale Chandra nei raggi X ottenendo immagini che esaltano la presenza di una colossale scia che si disperde nello spazio intergalattico per una lunghezza di circa 260.000 anni luce, e che nell'insieme genera una suggestiva immagine che ricorda la morfologia di una medusa. La scia è costituita da un insieme di giovani stelle avvolte da gas, che raggiunge elevate temperature, strappate via dalla galassia tramite un fenomeno chiamato ram pressure stripping. Tale fenomeno è il risultato dello scontro tra i gas di una galassia e quelli presenti nello spazio intergalattico di un ammasso. In questo caso il campo gravitazionale di Abell 3627 allontana stelle, gas e polveri soprattutto dalle regioni periferiche di ESO 137-1 risparmiando, ma solo in parte, la materia situata nel nucleo galattico. Col tempo, la maggior parte delle polveri e del gas saranno allontanati e ESO 137-1 risulterà alla fine del tutto spogliata del materiale necessario alla formazione di nuove stelle.

Fra le galassie più appariscenti in questa direzione vi è ESO 137-18, di morfologia probabilmente lenticolare; il centro dell’ammasso invece è dominato da una breve sequenza di galassie dominata dalle due ellittiche giganti ESO 137-6 e ESO 137-10, entrambe visibili solo con strumenti da almeno 200 mm di diametro, con cui appaiono come due macchiette circolari simili a due stelle sfuocate. Poco più a nord spicca la galassia ESO 137-7, di morfologia ellittica o lenticolare ed evidenziabile nelle fotografie. Una ripresa fotografica di dettaglio della zona rivela in verità un campo estremamente ricco di galassie di fondo, fra le quali compaiono le galassie dell’ammasso.

Una menzione finale merita la galassia ESO 97-13, nota come Galassia del Compasso; anch’essa fortemente oscurata, è una delle galassie più vicine a noi, essendo posta a una distanza di 13 anni luce. Si tratta di una galassia spirale, nonché una galassia attiva di tipo Seyfert 2, ed è anche alla portata di strumenti da 120 mm; ciò nonostante, non venne individuata prima del 1977, proprio per via della sua posizione.


Il centro della Norma[modifica]

Ricco campo stellare attorno all’ammasso NGC 6193; la nebulosità diffusa di NGC 6188 occupa l'intero campo della foto.

La costellazione della Norma è famosa per i suoi ammassi aperti. Oltre a quelli già descritti, se ne trovano numerosi altri presso il confine con l’Altare, a nord della nube stellare.

Fra questi uno dei più notevoli è NGC 6152, che si individua sul bordo orientale della costellazione, sul confine con l'Altare, le cui stelle possono essere utili per la sua individuazione; si può partire dalla stella ε1 Arae e spostandosi di circa 4 gradi in direzione ovest. Appare al binocolo come un debole oggetto esteso e irrisolvibile cui si sovrappongono al massimo un paio di stelline; con un piccolo telescopio è possibile risolvere diverse decine di stelle sparse fino alla magnitudine 12, mantenendo però bassi gli ingrandimenti per non perdere la visione d'insieme ed evitare di confonderlo con le numerose stelle di fondo. NGC 6152 è un ammasso di evoluzione intermedia piuttosto ricco ed esteso, situato alla distanza di 3400 anni luce dal Sole in corrispondenza del bordo esterno del Braccio del Sagittario, a breve distanza dal sistema di NGC 6193. Si tratta di un oggetto relativamente poco studiato; la sua età è stimata sui 446 milioni di anni ed è pertanto abbastanza evoluto; non contiene stelle delle prime classi spettrali e la maggior parte delle sue componenti appaiono bianco-gialle. Al suo interno è stata scoperta una variabile a eclisse, catalogata come VV Normae, con un periodo di 1,1 giorni.

Ancora più ad est, nell’Altare, è visibile NGC 6208, che appare immerso in un ricchissimo campo stellare della Via Lattea, in questo tratto piuttosto luminosa e relativamente poco oscurata; si trova circa 2,6 gradi a nordovest della stella ζ Arae e si confonde facilmente con le stelle di fondo. Attraverso un binocolo è difficilmente individuabile a causa della sua luminosità poco elevata, mentre con un telescopio da 120 mm è possibile notare un debole addensamento di stelle di magnitudine 11 e 12; con strumenti di diametro maggiore si osservano alcune decine di stelle fino alla magnitudine 14, sempre difficili da contrastare rispetto alle numerose stelle di fondo. La sua distanza è stimata sui 3060 anni luce e viene dunque a trovarsi molto vicino al bordo più esterno del Braccio del Sagittario, in primo piano rispetto alla quasi totalità degli ammassi aperti visibili nella costellazione dell'Altare. La sua età è molto avanzata ed è stimata attorno a 1,17 miliardi di anni; ciò lo rende uno degli ammassi aperti più vecchi che si conoscano. Gli studi rivolti a determinare l'appartenenza delle stelle all'ammasso sono resi difficili dal numero elevatissimo di stelle visibili nella sua direzione; al suo interno non sono state comunque individuate stelle con caratteristiche peculiari da un punto di vista chimico-fisico. Le stelle visibili nel campo di NGC 6208 sono state oggetto di studi fotometrici allo scopo di individuare eventuali pianeti extrasolari tramite il metodo del transito; su un campione di 60.000 stelle, delle quali 5000 misurate con estrema accuratezza, è stata individuata una sola stella, di classe spettrale G, che ha mostrato segnali di un possibile transito, non necessariamente però imputabile a un pianeta.

Fra gli altri ammassi della zona, escludendo il vasto sistema di NGC 6193 nell’Altare, ve ne sono due alla portata di telescopi da 200 mm. Uno è NGC 6167, visibile due gradi e mezzo a ENE della stella γ2 Normae; è facilmente staccabile in quanto si presenza come un evidente addensamento che si staglia sul bordo di un campo oscurato. Sebbene sia visibile anche con strumenti da 120 mm come una macchia appena risolvibile, è con telescopi da 200 mm a salire che si rivela pienamente: la quasi totalità delle sue stelle, di magnitudine dalla 11 alla 13, si dispone lungo una sorta di spessa barra orientata in senso est-ovest, terminante a ovest con una stella biancastra di magnitudine 7,3, che appartiene fisicamente all’ammasso ed è il suo membro più luminoso; una stella azzurra di magnitudine 8,4 delimita invece l’ammasso a sud. Come il vicino ammasso NGC 6193, anche questo appartiene alla regione dell’associazione Ara OB1a, con una distanza stimata sui 3900 anni luce e un’età leggermente superiore del suo ammasso compagno, stimata sui 10-20 milioni di anni; ciò indicherebbe che la formazione stellare in questa regione si è protratta per alcune decine di milioni di anni.

NGC 6134 infine è anch’esso facile da staccare, grazie alla sua alta concentrazione; sebbene appaia piuttosto piccolo, è formato da una ventina di stelle di magnitudine 11 e 12, più numerose altre più deboli, ed è dominato a sud da una stella di magnitudine 9,3. La sua posizione è rintracciabile un grado e mezzo a nordest di γ2 Normae e già uno strumento da 80 mm è in grado di rivelarne la presenza, sebbene resti difficilmente risolvibile; appare invece del tutto risolto con telescopi da 200 mm. L’età dell’ammasso è stimata sugli 800 o 900 milioni di anni e contiene infatti diverse giganti rosse; fra le sue componenti sono state individuate sei variabili di tipo δ Scuti, utili per stimarne la distanza, ma l’oscuramento subìto dalla luce di queste stelle rende lo studio più difficoltoso. Tendenzialmente si assume un valore di distanza sui 4100 anni luce, anche se sono stati proposti altri valori, come appena 2500 anni luce.

Altri ammassi visibili nella regione sono spesso molto piccoli oppure si confondono con grande facilità in mezzo ai ricchissimi campi stellari che compongono la nube stellare della Norma.