Guida alle costellazioni/Il polo sud celeste/Camaleonte

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Modulo precedente

Mensa

Torna a

Il polo sud celeste

Modulo successivo

Ottante

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Chamaeleon
Genitivo del nome Chamaeleontis
Abbreviazione ufficiale Cha
Area totale 132 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 aprile
Stelle più luminose della mag. 3,0 0
Stelle più luminose della mag. 6,0 19
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Chamaeleontis 4,05
γ Chamaeleontis 4,11
β Chamaeleontis 4,24
θ Chamaeleontis 4,34
δ2 Chamaeleontis 4,45
ε Chamaeleontis 4,88
μ Chamaeleontis 5,04
ζ Chamaeleontis 5,07

Il Camaleonte è una costellazione di piccole dimensioni prossima al Polo sud celeste. È stata introdotta da Johann Bayer nel suo lavoro Uranometria del 1603, ma è forse stata definita alcuni anni prima.

Caratteristiche[modifica]

Le stelle che compongono questa costellazione sono tutte di quarta magnitudine o più deboli, cosa che rende difficile la loro individuazione nel cielo. Per trovarla conviene partire da una costellazione molto più brillante e riconoscibile, la Croce del Sud; seguendo l'allineamento formato dalle stella α e γ si arriva in prossimità della stella γ del Camaleonte. È davvero difficile scorgerla in cielo, a causa delle sue esigue dimensioni e della scarsa luminosità delle sue componenti (si potrebbe quindi affermare che il nome della costellazione rispecchi in pieno la sua natura). In Australia, dove viene utilizzata per individuare il sud, viene indicata scherzosamente come «la padella». Curiosamente, l’astronomia cinese le assegna invece il nome “Piccolo Mestolo”, che ricorda il nome inglese “Grande Mestolo” (Big Dipper) utilizzato per indicare il Grande Carro.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi estivi e autunnali australi, sebbene la sua notevole prossimità al Polo sud celeste ne consenta l'osservazione per tutto l'anno; dall'emisfero nord è visibile solo a pochissimi gradi dall'equatore, per altro con alcune difficoltà se la notte non è perfettamente nitida in direzione sud.

Come molte altre costellazioni circostanti, il Camaleonte venne segnalato dagli esploratori olandesi Pieter Dirkszoon Keyser and Frederick de Houtman e quindi riportata prima nel globo di Petrus Plancius del 1598 e poi dal Bayer nella sua Uranometria del 1603.

Fra le stelle di un certo interesse vi è Cha 110913-773444, una delle stelle più piccole che si conoscano, situata a 529 anni luce e circondata inoltre da un disco protoplanetario; gli stessi astronomi sono indecisi se classificarlo come una sub-nana bruna o come un pianeta. Nel secondo caso, il disco protoplanetario potrebbe essere considerato come un anello e i corpuscoli che le orbitano attorno come dei satelliti naturali.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
δ12 Chamaeleontis 10h 45m 30s -80° 30′ 00″ 5,46 4,45 290 ar + azz
δ1 Chamaeleontis 10h 45m 16s -80° 28′ 10″ 6,26 6,50 0,9 ar + g

Nel camaleonte si trovano delle stelle doppie prospettiche facili da risolvere anche con piccoli strumenti.

Sotto la sigla δ Chamaeleontis sono comprese due stelle catalogate come δ1 e δ2, rispettivamente di magnitudine 5,5 e 4,5, che però non mostrano di essere legate gravitazionalmente, essendo poste rispettivamente a 370 e 550 anni luce dalla Terra.

La ε Chamaeleontis è un'altra coppia, più difficile da separare dato che richiede un telescopio con almeno 80 mm di diametro; le magnitudini sono 5,5 e 6,3.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Chamaeleontis 08h 21m 47s -76° 21′ 18″ 7,5 14,2 334,58 Mireide
RS Chamaeleontis 08h 43m 12s -79° 04′ 12″ 6,02 6,88 1,6699 Eclisse
ζ Chamaeleontis 09h 33m 53s -80° 56′ 29″ 5,06 5,17 - Irregolare

Fra le stelle variabili la più appariscente, non tanto per la sua luminosità quanto per la sua escursione, è la RS Chamaeleontis, una variabile a eclisse che in poco meno di 10 giorni oscilla di circa otto decimi di magnitudine attorno alla sesta grandezza.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 3195 10h 09m 21s -80° 51′ 31″ Nebulosa planetaria 11,6 0,7 x 0,5
La nebulosa planetaria NGC 3195 è famosa per essere la più meridionale del cielo.
La nube Cha I, facente parte del sistema della Nube del Camaleonte, una regione di formazione stellare relativamente vicina a noi.

Nella costellazione non sono presenti oggetti particolarmente brillanti: l'unico notevole è una nebulosa planetaria, NGC 3195 (C109), famosa per essere la più meridionale conosciuta fra quelle appartenenti alla Via Lattea. Si può individuare 1,5 gradi a WSW della bella coppia di stelle δ1 e δ2 Chamaeleontis, sulla linea che la congiunge alla ζ Chamaeleontis; occorre un telescopio di almeno 120-150 mm di apertura per poter osservare questo sfuggente oggetto, che si presenta come un dischetto chiaro debolmente allungato in senso nord-sud, apparentemente privo di dettagli significanti. La stella centrale, quella che ha originato l'oggetto, è di quindicesima magnitudine, il che non favorisce il reperimento di questa nebulosa. Le osservazioni allo spettroscopio hanno rivelato che quest’oggetto si avvicina a noi alla velocità di circa 16 km/s, mentre l'involucro di gas si espande nello spazio alla velocità di 40km/s. La sua distanza è di circa 5000 anni luce, cui corrisponde un diametro reale di circa 1 anno luce.

Una menzione a parte merita il sistema della Nube del Camaleonte, un complesso nebuloso in cui sono attivi fenomeni di formazione stellare generanti stelle di piccola e media massa; si tratta di una delle regioni di formazione stellare più vicine a noi, distante circa 520-590 anni luce. Grazie alla sua notevole vicinanza, lo studio di questi fenomeni ne risulta notevolmente facilitato, come pure l'osservazione delle dinamiche che portano alla formazione di oggetti di massa substellare, come le nane brune, e la nascita dei sistemi planetari. Al suo interno sono distinguibili tre nubi principali, dell'estensione di alcuni gradi quadrati ciascuna e indicate come Chamaeleon I, Chamaeleon II e Chamaeleon III. La nube Cha I è la più settentrionale, contiene delle nebulose a riflessione catalogate dal Catalogo Cederblad e mostra i maggiori segni di formazione stellare. Non osservabili con piccoli strumenti, le parti illuminate dalla luce delle stelle vicine sono ben evidenti nelle foto a lunga posa.