Guida alle costellazioni/Aquario, Balena e il Polo Galattico Sud/Balena

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Aquario, Balena e il Polo Galattico Sud

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

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Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Cetus
Genitivo del nome Ceti
Abbreviazione ufficiale Cet
Area totale 1231 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 novembre
Stelle più luminose della mag. 3,0 3
Stelle più luminose della mag. 6,0 109
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
β Ceti Diphda 2,04
α Ceti Menkar 2,54
ο Ceti Mira 3,04v
η Ceti Deneb Algenubi 3,46
γ Ceti Kaffaljidhmah 3,47
τ Ceti Durre Menthor 3,49
ι Ceti Deneb Kaitos 3,56
θ Ceti Altawk 3,60

La Balena è una grande e relativamente appariscente costellazione estesa prevalentemente nel cielo australe, posta in una regione popolata da costellazioni relative all'acqua, come l'Aquario, i Pesci ed Eridano. L'asteroide 4 Vesta fu scoperto in questa costellazione nel 1827.

Caratteristiche[modifica]

La Balena è una costellazione di vaste dimensioni; si estende per gran parte nell'emisfero australe, ma è ben osservabile anche dall'emisfero nord. Si individua a sud dell'Ariete e dei Pesci, grazie alla presenza di due stelle di seconda magnitudine: α Ceti (Menkar) e β Ceti (Diphda); in particolare, a sud dell'Ariete è individuabile un cerchio di stelle che costituisce la testa dell'animale, mentre il resto del corpo si trova a sudovest di questo asterismo. La costellazione giace lontano dalla scia luminosa della Via Lattea, dunque è priva di campi stellari di fondo; l'eclittica passa molto vicina all'estremità nordoccidentale della Balena, perciò alcuni pianeti e la Luna possono transitarvi brevemente.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale è compreso nei mesi fra settembre e gennaio; gli osservatori dell'emisfero sud sono leggermente più avvantaggiati, grazie alla declinazione australe di buona parte della costellazione. Dall'emisfero nord è visibile completamente fino a 65°N, ossia poco a sud del circolo polare artico.

Il mito della Balena è associato a quello di Perseo e Andromeda. Quando Cassiopea, la moglie del re d'Etiopia Cefeo, si vantò d'essere più bella delle ninfe marine chiamate Nereidi diede il via a una delle storie più celebri della mitologia, i cui personaggi sono commemorati in cielo. Per punirla dell'insulto arrecato alle Nereidi, il dio del mare Poseidone mandò un mostro a razziare le coste del territorio di Cefeo. Quel mostro è rappresentato nella costellazione Cetus o Balena.

Per liberarsi del mostro, Cefeo ricevette istruzioni dall'Oracolo di Ammone di offrirgli in sacrificio sua figlia Andromeda, che fu quindi incatenata alla costa rocciosa di Joppa (la moderna Tel Aviv) ad aspettare che si compisse il suo tremendo destino. Dai Greci il mostro marino fu rappresentato come una creatura ibrida, con le enormi fauci spalancate e le zampe anteriori di animale terrestre, attaccate a un corpo coperto di scaglie con enormi avvolgimenti come fosse un serpente di mare. Di conseguenza nelle carte celesti questo mostro è disegnato come una creatura dall'aspetto alquanto improbabile, per niente simile a una balena, nonostante sia qualche volta identificata con essa.

Secondo la mitologia, Andromeda tremava mentre il mostro le si avvicinava fendendo le onde come una nave gigantesca. Fortunatamente, in quel momento l'eroe Perseo capitò da quelle parti a cavallo di Pegaso e prese in mano la situazione: lanciandosi come un'aquila sulla schiena del mostro, Perseo conficcò la spada nella sua spalla destra. Il mostro si drizzò sulle sue spire e si girò, con le fauci fameliche che cercavano di addentare il suo attaccante. Perseo continuò a conficcargli la spada in corpo, nelle costole, nel dorso ricoperto di scaglie e alla radice della coda. Sputando sangue finalmente il mostro cadde in mare e vi giacque come una carcassa impregnata d'acqua. Il suo corpo fu trascinato a riva dagli abitanti del luogo riconoscenti, che lo spellarono ed esposero le ossa al pubblico. La Balena è la quarta costellazione del cielo in quanto a dimensioni e ciò si addice a un tale mostro, sebbene nessuna delle sue stelle sia particolarmente brillante.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
HD 3125 AB-C 00h 34m 30s -04° 32′ 48″ 7,01 9,27 19,7 g + g
HD 6651 01h 07m 11s -01° 43′ 55″ 7,4 8,5 4,2 g + g
37 Ceti 01h 14m 24s -07° 55′ 25″ 5,13 7,8 49,8 g + g
HD 8350 01h 22m 31s -19° 04′ 50″ 6,5 8,7 5,0 g + g
χ1 Ceti 01h 49m 23s -10° 42′ 13″ 6,1 7,2 1,8 g + g
HD 15695 02h 31m 30s +01° 05′ 35″ 7,4 7,7 13,6 b + b
γ ceti 02h 43m 18s +03° 14′ 10″ 3,47 6,2 2,8 b + b

Nonostante le vaste dimensioni, le stelle doppie visibili nella costellazione sono in numero esiguo e ancor meno lo sono quelle luminose e facili da osservare.

La 37 Ceti è una delle più larghe, in cui la stella primaria, di magnitudine 5,1, e la secondaria, di settima, sono separate da 50", dunque risolvibili anche con bassi ingrandimenti.

La HD 15695 è una doppia costituita da due astri di settima magnitudine, entrambi bianchi, separati da 13".

La HD 3125 è una stella tripla in cui le componenti A e B sono molto strette, mentre la componente C, di nona magnitudine, si trova a 20" di separazione.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Ceti 02h 26m 02s -00° 10′ 42″ 7,2 14,0 166,24 Mireide
T Ceti 00h 21m 46s -20° 03′ 29″ 5,0 6,9 158,9 Semiregolare pulsante
U Ceti 02h 33m 44s -13° 08′ 54″ 6,8 13,4 234,76 Mireide
W Ceti 00h 02m 07s -14° 40′ 33″ 7,1 14,6 351,11 Mireide
UV Ceti 01h 39m 02s -17° 57′ 02″ 6,82 12,95 - Irregolare
AA Ceti 01h 59m 01s -22° 55′ 11″ 6,2 6,7 0,5362 Eclisse
AD Ceti 00h 14m 28s -07° 46′ 50″ 4,9 5,16 - Irregolare
AE Ceti 00h 14m 38s -18° 55′ 58″ 4,26 4,46 - Irregolare
AR Ceti 02h 00m 27s -08° 31′ 26″ 5,40 5,61 - Semiregolare
ο Ceti 02h 19m 21s -02° 58′ 37″ 2,0 10,1 331,96 Mireide

La Balena contiene due fra le stelle variabili più conosciute e studiate del cielo.

La più famosa, nonché una delle più osservate, è Mira, la meravigliosa (in lingua latina) della Balena; fu catalogata da Johann Bayer con la lettera greca ο (omicron), e da allora si notò che restava visibile solo per alcune settimane, dopo le quali spariva alla vista per poi riapparire diversi mesi dopo. In seguito, quando si scoprirono altre stelle con simili caratteristiche, Mira divenne il prototipo delle variabili Mira Ceti, o "variabili Mireidi". La stella fu registrata per la prima volta nel 1596 dall'astronomo olandese David Fabricius, ma la natura ciclica dei suoi cambiamenti non fu riconosciuta fino al 1638. Il nome Mira le fu dato dall'astronomo polacco Johannes Hevelius nel 1662, quando era l'unica stella variabile conosciuta. Mira, insieme alle altre 6000 stelle circa dello stesso tipo oggi conosciute, è una gigante rossa tra le più fredde che si conoscano, con una temperatura, variabile, che al minino supera di poco i 2000 K e la cui superficie oscilla in modo da aumentare e diminuire la propria luminosità in periodi che vanno da 80 giorni a più di 1000. Nel caso specifico di Mira, il ciclo di variabilità si completa in quasi 332 giorni, durante il quale oscilla fra la magnitudine massima di 2,0, quando è ben visibile anche dai cieli urbani, alla minima di 11, diventando visibile soltanto attraverso un telescopio.

Una seconda stella molto conosciuta è la UV Ceti, il prototipo delle variabili a flare; questa stella mostra degli improvvisi brillamenti, o flare, che la portano dalla dodicesima magnitudine fino alla sesta, arrivando al limite della visibilità ad occhio nudo. Essa aumenta la luminosità di cinque volte in meno di un minuto, per poi tornare in due o tre minuti alla luminosità normale, oppure variare improvvisamente di nuovo dopo diverse ore. Nel 1952, UV Ceti venne osservata variare 75 volte la sua normale luminosità in solo 20 secondi.

Fra le variabili irregolari, le più luminose sono AD Ceti e AE Ceti, entrambe visibili a occhio nudo sia in fase di massima che in fase di minima, sebbene le loro escursioni siano difficilmente apprezzabili poiché molto ridotte.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 45 00h 14m 04s -23° 10′ 52″ Galassia 10,8 8,5 x 5,9
NGC 157 00h 34m 47s -08° 23′ 48″ Galassia 10,4 4,2 x 2,7
NGC 246 00h 47m 03s -11° 52′ 19″ Nebulosa planetaria 10,9 4,6 x 4,1 Neb. Teschio
NGC 247 00h 47m 08s -20° 45′ 36″ Galassia 9,2 21,4 x 6,9
IC 1613 01h 04m 54s +02° 08′ 00″ Galassia 9,2 16,2 x 14,5
NGC 584 01h 31m 21s -06° 52′ 06″ Galassia 10,3 4,2 x 2,3
NGC 720 01h 53m 00s -13° 44′ 21″ Galassia 10,3 4,7 x 2,4
NGC 908 02h 23m 05s -21° 14′ 03″ Galassia 10,5 6,0 x 2,6
NGC 936 02h 27m 38s -01° 09′ 23″ Galassia 10,0 4,7 x 4,1
NGC 988 02h 35m 30s -09° 21′ 34″ Galassia 11,0 4,6 x 2,5
NGC 1052 02h 41m 05s -08° 15′ 21″ Galassia 10,6 3,0 x 2,1
NGC 1055 02h 41m 45s +00° 26′ 32″ Galassia 10,9 7,6 x 2,7
M77 02h 42m 41s -00° 00′ 48″ Galassia 9,6 7,1 x 6,0
La nebulosa planetaria NGC 246 è nota col soprannome di Nebulosa Teschio per via della sua forma.
La galassia spirale M77 è visibile perfettamente di faccia e mostra pertanto in maniera molto dettagliata la struttura dei suoi bracci di spirale.
La galassia irregolare IC 1613 si trova al margine estremo del Gruppo Locale ed è estremamente povera di gas e polveri interstellari.

La costellazione della Balena giace distante dal piano galattico ed è perciò priva dei ricchi campi stellari caratteristici di quelle aree di cielo; questo fatto favorisce l'osservazione del cielo profondo, dove è possibile scorgere numerose galassie.

Fra i pochissimi oggetti interni alla Via Lattea spicca NGC 246 (C56), una nebulosa planetaria molto estesa e facilmente individuabile anche con piccoli strumenti grazie alla sua luminosità; è nota anche col soprannome di "Nebulosa Teschio", a causa della sua forma. Anche in un telescopio da 150 mm d'apertura presenta le sue caratteristiche: il disco è irregolare e mostra le tracce di una struttura ad anello; la stella centrale è di dodicesima magnitudine e il diametro reale della nebulosa che ha creato è di circa 6 anni luce. La parte occidentale della nebulosa è notevolmente più luminosa e appare, usando la tecnica della visione distolta, anche in strumenti più piccoli. La distanza dal Sole è stimata sui 2100 anni luce. L’involucro esterno di questa nebulosa è entrato in interazione col gas e le polveri del mezzo interstellare circostante, mentre la stella centrale che ha dato origine alla nebulosa sta entrando nella fase di nana bianca.

Fra le numerose galassie domina M77, abbastanza luminosa da essere stata catalogata anche da Charles Messier nel suo famoso catalogo; in realtà fu scoperta da Pierre Méchain nel 1780, il quale la descrisse all'epoca come una nebulosa; Méchain comunicò in seguito la sua scoperta a Charles Messier, che inserì l'oggetto nel suo celebre catalogo. Questa galassia a spirale si individua con facilità, trovandosi ad appena 0,5° a sudest della stella δ Ceti; può essere scorta con un binocolo potente, come un 11x80, o anche in un 10x50 se la notte è particolarmente nitida. In un telescopio fino a 200 mm di apertura si mostra come un semplice dischetto chiaro senza particolari strutture caratteristiche, se si esclude che è sfumata ai bordi; con molte difficoltà si possono osservare i bracci di spirale e il loro andamento. M77 è distante circa 47 milioni di anni luce; si tratta di una galassia attiva il cui nucleo è oscurato nelle lunghezze d'onda visibili a causa della polvere interstellare. Il diametro del disco molecolare e del plasma caldo associato con la materia oscurante è stato misurato inizialmente alle onde radio; la polvere calda attorno al nucleo fu in seguito misurata dal Very Large Telescope; si tratta della galassia di Seyfert più luminosa ed è di tipo 2. Il suo diametro è stimato essere di 170.000 anni luce.

Un'altra galassia molto appariscente è NGC 247 (C62), una delle più vicine al nostro Gruppo Locale, visibile nella parte meridionale della costellazione e situata alla distanza di circa 11 milioni di anni luce. Fa infatti parte del Gruppo dello Scultore, un gruppo di galassie adiacente al nostro Gruppo Locale, e del Volume Locale; si rintraccia con facilità 3 gradi a SSE della brillante e isolata stella β Ceti. Si presenta anche nei piccoli telescopi come una chiazza molto allungata in senso nord-sud e, con strumenti da almeno 200 mm, diventa visibile l'asimmetria dei suoi bracci: in particolare si nota una macchia scura allungata, verso nord, che dà alla galassia l'aspetto di una conchiglia fusiforme con opercolo. In questa regione di NGC 247, diversamente dalle altre, l'attività di formazione stellare si è arrestata e si ipotizza che questo fenomeno sia il risultato dell'interazione gravitazionale con un'altra galassia. Il bulge centrale non prevale né in dimensioni, né in luminosità sul disco, restando piuttosto indistinto.

La galassia IC 1613 (C51) ha invece una forma irregolare; è nota soprattutto per la quasi completa assenza di polvere interstellare al suo interno, al punto che risulta essere "trasparente" alla luce delle galassie retrostanti. Si trova anch’essa al limite estremo del Gruppo Locale di galassie, trovandosi alla distanza di appena 2,9 milioni di anni luce. È visibile solo con telescopi di almeno 120 mm, perché, nonostante la sua magnitudine sia 9,2, si tratta di un oggetto sfuggente. Fino agli anni settanta non erano stati rinvenuti oggetti come ammassi e nebulose in questa galassia; oggi se ne conoscono solo poche decine, mentre le polveri interstellari sono praticamente assenti, al punto che è possibile osservare altre galassie lontane attraverso di questa. Nonostante la sua vicinanza, IC 1613 non appare legata gravitazionalmente ad alcun altro membro del Gruppo Locale; si tende comunque a considerarla parte di esso, trattandola come un membro staccato. Al suo interno sono state individuate numerose variabili Cefeidi, il cui studio ha permesso di affinare ulteriormente la calibrazione del rapporto periodo-luminosità per la stima delle distanze intergalattiche.

Un'altra galassia relativamente semplice da osservare è NGC 720, una galassia ellittica individuabile 3 gradi a SSE della stella ζ Ceti; un telescopio rifrattore da 120 mm di apertura già è sufficiente per individuarla come una chiazza priva di dettagli. Ad ingrandimenti superiori si presenta allungata in senso NW-SE, con un nucleo molto grande e luminoso, che domina in assoluto l'intera galassia. Si tratta di una galassia ellittica di dimensioni medie, ma comunque inferiori alla nostra Via Lattea, dalla quale dista 72 milioni di anni luce.

La galassia NGC 584 è un po’ più debole delle precedenti; si trova 2,5° a nordest della stella θ Ceti ed è visibile con un telescopio da 150 mm di diametro come una piccola macchia pallida leggermente allungata. Si tratta di una galassia ellittica situata a circa 60 milioni di anni luce ed è il membro principale di un gruppo di galassie visibili nelle vicinanze, come NGC 596 e NGC 615. Numerose galassie meno appariscenti si concentrano specialmente nei pressi del confine con Eridano e nella parte sudoccidentale della costellazione, vicino al confine con lo Scultore.