Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Gruppi di galassie nel Pavone
CopertinaGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Copertina
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Regioni celesti scelte
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Carte di dettaglio dei principali ammassiGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Carte di dettaglio dei principali ammassi
BibliografiaGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Bibliografia
Sul bordo della Via Lattea australe, a sud del Sagittario, si trova la stella Peacock, moderatamente brillante, ma la cui luminosità è esaltata dall’assenza di altre stelle luminose nei dintorni.
Questa stella può essere utilizzata per esplorare una regione ricca di galassie non particolarmente appariscenti, ma comunque alla portata di strumenti di diametro medio-grande.
Caratteristiche
[modifica | modifica sorgente]Fra le costellazioni del Pavone e del Telescopio si estende un superammasso di galassie non particolarmente vicino, ma piuttosto ricco; la sua posizione a declinazioni molto meridionali fa però sì che questo sia osservabile con chiarezza solo da latitudini australi o nei pressi dell’equatore.
A parte la già citata stella Peacock, ossia la α Pavonis, nella regione mancano stelle appariscenti che possano aiutare nell’individuazione delle galassie tramite il metodo degli allineamenti; molte di queste tuttavia si trovano a breve distanza angolare del gruppo di astri di quarta e quinta magnitudine della parte occidentale del Pavone.
A parte alcune galassie poste in primo piano e appartenenti al Superammasso della Vergine, la gran parte di questi oggetti restano fuori dalla portata di piccoli strumenti e sebbene possano essere intuite con telescopi da 120 mm da chi ha l’occhio molto ben allenato, una visione soddisfacente e chiara si riesce ad avere solo con telescopi da 200 mm a salire.
I gruppi più appariscenti si trovano a breve distanza angolare dal famoso ammasso globulare del Pavone, il brillante NGC 6752; in questo punto si osservano anche numerose galassie interagenti, che sono ben evidenziabili nelle fotografie ad alta risoluzione.
Altri gruppi interessanti si osservano verso il confine con la costellazione del Telescopio e anche al suo interno; la disposizione spaziale di tutti questi gruppi di galassie sembra seguire una doppia concatenazione orientata in senso nordest-sudovest, dal confine con l’Altare fino alla stella Peacock.
A sudest di questo superammasso, di contro, si estende una delle zone apparentemente più vuote di galassie dell’intera volta celeste; le galassie qui osservabili infatti giacciono a distanze talmente grandi che possono essere individuate solo con l’uso di apparecchiatura astrofotografica.
Galassie in primo piano
[modifica | modifica sorgente]Alcune delle galassie osservabili in questa regione sono, come si è accennato, poste in primo piano e appartengono infatti al Superammasso della Vergine, a distanze inferiori a 50 milioni di anni luce.
La galassia più vicina a noi in questo settore di cielo è IC 4662, che sebbene sia poco nota è piuttosto interessante; si trova vicinissima alla stella η Pavonis, di magnitudine 3,6, al punto che in effetti può anche disturbarne l’osservazione. Ha una bassa luminosità superficiale, pertanto per la sua osservazione occorrono telescopi da almeno 150 mm e occhi molto esperti, oppure diametri più grandi; il suo aspetto è quello di una macchia di forma irregolare o vagamente ellissoidale, più luminosa su un lato. Si tratta di una galassia di morfologia irregolare, le cui dimensioni reali non superano i 7000 anni luce di diametro; la sua distanza è invece stimata sugli 8 milioni di anni luce, dunque in prossimità dei margini esterni del Gruppo Locale. La sua caratteristica principale è l’abbondanza di grandi complessi nebulosi, che hanno reso possibile lo starburst osservabile in questa galassia, un fenomeno inconsueto ma non impossibile nelle galassie nane irregolari; le indagini condotte hanno permesso di scoprire le dinamiche di questi processi: studiando galassie nane e vicine come questa si è infatti scoperto che gli starburst non sono fenomeni isolati, ma possono perdurare fino a 400 milioni di anni, diffondendosi progressivamente in tutta la galassia.
La galassia più nota nel Pavone è tuttavia NGC 6744 (C101). Si individua circa 3° a sudest della stella λ Pavonis, poco a sud della linea che congiunge questa stella alla δ Pavonis; è già visibile anche con un binocolo 10x50, dove appare come una macchia molto debole e sfumata sotto cieli bui e limpidi, anche a causa della sua bassa luminosità superficiale che la rende comunque un oggetto sfuggente rispetto ad altre galassie di pari magnitudine integrata. Con un telescopio da 100 mm mantiene un aspetto sfrangiato ma inizia a definirsi vagamente la struttura della barra; la struttura dei bracci inizia ad essere evidente con telescopi da 250 mm di diametro. Questa galassia possiede delle dimensioni ragguardevoli, estendendosi per circa 193.000 anni luce, con una luminosità pari a 56 miliardi di Soli; appartiene al gruppo di galassie del Pavone-Altare, alla distanza di circa 31 milioni di anni luce dalla Via Lattea. NGC 6744 possiede un disco molto grande su cui si estendono dei bracci di aspetto sfilacciato, con numerosi nodi molto ricchi di stelle giovani e calde e diverse grandi regioni H II; due bracci in particolare mostrano evidenti segni di processi di formazione stellare particolarmente intensi. Osservazioni condotte sulla banda dell’idrogeno neutro mostrano un enorme anello di idrogeno che arriva oltre il termine esterno dei bracci di spirale; due di questi bracci per altro arrivano a estendersi ben oltre ciò che appare nella banda della luce visibile. Diventano inoltre visibili le interazioni mareali fra questa galassia e le due galassie compagne minori, NGC 6744A e ESO 104-G44. I bracci sono connessi internamente a una grande barra di forma lenticolare centrata su un anello interno incompleto, virtualmente privo di gas interstellare e quindi di attività di formazione stellare. Nel 2005 venne osservata fra i suoi bracci di spirale una supernova di tipo 1c, denominata poi SN2005at; raggiunse la magnitudine di 16,8.
Circa 3 gradi a ovest della stella κ Pavonis si trova IC 4710, un'altra galassia dalla bassa luminosità superficiale, ma alla portata di telescopi da 200 mm e anche inferiori, per coloro che hanno grande esperienza osservativa. Si tratta di una galassia nana irregolare di tipo magellanico, il cui diametro reale è pari a 36.000 anni luce; presenta una struttura centrale a barra, da cui partono abbozzi di bracci molto corti e irregolari, uno dei quali è più sviluppato dell’altro, e si ritiene che il suo aspetto sia dovuto all’interazione con altre galassie o con una nube intergalattica. Presenta un elevato tasso di formazione stellare in particolare nelle sue regioni periferiche, dove si osservano diversi piccoli addensamenti di stelle luminose; la sua distanza è stimata sui 34 milioni di anni luce ed è dunque in prossimità della galassia NGC 6744.
Un'altra galassia in primo piano è NGC 6684, situata meno di mezzo grado a sudest della stella θ Pavonis. È una delle più brillanti della costellazione e può essere notata anche con un telescopio da 80-100 mm di diametro, molto vicina a una stella di sesta magnitudine che quasi le si sovrappone, contribuendo ad oscurarla. Questa galassia presenta una morfologia lenticolare e allo stesso tempo barrata, con un nucleo molto piccolo attraversato da una piccola barra, attorno alla quale si estende un anello di stelle dall’aspetto simile a due bracci richiusi su sé stessi. La sua distanza è stimata sui 40 milioni di anni luce.
Il Superammasso Pavone-Indiano
[modifica | modifica sorgente]Il Superammasso Pavone-Indiano è un superammasso di galassie prossimo al nostro Superammasso della Vergine; il suo centro gravitazionale è in direzione della costellazione dell'Aquario. In letteratura sono pochi gli studi che riguardano questo superammasso; una pubblicazione del 1988 avvalora l'ipotesi che questo sia in connessione, tramite l'ammasso di galassie Abell 3627, con il Superammasso dell'Idra-Centauro. Con la scoperta nel 2014 del Superammasso Laniakea, si è compreso che il Superammasso Pavone-Indiano costituisce un lobo di questa grande struttura. Il Superammasso Pavone-Indiano contiene quattro ammassi principali, denominati Abell 3627, Abell 3656, Abell 3698, Abell 3742, cui si aggiungono alcuni gruppi di galassie; tutti questi sistemi appaiono in sequenza e conferiscono al superammasso l’aspetto filamentoso, che si estende per circa 200 milioni di anni luce, a una distanza di 120-200 milioni di anni luce. Oltre il suo termine, in direzione dell’Aquario, si estende un esile filamento di galassie che lo collegherebbe al Superammasso Perseo-Pesci.
Il gruppo di galassie più meridionale di questo superammasso è quello di NGC 6876, che si trova all’esterno della regione qua analizzata.
Un gruppo di galassie particolarmente compatto compreso in questo complesso è quello di IC 4765, che è anche noto con la sigla AS805 o Pavo II; IC 4765 è la galassia dominante e può essere rintracciata con facilità un grado e mezzo a SSW della stella λ Pavonis. Attraverso un telescopio da 120 mm appare come una piccola macchia pallida di aspetto simile a una stella sfuocata, leggermente allungata; questo allungamento è maggiormente percepibile con strumenti da 200 mm, ma non si notano ulteriori dettagli. Si tratta di una galassia ellittica gigante, una delle più massicce dell’intero superammasso; il suo diametro sarebbe pari a oltre 200.000 anni luce ed è circondata da un gran numero di galassie minori, alcune delle quali, come ESO 104-7, sono visibili anche con telescopi da 200-250 mm. La sua distanza è stimata sui 197 milioni di anni luce, così come quella dell’intero ammasso; nelle fotografie ad alta risoluzione è possibile riprendere diverse decine di galassie minori.
Circa 3 gradi a est di λ Pavonis si trova un'altra galassia relativamente appariscente, IC 4831; può essere notata con difficoltà con strumenti da 120 mm, dove appare come una macchia pallida leggermente allungata in senso est-ovest. Con telescopi da 200 mm si può notare un debolissimo alone che prolunga la sagoma della galassia fino a 3 minuti d’arco. Si tratta di una galassia spirale vista quasi di taglio, con un nucleo voluminoso e molto brillante, circondato da un disco formato da bracci spessi ma di difficile osservazione a causa della sua angolazione; le sue dimensioni sono notevoli, con un diametro stimato di 200.000 anni luce. La sua distanza è invece pari a 190 milioni di anni luce ed è il membro più massiccio di un gruppo di galassie noto appunto come Gruppo di IC 4831.
Circa un grado a sudest dell’ammasso globulare NGC 6752 si osserva uno dei gruppi di galassie più famosi di questa parte di cielo, il Gruppo di IC 4845; si trova a circa 170 milioni di anni luce di distanza ed è formato da cinque galassie, tre delle quali appaiono molto ravvicinate fra loro e due di queste sono in forte interazione.
IC 4845 è una galassia spirale vista quasi di faccia e il suo nucleo brillante è anche alla portata di strumenti da 150 mm, con cui appare come una macchia circolare simile a una stella sfuocata; il suo disco è però esile ed è difficile da osservare anche con telescopi di grande diametro. Le sue dimensioni sono di circa 80.000 anni luce.
IC 4842 è più debole e può essere notata con difficoltà con telescopi da 150 mm, sebbene la sua luminosità superficiale sia elevata; appare di aspetto stellare con bordi debolmente sfumati e strumenti di grande diametro permettono di notare la sua forma allungata in senso nord-sud. Si tratta di una galassia ellittica di tipo E5, dunque fortemente allungata; il suo diametro è di circa 80.000 anni luce, ma data la sua morfologia dovrebbe essere più massiccia della precedente.
Pochi minuti d’arco a nordovest si trova NGC 6771, la meno appariscente del gruppo; può essere notata con telescopi da 200 mm, dove appare come un piccolo fuso chiaro leggermente più luminoso al centro. È una galassia spirale vista con una forte angolazione; il suo nucleo appare attraversato sul bordo meridionale da una banda oscura longitudinale che si prolunga per tutto il disco. Nelle foto ad alta risoluzione diventa evidente una struttura luminosa a forma di X centrata sul nucleo; simili caratteristiche nelle galassie viste di taglio vengono interpretate con la presenza di una barra invisibile che attraversa il nucleo stesso, portando dunque questo genere di galassie entro la classificazione delle spirali barrate.
Poco più a nord si trova la coppia di galassie spirali in interazione NGC 6769 e NGC 6770; entrambe possono essere individuate con telescopi da 150 mm, sebbene le loro caratteristiche più importanti non siano evidenziabili visualmente: appaiono infatti come due piccole macchie di aspetto circolare e sfumato, dove la galassia posta ad ovest (NGC 6769) è più brillante di quella posta ad est (NGC 6770). Con apparecchiatura astrofotografica e riprese ad alta risoluzione le due galassie diventano molto ben evidenti, con le strutture dei bracci fortemente deformate soprattutto per quanto riguarda NGC 6770; è possibile anche evidenziare che entrambe le galassie sono spirali barrate, con NGC 6770 che presenta la barra più sviluppata. Fra il 1997 e il 2006 sono apparse due supernovae fra i bracci di NGC 6769, segno evidente della presenza di stelle di grande massa; entrambe le galassie presentano infatti tassi accelerati di formazione stellare, in particolare sui lati in reciproca interazione. Secondo alcuni studi, sebbene sembri in posizione più defilata, anche la galassia NGC 6771 starebbe iniziando a subire gli effetti dell’interazione. NGC 6769 presenta una morfologia ancora relativamente regolare, con un diametro stimato sui 110.000 anni luce; NGC 6770 al contrario mostra un braccio fortemente aperto e disturbato, che porta il diametro totale della galassia a 115.000 anni luce. Entrambe hanno comunque dimensioni simili a quelle della Via Lattea.
Più a nord, fra le deboli stelle ω Pavonis e η Telescopii, tre gradi a nord del globulare NGC 6752, si trova NGC 6753; può essere notata anche con telescopi da 120 mm di diametro, seppure con difficoltà, mentre è già ben più chiara con strumenti da 150 mm; appare come un debole alone circolare dai bordi molto sfumati. Si tratta di una galassia spirale senza barra vista quasi perfettamente di faccia, con un nucleo circondato da un anello sfrangiato di stelle giovani e dei bracci particolarmente ramificati e ben avvolti e un diametro totale di circa 100.000 anni luce; tutt’attorno alla galassia si trova una particolare corona di gas caldi visibile ai raggi X. La sua distanza è stimata sui 150 milioni di anni luce e fa coppia con la vicina galassia NGC 6758, visibile poco meno di un grado a NNE; quest’ultima è più debole ma comunque alla portata di strumenti da 150 mm, dove appare come una stella sfuocata. Con telescopi da 250 mm si intuisce la sua forma leggermente allungata, ma senza ulteriori dettagli. Si tratta di una galassia ellittica di tipo E3, piuttosto estesa, con un diametro di 105.000 anni luce.
Riprese fotografiche su un campo di almeno 2-3 gradi mostrano nei dintorni numerose altre galassie più deboli, come NGC 6780 e IC 4856; tutte queste formano assieme un gruppo di galassie fisicamente vicine fra loro noto come Gruppo di NGC 6753, situato alla distanza media di 140-150 milioni di anni luce.
Circa un grado a sud della stella λ Telescopii si individua un altro gruppo di galassie, dominato dalla ellittica IC 4797, che è anche alla portata di telescopi da 120-140 mm, dove appare come una macchia ellittica orientata in senso nordovest-sudest. Le altre galassie del gruppo si presentano allineate verso nord e includono la lenticolare IC 4796, la spirale massiccia NGC 6707 e la spirale intermedia NGC 6708; tutte queste possono essere osservate solo con strumenti superiori ai 150 mm di diametro, mentre si evidenziano con facilità nelle fotografie. La loro distanza è stimata sui 120 milioni di anni luce e costituiscono un gruppo periferico del Superammasso Pavone-Indiano.
Al gruppo sembrerebbe appartenere anche la galassia NGC 6725, visibile meno di un grado ad est della sequenza principale; è visibile anche con un telescopi da 150 mm, sebbene con qualche difficoltà, e appare come un piccolo fuso chiaro orientato in senso nordest-sudovest. Si tratta di una galassia lenticolare vista da un’angolazione intermedia, la cui distanza è stimata sui 130 milioni di anni luce.
Circa 3 gradi ad est di η Telescopii si trova la galassia IC 4891, relativamente brillante e talvolta indicata anche come IC 4889; con un telescopio da 120 mm è già evidente come una macchia chiara di aspetto stellare e leggermente sfumata ai bordi, mentre con strumenti da 150 mm è possibile notare la sua morfologia leggermente allungata in senso nord-sud. Si tratta di una galassia ellittica di tipo E5, dunque di aspetto schiacciato; possiede un diametro di 75.000 anni luce e appare in coppia con la più debole galassia IC 4888, visibile 8 minuti d’arco a SSW e di morfologia lenticolare, con cui forma un gruppo legato dalla reciproca gravità. La loro distanza è stimata sui 113 milioni di anni luce.
Nel medesimo campo visivo è presente anche la variabile RR Telescopii, una nova simbiotica che solitamente oscilla fra le magnitudini 9 e 16, ma che occasionalmente ha raggiunto la magnitudine 6.
Il Superammasso Pavone-Indiano, come lascia anche intendere il nome, prosegue ulteriormente verso nordest fino a entrare nella vicina costellazione dell’Indiano, dove sono però presenti galassie meno appariscenti e in numero minore. Gran parte di quelle appartenenti al superammasso sono comprese nella parte settentrionale della costellazione e si concentrano attorno all’ammasso Abell 3742; la sua distanza è stimata sui 209 milioni di anni luce ed è pertanto uno dei tratti più remoti. NGC 7014, di cui fa parte, può essere individuata con un telescopio da 150 mm, sebbene con qualche difficoltà, e appare come una debole macchia di aspetto stellare, un aspetto tipico delle galassie ellittiche; le sue dimensioni reali sono di circa 110.000 anni luce ed è associata anche ad altre galassie visibili nei dintorni, come NGC 7038.
Poco più a nord, entro i confini della costellazione del Microscopio, si osserva l’ammasso compatto Abell 3747, formato da alcune galassie ellittiche giganti su cui spiccano la lenticolare ESO 286-60 e l’ellittica gigante ESO 286-59.