Guida alle costellazioni/Il polo nord celeste/Orsa Minore

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CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Ursa Minor
Genitivo del nome Ursae Minoris
Abbreviazione ufficiale UMi
Area totale 256 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 25 giugno
Stelle più luminose della mag. 3,0 2
Stelle più luminose della mag. 6,0 25
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Ursae Minoris Polaris 1,97
β Ursae Minoris Kochab 2,07
γ Ursae Minoris Pherkad 3,00
ε Ursae Minoris Urodelus 4,21
5 Ursae Minoris 4,25
ζ Ursae Minoris Alifa 4,29
δ Ursae Minoris Yildun 4,35
RR Ursae Minoris 4,63v

L'Orsa Minore è la costellazione più settentrionale del cielo ed è un punto di riferimento nella volta celeste per gli chi osserva dall’emisfero boreale; era già elencata tra le 48 costellazioni elencate da Tolomeo ed è particolarmente nota perché al suo interno si trova il Polo nord celeste, anche se la posizione di quest’ultimo è soggetta ad un continuo, lento spostamento a causa della precessione dell'asse di rotazione terrestre.

Caratteristiche[modifica]

L'Orsa Minore è individuabile con facilità, sia perché le sue stelle più brillanti sono di seconda magnitudine, sia perché, una volta individuato il Grande Carro, si può raggiungere la Stella Polare, la stella più luminosa dell'Orsa Minore, utilizzando le due stelle più occidentali dell'asterismo dello stesso Grande Carro (vedi immagine a lato). Dall'emisfero boreale è una costellazione circumpolare, ossia non tramonta mai, restando visibile in ogni periodo dell'anno; dall'emisfero australe invece è sempre invisibile, tranne che in prossimità dell'equatore (eccetto la Stella Polare).

L'Orsa Minore contiene un asterismo chiamato colloquialmente Piccolo Carro, perché le sue stelle più brillanti formano un disegno simile a quello del Grande Carro nell'Orsa Maggiore. La stella all'estremo del Piccolo Carro è la Stella Polare, che si trova in posizione quasi coincidente col Polo nord celeste. Le sue stelle possono essere anche utilizzate come scala per determinare la magnitudine limite di una notte: due stelle sono infatti di seconda magnitudine, una è di terza, tre di quarta e una di quinta; quando le stelle della costellazione sono tutte visibili, il cielo può definirsi in condizioni molto buone per l'osservazione.

Si pensa che questa costellazione sia stata definita per la prima volta nel 600 a.C., dall'astronomo greco Talete, ed è stata sempre usata come guida dai marinai. In tempi antichi l'Orsa Minore era chiamata l'ala del Dragone, un nome ormai dimenticato.

Secondo la mitologia, una delle compagne di Artemide, Callisto, perse la sua virginità con Zeus, che si era avvicinato sotto le mentite spoglie della stessa Artemide. Arrabbiata, Artemide la trasformò in un'orsa. Il figlio di Callisto, Arcas, quasi uccise la madre mentre stava cacciando, ma Zeus e Artemide lo fermarono e posero Callisto e Arcas in cielo, come l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore. La dea Era però non fu contenta del fatto che fossero stati assunti in cielo, e perciò chiese aiuto a Teti. Questa, essendo una dea marina, rivolse alle costellazioni una maledizione affinché fossero costrette a girare per sempre in tondo nel cielo, e a non riposarsi mai sotto l'orizzonte, spiegando così il fatto che queste costellazioni sono circumpolari.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
Polaris 02h 31m 47,1s +89° 15′ 50″ 1,97 9 18,4 g + g
HD 139777 15h 29m 12,0s +80° 26′ 54″ 6,5 8 31,1 g + g
Pherkad + 11 Ursae Minoris 15h 20m : +71° 50′ : 3,00 5,02 900 b + ar

La costellazione contiene alcune stelle doppie di facile risoluzione.

Prima fra tutte la stella Polaris, che è una brillante stella giallastra con una compagna biancastra visibile a forti ingrandimenti, di nona magnitudine.

La HD 139777 è formata da una stella di sesta e da una di ottava magnitudine, separate da circa 18" e dunque risolvibile anche con strumenti non molto potenti; entrambe le stelle sono giallastre.

Interessante la coppia formata dalle stelle Pherkad e 11 Ursae Minoris (quest’ultima nota anche come Pherkad Minor), di facile risoluzione anche con un binocolo o persino ad occhio nudo; le due componenti, una di terza e l'altra di quinta grandezza, mostrano colori contrastanti, essendo biancastra la prima e arancione la seconda.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Ursae Minoris 16h 29m 57s +72° 16′ 49″ 7,7 12,7 327 Mireide
S Ursae Minoris 15h 29m 35s +78° 38′ 00″ 7,5 13,2 331 Mireide
T Ursae Minoris 13h 34m 41s +73° 25′ 53″ 7,8 15,0 301 Mireide
U Ursae Minoris 14h 17m 19s +66° 47′ 39″ 7,5 13,0 326,5 Mireide
V Ursae Minoris 13h 38m 41s +74° 18′ 36″ 7,2 9,1 72: Semiregolare
RR Ursae Minoris 14h 57m 35s +65° 55′ 56″ 4,7 5,1 40 Semiregolare
Polaris 02h 31m 49s +89° 15′ 51″ 1,94 2,05 3,9698 Cefeide
Pherkad 15h 20m 43s +71° 50′ 02″ 3,1 - - Delta Scuti

Le stelle variabili della costellazione sono relativamente poche e molte sono pure poco luminose.

Fra le variabili irregolari spicca Pherkad, una probabile variabile Delta Scuti; molte sono invece le variabili Mireidi, fra le quali spiccano U Ursae Minoris e S Ursae Minoris, entrambe di settima magnitudine al massimo dello splendore e di tredicesima nella fase di minimo.

La stella RR Ursae Minoris è la più luminosa fra le variabili più note della costellazione: si tratta di una semiregolare che oscilla di 0,4 magnitudini, passando dalla 4,7 alla 5,1 in 40 giorni. La sua posizione isolata e il lungo periodo non la rendono però facilmente riconoscibile come variabile all’osservazione amatoriale.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 6217 16h 32m 39s +78° 11′ 54″ Galassia 12,1 3,1 × 2,5
Lo schema qui sopra mostra il metodo maggiormente utilizzato per rintracciare la Stella Polare. Una volta riconosciuto l’asterismo del Grande Carro, formato dalle stelle più luminose alla costellazione dell’Orsa Maggiore, occorre individuare le sue stelle Alfa e Beta (Dubhe e Merak), quindi partire dalla Beta, congiungerla alla Alfa e proseguire per circa 5 volte nella direzione indicata: si raggiungerà così una stella di simile luminosità e piuttosto isolata: la Stella Polare.

Nell’Orsa Minore non ci sono oggetti cospicui appartenenti alla Via Lattea, poiché il piano galattico passa distante da questa costellazione. Si possono dunque osservare solo galassie remote, ma non ve n'è alcuna alla portata di piccoli strumenti. La più luminosa infatti, NGC 6217, è solo di magnitudine 12,1; si tratta di una galassia spirale barrata vista quasi di faccia.

L'unico oggetto di rilievo, se non altro per la sua vicinanza, è la Galassia Nana dell'Orsa Minore, una galassia nana ellittica che orbita come satellite attorno alla nostra Via Lattea; ha una forma allungata e dista circa 200.000 anni luce.