Consideriamo ora invece le equazioni di Maxwell nel vuoto e lavoriamo in unità naturali:
Poiché non ha senso scriverle come un'equazione d'onda nello spazio delle
,[1] passiamo nello spazio delle
tramite la trasformata di Fourier:
che sostituite nelle equazioni di Maxwell forniscono:
Bisogna ora naturalmente garantire che
e
.[2] Siccome vale:
deve quindi risultare:
che rappresentano sei condizioni.
Siccome:[3]
si deduce senz'altro che:[4]
Per svincolarsi ora dalla condizione di realtà si fa la posizione:
dove
è una costante di normalizzazione che sarà calcolata fra breve. Questa relazione implica a sua volta:
Si consideri ora l'equazione di Maxwell:
sostituendo in questa l'espressione per
trovata sopra si trova:
ovvero formalmente:
Essendo ora:
si può sostituire questo risultato nella precedente ottenendo:
ovvero:
Dalle rimanenti equazioni si ricava invece:
che implicano:
ovvero:
Combinando ora le due relazioni di sopra si ricava la seguente:
che scritta per componenti fornisce:
Consideriamo ora il prodotto scalare di questa con le
:
ma:
e dunque
è soluzione di
. In altre parole, imposto il valore
all'inizio, questo si conserva nel tempo.
Le equazioni di Maxwell si riducono quindi in definitiva a:
che di fatto è un'equazione di tipo Schrodinger con
come operatore.
- ↑ Il fotone è a massa nulla e viaggia sempre a velocità
, di conseguenza lo spazio delle
, le posizioni, non ha senso per esso.
- ↑ Richiesta necessaria per garantire che i campi siano reali.
- ↑ Si sfrutta qui la relazione del doppio prodotto vettore
.
- ↑ I vettori
,
e
sono perpendicolari fra loro.